venerdì 2 luglio 2010

Cassazione: la moglie 'forte' si puo' maltrattare

 E’ una sentenza che farà discutere. La Cassazione ha annullato una condanna a 8 mesi di reclusione nei confronti di un marito il quale ha sostenuto di non aver ‘maltrattato’ la moglie giacché questa “non era per nulla intimorita”. La donna era solo “scossa ed esasperata”, nonostante i maltrattamenti e le percosse si ripetessero da almeno tre anni. In pratica, secondo la Consulta non si può parlare di ‘maltrattamenti’ se la moglie è caratterialmente forte....che vergogna !


Le mogli che hanno un carattere «forte» e che non si lasciano «intimorire» dal clima di intimidazione, comprensivo di percosse, al quale le sottopone il marito corrono il rischio di vedere assolto il coniuge dal reato di maltrattamenti proprio per via della fermezza della loro forza d'animo. La Cassazione, infatti - nonostante il parere contrario espresso dalla Procura dello stesso 'Palazzacciò - ha annullato la condanna a 8 mesi di reclusione nei confronti di un marito, giudicato colpevole sia in primo che in secondo grado per aver maltrattato la moglie per tre anni. Numerose le prese di posizione - di parlamentari donna e associazioni contro le violenze sulle donne - assai critiche su questo 'verdetto'. In particolare, dinanzi alla Suprema Corte il marito aggressivo, residente a Livigno (Sondrio), ha sostenuto con successo che non si trattava di maltrattamenti in quanto la moglie «non era per nulla intimorita» dal suo comportamento ma solo «scossa, esasperata, molto carica emotivamente». Sandro F. (45 anni) era stato condannato in primo grado dal Tribunale di Sondrio, nel settembre 2005, e poi dalla Corte d'appello di Milano, nell'ottobre 2007. Ad avviso dei magistrati di secondo grado «la responsabilità dell'imputato era provata sulla base di sue stesse ammissioni, anche se parziali, e sulla testimonianza di medici, conoscenti e certificati medici, da cui si ricava una condotta abituale di sopraffazioni, violenze e offese umilianti, lesive della integrità fisica e morale» della moglie, Roberta B., sottoposta a «continue ingiurie, minacce e percosse». In Cassazione Sandro F. ha sostenuto che non era stata ben considerata la circostanza che sua moglie «per ammissione della stessa di carattere forte, non fosse intimorita dalla condotta del marito». In sostanza secondo l'uomo i giudici avevano «scambiato per sopraffazione esercitata dall'imputato» quello che era solo «un clima di tensione fra coniugi». La Cassazione - con la sentenza 25138 - ha dato ragione all'uomo dicendo che non si può considerare come «condotta vessatoria» l'atteggiamento aggressivo non caratterizzato da «abitualità». I fatti «incriminati» in questa vicenda - prosegue la Cassazione - «appaiono risolversi in alcuni limitati episodi di ingiurie, minacce e percosse nell'arco di tre anni (per i quali la moglie ha rimesso la querela), che non rendono di per sè integrato il connotato di abitualità della condotta di sopraffazione» necessaria alla configurazione del reato di maltrattamenti. «Tanto più che - conclude la Cassazione - la condizione psicologica di Roberta B. per nulla intimorita dal comportamento del marito, era solo quella di una persona scossa, esasperata, molto carica emotivamente». In conclusione: la condanna è stata annullata «perchè il fatto non sussiste». «Ancora una volta una sentenza della Cassazione riporta al buio medioevo la condizione delle donne. È inaudito - ha detto Alessandra Mussolini del Pdl - che non costituisca reato maltrattare una donna che si dimostri forte e non intimorita. Queste sentenze hanno il solo effetto di vanificare le leggi che faticosamente il Parlamento vara per garantire il rispetto del genere femminile». Per Rosy Bindi del Pd questo 'verdetto' dimostra che «il maschilismo è duro a morire nella società come nelle aule dei tribunali e a maggior ragione dobbiamo continuare a difendere con la cultura della parità, con buone leggi e vere politiche di uguaglianza la dignità e i diritti delle donne». Secondo Barbara Saltamartini, responsabile del Pdl per le Pari Opportunità, «in un momento in cui la violenza sulle donne, soprattutto quella familiare, continua a riempire le cronache dei giornali, credo che un messaggio del genere possa risultare devastante, soprattutto per le vittime». Sconcerto è stato espresso anche dal Telefono Rosa: «è una vergogna - ha detto la presidente Gabriella Moscatelli -: ci aspettiamo da tutti i nostri parlamentari uomini, dai Ministri e dal Presidente del Consiglio una presa di posizione pubblica su una sentenza così grave».

Annamaria... a dopo

1 commento:

  1. La Cassazione ci ha abituato a sentenze strambe di vario tipo. Questa è inaccettabile anche perché "more solito" riguarda una donna. Si tratta di dignità non di forza. O no?

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