domenica 23 settembre 2012

Parole e detti napoletani . . . n. 7



E’ da tempo che non vi ho più proposto detti e parole napoletane . . . certo non perché ho esaurito il “repertorio” ! Provvedo immediatamente a riprendere questa rubrica (u’ anema, addirittura una rubrica . . . questa salernitana si è montata la testa! ) . . . Ma che !!! Io monto ben altro : l’albume d’uovo, la panna . . . una volta, anni fa, un bel cavallo bianco . . . Basta così, ecco, procedo con qualche “parola” . . .



 Annuzza'
sta a significare il semi-soffocamento dovuto a cibi troppo secchi o andati di traverso (succede anche quando si parla mentre si mangia). Si puo' anche indicare un qualcosa che fallisce, che non viene realizzato, che, appunto, "s'annozza". Deriva da "nuozzolo" con cui si indica il "nocciolo" della frutta che, se ingerito incautamente, s'annozza 'ncanna!


Appicceca
 si intende attaccare, incollare e deriva dall'italiano appiccicare. Come molte parole italiane, pero', basta cambiare la posizione dell'accento che la parola assume un significato piu' specifico. Infatti si intende litigare, attaccare briga.




Arravuglia'
avvolgere, incartare ma vuol anche indicare imbrogliare, raggirare, confondere. Si indica anche, come verbo riflessivo, il chiudersi nelle lenzuola o in un caldo cappotto. Per ultimo si indica anche la difficile situazione di chi si trova "arravugliato" dai troppi debiti. .

Arrunza'
I significati di questo vocabolo indicano sia il compiere un lavoro in maniera approssimativa e con scarsa professionalita', sia l'investire una persona. Viene dal dialetto spagnolo di Maiorca “arrosar” che si traduce in “rifinire male”.

Arteteca
irrequietezza, agitazione, movimenti continui, deriva dal tardo latino arthritica che indica quella conosciutissima malattia che colpisce le ossa delle gambe. Il riferimento alla irrequietezza e' tutto partenopeo. Per cui di un bambino in continuo movimento si dice: sta criatura tene arteteca

. . . e concludo con alcuni detti . . .



'A cca' 'a pezza e 'a cca' 'o sapone
indica che non si fa credito. Il riferimento e' da ricercare nel baratto che facevano i rigattieri. In cambio di pezze e stracci davano sapone.


‘Quanno nu’ sai fa o scarparo nu scassa o cazz’ e semmenzelle
Tipico ammonimento fatto a chi non sa fare le cose ma vuole farle o far vedere di essere in grado di farle , la semmenzelle sono i tipici chiodini usati dai calzolai, quindi, quando non sai fare il calzolaio non rompere il cazzo ai chiodini.


Chiacchiere e tabbacchere e lignammo o' banco e napoli nu ne impegna
Chiacchiere e tabacchiere di legno non valgono nulla e il banco di Napoli non le prende in pegno: si usa per nettere a tacere chi sta facendo discorsi inutili


Me stai dann’tutta carta e musica e suono e valanza
Letteralmente mi stai vendendo tutta carta da musica e suono di bilancia, molte volta nei mercati napoletani si usava incartare gli alimenti in fogli di carta da musica ( e non so per quale oscuro motivo forse essendo più spessi contribuivano ad aumentare il peso) peso tra l’altro mai certo perché usando i venditori le bilance a mano per gli acquirenti il peso era un fatto del tutto aleatorio.


Quanno li frii sienti l’odore, quando li cunti sienti i dolori
Antico aneddoto riferito a un pescivendolo che vendeva pesce marcio e a un frate che pagava con moneta falsa, tipico di chi si sta truffando a vicenda nell letterale " quando li friggi sentirai che odore,quando farai i conti sentirai che pianti"








Meditate gente, meditate . . .

  e soprattutto studiate,

che Maria vi interroga  ah ah ah

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