si ride, si piange
Due province montane, Bolzano e Trento, scalano la vetta della  classifica 2010 per “qualità della vita”, in base allo studio sulla  vivibilità nelle varie aree dell’Italia realizzata ogni anno dal  quotidiano “Il Sole 24 Ore” e giunta quest’anno alla 21/ma edizione.  Ultima in graduatoria è finita invece per la prima volta Napoli,  preceduta da un nutrito gruppo di province meridionali. E Bolzano ha  raggiunto il podio con un balzo di 7 posizioni rispetto al 2009, seguita  a un solo punto di distanza dall’altra provincia autonoma, quella di  Trento. 
      La prima classificata dello scorso anno, Trieste, si accontenta  di un quarto posto, dietro un’altra realtà montana, Sondrio. La “top  ten” vede prevalere il Nord Italia con sette province, due sono al  centro (Siena al 5/o posto e Bologna all’8/o), nessuna nel Mezzogiorno e  una nelle isole, con Oristano al 9/o posto. Quest’ultimo raggiunto  grazie al 1/o posto nella macro-area “ordine pubblico”, che la rende  città più sicura in Italia.
Quanto alle grandi città, perdono quasi tutte posizioni: Milano scende di due gradini al 21/o posto, mentre più forte è l’arretramento di Roma, che crolla al 35/o posto (perdendo undici posizioni). Tra le grandi aree urbane la meglio posizionata è Bologna che si trova uno spazio nella top ten, mentre province come Bari, Salerno, Catania e Palermo stanno sotto la 90esima posizione.
A decretare il successo delle due realtà montane, le buone pagelle conseguite sul fronte del reddito, del lavoro, della sicurezza e dei servizi-ambiente-salute: Bolzano ad esempio è prima per occupazione femminile; Trento per il minor indice di inflazione. Su questi medesimi settori arranca invece Napoli: inflazione alta, mattone costoso, situazione lavorativa grave, ecosistema al collasso, emergenza reati.
La ricerca si è svolta prendendo in considerazione sei “macroaree”, ossia Tenore di vita, Affari e lavoro, Ordine
pubblico, Servizi e ambiente, Popolazione e Tempo libero. Ciascuna macroarea è poi suddivisa in altri sei sottoindicatori significativi, per un totale di 36 fra settori e sottosettori.
Quanto alle grandi città, perdono quasi tutte posizioni: Milano scende di due gradini al 21/o posto, mentre più forte è l’arretramento di Roma, che crolla al 35/o posto (perdendo undici posizioni). Tra le grandi aree urbane la meglio posizionata è Bologna che si trova uno spazio nella top ten, mentre province come Bari, Salerno, Catania e Palermo stanno sotto la 90esima posizione.
A decretare il successo delle due realtà montane, le buone pagelle conseguite sul fronte del reddito, del lavoro, della sicurezza e dei servizi-ambiente-salute: Bolzano ad esempio è prima per occupazione femminile; Trento per il minor indice di inflazione. Su questi medesimi settori arranca invece Napoli: inflazione alta, mattone costoso, situazione lavorativa grave, ecosistema al collasso, emergenza reati.
La ricerca si è svolta prendendo in considerazione sei “macroaree”, ossia Tenore di vita, Affari e lavoro, Ordine
pubblico, Servizi e ambiente, Popolazione e Tempo libero. Ciascuna macroarea è poi suddivisa in altri sei sottoindicatori significativi, per un totale di 36 fra settori e sottosettori.
“L’ultimo posto di Napoli nella classifica della qualità della vita  si spiega con un altro ultimo posto della città, quello della classifica  nei trasferimenti dallo stato”. Lo ha detto il sindaco di Napoli Rosa  Russo Iervolino commentando la posizione di Napoli, che è fanalino di  coda nelle classifice stilate dal Sole 24 ore ed Italia Oggi tra le  città italiane. “Un’altra classifica di tre giorni fa – ha detto la  Iervolino – evidenziava come ogni cittadino napoletano ha contributi da  Roma molto inferiori rispetto agli abitanti delle città del Nord.  Escludendo le regioni a statuto speciale come Valle d’Aosta, Trentino e  Sicilia, che hanno contributi enormi, le regioni del Sud in generale  hanno trasferimenti molto inferiori dallo Stato centrale. Basta  paragonare, in proporzione, i dati di regioni come Lombardia e Piemonte  con quelli di regioni come la Basilicata o il Molise”. Secondo la  Iervolino, “questi dati smentiscono anche la favola secondo cui il Sud  sarebbe più assistito dallo Stato rispetto al Nord, anche se a queste  favole molti credono. Invece è il contrario, il Nord fa da catalizzatore  delle risorse nazionali e questo, chiaramente, influisce sulla qualità  della vita dei cittadini”.
 queen
Annamaria... a dopo 



 
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Ah, le statistiche. Per me occorre tenerle presenti, guardarle ma subito passare ad altro.
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