Circa un mese dal via ufficiale del nuovo redditometro , che
inizierà a funzionare da marzo, sono molti i punti oscuri che ancora circondano
il nuovo strumento di accertamento fiscale sintetico. E le periodiche
precisazioni che arrivano dall’Agenzia delle entrate sembra, almeno per il
momento, che non contribuiscano pienamente a fare luce su alcuni aspetti
controversi. Tra le questioni che più di altre hanno dato adito ad accese
polemiche c’è sicuramente quella delle spese. Come verranno calcolate? Servirà
conservare gli scontrini? Quali ricevute conviene tenere da parte?
Sono tante le domande che su questo fronte alimentano gli
incubi peggiori dei contribuenti. Anche se a dire il vero, su alcune di esse,
l’Agenzia delle entrate era stata chiara fin dall’inizio, dicendo ad esempio
che gli scontrini delle spese quotidiane non andavano in nessun modo
conservate. Eppure la polemica è montata, e con essa anche la confusione, al
punto tale che proprio ieri è stato annunciato che da qui a marzo, quindi prima
dell’avvio dei controlli con il nuovo redditometro, sarà emessa una nuova
circolare che dovrà fare chiarezza su tutta una serie di questioni, prima fra
tutte proprio le modalità di computo delle spese. Ecco quali sono.
Gli scontrini non servono
È stata questa fin dall’inizio una sorta di leggenda
metropolitana. Era stato infatti paventato, ancora prima che il nuovo
redditometro fosse ufficialmente presentato, che dovessimo essere costretti a
conservare gli scontrini dell’acquisto del pane o di un paio di scarpe. Era
stato forse proprio per questo che i tecnici dell’Agenzia delle entrate,
guidati da Attilio Befera, si erano affrettati a precisare che le ricevute
delle spese giornaliere non andavano tenute. La motivazione è semplice: questo
tipo di spese, dall’abbigliamento dunque al cibo, dai libri all’oggettistica
per la casa fino ai giochi per i bimbi, verranno computati al singolo
contribuente sulla base di statistiche dell’Istat, realizzate tenendo conto del
tipo di famiglia in questione e della zona geografica di appartenenza.
Dunque non ci sarà bisogno di dimostrare un bel nulla, visto
che il fisco, in linea di massima, avrà già calcolato, grazie a queste stime,
quanto noi avremo speso mediamente per questo tipo di consumi. Resta una
questione però tutta da decifrare, e cioè il peso che avrà questo tipo di spese
sul computo generale. E’ parso infatti di capire, ma speriamo che su questo
punto la circolare annunciata faccia piena chiarezza, che sarà comunque una
parte residuale del totale, rispetto al grosso che verrà dalle spese certe,
rilevabili attraverso l’anagrafe tributaria o altri strumenti di controllo.
CONSIGLI UTILI PER SALVARSI DAL REDDITOMETRO
Ricevute da conservare
In linea di massima sarà utile tenere da parte tutte le
ricevute di pagamenti di una certa entità, che rappresentano cioè acquisti non
abituali, ma spese occasionali. Nel fare questo dobbiamo però tenere anche
conto che da 3.600 euro in su le spese che effettueremo saranno comunque
rilevate dall’anagrafe tributaria e quindi saranno già di conoscenza del fisco.
Ovvio infatti considerare che se si acquista una casa o un’automobile si avrà
cura di conservarne il contratto, ma come detto in questo caso l’Agenzia delle
entrate ne sarà già informata. Discorso diverso varrà invece per una serie di
altre spese come ad esempio:
- ricevute di viaggi e di pernottamento in hotel (anche se
una vacanza è regalata da qualcun altro, conviene sempre tenere le ricevute)
- scontrini per l’acquisto di mobili, arredi vari ed elettrodomestici
- biglietti di un viaggio in treno o in aereo, oppure quelli
della nave, se ad esempio si è fatta una crociera
- pagamento mutuo, se questo viene effettuato ad esempio dai
genitori. In questo caso vanno conservati i bonifici bancari eseguiti
- ricevute di rette scolastiche o anche di asili nido
- ricevute per l’acquisto di regali particolarmente costosi
fatti in determinate occasioni (compleanno di qualcuno o Natale ad esempio)
Sono questi gli esempi più significativi che danno insomma
l’idea di quello di cui stiamo parlando. Si tratta cioè di spese che possiamo
in generale considerare in alcuni casi del tutto straordinarie (non crediamo ci
sia qualcuno che acquisti un tostapane alla settimana…) e per le quali dovrà
risultare dunque anche più facile tenere nota. Il tutto ovviamente in attesa di
nuovi aggiornamenti.
ENZO
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