Il 2012 è la data fatidica per la completa sostituzione del sistema analogico con quello digitale. La Sardegna, nell'ottobre dello scorso anno, è stata la prima regione a diventare "all digital", altre zone d'Italia stanno seguendo man mano.
Questi primi passaggi sono stati presentati con toni entusiastici. Eppure le prime esperienze hanno mostrato più ombre che luci: molte famiglie sono venute a conoscenza del passaggio al digitale solo all'ultimo momento; altre, pur avendo il decoder, hanno avuto problemi di ricezione del segnale.
Insomma, le cose non sono chiarissime. I cittadini si pongono molte domande: serve il decoder o una TV nuova? Vedrò ancora la Rai? E l'antenna vecchia? Ma casa mia è coperta? Molte le domande ancora aperte sul digitale terrestre.
Entro le date stabilite bisognerà apportare i necessari cambiamenti al proprio sistema di ricezione, altrimenti non si vedrà più nulla.
Perché passare al digitale?
Il digitale è una tendenza comune a tutti gli apparecchi elettronici: solo la televisione è ferma alla tecnologia analogica. Con la tecnologia digitale possono essere trasmessi insieme al segnale audio/video altri tipi di segnale e più tracce audio contemporaneamente, consentendo di ricevere, ad esempio, sia la versione in lingua originale di un film sia quella doppiata e sottotitoli in diverse lingue. In teoria la tecnologia digitale permette anche l'interattività, per cui attraverso un canale di ritorno (linea telefonica) l'utente potrebbe interagire con la trasmissione o effettuare transazioni. Ma tutto questo per il momento è in linea teorica.
Il digitale è una tendenza comune a tutti gli apparecchi elettronici: solo la televisione è ferma alla tecnologia analogica. Con la tecnologia digitale possono essere trasmessi insieme al segnale audio/video altri tipi di segnale e più tracce audio contemporaneamente, consentendo di ricevere, ad esempio, sia la versione in lingua originale di un film sia quella doppiata e sottotitoli in diverse lingue. In teoria la tecnologia digitale permette anche l'interattività, per cui attraverso un canale di ritorno (linea telefonica) l'utente potrebbe interagire con la trasmissione o effettuare transazioni. Ma tutto questo per il momento è in linea teorica.
Che cosa serve?
È necessario un apparecchio che sia in grado di "leggere" il segnale televisivo digitale, o un dispositivo, da collegare tra antenna e televisore, per "tradurre" il segnale digitale in analogico. Ma se avete tre televisori dovrete dotarvi di tre decoder, perché ciascun apparecchio analogico necessita di un apposito "traduttore". Da qualche tempo i televisori venduti sul mercato sono tutti con decoder integrato. Chi ha un televisore tradizionale dovrà invece dotarsi di un decoder esterno. In Italia ne esistono diversi modelli, la maggior parte dei quali è di tipo Mhp (Multimedia home platform). Questi ultimi hanno il vantaggio di consentire l'utilizzo di schede prepagate, utili per esempio per vedere le partite di calcio.
È necessario un apparecchio che sia in grado di "leggere" il segnale televisivo digitale, o un dispositivo, da collegare tra antenna e televisore, per "tradurre" il segnale digitale in analogico. Ma se avete tre televisori dovrete dotarvi di tre decoder, perché ciascun apparecchio analogico necessita di un apposito "traduttore". Da qualche tempo i televisori venduti sul mercato sono tutti con decoder integrato. Chi ha un televisore tradizionale dovrà invece dotarsi di un decoder esterno. In Italia ne esistono diversi modelli, la maggior parte dei quali è di tipo Mhp (Multimedia home platform). Questi ultimi hanno il vantaggio di consentire l'utilizzo di schede prepagate, utili per esempio per vedere le partite di calcio.
Esiste un contributo pubblico per l'acquisto del decoder?
Il contributo statale ammonta a 50 euro ed è destinato solo a chi ha almeno 65 anni di età, un reddito dichiarato non superiore a 10.000 euro e in regola con il pagamento del canone rai. Deve inoltre trovarsi un un'area in fase di switch over, cioè di transizione al digitale, durante la quale entrambi i segnali (analogico e digitale) sono in funzione (con RaiDue e Rete 4 passati suolo sul digitale).
Il contributo statale ammonta a 50 euro ed è destinato solo a chi ha almeno 65 anni di età, un reddito dichiarato non superiore a 10.000 euro e in regola con il pagamento del canone rai. Deve inoltre trovarsi un un'area in fase di switch over, cioè di transizione al digitale, durante la quale entrambi i segnali (analogico e digitale) sono in funzione (con RaiDue e Rete 4 passati suolo sul digitale).
L'antenna attuale andrà ancora bene?
Le antenne attuali in linea di massima dovrebbero essere in grado di ricevere anche il segnale digitale, almeno quelle in buono stato. In alcuni casi sarà necessario modificarne l'orientazione o richiedere un intervento tecnico per effettuare regolazioni. Una regola di massima è che se ora i canali analogici si ricevono bene, non dovrebbero esservi problemi di ricezione per quelli digitali.
Le antenne attuali in linea di massima dovrebbero essere in grado di ricevere anche il segnale digitale, almeno quelle in buono stato. In alcuni casi sarà necessario modificarne l'orientazione o richiedere un intervento tecnico per effettuare regolazioni. Una regola di massima è che se ora i canali analogici si ricevono bene, non dovrebbero esservi problemi di ricezione per quelli digitali.
L'Italia è tutta coperta?
L'area di copertura della trasmissione in digitale terrestre è ancora ridotta e diversa da zona a zona, per cui è bene accertarsi (all'indirizzo www.dgtvi.it) se il Comune è coperto dal segnale digitale e quali canali potete ricevere.
L'area di copertura della trasmissione in digitale terrestre è ancora ridotta e diversa da zona a zona, per cui è bene accertarsi (all'indirizzo www.dgtvi.it) se il Comune è coperto dal segnale digitale e quali canali potete ricevere.
Ma il consumatore ci guadagna o ci perde?
L'esperienza delle prime regioni interessate mostra più problemi che benefici. Il passaggio alla nuova tecnologia non è certo una libera scelta dei cittadini, ma una decisione politica imposta dai governi e dall'Unione europea. Il minimo che ci si possa aspettare è una corretta informazione sul tema. Ma non basta: l'imposizione del digitale pesa sul portafoglio delle famiglie. Bisogna infatti comprare un decoder (o una tv con decoder integrato) e far verificare che l'antenna sia orientata correttamente per la ricezione del nuovo segnale.
L'esperienza delle prime regioni interessate mostra più problemi che benefici. Il passaggio alla nuova tecnologia non è certo una libera scelta dei cittadini, ma una decisione politica imposta dai governi e dall'Unione europea. Il minimo che ci si possa aspettare è una corretta informazione sul tema. Ma non basta: l'imposizione del digitale pesa sul portafoglio delle famiglie. Bisogna infatti comprare un decoder (o una tv con decoder integrato) e far verificare che l'antenna sia orientata correttamente per la ricezione del nuovo segnale.
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