martedì 1 marzo 2011

le notizie segnalate da CATERINA

C'è Matteoli in visita, il
bidello disabile stia a casa

La preside: "mai detta
una cosa simile"

 

La preside, Filomena La Pietra, ha imposto all'uomo di non andare a lavorare



LIDO DI CAMAIORE. Inaugurazione della scuola, alla presenza del ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli. Ma il bidello disabile è meglio non partecipi. La preside chiede che resti a casa. E' accaduto nel mese di ottobre, all'istituto (elementari e medie) Lido di Camaiore, ma la madre dell'uomo racconta oggi, tra le lacrime, la storia del figlio perchè a quell'episodio, che lei definisce 'vessatorio', ne sono seguiti altri.

Il bidello, 45 anni, assunto nel '98 in virtu' della legge 104 per le categorie protette (invalidi civili), lavora da oltre dieci anni nella scuola Lido di Camaiore. «Da giorni lui si preparava per quella cerimonia - racconta la signora Annarosa -, aveva pulito e aiutato gli altri ad allestire l'istituto. Ci teneva tanto, per lui era una festa. Ma il giorno prima, mi ha chiamato il vicepreside, dicendomi che sarebbe stato meglio per mio figlio stare a casa perchè loro non potevano seguirlo. Non ho capito e non capisco tuttora cosa significasse quella parola, 'seguirlo': mio figlio non ha bisogno di essere seguito. Prende due autobus per andare al lavoro, è educato, buono, disponibile. L'ho tenuto a casa con il pianto nel cuore, raccontandogli una frottola per non dirgli la cruda, cattiva verità di quell'esclusione».

Ma la vicenda non finisce qui. «Dopo poche settimane la preside, Filomena La Pietra, - racconta la signora Annarosa -, ha chiesto che mio figlio fosse sottoposto ad una visita per l'idoneità. La commissione, a Lucca, l'ha definito perfettamente idoneo, all'unanimità. Ma a questa dirigente non è bastato: ha fatto ricorso e chiesto una visita a Roma che faremo il 10 marzo».

«Quanto raccontato dalla madre del bidello disabile dell'istituto Lido di Camaiore, se confermato ed acclarato, è gravissimo e sconcertante. Se avessi saputo della discriminazione che si stava perpetrando, mi sarei rifiutato di partecipare all'inaugurazione della scuola». Lo dichiara il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli. «Al bidello e alla madre - aggiunge Matteoli - va tutta la mia solidarietà ed il mio rispetto»

 Ciao Annamaria


Se è vero si dovrebbero invertire i ruoli, la vicepreside alle pulizie ed il bilello al suo posto.
Quando al bravo Matteoli, prima fanno terra bruciata intorno ai più deboli, poi quando qualche mente malata come la preside si comporta di conseguenza, loro si fanno belli agli occhi degli stolti che ancora credono in loro.


Bravi a questi amici, si sono rifiutati per non lasciare solo il loro amico 

T VB 
 caterina

Preside vieta gita a alunno down, i compagni si ribellano

 


Rifiuto ragazzi di partecipare a viaggio senza loro compagno

La preside vieta la partecipazione ad una gita di uno studente down ed i compagni del ragazzo si ribellano, rifiutandosi di fare il viaggio senza il loro compagno ed ottenendo cosi' la riammissione del giovane disabile. La vicenda e' stata resa nota dall'avvocato Ida Mendicino, che e' la responsabile del Coordinamento regionale della Calabria per l'integrazione scolastica. L'episodio risale allo scorso mese di gennaio ed e' accaduto in una scuola media di Catanzaro
. Il ragazzo down al centro della vicenda si e' sempre ben integrato nell'attivita' scolastica, ottenendo anche, grazie al lavoro degli insegnanti di sostegno, un buon profitto. In piu' ha un ottimo rapporto con gli altri studenti, che lo hanno sempre aiutato e circondato di grande affetto. Proprio per questo la decisione della dirigente scolastica di escluderlo dalla gita ha provocato la ribellione dei compagni, che sono riusciti alla fine a farlo riammettere al viaggio, che si e' svolto poi regolarmente.

La discutibile iniziativa delle dirigente, tra l'altro, aveva suscitato anche la reazione dei genitori del ragazzo down, che avevano denunciato la vicenda alla polizia. L'avvocato Mendicino definisce il comportamento dei compagni dello studente ''un segnale importante di cambiamento in una generazione spesso tacciata di eccesso di individualismo e di scarso senso di solidarieta''' e rivolge ''un plauso ai ragazzi, che si sono dimostrati - afferma - vera speranza di maturazione del tessuto sociale rispetto agli esempi che spesso provengono dal mondo dei grandi''.

Il comportamento della preside, tra l'altro, secondo l'avvocato Mendicino, viola le note ministeriali secondo le quali ''le gite rappresentano un'opportunita' fondamentale per la promozione dello sviluppo relazionale e formativo di ciascun alunno e per l'attuazione del processo di integrazione scolastica dello studente diversamente abile, nel pieno esercizio del diritto allo studio''.

Successivamente alla sua decisione di escludere lo studente down dalla gita, la dirigente, ha riferito ancora Ida Mendicino, ha aggravato la propria posizione esprimendo ai docenti l'intenzione di non autorizzare in futuro alcuna uscita dello studente affetto da sindrome di Down. In piu' la dirigente ha chiesto ai compagni di classe di non fare sapere al ragazzo le date delle gite in programmazione, motivando tale richiesta con la scarsa capacita' del giovane disabile di apprendere a causa della sua infermita' genetica. Un comportamento cui ha fatto da contraltare la significativa reazione dei compagni di classe del ragazzo down.

 CATERINA

3 commenti:

  1. Chi è il disabile? il ragazzo o la preside? bravi ragazzi difendete sempre i disabili xkè loro sono uguali a noi. MIMMA

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  2. Ci sono i disabili mentali, Mimma. Quelli sono inguaribili, ma sempre curabili.

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  3. Giustissimo il commento di Caterina sul comportamento opportunistico delle autorità rispetto alla condizione delle persone con disabilità. Al di là della coscienza e delle sensibilità individuali, mi sembra quasi superfluo ricordare che sono i rappresentanti del popolo, qualunque sia l'orientamento politico, a dover tutelare le cosiddette fasce deboli.....sottolineo cosiddette. Lavoro nella scuola e ci "abbuffano" di frasi del tipo"potenziare le abilità residue nel rispetto delle possibilità individuali" Gli operatori si danno da fare per questo scopo...ma poi dov'è l'effettiva realizzazione degli obiettivi di integrazione? Come al solito parole...parole...parole... E che dire di certi dirigenti scolastici! Hanno ottenuto questo titolo e ormai pensano di poter gestire a loro piacimento la scuola, prendendo decisioni liberamente ispirate ad un perversa interpretazione della "autonomia scolastica"! Ma ricordano che non "dirigono" una catena di montaggio tecnologica, ma piuttosto che si trovano in un'agenzia di formazione "umana"? Maria.sa

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