martedì 19 aprile 2011

SALUTE E BENESSERE- NEWS



UNO STUDIO AMERICANO: "GLI EVENTI TRAMAUTICI POSSONO RENDERE FELICI"



Trovare beneficio da un avvenimento traumatico? Secondo un gruppo di psicologi dell’università di Buffalo, negli Stati Uniti, è possibile. Anzi è addirittura probabile. Chi subisce una violenza personale o deve affrontare gravi problemi economici o peggio una malattia improvvisa – hanno spiegato gli esperti americani seguendo fortune e sfortune di quasi 2.400 persone tra il 2001 e il 2004 – ne patisce inevitabilmente le conseguenze a livello di stress, ansia e depressione. Ma attenzione: le avversità temprano il carattere e possono aiutare ad affrontare il futuro con più forza. Addirittura – si legge nelle conclusioni della ricerca pubblicate sul mensile scientifico “Journal of Personality and Social Psychology” – dai traumi può derivare, attraverso un percorso lungo e sicuramente faticoso, maggiore felicità.
Una conclusione senz’altro opinabile, ma supportata da alcune interessanti osservazioni. Nel periodo di studio, gli psicologi americani hanno potuto verificare le reazioni delle persone al purtroppo famoso attentato terroristico alle Torri gemelle di New York. Un evento traumatico per l’intero mondo occidentale, figuriamoci per i cittadini americani. Bene, secondo quanto osservato dal team diretto dal professor Mark Seery, chi non aveva mai dovuto affrontare difficoltà importanti ha mostrato un’ansia maggiore per quanto successo l’11 settembre 2001. «Ripetuti eventi traumatici aumentano senza ombra di dubbio i livelli di stress e ansia nel breve periodo – hanno spiegato i ricercatori americani – A medio-lungo termine, però, le esperienze negative possono, naturalmente entro un certo limite, migliorare la qualità della vita». Come si dice, ciò che non uccide fortifica. Che possa addirittura rendere felice, del resto, sembra davvero troppo.


IL RUOLO DELLA VITAMINA D NELLA PREVENZIONE DEL CANCRO




La vitamina D è fondamentale per l’organismo umano. Non solo perché preserva la salute delle nostre ossa, ma soprattutto perché – essendo coinvolta in oltre 200 geni presenti nel Dna – tiene lontano molte patologie autoimmuni come il diabete, la sclerosi multipla, la demenza e persino il cancro. Secondo una ricerca effettuata da un gruppo di scienziati della Wayne State University, negli Stati Uniti, oltre un miliardo di persone non possiedono però le quantità sufficienti di vitamina D. Una carenza generalizzata dovuta alla scarsa esposizione solare e all’errata alimentazione, come si legge nelle conclusioni dello studio americano condotto in collaborazione con l’Università di Oxford e portato a termine grazie ai finanziamenti del “Medical Research Council” (Mrc), dell’Ms Society e del Wellcome Trust.
Per arrivare a tali considerazioni – recentemente riportate sulla rivista “Genome Research” – gli scienziati statunitensi hanno mappato la sequenza del Dna e del recettore della vitamina D, proteina che influisce con altre create dal codice genetico. In questo modo i ricercatori hanno individuato quasi tremila siti legati al recettore e ai geni associati alle malattie autoimmuni e a diversi tipi di tumore (leucemia e cancro del colon-retto su tutti). «Il nostro studio – hanno spiegato gli scienziati – mostra l’influenza drammatica esercitata dall’assenza di vitamina D sulla nostra salute». Conclusioni certo poco incoraggianti. Come risolvere il problema? L’ideale sarebbe poter godere di qualche ora di sole al giorno. Senza esagerare, ovviamente, visto il potenziale rischio di incorrere nel cancro alla pelle, passando dalla padella alla brace. Un’alternativa? Secondo gli scienziati americani esiste: mangiare tanto pesce azzurro.
 Annamaria... a dopo

1 commento: