mercoledì 3 luglio 2013
HA STRAVINTO LA CASTA?
A Roma, in queste sere di inizio estate i ristoranti alla moda sono accerchiati da schiere di auto di grossa cilindrata, perlopiù tedesche che di blu conservano il lampeggiante, minaccioso anche spento come le insegne dei signorotti medievali. Per ore dietro i vetri scuri sonnecchiano incazzati gli autisti, in attesa di scarrozzare verso casa vassalli, valvassori e valvassini, finalmente satolli.
A questo punto il lettore si chiederà dove sia la notizia: le macchine dei potenti, statiche o sgommanti non fanno da sempre parte integrante della scenografia della città eterna, come le antiche fontane e i cassonetti maleodoranti? Appunto: la notizia è che nulla cambia e che probabilmente mai nulla cambierà. La Casta che solo quattro mesi fa sembrava soccombere, sotto la valanga delle astensioni e dei nove milioni di vaffanculo raccolti da Beppe Grillo, ha ripreso tranquillamente a fare i propri comodi. Qualche limatura a stipendi e prebende c’è stata, come annunciarono in una commovente comparsata a Ballarò i due nuovi presidenti delle Camere. Così come nei bilanci dei vari Palazzi sono state abolite alcune voci di spesa, francamente oscene. E il resto? Solo chiacchiere e prese in giro.
Le famose province sopravvivono benone a tutti i governi che dal secolo scorso ne annunciano regolarmente l’immediata abolizione: 107 enti dichiarati inutili che continuano a succhiare 12 miliardi l’anno. Per non parlare dei soldi ai partiti di cui il governo Letta aveva strombazzato la drastica riduzione: bene che vada, i 91 miliardi attuali diventeranno un’ottantina ma chissà quando (“ascolteremo i tesorieri di tutto il mondo”, è la simpatica trovata dei partiti perditempo). La crisi si sta mangiando questo paese, ma continuiamo a foraggiare i parlamentari e i manager pubblici più pagati d’Europa. Nessuno sembra più scandalizzarsi. La rinuncia del M5S a 42 milioni di finanziamento statale viene praticamente ignorata (anche per colpa loro, impegnati come sono a litigare su diarie ed espulsioni). Mentre provocano meraviglia le foto del nuovo sindaco della Capitale pedalante in bici, come se usare i mezzi di locomozione dei comuni mortali (taxi, metro o semplicemente i piedi) rappresentasse uno straordinario prodigio. Perciò, a cena in allegra compagnia, i signorotti si sentono in una botte di ferro e se qualcuno prova a scriverlo si arrabbiano pure. Ammettiamolo, hanno vinto loro. Anzi, hanno stravinto.
Beh, mai nulla cambierà un paio di ciufoli... sta cambiando tutto invece e velocemente. Nel giro di una cinquantina di anni gli italiani non esisteranno più sostituiti dagli immigrati. I vecchi politici si estinguono, grazie a madre natura... l'economia sta andando a rotoli e nel giro di pochissimo tempo non ci saranno più soldi per mantenere i parassiti e la loro corte ,insieme agli sgherri che li proteggono.Altro che non cambia nulla: è in corso una rivoluzione etnica sociale economica e quei "minchioni" non se ne sono nemmeno accorti..o si?
Annamaria... a dopo
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ANNAMARIA,
RispondiEliminaMI HAI PRECEDUTO, MANNAGGIA, CONDIVIDO INTEGRALMENTE IL PEZZO. EFFETTIVAMENTE, COME DICE RENZI, POCO SI E' FATTO E SI STA FACENDO. ANCHE LE PAROLE DI LETTA E COMPAGNI SONO, COME SI DICE A NAPOLI "CUOPPO 'E FUMMO, CIOE' CONI DI FUMO. EPPURE LA SITUAZIONE DELL'EGITTO NON INSEGNA NULLA???
PER ADESSO, NOI ITALIANI NON SIAMO ANCORA ALLA FAME, ABBIAMO SOLO APPETITO.
ENZO