lunedì 19 aprile 2010

IL RITORNO DI ENZO..

Dopo un "pezzo" drammatico che  evoca in tutta la sua drammaticità un evento naturale catastrofico ,dove tutti siamo inermi,  rassegnandoci al dolore, ecco un'altro racconto, questa volta, "pruriginoso "e spassosissimo a cui il nostro   Enzo ci ha abituato
...questa volta il tema è un argomento vecchissimo ma ..sempre e molto  attuale.. 




IO CERCO UNA POSIZIONE E TUTTI MI DICONO … LA TROVERAI  NEL  “KAMASUTRA”

                                                                    

  Professore Mirco OCCHIOFINO   – Responsabile del Servizio di Andrologia dell’Ospedale San Gustavo di Napoli

Rosa e Dudù:  (coniugi)
Merimeri e  Enzo (coniugi)


Nella “SALA CONFERENZE” del 2^ piano dell’Ospedale i coniugi Merimeri - Enzo e Rosa - Dudù sono seduti nei rispettivi banchi.

MERIMERI:  Enzo, sono le 7.00 precise…

ENZO:                       Arriva, arriva…non essere impaziente.

MERIMERI:  Il professore la volta scorsa ci disse che la lezione di stasera sarebbe stata molto interessante e pure simpatica. Se non mi sbaglio, mi pare che disse “parleremo e ncarmà e surde…”

ENZO:                       Merimè, quando veniamo al corso, tu non devi bere a cena…anzi fai una cosa, non mettere più a tavola il vino…che poi ti viene mal di stomaco e pure le macchie in faccia.

MERIMERI:  Oh, spiritoso…io così ho sentito…allora tu che fai tanto il professore lo sai l’argomento della lezione di stasera?

ENZO:            Ci parlerà del “kama-Sutra”, sai che  cos’è? Ne hai mai sentito parlare?

MERIMERI:  No, mai sentito… che robbè…(in quel momento arriva il professore Occhiofino.

PROFESSORE: Buona sera a tutti. Signori, mettetevi comodi e ascoltate bene. Abbiamo quasi due ore di lezione…l’argomento e’ un po’ speciale, direi culturalmente interessante.

ROSA:            Io e Dudù siamo pronti, dottò.

ENZO:            Anche noi, prufessò.

IL PROFESSORE: (esordisce) Vi parlerò del Kama-Sutra. Il Kama-Sutra è uno dei tanti libri della letteratura indiana che ci parla dei rapporti di coppia: ha mille capitoli ed è stato scritto da un indiano di nome Nandi, circa 5 secoli prima della nascita di Cristo. Da principio era troppo voluminoso. Sicché un certo Mallanaga, un monaco di una setta religiosa, ne fece una sintesi.

ROSA:            Forse ho capito, Dudù. Stasera ‘o professore  ci parlerà delle posizioni: Veramente…ci voleva una lezione così.

DUDU’:          Rosa?! Hai cominciato troppo presto, che significa “ci voleva una lezione così…ti voglio ricordare che un anno e mezzo fa abbandonammo la “posizione del missionario”.

ROSA:            L’hai voluto tu solo, francamente a me…piace ancora….vabbè poi ne riparleremo…sssssst…ora ascoltiamo la lezione.

IL PROFESSORE:   Attenti, signori, che noi occidentali abbiamo un’idea sbagliata su questo libro perché lo riteniamo un mero elenco di posizioni coitali, ma in realtà esso rispecchia la concezione di come l’uomo indiano considerava la donna. Il soggetto di questo libro non è il coito, né tanto meno i vari modi di amare, ma la coppia.


MERIMERI:  Eccolo, Enzuccio, lo sapevo che ci doveva mettere la parola difficile. E’ come se lo facesse apposta…mo se n’è venuto col coito. Tesoro, cos’è stu …c o i t o? E’ uno strumento? Dimmelo sottovoce!

ENZO:                       E’ quando stiamo a letto tutti e due!

MERIMERI: Overo?, in tutti questi anni abbiamo fatto il coito?  Abbiamo fatto
l’amore. Enzo…e dimmi un po’  quando facevamo il coito non mi potevi avvisare? Così ci avrei messo anche più attenzione.

