lunedì 19 aprile 2010

IL RITORNO DI ENZO...


TSUNAMI, ONDA MALEDETTA


Ore 20: cena.
Il piccolo Davide: ”Nonno, non mangi?”
“No, non è possibile! In Asia...Polinesia.”
“Cosa in Asia, Nonno?”
“Oh Dio, un maremoto, uno Tsunami!”
“Un maremoto...Zum...!”
“Cos’è un maremoto, Nonno?”
“E’ il mare che diventa cattivo, molto cattivo.”
“Nonno, che onda grande!
Guarda come scappano!
Che confusione!
Quelle macchine rovesciate...
le persone camminano nell’acqua.”
Il Nonno, cucchiaio a mezz’aria,
bocca semiaperta,  ascoltava  lo speaker,
seguiva, occhi  sbarrati,
le immagini sconvolgenti.
“Nonno,  quella donna muove la testa di qua e di là e piange,
è inginocchiata sopra a un bambino. Forse è morto?”
“Sì, Davide, è morto!”
“Nonno,  sono  persone che galleggiano quelle laggiù vicino all’albero?”
“Sì, Davide, travolti dalle acque.”
“Non sapevano nuotare, Nonno?”
“Forse sì, ma il mare era molto arrabbiato, Davide!”
“Quell’uomo scuro sta trascinando
 un altro uomo che non si muove.
Nonno, quell’uomo nudo  abbraccia un albero,
l’acqua gli arriva al petto,  il bambino vicino a lui è disteso lì,
ma non si muove. Forse è morto?”
“Sì, Davide!”
“Quell’altro uomo, Nonno, cammina nel mare...
porta un bambino in braccio...
sta gridando,  il bambino ha le braccia penzoloni...”
“Quel bambino non può più dormire, Davide!”
“Nonno, quel signore tutto abbronzato,  ha un bambino in braccio,
e porta una cosa lunga con l’altra mano...!”
“Davide, è una piccola pala...
ha adagiato il suo piccolo bambino sotto l’albero,
  sta  scavando...una buca....
prende  il piccolo  tra le braccia,
lo stringe a sé  e lo depone teneramente
in quello angusto lettino di fango...
 con  la pala copre il corpicino con la terra, e piange.
“Nonno,  ci sono persone in quei fagotti  lunghi e bianchi...?”
“Sì, Davide,  tutti morti per colpa dell’Onda Maledetta: lo Tsunami.
Ora sono lassù,
dove vorrei essere anch’io per un attimo,
per  udire la mia Ragione urlare: “Tsunami! Onda Maledetta!
Colui che ti poteva fermare  perchè non ti ha fermato?”

ENZO



1 commento:

  1. Perché il Cielo nel quale sono andati non è un luogo riprovevole ma il più bello e luminoso, per chi ci crede.

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