mercoledì 27 agosto 2014
USA: CANE TORTURATO, SENTENZA STORICA
Gli animali domestici sono spesso le vittime indifese della violenza degli uomini. Dagli USA una storia che fa gelare il sangue. Un cane di nome Doe era stato trovato agonizzante in una strada di Quincy, negli Stati Uniti.
Era rimasto sconvolto anche il veterinario, scrive Il Messaggero. Solo un folle poteva aver infierito così su quell'animale, che presentava ferite profonde, lividi, tagli, ustioni e tante ossa rotte. Il dottore non ha potuto fare altro che addormentare per sempre il povero cane.
Pochi giorni fa Radoslaw Czerkawsky, il torturatore, è stato condannato a 55 anni di carcere: cinque anni per ciascuno dei 11 capi accusa. Una sentenza storica. Czerkawsky si era dichiarato non colpevole. Gli è stato ritirato il passaporto, la cauzione è stata fissata a un milione di dollari. I media statunitensi per una volta hanno seguito con attenzione la vicenda, in settantamila avevano firmato una petizione per chiedere l'arresto dell'uomo prima del processo.
La polizia, proprio sulla spinta dell'attenzione e dell'interesse intorno a questo fatto di cronaca, ha indagato come se fosse sulle tracce di un serial killer, scovando tracce di peli e di sangue nella casa del sospettato.
Con la galera tocca pure mantenerlo a questa BESTIA. Meriterebbe la tortura come quella che lui ha inflitto alla povera bestiola indifesa.
today.it
Annamaria ... a dopo
martedì 26 agosto 2014
RICETTE D’ESTATE . . .
GELATO O
SORBETTO?
In origine il gelato non era certamente quello che noi conosciamo. Nell'antichità, probabilmente, si refrigeravano frutta, latte e miele per farne cibo nutriente. Esiste uno studio europeo sui cibi conservati tra i ghiacci da parte di popolazioni Neanderthaliane, che nascondevano tra le nevi, a scopo conservativo, bacche e pezzi di carne, nonché frutti secchi.
In seguito popoli più evoluti conobbero attraverso l'allevamento quello che era il latte ghiacciato, alimento tutt'altro che raro nei periodi invernali. Alla fine del IX secolo gli Arabi occuparono la Sicilia dove trovarono i nevaroli dell’Etna e le neviere, che per secoli rappresentarono la soluzione per il piacere dei prodotti freddi e per la conservazione.
Con il miele, unico dolcificante noto allora, non sarebbe stato possibile preparare una granita, che fu creata quando finalmente gli Arabi rinvennero in Sicilia la canna a zucchero. In Sardegna nascevano prodotti come la carapigna, ottenuto confezionando latte di ovino e frutta secca, in seguito sostituita con scorze di limone, con neve di montagna e che entreranno, solo in epoca rinascimentale, sui banchetti di sovrani d'Occidente come Carlo V re di Spagna. Già durante il Medioevo, in Oriente, si scoprì il modo di congelare i succhi di frutta ponendoli in recipienti circondati da ghiaccio, modalità di preparazione che fu appresa anche in Toscana, Val d‘Aosta, Sicilia e in altre regioni della penisola.
Notizie più certe riguardo al gelato si hanno da Francesco Procopio dei Coltelli, un cuoco siciliano, che nel 1686 riuscì a preparare la miscela che tutti noi conosciamo oggi. Egli riuscì a introdurre alcune tecniche di refrigerazione presso le cucine dei re di Francia prima, e in seguito presso il Caffè Procope i Parigi, dove veniva servita una grande varietà di gelati. Secondo altri, il gelato fu preparato per la prima volta da un certo Ruggeri di Firenze, macellaio e appassionato di cucina, che grazie a un preparato che comprendeva panna, zabaione e frutta divenne ben presto famoso, tanto che fece fortuna a Parigi : egli preparò il gelato in occasione delle nozze di Caterina e’ Medici, Ma ora basta con la storia e vediamo come distinguere tra gelato e sorbetto: il gelato è fatto di latte, panna o anche uova, mentre il sorbetto è a base di sciroppo di zucchero e frutta fresca.
Vi chiedo un altro po’ di pazienza : vorrei dirvi qualcosa sui gelati acquistati al supermercato e quelli acquistati e mangiati nei negozi artigiani, quelli con la scritta "produzione propria". Per parlare di questi gelati occorre sapere qual è la differenza tra surgelare e congelare. Il congelamento si ottiene portando lentamente un alimento a 20°C sotto zero. Con il surgelamento si porta rapidamente un alimento a 80°C sotto zero e poi si mantiene a 20°C sotto zero : quindi i surgelati che acquistiamo subiscono quest'ultimo trattamento. Invece il gelato diciamo che subisce un leggero congelamento, dal momento che non viene portato a 20°C sotto zero, pero'... Pero' il gelato acquistato al supermercato è nettamente differente dal gelato che si va a gustare al negozio artigiano.
Il negozio artigiano, ammesso che noi ci siamo accertati che la scritta "produzione propria" corrisponda al vero, fa il gelato abbinando latte o panna o uova con zucchero e l'ingrediente che da' il gusto, tipo crema di nocciole, cacao, pistacchio, vaniglia e scaglie di cioccolato ( la stracciatella...) e basta. Questo gelato non arriva a 20°C sotto zero, ma deve rimanere morbido e sciogliersi in bocca dal momento che va mangiato subito, e l'artigiano lo sa; contiene solo i grassi propri dell'ingrediente principale. Infatti se lo andiamo a mettere nel nostro freezer (che si trova a 20°C sotto zero) dopo 3 ore diventa molto ma molto duro, anzi se ci mettiamo il sorbetto, che è sciroppo di zucchero e frutta, diventa un blocco di ghiaccio. Parliamo ora dei gelati cosidetti industriali, che prendiamo al supermercato.
Le industrie che fanno tali gelati, sanno che l'acquirente, una volta arrivato a casa, mettera' il gelato nel freezer. Allora per fare in modo che tale gelato una volta tolto dal freezer si presenti comunque morbido, le industrie insieme al latte, zucchero e gli altri ingredienti, ci mettono molti grassi animali, conservanti, antiossidanti. In tal modo, aumentando i grassi, il gelato anche se va a 20°C sotto zero, rimane comunque morbido. Oltre a cio' si puo' conservare molto a lungo dal momento che ci sono conservanti e altre cose.
Ma questo, che gelato è?!? Se vogliamo gustare un sano e buon prodotto, con relativa sicurezza, meglio cercare un artigiano che esponga in modo chiaro gli ingredienti utilizzati e gustare il suo gelato. Ma meglio ancora, sto cercando di imparare farlo da me! Primo modo di gelare il gelato. Il gelato o sorbetto che sia, deve gelare pian piano, mantecando costantemente. Quando non c'erano gli apparecchi elettrici attuali, la crema o lo sciroppo da gelare veniva messa in un contenitore di metallo, che veniva immerso in ghiaccio tritato, sale grosso e poca acqua gelata.
A questo punto la crema o sciroppo che sia, iniziava ad essere mescolata in modo continuo ed ininterrotto, sino a quando diventava un bel gelato morbido: se era pronto si capiva dal fatto che prendendone un po' con un cucchiaino bagnato si riusciva a formarne una pallina. Oggi esistono appositi elettrodomestici basati sullo stesso principio, solo che intorno alla vaschetta di metallo non c'è piu' il miscuglio di ghiaccio, sale ed acqua gelata, ma un piccolo frigorifero alimentato dal motore elettrico. Secondo modo di gelare. Il secondo modo dipende dal fatto se dobbiamo gelare un gelato o un sorbetto.
Per gelare una crema fatta con latte, uova o panna, procedere come segue. Preparare la crema da gelare. Ingredienti per 4 persone latte: 500 ml - panna liquida: 250 ml - tuorli: 4 - zucchero: 80 gr - mezzo baccello di vaniglia Preparazione Mettete in una pentola panna, latte e vaniglia, portate a ebollizione e poi fate raffreddare. Montate i tuorli con lo zucchero fino ad avere un composto gonfio e omogeneo. Eliminate la vaniglia e mescolate insieme il composto di uova a quello di latte. Cuocete il tutto a bagnomaria per 10 minuti, poi fate raffreddare mescolando spesso. A questo punto potete incorporare quello che volete, frutta frullata, cioccolato fuso, caffè, ecc. Mettetela in frigorifero per un'ora. Poi mettetela in un contenitore di metallo (acciaio o rame), nel freezer. Ogni 15 minuti con un cucchiaio di legno aprite il freezer e mescolate ben bene la crema e poi rimettetela in freezer. Questo sino a quando avrete ottenuto il gelato dalla giusta consistenza. Ci vorranno dalle 2 ore e mezza alle 4 ore, dipende dalla crema . . . se usate la gelatiera, basteranno 40 minuti.
Per gelare invece uno sciroppo mescolato con della frutta frullata, preparate il composto e fatelo freddare ; mettetelo in frigorifero per un'ora. Poi metterlo nelle vaschette per fare i cubetti di ghiaccio e mettere in freezer. Dopo 2 o 3 ore o appena sara' diventato ghiaccio, sbattete a neve fermissima un albume, togliete i cubetti e velocemente metteteli nel frullatore e riduceteli a crema, poi mescolateli all'albume sbattuto a neve e rimettete in freezer. A questo punto ogni 10 minuti mescolate il sorbetto sino alla giusta consistenza.
In onore delle origini sicule della “cocca” Annamaria , ma per tutti i “golosoni”, vi propongo la ricetta per fare il GELATO ALLE MANDORLE
che potete fare in casa abbastanza facilmente : dovete solo procurarvi la pasta di mandorle, quella in panetti, preparati in modo molto accurato e genuino. Ingredienti : latte 300 ml – panna 200 ml – zucchero 50 g – pasta di mandorle 100 g – essenza di mandorla ½ fialetta – mandorle tostate 100 g - Preparazione : scaldate il latte in un pentolino e poi mettete la pasta di mandorle, mescolate bene per farla sciogliere, poi mettete lo zucchero e l’essenza di mandorle. Mettete la ciotola in frigo per far raffreddare questo composto. Montate la panna a neve ben ferma e poi mescolatela con il composto alle mandorle. Versate il composto nella gelatiera e impostate 40 minuti. In mezzo al gelato aggiungete le mandorle tostate (o caramellate) tritate e, volendo, divertitevi a decorare con le stesse mandorle, magari con qualcuna intera.
Se siete proprio pazienti e amanti delle preparazioni tradizionali e non usate la gelatiera, fate attenzione alla mantecatura perchè è necessario che il composto incorpori aria a sufficienza per non cristallizzarsi. Dovete prestare attenzione al vostro congelatore e verificare spesso che il gelato sia cremoso. Inoltre ricordate che il gelato senza gelatiera va consumato tutto in una volta altrimenti, se viene rimesso in congelatore, si solidifica e diventa duro.
Ora basta !!! Mi è venuta una gran voglia . . . indovinate un po’ ? Di un buon gelato . . . al mio gusto preferito, pistacchio, con la granella i nocciola . . . slurp !!! Lo preparo per tutti ? Vi do appuntamento al prossimo incontro, per proporvi qualche curiosità ancora su questo alimento , lasciatemelo dire, lussurioso !!!
Buon gusto a tutti . . . da Maria !
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giovedì 21 agosto 2014
BUON COMPLEANNO A ME!!
Oggi una grande donna compie 60 anni…IO!
Due conti e si capisce che sono nata nel 1954 (ottima annata)
Lo stesso anno in cui nasce anche la televisione in Italia e lo stesso anno in cui viene scalato il K2 da una spedizione italiana; un periodo di grande fermento economico e sociale, solo qualche anno prima del boom economico e della nascita dei supermercati…
Appiccicata al mio papa’
Voglio dedicare questo giorno innanzitutto a me stessa
e poi a tutti quelli che sono entrati nella mia
vita (anche virtuale) o che semplicemente ho trovato al mio fianco.
La mia prima comunione
Non cadro’ nell’errore di parlare del mio passato perchè leggere il passato con gli occhi dell’oggi lo trovo sbagliato in quanto non valuto la mia vita dal punto di arrivo, cioè in base ai risultati dell’oggi.
Trovo che niente ha più valore di ciò che si fa nel momento in cui lo si fa. C’è una forte relazione tra il passato e il presente; se abbiamo un minimo di saggezza, l’esperienza ha un grande valore e ci guida a fare meglio ogni atto successivo. Ma non occorre scomodare il passato per finalizzare o giustificare.
Il primo giorno di scuola
E ora veniamo a noi 60enni (ormai ci siamo, e’ passata la mezzanotte) Dicono che i 60 anni sono i nuovi 40 …sarà vero?
Visto che le quarantenni hanno lasciato un posto vacante forse spetta a noi sessantenni occuparlo. Ci divertiamo a fare giochi sull’età, soprattutto perchè i cambiamenti della nostra società hanno trasformato col tempo il ruolo delle donne nei diversi stadi della vita.
Sicuramente è vero che noi donne che oggi abbiamo 60 anni ( per me è il primo giorno e mi ci devo abituare…)siamo lontane anni luce dalle sessantenni della generazione delle nostre madri,( beh… mia madre ha 81 anni e li porta benissimo.) Pero’ c’è poco da fare: 60 anni non sono 40! A 60 si è ancora piene di vita e belle. Se siamo donne realizzate ci sentiamo certamente più sicure di noi stesse, ma il tentativo di giocare a fare le quarantenni ci farebbe rischiare di renderci ridicole.
In primis stiamo attente all’abbigliamento, visto che il corpo fra i 40 e i 60 anni subisce una bella trasformazione e poi si passa allo stile di vita che, per quanto ricco e attivo (si viaggia, si esce, si fanno moltissime cose) non può essere come quello di una quarantenne, rampante e pronta a combattere per la propria carriera. L’importante è saper portare con stile i nostri 60 anni!
Gruppo di giovani donne 60enni…o quasi.
Il mio biglietto di auguri….
Annamaria… a dopo
martedì 19 agosto 2014
GIA' LETTI MA SEMPRE UTILI: DIPENDENZA DA CHAT E INTERNET
Questo argomento girando per la rete è molto sentito, perché sembra una stupidata pensare di essere dipendenti da una chat come si può esserlo per una droga, ma invece non è così. Il gioco d'azzardo ,per esempio, non ci costringe all'assunzione di nessun elemento oppiaceo nel nostro organismo, eppure c'è gente che non riesce a farne a meno, rovinando e spesso distruggendo la propria vita. Questo avviene per le sensazioni di rischio e l'adrenalina che da il gioco d'azzardo, il fine, la vincita diventa spesso in queste persone irrilevante. Per la chat c'è un discorso analogo. Ormai internet è diventata una tecnologia alla portata di tutti, semplice da usare e con molte possibilità di svago e attrattive. La persona in chat si sveste dei pregiudizi reali, delle difficoltà di socializzazione, della timidezza, non c'è quella difficoltà di relazione che si ha nel reale. Questa liberazione da vincoli reali, da anche sfogo alla fantasia, in chat puoi essere quello che vorresti essere, puoi avere quella popolarità che nella realtà ti manca. Donne poco affascinanti si ritrovano circondate da corteggiatori, persone che nel reale non hanno molte relazioni sociali si ritrovano improvvisamente pieni di amici. La chat da alla persona un luogo dove sa cosa fare, ha attività stimolanti che l'impegnano, può avere quel successo sociale che nella realtà non riesce a trovare. Le persone con problemi o che attraversano un periodo difficile della propria vita possono così cadere in un tunnel di alienazione pericolossissimo. Le ore passate in chat si moltiplicano, le attività della vita reale che prima si svolgevano vengono ridotte ed in certi casi completamente abbandonate. Improvvisamente la "vita virtuale", prende più spazio di quella reale. L'avatar prende il posto della persona, e più questa persone negano; più sono invischiate in questa vera e propria fissazione. Creandosi rapporti virtuali che spesso durano anni, creandosi "nemici".
In queste community nicchia, il filo tra realtà e illusione diventa così labile che le persone quasi non si rendono conto superando i limiti di un normale uso del prodotto.
Iniziano a intestardirsi su situazioni e cose senza senso, danno la possibilità a persone, che neanche conoscono, di condizionare la loro vita. Si entra in una spirale violenta e distruttiva. Paradossalmente più il personaggio virtuale che ci siamo creati ha successo, si crea relazioni sociali, "potere virtuale", più la vita reale va a farsi benedire.
Anche perché per mantenere queste vite inesistenti bisogna spendere ore al pc, quindi, sottrarre tempo alla vita reale. Si incomincia a non uscire più neanche di casa se non costretti, per lavoro o per necessità fisiologiche come il procurarsi da mangiare. Esiste gente che mangia davanti al pc, porta il pc in bagno (alcuni rideranno perché qualche volta è capitato un pò a tutti). Spesso si sceglie di non andare in un posto per non perdersi la digitazione, (una sorta di azzeccamento alla ogame dove i ragazzini non escono di casa per fleetare la flotta). Cose come mangiare un gelato diventano, se fatte fuori casa, delle inutili perdite di tempo.
Si arriva all'assurdo, pur di non staccarsi da una conversazione o da una digitazione si viene meno ai propri doveri. Ho conosciuto gente che, iniziato a digitare, perdeva appuntamenti o evitava di scendere il cane (povere bestie che poi urinavano per terra), perché presi da una chattata.
Poi ci sono quelli che sfogano la loro violenza in chat, il caso più allucinante sono i classici "bimbominkia" che devono vincere una discussione per dimostrare ai loro amichetti che sono superiori, questi individui hanno una percezione della room tipo arena con il pubblico. Arrivano ad offendere madri, padri, augurare malattie mortali e spesso sono ragazzi o persone adulte (caso più grave), che nella realtà non alzerebbero un dito contro un'altra persona. Spesso questi violenti di chat sono nella vita frustrati e sottomessi e sfogano nel virtuale, con il senso di impunità che esso fornisce, la loro incapacità di imporsi o di difendersi nel reale.
Molti poi sono quelli che si creano degli avatar con notizie personali gonfiate, guardie giurate che diventano poliziotti, diplomati in elettronica ingegneri informatici - millantare conoscenze e titoli in chat è una prassi diffusissima. Questo fingere di essere qualcosa che in realtà non si è porta molti rischi. I nostri sogni irrealizzati che si concretizzano virtualmente per finta (perché la realtà è sempre la realtà - puoi scappare quanto vuoi da te stesso ma ti raggiunge sempre), ci consegnano delle emozioni e delle scariche di adrenalina (dei momenti di onnipotenza specie se altri ci riempiono di complimenti e ci innalzano) che diventano peggio di una droga. Però l'appagamento momentaneo è come quello della droga agli inizi, poi diventa malessere, perché non è reale, ma artificio quindi ne hanno bisogno sempre di più. Per questo esagerano e si distruggono poco a poco. Poi ci si scontra con la realtà e questo confronto personaggio virtuale di successo, personaggio reale irrealizzato, porta a stati di ansia, depressione che spesso sfociano in violenza.
Come uscirne? Non è facile bisogna spesso cercare anche l'aiuto di esperti (psicologi) non è vergognoso o una sconfitta capire che si è in errore, è peggio passare per psicopatico pur di mantenere quella superiorità infantile di "io non ho un problema". Ne si esce diminuendo le ore di chat, o in casi gravi interrompendo in modo drastico. Spezzando la dipendenza psicologica con gli amici chattici e gli eventuali nemici, non possono farvi nulla non sono reali (sono persone fisiche certo - ma spesso maschere di cui non gli importa nulla di voi - molti amici virtuali sono pronti a dimenticarvi nel giro di poco e i nemici a crearsi nuovi nemici pur di continuare a farsi del male da soli).
Pensate a voi stessi stare male, non dormire, mangiare in modo sregolato, non uscire di casa se non costretti, non vivere non fa bene e lo sapete, perché la chat è frustrazione quando arriva a questi livelli. Pensate a voi stessi.
il rosicatore
UNA TESTIMONIANZA PRESA DAL WEB
Salve..
sono in un gruppo chat da un anno quasi..
inizio a preoccuparmi veramente.. non riesco a farne a meno..
le spiego..
ho 24 anni.. la mia vita non mi da nulla, se non problemi, ansia, odio parlare con le persone fuori..
un anno fa mi son separata..
ho iniziato a chattare.. nella stessa chat in cui ero 7 anni fa..
solo che adesso.. non e' piu' semplice chat..
ho trovato persone.. che come me.. amano star li dentro..la nostra DIMORA..
non ho altri interessi.. lavoro 8 ore al giorno e anche durante le ore di lavoro chiamo qualche utente della chat per aver aggiornamenti..
siamo 20 moderatori ..
in una stanza che puo' ospitare 50 utenti
e' il gruppo piu' "popolare" del sito
e' "invidiato"..
e' "invidiato"..
e' il nostro angolo di mondo..
ha un nome anche carino.. piace alla gente.. ce ne prendiam cura ..cercando di mantenerlo un gruppo PULITO .. vogliamo solo l amicizia.. ovviamente nascono gli amori, le liti.. le discussioni.. ci conosciam quasi tutti.. ovviamente qualcuno e' solo di passaggio.. ma noi.. IO.. sto li.. mi fido di alcune persone.. sanno tutto di me, della mia vita..ed io della loro.. cosi passiam le giornate a scherzare, a cercare un sorriso, una parola di conforto.. e devo ammettere di aver anche pianto davanti al pc.. mi arrabbio, amo, voglio bene.. ma ..DAVANTI AD UN PC..
non mi sono costruita un personaggio.. sono semplicemente io.. li dentro.. e loro mi amano.. mi odiano.. mi criticano.. mi appoggiano..
adesso inizio ad aver paura.. non voglio farne a meno.. non voglio lasciarli.. voglio condividere con loro tutto..
solo..vorrei anche una vita REALE .. NORMALE ..
pensiamo di incontrarci tutti insieme .. per la prossima estate.. non so se sia un bene..
vorrei non aver il bisogno di star li dentro..ma mi rendo conto CHE NON POSSO FARNE A MENO..
Il consiglio dell'esperto
-D.ssa Veronica Turchetta-
I “gruppi di auto-aiuto on-line” sono stati uno dei primi metodi utilizzati, soprattutto in America, di fornire come supporto per superare il problema della rete-dipendenza.
Tale modalità di trattamento è paragonabile al trattamento di un tossicodipendente con la sua stessa droga e sembra non essere sempre efficace, se non esclusivamente come momento iniziale per condividere insieme la presenza di un problema da affrontare con decisione, ma lontano da un computer e da un modem.
Al contrario sono sempre più diffusi utili test e questionari on line di autovalutazione del proprio rapporto con la Rete, che possono rappresentare un punto di partenza per rendere consapevole il problema che spesso è vissuto a lungo in modo non disturbante.
Il passo successivo alla consapevolezza può essere un aiuto professionale individuale o una condivisione reale del problema con un gruppo omogeneo, anche attraverso delle riflessioni guidate sulla necessità di superare le eventuali insicurezze che possono essere alla radice del ricorso ad Internet per socializzare.
Infine, la prevenzione rimane un utile strumento per tutti, con speciale attenzione ad alcune regole nell’utilizzo di Internet da parte di chi già è coinvolto in un disagio psicologico.
Pertanto, in quest’ultimo caso, occorre ricordare che:
Pertanto, in quest’ultimo caso, occorre ricordare che:
-occorre limitare la quantità di tempo trascorso quotidianamente on line (non più di una o due ore), possibilmente non instaurando un’abitudine quotidiana che deve essere a tutti i costi rispettata
-la socializzazione reale non deve mai essere totalmente sostituita da quella virtuale
- è importante integrare le attività on line con simili attività reali (es. acquisti, svaghi o relazioni sociali), poiché in tal modo non si trasforma la Rete nello strumento privilegiato di relax, di evasione e di contatto con se stessi
- nel caso in cui si avverta una necessità coatta e incontrollabile di collegarsi ad Internet, occorre chiedere un aiuto competente.
Annamaria... a dopo
ENZO-DUCKY , FINE COLLABORAZIONE BLOG
DIRITTO DI REPLICA-
“SE QUESTO E’ GALANTUOMO”
Enzo, ti dedico questa canzone come RINGRAZIAMENTO per i 5 anni di collaborazione…il maestro a cui Renato si riferisce è il maestro interiore, il dio dentro di te, il sè superiore. Gli antichi dicevano… conosci te stesso.
Forse sbaglio , forse no. Ma voglio rendere pubblica la e-mail e la motivazione che mi ha spinta ad interrompere la collaborazione con una persona (Enzo ) che si riteneva amico e al quale ho dato tanto spazio nei blog, con i suoi articoli. Mi ha deluso terribilmente. I fatti: sono rea, secondo lui, di aver dedicato una bella poesia ” Ti Amo” pubblicata il 9-08-2014 e da lui composta, alla persona che gli sta a fianco da una vita e che conosco ,seppur telefonicamente.Un uomo, un vero uomo che si dichiara filosofo, istruito,gentile,scrittore, poeta amorevole e chi piu’ ne ha piu’ ne metta, non trascende in questo modo. Non pensavo mai e poi mai che questa mia iniziativa lo irritasse a tal punto da fargli scrivere le sciocchezze (offensive) che leggerete. Cio’ mi dimostra ,ancora una volta, la pochezza di certi uomini. E nel caso di Enzo anche una forma di narcisismo esagerato oltre alle allusioni che mi scivolano , ovviamente, ma che sono parecchio sgradevoli.
FINE DI UN’AMICIZIA (a questo punto direi fasulla da parte sua) E DI COLLABORAZIONE AL BLOG. Anche se in ritardo devo convenire che aveva ragione Enrico Neri, gestore o ex gestore di eldy ,sulla sua posizione continua di escluderlo dalla chat…se a una donna che reputa amica scrive in questa maniera pungente , posso immaginare le libertà di espressione, in privato ,con signore sconosciute.

Bè, mi aspettavo che entrassi nel merito. Nessun accenno al tuo sfascio coniugale. Che possa piacere o non piacere, non mi importa se le persone, O FORSE TU, ti fai delle idee sui servizi che vengo pubblicati nel Blog. Sei un pò testarda o smemorata o entrambe le cose. Ti avevo già informata, in passato, che le rassegne sono una serie di pezzi sullo stesso argomento. Lo anche spiegarlo a qualche lettrice sessuofobica.
A proposito, sai che sei comica? Hai pubblicato LE POSIZIONI CHE FANNO DIMAGRIRE E TU…COME MAI NON SEI DIMAGRITA? NE VUOI SAPERE UN’ALTRA, (…) Per concludere: io dò l’impressione di pensare all’Eros e tu dai l’impressione di non pensarci affatto…col tempo l’auto-erotismo diventa l’unico modo per “rilassarsi”. Ce ne sono di “pezzi” nel Blog anche in quel senso.
Con te, normale amica, ho parlato sempre chiaro. Su su, non fare quella faccia..
L’amico Enzo.
PER ANNAMARIA MERLUZZI
CON OBBLIGO DI PUBBLICAZIONE SOTTO LA TUA “MOTIVAZIONE”
Sinceramente, non avrei nessuna voglia di rispondere. Come regola mi ripropongo di non dilungarmi.
PUNTO 1 – E’ apprezzabile il gesto di “inventare” la dedica alla persona come tu hai fatto. E’ stata una tua iniziativa, ma quando un lettore – e io ero più di un lettore – ti chiede una rettifica, questa va fatta senza indugio. (MI E’ STATO CHIESTO DA TE DI CANCELLARE LA DEDICA ,ORMAI LETTA DA VARI AMICI MATTINIERI CHE SEGUONO IL BLOG. IL SIGNIFICATO DI RETTIFICA E’ BEN DIVERSO DAL CANCELLARE.) Ma questo fatto non è stata la causa della metamorfosi nel tuo comportamento. (LA CAUSA E’ STATA PROPRIO LA TUA POCO SIGNORILITA’ , MA SOPRATTUTTO LA TROPPA LIBERTA’ DI PENSIERO ASSOCIATA A MALEDUCAZIONE. E NON E’ LA PRIMA VOLTA!) Hai commesso un errore fondamentale avverso una annosa e cristallina amicizia. E io, come galantuomo in nome di una serietà e di una signorilità, evito di accennare, sempre in onore di un sano sentimento di simpatica amicizia o anche di una amichevole simpatia.(APPUNTO PERCHE’ CRISTALLINA E PERCHE’ C’ERANO STATI GIA’ DEI PRECEDENTI, NON MI ASPETTAVO BATTUTE PUNGENTI NEL GRUPPO F.B E POI LA E-MAIL OFFENSIVA) E veniamo alla tipologia dei pezzi: in tanti anni sono stati “VALIDI” e all’improvviso non ti sono più piaciuti? In una qualsiasi redazione, se si verifica qualcosa di anomalo, se ne discute e bisogna arrivare ad una soluzione. (E QUANTE VOLTE NE ABBIAMO DISCUSSO ? QUANTE VOLTE TI HO CHIESTO DI NON SCLEROTIZZARTI SEMPRE E COMUNQUE IN ARTICOLI INERENTI AL SESSO?)
Ma tu, spesso hai ignorato miei suggerimenti peccando d’inesperienza, dovuta a presunzione e disinvoltura, io le definisco “cavalcate disinvolte”. Hai detto che “un certo Enrico fece bene a bannarmi, ma in proposito fino a ieri la pensavi diversamente( NEL TUO CASO AVEVA VISTO GIUSTO LUI. E NON SONO FIERA DI DARGLI RAGIONE.) e ora…rompi la mia collaborazione e…non mi chiami più “capo”. (QUESTA E’ PURA INVENZIONE ,”CAPO” L’ AVRO’ SCRITTO QUALCHE VOLTA A MO’ DI BATTUTA. NEI BLOG NON CI SONO MAI STATI CAPI E CAPETTI , DEVO PENSARE CHE TALE TI RITENEVI SOLO TU NON COGLIENDO L’IRONIA DELLE MIE BATTUTE.) Con me Enrico e’ stato un incapace e…improvvisamente con te fu ”uno capace”?
Un ultimo suggerimento (se ti va): circondati di amicizie più sane e più rispettabili, specialmente dal lato espressivo.( SU QUESTO PUNTO HAI RAGIONE, E’ QUELLO CHE STO FACENDO ANCHE CON TE, PER IL RESTO DEI MIEI AMICI ,VIRTUALI E NON SONO SOLO AFFARI MIEI. IO NON DICO A TE MA NEMMENO AD ALTRI CHI DEVONO FREQUENTARE)
Sono convinto che conviene stendere un velo pietoso sulla situazione. Giacché amo le citazioni, te ne offro una di Publilio Siro : Un’amicizia che finisce non era mai cominciata.”( SENZA SCOMODARE FILOSOFI O POETI, IN PAROLE POVERE, E’ UNA FRASE CHE HO SCRITTO ANCHE IO NELLA NOTA)
P.S. Il ringraziamento per la collaborazione passata? Questa mi mancava…formidabile…una perla!( IL RINGRAZIAMENTO PER LA COLLABORAZIONE LO RINNOVO ANCHE ORA.)
-DUCKY-
sabato 16 agosto 2014
CONSIGLI UTILI

Per mantenere l’acciaio inossidabile, lucido e brillante, strofinatelo energicamente con un pezzo di scorza di limone, quindi lavate con acqua saponata.
Prima di fare il bagnetto al vostro cucciolotto proteggetene le orecchie con del cotone idrofilo e gli occhi con un filo di vaselina. Se volete invece rimandare il bagno, magari perché fa freddo e temete che la bestiola si possa ammalare, fategli penetrare nel pelo del bicarbonato e poi spazzolatelo a fondo.
Dopo aver fatto bollire i fagiolini non gettate via l’acqua di cottura soprattutto se qualcuno in casa ha problemi di acne. Infatti fra le tante proprietà di quest’acqua c’è quella, utilizzandola sul viso come detergente, di eliminare i brufoli in brevissimo tempo.
D’estate, quando stendete il bucato colorato, ricordatevi sempre di rovesciare i capi: non avrete l’amara sorpresa di ritirarli scoloriti.
Se volete dorare la superficie delle carni arrosto, un quarto d’ora prima della fine della cottura irroratela con succo di limone misto a zucchero-
Per profumare in un modo insolito la casa, prima di passare l’aspirapolvere intingete nella vostra essenza preferita un batuffolo di cotone, poi riponetelo all’interno del sacchetto in cui confluiscono la polvere e tutto ciò che viene aspirato dalla macchina. Così facendo, mentre fate le pulizie si diffonderà nell’ambiente il profumo che avete scelto.
Per trasportare le bottiglie di vetro senza rischiare di romperle, create per loro un guscio protettivo tagliando alcune bottiglie di plastica da un litro e 1/2 , realizzando così dei cilindri in cui inserire le bottiglie stesse. Inserite quindi in ciascun contenitore una bottiglia e posizionateli uno accanto all’altro in una cassettina oppure in una scatola robusta che sistemerete nel baule dell’auto.
Per una pastafrolla ben stesa, una volta realizzato l’impasto, mettete la pastafrolla o la pasta brisè che volete stendere tra due fogli di carta da forno. Così facendo la pasta non si attaccherà al piano di lavoro e nemmeno al matterello. Inoltre, aiutandovi con l’involucro di carta forno sarà anche più facile depositarla nella teglia prima di infornare.
Per eliminare le macchie di profumo dalla biancheria bagnate la parte macchiata con alcool purissimo, poi lavate il tessuto con una soluzione di acqua e ammoniaca (due parti di acqua e una di ammoniaca).
Alcune regole per il bucato: l’ammollo favorisce qualsiasi lavaggio, per cui sfruttiamolo se i programmi della lavatrice lo prevedono. Date la preferenza al detersivo in polvere per i lavaggi che prevedono una temperatura oltre i 40°. Utilizzate invece quello liquido se il bucato prevede una temperatura di 30°. Servitevi sempre di un dosatore come un cucchiaio, un bicchierino o una tazzina che userete soltanto per questo scopo: vi aiuterà a stabilire il giusto quantitativo di detersivo che metterete in lavatrice, senza eccedere nella quantità.
Annamaria2
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