martedì 19 agosto 2014

GIA' LETTI MA SEMPRE UTILI: DIPENDENZA DA CHAT E INTERNET


Questo argomento girando per la rete è molto sentito, perché sembra una stupidata pensare di essere dipendenti da una chat come si può esserlo per una droga, ma invece non è così. Il gioco d'azzardo ,per esempio, non ci costringe all'assunzione di nessun elemento oppiaceo nel nostro organismo, eppure c'è gente che non riesce a farne a meno, rovinando e spesso distruggendo la propria vita. Questo avviene per le sensazioni di rischio e l'adrenalina che da il gioco d'azzardo, il fine, la vincita diventa spesso in queste persone irrilevante. Per la chat c'è un discorso analogo. Ormai internet è diventata una tecnologia alla portata di tutti, semplice da usare e con molte possibilità di svago e attrattive. La persona in chat si sveste dei pregiudizi reali, delle difficoltà di socializzazione, della timidezza, non c'è quella difficoltà di relazione che si ha nel reale. Questa liberazione da vincoli reali, da anche sfogo alla fantasia, in chat puoi essere quello che vorresti essere, puoi avere quella popolarità che nella realtà ti manca. Donne poco affascinanti si ritrovano circondate da corteggiatori, persone che nel reale non hanno molte relazioni sociali si ritrovano improvvisamente pieni di amici. La chat da alla persona un luogo dove sa cosa fare, ha attività stimolanti che l'impegnano, può avere quel successo sociale che nella realtà non riesce a trovare. Le persone con problemi o che attraversano un periodo difficile della propria vita possono così cadere in un tunnel di alienazione pericolossissimo. Le ore passate in chat si moltiplicano, le attività della vita reale che prima si svolgevano vengono ridotte ed in certi casi completamente abbandonate. Improvvisamente la "vita virtuale", prende più spazio di quella reale. L'avatar prende il posto della persona, e più questa persone negano; più sono invischiate in questa vera e propria fissazione. Creandosi rapporti virtuali che spesso durano anni, creandosi "nemici".


In queste community nicchia, il filo tra realtà e illusione diventa così labile che le persone quasi non si rendono conto superando i limiti di un normale uso del prodotto.


Iniziano a intestardirsi su situazioni e cose senza senso, danno la possibilità a persone, che neanche conoscono, di condizionare la loro vita. Si entra in una spirale violenta e distruttiva. Paradossalmente più il personaggio virtuale che ci siamo creati ha successo, si crea relazioni sociali, "potere virtuale", più la vita reale va a farsi benedire.



Anche perché per mantenere queste vite inesistenti bisogna spendere ore al pc, quindi, sottrarre tempo alla vita reale. Si incomincia a non uscire più neanche di casa se non costretti, per lavoro o per necessità fisiologiche come il procurarsi da mangiare. Esiste gente che mangia davanti al pc, porta il pc in bagno (alcuni rideranno perché qualche volta è capitato un pò a tutti). Spesso si sceglie di non andare in un posto per non perdersi la digitazione, (una sorta di azzeccamento alla ogame dove i ragazzini non escono di casa per fleetare la flotta). Cose come mangiare un gelato diventano, se fatte fuori casa, delle inutili perdite di tempo.


Si arriva all'assurdo, pur di non staccarsi da una conversazione o da una digitazione si viene meno ai propri doveri. Ho conosciuto gente che, iniziato a digitare, perdeva appuntamenti o evitava di scendere il cane (povere bestie che poi urinavano per terra), perché presi da una chattata.




Poi ci sono quelli che sfogano la loro violenza in chat, il caso più allucinante sono i classici "bimbominkia" che devono vincere una discussione per dimostrare ai loro amichetti che sono superiori, questi individui hanno una percezione della room tipo arena con il pubblico. Arrivano ad offendere madri, padri, augurare malattie mortali e spesso sono ragazzi o persone adulte (caso più grave), che nella realtà non alzerebbero un dito contro un'altra persona. Spesso questi violenti di chat sono nella vita frustrati e sottomessi e sfogano nel virtuale, con il senso di impunità che esso fornisce, la loro incapacità di imporsi o di difendersi nel reale.


Molti poi sono quelli che si creano degli avatar con notizie personali gonfiate, guardie giurate che diventano poliziotti, diplomati in elettronica ingegneri informatici - millantare conoscenze e titoli in chat è una prassi diffusissima. Questo fingere di essere qualcosa che in realtà non si è porta molti rischi. I nostri sogni irrealizzati che si concretizzano virtualmente per finta (perché la realtà è sempre la realtà - puoi scappare quanto vuoi da te stesso ma ti raggiunge sempre), ci consegnano delle emozioni e delle scariche di adrenalina (dei momenti di onnipotenza specie se altri ci riempiono di complimenti e ci innalzano) che diventano peggio di una droga. Però l'appagamento momentaneo è come quello della droga agli inizi, poi diventa malessere, perché non è reale, ma artificio quindi ne hanno bisogno sempre di più. Per questo esagerano e si distruggono poco a poco. Poi ci si scontra con la realtà e questo confronto personaggio virtuale di successo, personaggio reale irrealizzato, porta a stati di ansia, depressione che spesso sfociano in violenza.



