domenica 7 giugno 2015

COACH DELLE ABITUDINI






Spesso ci costringiamo a fare qualcosa che reputiamo coraggioso perché gli altri lo vogliono, o la società ci convince che è quello il "coraggio". Ti ricordi quando andava di moda negli anni '90 il salto dal ponte con l'elastico? Lo avevano fatto in moltissimi e mi ricordo amici che non volevano farlo, ma poi sono stati convinti perché "tutti lo facevano". Ecco, in quel caso il vero coraggio era NON seguire la moda.
Spesso seguire la strada che veramente vogliamo è una delle forme più pure di coraggio perché 1) Siamo soli - molti ci metteranno i bastoni fra le ruote o non capiranno, 2) E' molto più dura - dobbiamo costruire noi la strada, 3) Non abbiamo modelli di comportamento - quando sbaglieremo, dovremo rialzarci ed inventarci un'altra strada.
Vuoi essere coraggioso? Segui la tua strada nonostante le difficoltà.

Allora, cosa farai di coraggioso oggi?



Annamaria



martedì 26 maggio 2015

IN GIRO ME NE V0' PER ...LA CITTA' DI POZZALLO (RAGUSA)





Pozzallo festeggia ,anche quest'anno, l'ottenimento Bandiera blu






Le spiagge di Pozzallo hanno fatto 13. E´ stato premiato ancora una volta il mare ibleo con il prestigioso vessillo della «Bandiera Blu» che la Fee (Foundation for Environmental Education) assegna ogni anno in 48 nazioni. Pietrenere e Raganzino (la mia spiaggia...)  


hanno ricevuto l´attestato di qualità, sono state premiate per la qualità delle acque del mare, che devono risultare eccellenti, ma anche per i numerosi requisiti tra cui la depurazione delle acque reflue, la gestione dei rifiuti, la regolamentazione del traffico veicolare e i servizi in spiaggia. Come riferisce il corriere di Ragusa ,l’obiettivo principale è promuovere una conduzione sostenibile del territorio, attraverso una serie di indicazioni che mettono alla base delle scelte politiche l’attenzione e la cura per l’ambiente.

Il primo cittadino di Pozzallo L. Ammatura ha affermato che : "La «Bandiera Blu» è un riconoscimento importante, perché testimonia l’attenzione della nostra città per tutto ciò che riguarda la politica ambientale. Pozzallo ha confermato, ancora una volta, di essere tra le località italiane ed europee di prestigio. Questo riconoscimento, unitamente a quello della Bandiera Verde che per la prima volta sventolerà a Pozzallo, è la dimostrazione che abbiamo fatto di tutto per veicolare il nome della città nei grandi circuiti turistici che vengono aperti dalla pubblicità della Fee, organismo internazionale di rilievo che certifica la qualità delle acque di balneazione, degli arenili, dei servizi in spiaggia e della tutela ambientale in genere. 




Come sindaco della città sono davvero felice – conclude Ammatuna - e dedico questo riconoscimento a tutti i miei concittadini. Pozzallo ha bisogno di pubblicità positiva e la conquista della «Bandiera Blu» certamente lo è". 


Santa Maria Del Focallo (Ispica)


Fra le 147 località premiate, anche Ispica con le spiagge di Santa Maria del Focallo e Ciriga, che conferma così, per il quinto anno consecutivo, questo importante riconoscimento.


CIRICA-ISPICA


Ed io , domani, me ne vò, a Pozzallo per verificare se tutto cio' è vero. Vi terrò informati. Ovviamente non dimentichero' tutte le persone che sono sbarcate con i gommoni e un mazzo di fiori per ricordare tutti quelli che , purtroppo, non ce l'hanno fatta.


A presto........................

Annamaria



lunedì 25 maggio 2015

SOCIAL E FOTO SEXI : LA REAZIONE DI UNA MAMMA DI DENVER






Dopo la mamma di Baltimora che, platealmente, ha preso a schiaffi suo figlio , colpevole di tirare sassi contro la polizia, ecco ora che è la volta di un'altra mamma, di Denver , Val Starks,  "con le palle" che sgrida  pubblicamente, la figlia tredicenne. Mamme come queste hanno la mia stima.




- I fatti 
Pensate di tornare dal lavoro, accedere al vostro profilo Facebook e scoprire, magari tramite un messaggio di qualche amico, che vostra figlia di tredici anni, sulla sua pagina, posta foto di sé in reggiseno, dice di avere un'età diversa dalla sua e riceve messaggi un po' forti da ragazzi molto più grandi di lei.

Dopo il fumo dalle orecchie, la rabbia e la delusione, cosa fareste? Come affrontereste la questione con l'appena adolescente che non vede l'ora di essere donna? Val Starks, la  mamma di Denver, ha avuto un'idea. Ha girato un video dove rimprovera per cinque lunghissimi minuti la figlia e lo ha postato su Facebook. 
E' il «rimprovero» più visto della storia, visto che ha totalizzato 11 milioni di visualizzazioni in meno di una settimana.

Nel video racconta che la figlia non è quella ragazza che si mostra in foto, che ammicca mezza nuda a sconosciuti del web, e dice: «In verità, questa è una ragzzina di 13 anni che guarda ancora Disney Channel, che ha l'orario di messa a letto, va a dormire alle dieci, che non si sa ancora pulire il culo da sola». 

Mentre la madre dà in escandescenza, la figlia, in lacrime, è costretta a ripetere ad alta voce tutto.

La vergogna provata dalla 13enne è enorme. Negli Stati Uniti, questa vicenda ha (ri)aperto il dibattito su come i giovanissimi utilizzino i social network. E, ancora più importante, su come i genitori debbano seguirli nella loro vita online.   

I metodi usati da mamma Val sono stati molto apprezzati da alcuni e altrettanto criticati da altri convinti che bastasse cancellare il profilo Facebook della figlia e non permetterle più di iscriversi. 

La donna, dopo il successo del video, sempre su Facebook, ha scritto: «Ci vuole davvero un villaggio per crescere un bambino. Ho fatto tutto questo per mettere la pulce nell'orecchio di un padre o di una madre su quello che il loro figlio sta facendo, ti ringrazio Dio perché hai usato una peccatrice come me per dare consapevolezza al mondo sulle conseguenze pericolose dei social».

La mamma conclude dicendo che per punizione la ragazzina trascorrerà tutta l'estate a casa a pensare a quello che ha fatto: "Finché lei è sotto il mio tetto farà quello che dico io" ha spiegato la risoluta mamma che è stata sì elogiata da molti, ma anche accusata per i metodi giudicati troppo eccessivi...

Annamaria


giovedì 21 maggio 2015

GIOVANNI FALCONE, RICORDARE PER RIPARTIRE






Il 23 maggio ricorre il 23esimo anniversario della strage di Capaci. 57 giorni dopo la Sicilia e l’Italia intera si macchieranno di sangue con la strage di via D’Amelio. In questi due, tragici, episodi della storia italiana persero la vita i magistrati Giovanni Falcone e  Paolo Borsellino, punte di diamante della lotta contro la mafia.


E ’difficile trattare di questi personaggi senza cadere nel banale, senza incappare in quelle frasi di circostanza che sono sempre in primo piano nelle commemorazioni. Ricordare vuol dire proseguire la strada che avevano inaugurato. Le celebrazioni vacue, che lasciano l’amaro in bocca per qualche momento e non sono in grado di cambiare il nostro sguardo nei confronti della vita, son inutili.  Stravolgere il nostro modo di approcciarci alla vita, questo solo può essere l’obiettivo di Ricordare. Falcone e Borsellino non furono solamente esempi di umanità non corrotta e di lotta all’illegalità, ma sono stati l’emblema del coraggio, dell’abnegazione, dell’amore per una comunità. “Ci sono stati uomini che hanno continuato nonostante intorno fosse tutto bruciato, perché in fondo questa vita non ha significato se hai paura di una bomba o di un fucile puntato”. 

Questa frase è stata tratta dalla canzone, risalente a qualche anno fa, di Fabrizio Moro; il cantante ha qui saputo cogliere realmente la natura e il messaggio di queste due icone. Curiosamente è omonimo per cognome a Tommaso Moro scrittore e politico inglese dapprima collaboratore di Enrico VIII, poi caduto in disgrazia di fronte al sovrano perché colpevole di essere cattolico. Costui scrisse un’opera chiamata Utopia. Perché dovrebbe essere pertinente? Perché Falcone e Borsellino ci hanno insegnato che ciò che noi chiamiamo utopia, è possibile. Anzi, hanno insegnato, che ciò noi definiamo Utopia, è ciò che non abbiamo il coraggio di compiere. La mancanza di coraggio o l’assuefazione alla disfatta ci rende inabili. Non volevano essere chiamati eroi. Perché l’eroe è qualcuno al di là della realtà, qualcuno che diviene un vessillo. Troppo spesso trasformando le persone in icone dimentichiamo chi erano. Avevano paura. Erano coscienti di andare in contro a una triste sorte. Eppure hanno proseguito per la loro strada. Avevano la coscienza di essere piccoli, come tutti gli uomini, ma proprio per questo sapevano di avere la capacità e la possibilità di essere parte di un qualcosa di grande. La stessa cieca fiducia e coscienza che può avere avuto un partigiano nella lotta impari e cruenta contro il terribile invasore. La strada non è detonata a Capaci, ma quando dopo la morte di Borsellino, si disse che non vi era più speranza. Quella è stata la più grande sconfitta del popolo italiano in tempi recenti. E’ come se settant’anni fa ci si fosse arresi all’oppressione nazista. Se si fosse sempre fatto così dalla morte di Pio La Torre o  del  generale Carlo Alberto Dalla Chiesa oppure, ancora prima,  dall’assassinio di Peppino Impastato , Falcone e Borsellino sarebbero restati nell’ombra e soprattutto  non sarebbero morti. Ma hanno deciso di dare la vita per noi. E non si possono sopportare tutti coloro che, soprattutto in questi giorni si dilettano nel pronunciare frasi come “Non dimentichiamo”, “Gli uomini passano, le idee restano” in televisione, sui giornali, sui social network. E’ tutto così vacuo.
Le stragi di mafia sono efferate, cruente, inumane, ma sono il segno che la lotta prosegue. Quando la mafia è ancora in piedi, ma le stragi non ci sono più, vuol dire che lo spirito è morto . E non è colpa della mafia, è colpa nostra.

 Alessandro Sicignano



Se Falcone  sapesse come vanno le cose adesso...che tristezza.
Hanno depenalizzato il reato per il voto di scambio politico-mafioso.
Falcone e Borsellino hanno dato la vita per uno Stato amministrato da amici del nemico e politici  liberi di acquistare voti dalle associazioni mafiose, senza rischiare il  carcere. 

Annamaria





mercoledì 20 maggio 2015

NO PRESERVATIVO? NO VAGINA






Una studentessa è stata sospesa due anni per delle risposte (forti ma efficaci) a un test di educazione sessuale.E la verifica ,postata sul web dal  fratello della ragazza, diventa virale




Due anni fa ,spiega il ragazzo, mia sorella è stata sospesa a causa delle sue risposte a questo test di educazione sessuale. Sono molto fiero di lei». Poi si vede una foto della verifica, postato sul social network Imgur.



Il compito consisteva nel rispondere ad alcune frasi che un ragazzo avrebbe potuto dire per evitare di usare il preservativo durante un rapporto sessuale. La sorella minore, ai tempi 14enne, ha usato risposte molto forti (e molto efficaci) che hanno trovato l’appoggio del web.






Queste risposte non sono piaciute ai suoi insegnanti che l’hanno allontanata dalla scuola per due anni. Punizione esagerata, linguaggio forte  , certo, ma i concetti erano perfetti. Un esempio: «Scusa, mi sono dimenticato il preservativo a casa». Risposta: «Scusa, mi sono dimenticata la mia vagina a casa».

Fonte VanityFair

Annamaria






martedì 19 maggio 2015

Aspettando l'Open day 2015 - Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini





Da nord a sud le prime domande delle famiglie: riflettori su costi alti e lentezza burocratica. “Perché è così difficile fare un’adozione internazionale?”“Perché costa così caro fare un’adozione internazionale?”, “Perché gli enti autorizzati non si mettono insieme per diminuire i costi di un’adozione?”, “Perché non vengono aperti nuovi Paesi per adottare?”, “Qual è il Paese in cui la permanenza all’estero è più breve?” e “L’abbinamento con un bambino viene deciso dall’ente autorizzato o dalle autorità straniere?”

Queste sono alcune delle domande inviate da coppie e famiglie accoglienti o che hanno deciso di adottare, all’indirizzo email adozioni@aibi.it o tramite il form (sul sito di Ai.Bi.): quesiti a cui operatori, professionisti ed esperti delle adozioni internazionali, risponderanno nel corso dell’Open Day Adozioni internazionali, organizzato da Amici dei Bambini e che si svolgerà in tutte le sedi italiane sabato 23 e domenica 24 maggio.




Non a caso il tema dell’Open day, il tradizionale appuntamento di Ai.Bi. e che si rinnova per il quarto anno consecutivo, è “A tu x tu con l’adozione internazionale”. Da Nord a Sud le famiglie adottive, in attesa di diventarlo o anche semplicemente interessate alle adozioni internazionali e al dono dell’accoglienza, potranno così partecipare a un importante momento di formazione, informazione e sensibilizzazione che quest’anno sarà incentrato sul confronto e dibattito tra i vari “attori” presenti: enti, associazioni, politici, famiglie adottive e ragazzi adottati.
L’incontro si svilupperà in due macro momenti.

Nella prima parte saranno illustrati i numeri del crollo delle adozioni internazionali con l’intervento su “Cosa ci dicono i dati”; la crisi e i numeri saranno ‘contrastati’ dalle emozioni dei racconti di chi ha vissuto in prima persona e sulla propria pelle la bellezza dell’accoglienza. A prendere la parola saranno le famiglie adottive e i figli adottati che racconteranno la propria esperienza di “#iosonoundono”. Ma le adozioni non sono soltanto un fatto individuale, ecco perché verrà dato spazio anche a quelle di gruppo: l’esperienza della Cina. Sarà raccontata la meravigliosa ‘avventura’ del megagruppo di 12 famiglie che lo scorso 10 aprile è partito alla volta di Xi’An: un viaggio ricco di emozioni dal quale le coppie sono tornate con i loro bambini cinesi. A raccontare tutti i momenti più intensi sarà Marta Tettamanti, desk Asia, che ha accompagnato per 20 giorni queste nuove famiglie in giro per Xi’An e Pechino fino al loro ritorno in Italia.

La seconda parte dell’incontro sarà incentrato su “L’adozione in diretta” con il “Botta e risposta” tra le famiglie adottive e rappresentanti di Servizi territoriali, Enti autorizzati, Tribunali per i minorenni e Politici regionali.
Riflessioni e interrogativi che diventano così centrali: saranno, infatti, proprio le famiglie le grandi protagoniste che potranno rivolgere le proprie domande agli enti, associazioni e politici presenti.
Come queste: “Perché ci sono così tante differenze di costi, in Italia, da ente a ente?”; “ Perché alcuni tribunali rilasciano dei decreti vincolati ad una certa età ed altri no?”; “Un ente autorizzato può rifiutare di prendere un mandato?”; “Qual è il Paese in cui la permanenza all’estero è più breve?”; o ancora entrano nello specifico, nel difficile mondo delle leggi e della burocrazia: “La Legge 184 del 1983 prevede che entro 6 mesi e 15 giorni i tribunali per i minorenni e i servizi dovrebbero rispondere alle coppie che fanno domanda, rilasciando o meno l’idoneità: perché i tempi non vengono rispettati?”.

Chi invece voglia solo ‘respirare’ aria di accoglienza, può recarsi nella sede regionale Ai.Bi. più vicina. Tante le testimonianze di famiglie che si alterneranno per raccontare come hanno superato il trauma della sterilità accogliendo un bambino nato altrove. E di come abbiano scoperto in quel gesto- il più grande atto di giustizia che un uomo e una donna possano compiere- il dono meraviglioso che ciascun figlio rappresenta. Questo il senso della campagna #iosonoundono. Adottare non è solo dare risposta al proprio bisogno di amare, adottare significa anche ricevere il dono che suggella la propria storia di persone e di coppia.

La conclusione sarà con uno sguardo al domani: “L’adozione internazionale in cerca di futuro”. Perché l’accoglienza di un bambino abbandonato è sempre più una necessità in un mondo che attualmente conta 168 milioni di minori che crescono senza famiglia, di cui più di 15 milioni sono orfani di entrambi i genitori a causa dell’Aids. Solo in Italia sono 30mila i bambini fuori famiglia.

Quindi, forza e coraggio: mancano pochi giorni al 23 e 24 maggio.
Continuate a mandare le vostre domande riguardanti il pianeta dell’ adozione anche in forma anonima, compilando il form: a tutte le domande pervenute verrà data risposta in occasione dell’Open Day di Amici dei Bambini, o all’indirizzo mail: adozioni@aibi.it.

by  Alessia De Rubeis 

sabato 16 maggio 2015

TROVA QUELLO GIUSTO : STRASINGLE A MILANO







Domenica 17 maggio torna la Strasingle 




Non solo Expo a Milano. Domenica 17 maggio torna la Strasingle.L' ottava edizione della marcia dei single , 5 Km a ritmo libero per le strade della città. Sport, divertimento e party finale.

E' all' ottavo anno , il più grande evento per i single d’Italia, tra sport, musica, show e divertimento. Otto anni in costante crescita per un evento di costume e socialità, dove i partecipanti sprigionano  tutto il loro carico di energia e ironia. E saranno di nuovo in migliaia il prossimo 17 maggio i single di tutte le età che torneranno per le strade di Milano in cerca “dell’anima gemella”. O meglio in cerca di “quello giusto” secondo il claim di quest’anno.
Appuntamento alle 8 del mattino in piazza Castello attorno al palco dal quale si esibiranno artisti e performers, alternandosi ai personal trainers che guideranno il risveglio muscolare pre-gara. Il tutto ritmato dal dj set a cura di Disco Radio, media partner ufficiale e condotto da Fabio Marelli. 

Anche quest’anno Meetic è main partner della Strasingle, organizzatata da Italia Runners: tutti i runners saranno dotati di maglia con lo spazio per scrivere il proprio numero di cellulare o il nickname della community. Spazio alla comicità, con show di cabarettisti ospiti. Al termine della corsa tutti riceveranno una medaglia, verranno premiati i primi classificati di diverse categorie e i più fortunati si aggiudicheranno i premi messi in palio dall’organizzazione e dagli sponsor. I partecipanti potranno ritrovarsi poi in abito da sera al Sio Cafe Milano per lo Strasingle Party, grande festa aperta a tutti.




Il costo dell’iscrizione è 10 euro e comprende Bag con t-shirt ufficiale, pettorale, gadget e l’invito al party serale che si svolgerà al Sio Cafe'. Ci si può iscrivere online, nei diversi punti ufficiali d’iscrizione, o il giorno stesso della gara.



Ecco il programma

Ore  9.00 musica con Fabio Marelli e i Dj di Disco Radio 

Ore  9.45 risveglio muscolare

Ore 10.00 partenza marcia

Ore 11.00 defaticamento e premiazioni

Ore 12.00 chiusura evento

Ore 20.00 StraSingle Party

Buona...corsa a tutti!

 Annamaria




venerdì 15 maggio 2015

L'AFFARE IMMIGRAZIONE A POZZALLO : GUADAGNI DA CAPOGIRO SULLA PELLE DEI PROFUGHI




Da 80 euro a 27,99. Sono questi i numeri che, passando per la cifra intermedia di 35 euro, hanno caratterizzato l’arricchimento con la vera “industria” che non conosce crisi nel nostro Paese: l’immigrazione.

Il regime nel quale si continua ad operare, cioè quello della emergenza “Strutturale”, rappresenta una vera e propria fabbrica di soldi, con servizi assolutamente scadenti e furbetti che speculano sulla disperazione.

Siamo a Pozzallo, la porta dell’Europa sul Mediterraneo (considerata l’indisponibilità ad accogliere di Malta e Lampedusa “fuori uso”) e quello che si presenta nel Centro di Prima Accoglienza è un vero e proprio business. 

Fino all’inizio dello scorso mese di settembre ogni persona che cercava una nuova vita lontano da guerre, fame, disperazione e morte, faceva guadagnare a chi la “gestiva” la “modica” cifra di 80 euro.

Inspiegabilmente si passò, dopo alcune polemiche nel mese di settembre, da 80 euro a 35.

Quindi delle due l’una: le 80 euro iniziali erano una esagerazione? E chi ha consentito una situazione del genere? Oppure le 35 euro successive sono una “miseria” e non consentono i servizi pattuiti nelle convenzioni.

E proprio sui servizi a breve torneremo.

La cosa assurda è che, in occasione dell’ultimo affidamento provvisorio, il ribasso è arrivato sino a 27,99 euro.

Ricapitolando, da 80 euro a 27,99. Tutto, va detto, per circa 27mila persone giunte a Pozzallo nel 2014 (quasi 20mila, conti alla mano, nel periodo delle 80 euro! Quindi, 20mila per 80? Oltre un milione e mezzo di euro…)




SERVIZI

Passiamo ai servizi e – va precisato – non ci riferiamo alla ultima gestione ma ad un “andazzo” diffuso nell’ultimo periodo (almeno da prima dell’estate). Questo è, probabilmente, il capitolo forse più spinoso e vergognoso.

Una “mangiatoia” senza fine. 

Le convenzioni che si sono susseguite prevedono un vero e proprio kit che va consegnato al momento dello sbarco. Non sempre, però, ciò che viene “promesso”, sarà poi effettivamente “consegnato”.

Facciamo qualche esempio:

2 le tute previste (solitamente consegnata solo una); 3 paia di slip (solitamente consegnato solo uno); 3 asciugamani (solitamente consegnato solo uno); 2 magliette (solitamente consegnata solo una); un paio di scarpe ed uno di ciabatte (solitamente solo uno dei due). Così per continuare, perfino sapone e shampoo venivano consegnati alternandoli, mentre andavano consegnati entrambi.

A conferma di ciò mostriamo le foto ricevute di due donne scalze e la loro testimonianza. Secondo quanto hanno dichiarato le due profughe, si vive anche senza acqua calda, tutto riferito davanti a testimoni: “Ci facciamo la doccia con l’acqua fredda – raccontano le due giovani – ma ci rimettiamo gli stessi indumenti sporchi. No mutande, no calze, niente canotterie. Qualcuno ci ha detto che dobbiamo chiederle. Le abbiamo chieste ma nessuno si occupa di noi”.


Per poi arrivare alle 2 lenzuola, 1 federa (tutto monouso, da consegnare ogni tre giorni di permanenza), due coperte. Proprio su questo ultimo aspetto, le foto mostrate qualche giorno fa dal Corriere di ragusa.it, nonostante le smentite, sono vere, seppur non riferite solo (va sottolineato) alla ultima gestione.


ASSISTENZA MEDICA

Medici, altra lacuna. Il Comune di Pozzallo e la Prefettura di Ragusa volevano, come da convenzione, personale Asp di Ragusa.

La ditta non riesce a garantire questi servizi.

Sono sempre le due giovani donne che dichiarano: “Nessun dottore, una mia amica ha la tosse dal giorno in cui siamo arrivati e oggi è il 5 gennaio, una settimana senza cure”. 

PULIZIA LOCALI

Altro problema non indifferente sarebbe la pulizia dei locali, non riferita a quella quotidiana, bensì alla disinfestazione che – secondo le nostre fonti – sarebbe stata effettuata molto raramente negli ultimi due anni e, quando realizzata, sarebbe stata eseguita da personale non idoneo.

Non solo, spesso (nei mesi scorsi) è accaduto che – a causa delle eccessive presenze – i profughi (sia a Pozzallo che nel Centro di Comiso) siano costretti a dormire fuori, sempre su materassi di fortuna, accanto alla spazzatura e senza dignità o ritegno alcuno da parte di chi dovrebbe evitare questo scempio.


Anche il controllo sui minori,  non sembra idoneo. Un ragazzo che sale sul tetto (accade nel centro di Comiso) e, come passatempo, si diletta a buttare giù le tegole, rappresenta un pericolo per sé e per gli altri ospiti. Chi deve vigilare? Che non si dia la responsabilità alle forze di Polizia, già abbastanza oberate!



ATTUALE GESTIONE DEL CENTRO

“La convenzione – è scritto in una nota ufficiale del Comune di Pozzallo – è stata prorogata fino al 31 gennaio 2015, in attesa della autorizzazione del Ministero degli Interni che permetta di stipulare una convenzione triennale”.

Però un altro fatto inquietante caratterizza la gestione. 

Alcuni dirigenti della ditta che hanno in gestione il centro sono stati (in passato) rinviati a giudizio, proprio per la gestione di un Centro di Accoglienza per Immigrati. 

I fatti contestati abbracciano il periodo trascorso tra il 2008 ed il 2011 e riguardano il Cie ed al Cara di Gradisca d’Isonzo

L’accusa sarebbe di associazione a delinquere finalizzata alla truffa allo Stato ed inadempienze a pubbliche forniture. 

Una truffa che, secondo la Procura friulana, sarebbe avvenuta gonfiando i numeri delle presenze degli ospiti all’interno dei centri immigrati. 

Di contro, i legali che difendono chi ha in gestione il centro hanno dichiarato di avere fornito, la scorsa primavera, una corretta documentazione contabile fornita al Ministero degli Interni.

Insomma un affare con cifre assurde, da far impallidire in tempi di crisi e che richiede assolutamente chiarezza. Da tutte le parti in causa. 

Articolo di  Paolo Borrometi di  Ragusa del 6-gennaio-2015
Collaboratore  con l'Agenzia Giornalistica "AGI" ed altre testate giornalistiche".


Questo video è stato girato il 24 aprile scorso ,nel centro di prima accoglienza di Pozzallo







Per la maggior parte sono siriani e palestinesi i 113 migranti che sono chiusi nel centro . si rifiutano di farsi identificare perché vogliono proseguire il loro viaggio. Nelle ultime ore la polizia starebbe usando anche metodi violenti. L'attivista Nawal Soufi è riuscita ad entrare e raccogliere le urla di donne e bambini. Leggi l'articolo su MeridioNews.it


Annamaria

giovedì 14 maggio 2015

COACH DELLE ABITUDINI




Ti è capitato di convincere te stesso, e gli altri, che stai procedendo per la strada giusta, anche se la realtà ti sta lanciando segnali sempre più chiari che in realtà hai commesso un errore? Una relazione tossica, un lavoro che non ti appaga, una situazione di vita che non ti piace e che invece difendi. 
Spesso questo succede perché non vogliamo dirci una verità che, secondo noi, ci renderebbe "falliti" agli occhi nostri e del mondo, oppure perché abbiamo paura delle conseguenze: "se lascio quella persona, rimarrò solo per sempre."
Ti senti in questa situazione?
1) Ammetti che hai sbagliato strada. Non c'è niente di male, sei umano. Guarda quante altre strade puoi prendere, per sapere che non succederà niente di male se la abbandonerai.
2) Guarda cosa vuoi veramente. In questo modo saprai quale direzione prendere.
3) Chiediti, prima di partire, se è quello che vuoi VERAMENTE. Poi parti.



Annamaria

mercoledì 13 maggio 2015

ALLARME PROSTITUZIONE MINORILE




Ad appena un anno di distanza dalle drammatiche vicende delle baby squillo ai Parioli, quartiere bene di Roma, l'inquietante fotografia della prostituzione minorile viene dal procuratore aggiunto Maria Monteleone, che sulle pagine di "la Stampa" evidenzia come "la prostituzione minorile negli ultimi due anni sia aumentata del 516% e  per il 50% si tratta di maschietti. Molti di 16 e 17 anni, ma anche 13 e 14".Il fenomeno riguarda principalmente giovani o giovanissime di nazionalità rumena e nigeriana, ma si segnala anche la presenza (diversificata a seconda dei territori) di ungheresi, bulgare, albanesi, cinesi, sudamericane ma anche italiani. 

I procedimenti penali legati a questo sono passati "da 31 casi nel 2012 a 191 nel 2014, un aumento che mette i brividi e che registra un'impennata della prostituzione maschile. Inquietante lo spaccato delle motivazioni che spingono i ragazzi alla prostituzione. C'è chi lo fa per acquistare l'ultimo modello di smartphone o di vestito griffato, ma c'è anche chi lo fa per aiutare la famiglia a tirare avanti.




Don Fortunato Di Noto è un parroco siciliano da anni impegnato, con l'associazione Meter, nella lotta contro pedofilia e sfruttamento sessuale dei minori attraverso la Rete.

"Attraverso i contatti online - dice alla Stampa - si è registrata un'impennata della "vendita" di ragazzini. Mentre fino a 10 anni fa questo orribile mercato era dominato dalle ragazzine". I ragazzini si offrono online, "i più espliciti cercano clienti o rispondono alle loro proposte sui social network, altri invece offrono book fotografici pornografici. Trenta scatti costano 300 euro". Spesso, spiega Don Fortunato , "i ragazzi iniziano a chattare sui siti più consueti e vendono ai clienti semplici autoscatti. Il sexting è sempre più diffuso e il denaro viene versato su una scheda prepagata o in una carta di credito intestata a un maggiorenne complice. A vendersi online sono prevalentemente ragazzi senza grossi problemi economici in famiglia. Quelli più poveri, ancor più se extracomunitari, si prostituiscono sui marciapiedi.

Lo chiameremo Mattia, ma è un nome di fantasia usato da "la Stampa" per poter raccontare nell'anonimato la sua storia. Una storia di prostituzione per un ragazzo di 16 anni e mezzo, una testimonianza che accentua l'allarme sulla diffusione della prostituzione fra i minori, aumentata di 5 volte in 2 anni.




"Mi sono venduto per pagarmi i jeans firmati e una vacanza all'Argentario" racconta il ragazzo, romano, seconda liceo da ripetente, jeans chiari, felpa con cappuccio e mani sempre in tasca. "Ho iniziato a uscire dal giro più o meno quando è scoppiato lo scandalo delle baby squillo ai Parioli. Mi faceva strano che tutti parlassero di quelle due lì come di un fatto straordinario, quando tutti, maschi e femmine, si prostituiscono per arrotondare". Poi precisa: "Beh, non proprio tutti, ovvio. Però ce n'è molti di più di quanto la gente immagini". Mattia andava con gli uomini "solo per i soldi. A loro piaceva, a me per niente. Anzi mi faceva schifo". Voleva arrotondare, "i miei lavorano e sono pure figlio unico, ma non è che stiamo a sciala'..." dice in dialetto romano, per dire che voleva "un po' più di indipendenza. Volevo soldi miei, per i jeans, ma anche perché i miei amici organizzavano per andare all'Argentario e io non mi potevo pagare il weekend lungo". Tutto è cominciato "con una chat, ma da cosa nasce cosa. All'inizio solo foto e cose con Skype, poi incontri veri. Non l'ho fatto tante volte, è durato poco, in tutto un mese. Ho racimolato quasi 400 euro". Poi però "stavo troppo male" aggiunge Mattia, "un amico mio mi ha fatto aiutare da un prete".








Per quanto possa essere utile e proprio per tutelare i più piccoli in rete è  nato iGloss@ 1.0, un abbecedario composto da 55 voci consultabile sul sito del ministero della Giustizia e realizzato dall'Ufficio Studi, Ricerche e Attività Internazionali del Dipartimento Giustizia Minorile e dall'IFOS Master in Criminologia clinica e Psicologia Giuridica, rivolto non solo agli operatori dei servizi sociali, sanitari e giudiziari ma anche ai giovani e ai loro genitori. L'obiettivo primario di questo speciale dizionario è molto semplice: tutelare i minori che, approcciando al web, possono essere più o meno inconsapevolemente "vittime" o "autori di reato". L'iniziativa ha il patrocinio di Google Italia, Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia e dell'Ordine degli assistenti sociali.



Il lavoro che ha portato alla realizzazione di iGloss@ 1.0 ( curato da Isabella Mastropasqua, Valeria Cadau e Luca Pisano) si avvale della collaborazione di numerosi esperti nazionali e internazionali e del sostegno scientifico del WiredSafety Inc., l'organizzazione americana fondata dall'avvocato Parry Aftab che è una tra le più importanti autorità al mondo nel settore della sicurezza digitale.

Annamaria


martedì 12 maggio 2015

UNA RICETTA AL VOLO



Dolce e salato : due ricettine veloci e poco caloriche 





Dolce con ricotta e cannella

Ingredienti per 8 persone:
2 vaschette di ricotta fresca da 250 grammi (totale mezzo chilo), 1 rotolo di pasta sfoglia fresca pronta, 1 pera, 1 mela, 2 cucchiai di mandorle sgusciate, cannella in polvere, 1 etto di zucchero semolato, 1 cucchiaio di pan grattato, 4 biscotti secchi, 1 cucchiaino di zucchero a velo. 

Preparazione:
Versare in una ciotola la ricotta e lo zucchero e mescolarli con cura.
Aggiungere la mela e la pera sbucciate e tagliate a dadini, le mandorle tritate, una presa di cannella e i biscotti secchi sbriciolati.
Stendere il rotolo di pasta sfoglia dentro una teglia da 26 centimetri di diametro, foderata con un foglio di carta da forno.
Distribuire il pan grattato prima di versare il composto di ricotta e frutta.
Livellare la superficie e mettere il dolce nel forno già caldo, a 180 gradi, per circa 40 minuti.
Sfornare e lasciare raffreddare.
Trasferire il dolce in un piatto e cospargere la superficie con lo zucchero a velo. 


Proverbio (popolare) del giorno - 

Anche i fanciulli ben nati debbono essere educati. 






Ingredienti per 4 persone:
3 mozzarelle grandi (3 etti), 3 pomodori maturi da insalata, 2 cetrioli, 10 foglie di basilico fresche, 1 cucchiaio di capperi, 6 cucchiai di olio, sale, origano. 


Preparazione:
Sgocciolare la mozzarella e affettarla. Affettare i pomodori e tagliare a rondelle i cetrioli.
Disporre i pomodori e i cetrioli, alternandoli alla mozzarella, in un piatto da portata. Decorare con i capperi e le foglie di basilico.
Condire con un pizzico di sale, una presa di origano e irrorare con l’olio.

Portare in tavola l’antipasto caprese, oppure riporre in frigo fino al momento di servire.

Annamaria

domenica 10 maggio 2015

FESTA DELLA MAMMA 2015



Che mondo sarebbe se Siri , fosse vostra madre?Stando a questo video pubblicato da Daily Dot, non sarebbe soddisfacente. Soprattutto se la madre  ha il disastroso livello di comprensione dell’assistente virtuale di Cupertino.



SUSAN BENNET
SUSAN BENNET

Siri, la voce dell’assistente personale , ha (finalmente) un volto , si chiama Susan Bennett ed è diventata una celebrità. E allora, qualcuno ha immaginato cosa accadrebbe in una una conversazione con la figlia, con la stessa ottusità di Siri. Il risultato è divertente:

Figlia: “Ciao mamma, hai un minuto?”
Siri: “Buon pomeriggio Marisa, sono qui per assisterti nel miglior modo possibile.”
F: “Ho conosciuto questo ragazzo, e le cose vanno molto bene. Solo che gli ho mandato un messaggio l’altra sera ma non mi ha più risposto. Gli dovrei scrivere di nuovo?”
S: “Vuoi che gli scriva io per te?”
F: “No! Sarebbe troppo strano. Mi aveva accennato ad un concerto venerdì scorso, ma non mi ha proprio invitata ancora… pensi che dovrei prendere altri appuntamenti?”
S: “Fammi controllare il tuo calendario. A mezzogiorno di venerdì hai un appuntamento col ginecologo”
....E così via, in un crescendo di incomprensioni che gli utenti iPhone conoscono bene


F: “Ho solo una gran brutta giornata, e tu non mi stai aiutando per niente.”
S: “Non capisco cosa intendi con ‘Ho solo una gran brutta giornata.’ Vorresti che cercassi sul Web?”
F: “Cercare sul Web? Cosa?”
S: “Ho trovato 9.544.110.700 risultati per ‘Cosa'”
F: “Cosa?”
S: “Non c’è niente da ripetere”
Alla fine, però, mamma Siri torna utile...


F: Il lavoro è un incubo ultimamente, continuo a imbattermi in sociopatici e devo ancora fare le valige per la festa di addio al celibato di Callie a Montreal. E mi ha dato le indicazioni in kilometri, per cui non ho idea di quanto ci metterò ad arrivare.”
S: “Montreal, Canada, dista 207 miglia, il che significa che impiegherai circa 6 ore e 20 minuti in macchina.”
F: “Wow, grazie mamma. Ok, ora scappo. Un bacio.”
S: “Che bello.”


Questo è un modo simpatico  per ricordarci che domenica ,10 maggio, dobbiamo fare gli auguri alla mamma, quella vera.  Magari molte mamme, come la mia, nemmeno sanno dove si trova  Montreal, ma hanno tantissimi altri pregi.

Annamaria