ENZO:                       MERIME’, se qualcuno ti sente…si va a giocare i numeri al lotto…
                        (Enzo ironicamente abbozza un sorriso e aggiunge)…Merimeri, nei giorni
                        pari facciamo l’amore e in quelli dispari facciamo il coito…ecco!

IL PROFESSORE:  Questo monaco Mallanaga diceva che la donna deve essere “educata”
                        perché  doveva guadagnarsi da vivere al di fuori del matrimonio. Signori, vi
ricordo che questi concetti risalgono a circa 2000 anni fa. Allora, pensate un pò, le fanciulle dovevano studiare il  Kama, cioè l’amplesso e il modo di raggiungere l’estasi, dovevano saper cantare, danzare, scrivere, dipingere, curare l’igiene della bocca, vestire, tagliare, cucire, usare la spada per difesa personale, scrivere versi, saper parlare, ed essere aggiornate sulle scoperte scientifiche. Se infatti una moglie si separava dal marito e cadeva in miseria, con tutto quel bagaglio di conoscenza poteva mantenersi.

DUDU’:          Rosa, vedi come erano le donne indiane di tanti anni fa, sapevano fare tutte                     quelle cose, mentre tu sai solo cucinare, lavare, e stirare…e niente più.

ROSA’:           Eh già, che peccato che sei nato 2000 anni fa, potevi nascere a quell’epoca             così saresti stato un indiano, cu’ muglierete e i due figli tuoi. Mi sa mi sa                       che la prossima settimana m’iscrivo a una scuola di ballo…così imparo la              danza del ventre…ti faccio “sciasciare”  così diventerai più “arzillo”.

IL PROFESSORE: Signori Rosa e Dudù, calma, per favore.

ROSA:                        Scusate, prufessò, mio marito non e’ indiano, ma di Napoli, è spesso e
                        volentieri  fa l’indiano…Dottò, mi dovete scusare…continuate…!

IL PROFESSORE (riprende): In questo libro si leggono molti consigli rivolti ai giovani;
                        Ve ne leggo alcuni: “Con  le seguenti donne è proibito avere rapporti
                        sessuali: la  pazza, la lebbrosa, quelle che ha commesso un reato,
                        l’indiscreta, la sfacciata che manifesta pubblicamente il desiderio di avere
                        rapporti, la donna molto pallida, la donna estremamente nera, la donna
che emana cattivi odori, una parente stretta, la donna che conduce vita ascetica, la moglie di un bramino, la moglie del re, e la moglie di un intimo amico.”

ROSA:                        Signora Merimeri, avete sentito?  

MERIMERI:  Sì, signora Rosa, secondo mio marito Enzo, mi manca qualche rotella…
                        dice sempre che sono una che me la piglio…dice che. se qualcuno mi dice
‘na parola storta’, io m’infiammo.  Si deve mordere la lingua quando lo dice, e sapete perché, primo perché non è vero, secondo, m’infiammo, è vero, ma per lui, per lui solo. E vostro marito Dudù, che dice?
                                                             


ROSA:                        Dice che sono “mbaccessa”,  come si dice in italiano…?

MERIMERI:  Indiscreta, poco delicata!

IL PROFESSORE: Attenti, signori, a quello che ora vi dico. Questo monaco nel Kamasutra
ci dice anche tante cose dell’anatomia genitale maschile e femminile, più precisamente delle dimensioni del pene e della vagina. Dà anche consigli in base alla dimensioni della  vagina, e cioè colei che ce l’ha piccola, viene definita  donna-cerbiatta,  donna-giumenta è colei che ce l’ha di dimensione
media-normale, e la donna che ha una vagina profonda e’ detta donna-elefante.

MERIMERI:  Donna Rosa, era meglio se non ci venivo a questa lezione, e chi lo sente  d’ora in poi, a Enzo… chissà come mi classificherà.

ROSA:            Signora Meri, vi devo dire la verità, io penso di averla normale…insomma come ha detto il dottore…io songo  na’ femmena giumenta, ma se mio marito Dudù mi dicesse che sono una donna-elefante, io me ne frego, non m’importa…nun me passa manca pa’ capa.

IL PROFESSORE (continua):        Ogni tipo di donna, o di vagina, dovrebbe trovare l’uomo
                        con l’organo maschile che fa per lei: ci sarebbe l’uomo-lepre per la donna cerbiatta, l’uomo-toro  per la donna-giumenta, e l’uomo-cavallo per la donna-elefante. In realta, queste differenze di conformazione genitale esistono, ma non ci sono studi fatti in proposito. Comunque, immaginate un po’ cosa succederebbe se un uomo-cavallo si accoppiasse con una donna-cerbiatta. Dalla vagina stretta. D’altro canto, un uomo dal pene piccolo non può soddisfare una donna dalla vagine profonda.

ROSA:            Dudu’, mi sta venendo nu male ‘e capa, con questi animali…’’o toro, a cerbiatta…’o cavallo…

DUDU’:          Ro’, non ti preoccupare…stai tranquilla io sono quasi sicuro di stare, come grandezza, tra la lepre e il cavallo…insomma …una via di mezzo.

ENZO:            Meri, tesoro mio, nemmeno tu ti devi preoccupare…io sono come Dudù, però, ti prometto che un giorno mi comporterò come lepre, e un altro giorno come cavallo.

MERIMERI: Oh, marò, qua finisce che mi dovrò fare la croce prima di andare a letto.

IL PROFESSORE (riprende): …in base al desiderio, al temperamento poi si hanno tre tipi di donne con scarso,  con  medio,  e con  intenso desiderio. Questi tre
                        tipi di donna dovrebbero congiungersi con uomini coi medesimi temperamenti. Si dice di un uomo che è di scarso desiderio, quando durante il rapporto non riesce a sopportare i caldi amplessi della donna, anzi essi gli danno molto fastidio.

ENZO:            Dottò, scusate l’interruzione, non è  che il libro  ci parla anche della durata dell’amplesso?

MERIMERI:  Enzo, gioia mia, che cosa vai a chiedere…quanto dovrebbe durare?

ENZO:            Meri, lo vorrei sapere…tu dici che “stiamo tanto”, io ci tengo a sapere se stiamo poco o stiamo tanto, ecco!

IL PROFESSORE:   Ci sto proprio arrivando, un po’ di pazienza sig. Enzo. Allora, il tempo, voi siete chiesto quanto tempo può durare un amplesso? Ebbene, nel Kamasutra  si legge che, il tempo, la durata dell’orgasmo e dell’eccitazione vengono confrontati: ci sono tre tipi di uomini e tre tipi di donna…di breve, di medio e di lungo tempo.
                        Sempre nel Kamasutra, ripeto,  di circa 2000 anni fa, si legge, come afferma questo monaco Mallanaga che i segni di godimento della donna sono i seguenti:
-       il corpo si abbandona,
-       lei chiude gli occhi.
-       mette da parte ogni ritrosia o pudore,
-       mostra desiderio di congiungersi, di unirsi fisicamente.
Mallanaga non trascura l’indole femminile e dice: “Le donne, essendo per natura di carattere dolce, vogliono un inizio e un rapporto dolce.  Questo è un consiglio che qualsiasi uomo non deve mai dimenticare.  Signori miei, la lezione e’ terminata.
Le due coppie ringraziano. Il professore saluta e va via.

ROSA:                        Signora Merimeri,  il mal di testa non mi è passato, speriamo che Dudù me
                        lo faccia passare…ma…voi avete la faccia rossa rossa…non è che avete
                        qualche linea di febbre?

ROSA:            Avete ragione, Donna Rò, io mi sento tutta accaldata…secondo me, e’ stata
                        Quando  o’ professore ha  spiegato i diversi tipi di donne…e degli animali.

MERIMERI:  Invece, a me e’ successo che all’improvviso  o’ core è cominciato a sbattere
                        quanno isso ha spiegato  “il tempo”… chissà io e mio marito ci mettiamo
                        troppo tempo! Voi, signora Rosa, per curiosità,  quanto tempo ci mettete?

ROSA:                        Non saprei, ‘e vote  ci addormentiamo subito.

MERIMERI: Overo?, Ma guarda,  a me e a Enzo capita la stessa cosa.

Finita la lezione, i quattro amici si diressero alla conquista della rituale pizza.

ENZO
                         

2 commenti:

  1. bravo come sempre enzo peccato che i personaggi nn sono gli stessi,comungue complimenti.

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  2. Sei un maestro, Enzo, ormai collaudatissimo.

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