Come uscirne? Non è facile bisogna spesso cercare anche l'aiuto di esperti (psicologi) non è vergognoso o una sconfitta capire che si è in errore, è peggio passare per psicopatico pur di mantenere quella superiorità infantile di "io non ho un problema". Ne si esce diminuendo le ore di chat, o in casi gravi interrompendo in modo drastico. Spezzando la dipendenza psicologica con gli amici chattici e gli eventuali nemici, non possono farvi nulla non sono reali (sono persone fisiche certo - ma spesso maschere di cui non gli importa nulla di voi - molti amici virtuali sono pronti a dimenticarvi nel giro di poco e i nemici a crearsi nuovi nemici pur di continuare a farsi del male da soli).

Pensate a voi stessi stare male, non dormire, mangiare in modo sregolato, non uscire di casa se non costretti, non vivere non fa bene e lo sapete, perché la chat è frustrazione quando arriva a questi livelli. Pensate a voi stessi.

il rosicatore 

UNA TESTIMONIANZA PRESA DAL WEB

Salve..
sono in un gruppo chat da un anno quasi..
inizio a preoccuparmi veramente.. non riesco a farne a meno..
le spiego..
ho 24 anni.. la mia vita non mi da nulla, se non problemi, ansia, odio parlare con le persone fuori..
un anno fa mi son separata..
ho iniziato a chattare.. nella stessa chat in cui ero 7 anni fa..
solo che adesso.. non e' piu' semplice chat..
ho trovato persone.. che come me.. amano star li dentro..la nostra DIMORA..
non ho altri interessi.. lavoro 8 ore al giorno e anche durante le ore di lavoro chiamo qualche utente della chat per aver aggiornamenti..
siamo 20 moderatori ..
in una stanza che puo' ospitare 50 utenti
e' il gruppo piu' "popolare" del sito
e' "invidiato"..
e' il nostro angolo di mondo..
ha un nome anche carino.. piace alla gente.. ce ne prendiam cura ..cercando di mantenerlo un gruppo PULITO .. vogliamo solo l amicizia.. ovviamente nascono gli amori, le liti.. le discussioni.. ci conosciam quasi tutti.. ovviamente qualcuno e' solo di passaggio.. ma noi.. IO.. sto li.. mi fido di alcune persone.. sanno tutto di me, della mia vita..ed io della loro.. cosi passiam le giornate a scherzare, a cercare un sorriso, una parola di conforto.. e devo ammettere di aver anche pianto davanti al pc.. mi arrabbio, amo, voglio bene.. ma ..DAVANTI AD UN PC..
non mi sono costruita un personaggio.. sono semplicemente io.. li dentro.. e loro mi amano.. mi odiano.. mi criticano.. mi appoggiano..
adesso inizio ad aver paura.. non voglio farne a meno.. non voglio lasciarli.. voglio condividere con loro tutto..
solo..vorrei anche una vita REALE .. NORMALE ..
pensiamo di incontrarci tutti insieme .. per la prossima estate.. non so se sia un bene..
vorrei non aver il bisogno di star li dentro..ma mi rendo conto CHE NON POSSO FARNE A MENO..



Il consiglio dell'esperto

-D.ssa Veronica Turchetta-

I “gruppi di auto-aiuto on-line” sono stati uno dei primi metodi utilizzati, soprattutto in America, di fornire come supporto per superare il problema della rete-dipendenza.
Tale modalità di trattamento è paragonabile al trattamento di un tossicodipendente con la sua stessa droga e sembra non essere sempre efficace, se non esclusivamente come momento iniziale per condividere insieme la presenza di un problema da affrontare con decisione, ma lontano da un computer e da un modem.
Al contrario sono sempre più diffusi utili test e questionari on line di autovalutazione del proprio rapporto con la Rete, che possono rappresentare un punto di partenza per rendere consapevole il problema che spesso è vissuto a lungo in modo non disturbante.
Il passo successivo alla consapevolezza può essere un aiuto professionale individuale o una condivisione reale del problema con un gruppo omogeneo, anche attraverso delle riflessioni guidate sulla necessità di superare le eventuali insicurezze che possono essere alla radice del ricorso ad Internet per socializzare.
Infine, la prevenzione rimane un utile strumento per tutti, con speciale attenzione ad alcune regole  nell’utilizzo di Internet da parte di chi già è coinvolto in un disagio psicologico.
Pertanto, in quest’ultimo caso, occorre ricordare che:
-occorre limitare la quantità di tempo trascorso quotidianamente on line (non più di una o due ore), possibilmente non instaurando un’abitudine quotidiana che deve essere a tutti i costi rispettata
-la socializzazione reale non deve mai essere totalmente sostituita da quella virtuale
- è importante integrare le attività on line con simili attività reali (es. acquisti, svaghi o relazioni sociali), poiché in tal modo non si trasforma la Rete nello strumento privilegiato di relax, di evasione e di contatto con se stessi
- nel caso in cui si avverta una necessità coatta e incontrollabile di collegarsi ad Internet, occorre chiedere un aiuto competente.


Questo è per vostra informazione. Ritengo utile diffondere questo articolo per riflettere maggiormente sul nostro rapporto con le chat e internet in generale.Voi direte : da quale pulpito arriva la predica. Ma non è mai troppo tardi per ravvedersi.


Annamaria... a dopo



1 commento:

  1. Utilissimo il confronto. D'altra parte il fenomeno è inarrestabile.

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