domenica 11 agosto 2013

DETTI E PAROLE NAPOLETANE N. 14


Ancora qualche termine napoletano, usato in situazioni talvolta davvero esilaranti !!




Pacchiana



Pacchiana era identificata anche come l’antagonista del munaciello, uno dei tanti spiritelli che infestavano gli angoli bui di Napoli. Essa era rappresentata da una dona molto spesso in carne vestita in abito molto coloratisi; da questo si indica anche una persona che ha cattivo gusto nel comportarsi o nel vestirsi.








E' quel fastidioso insetto che pian piano rode e
 fora i cereali e che si trovava spesso anche in
 casa. Deriva dal latino pappàre che si traduce in
 divorare.








Pazzariello



La persona giocosa, briosa, gioviale, ma il termine e' molto piu' conosciuto per indicare quel tipico banditore che, accompagnato dalla musica, girava per le strade di Napoli facendo propaganda a negozi di recente apertura o di nuovi prodotti. Era in effetti quello che oggi si chiama pubblicitario. Deriva da Pazzià che indica appunto giocare, scherzare  e che deriva dal greco paizo' traducibile in giocare ma anche pazzo o impazzire.


Pertuso

E' il piccolo buco, il pertugio. Tutto cio' che e' stretto e piccolo si indica con pertuso: vicolo, luogo stretto, piccolo foro.

Pernacchio e pernacchia

Il primo è lo sberleffo forte o debole, lungo o corto, ma sempre solerte e costruttivo , insomma maschio; la seconda è uno sberleffo molle e pigro, tumido e sdraiato, come un’odalisca sui tappeti, insomma è femmina.
Eduardo ne fa un efficace insulto all’arroganza . . .



E per finire dei modi di dire molto in uso . . .

-Acqua a' pippa, 'a sarda è secca.
Ce ne fosse una che va bene!

-Acala 'e scelle ribbò!
Non darti delle arie!

-Chi me vo' male adda fà 'e piere fridde e a folla attuorno 'o lietto.                                                                                                                              
-Chi mi vuol male deve avere i piedi freddi e la folla intorno al letto.  (praticamente deve morire!)

-Tenè ‘e pile ‘ncopp’ o core
Avere i peli sul cuore, essere duro e insensibile.

-Nun vulè tirà e nun vulè scurtecà.
Non voler tirare né scorticare, cioè non voler fare alcuno sforzo, non voler rischiare


E mo’ Maria ve salut’ pcchè


  sent’ nu suonn !!!


Nessun commento:

Posta un commento