martedì 6 settembre 2011

Cresce il fenomeno dei geosocial-network.- da LIBERLVOX


Dove si trovano i miei amici? Quale buon ristorante posso trovare in zona? In quale negozio posso fare shopping risparmiando? A queste e tante altre rispondono oggi i geo social network, servizi in grado di localizzare persone in tempo reale utilizzando le coordinate geografiche (latitudine e longitudine). Il costo accessibile degli smartphone, con funzionalità GPS incorportate, ha decretato il successo dei geo social network. Scopriamo quali sono e come funzionano questi social network. In principio fu Dodgeball comprato e poi trasformato da Google in Latitude, poi vennero Loopt e Brightkite, ma per un pò di tempo ad usufruire della possibilità di indicare agli altri la propria posizione geospaziale (in gergo check-in) è stato un ristretto gruppo di early adopter. Oggi Gowalla (oltre 150.000 utenti) e Foursquare (oltre 600.000 utenti), creato da Dennis Crowley, già artefice di Dodgeball, provano ad uscire dalla nicchia dei geek, ponendosi all’incrocio tra guida turistica user generated e gioco sociale (sono anche chiamati locative social games). Qui infatti gli utenti sono stimolati a segnalare i luoghi visitati, offrendo consigli ai futuri visitatori, da un complesso e misterioso sistema di premi virtuali (badge). In alcuni casi ai più attivi viene assegnato un livello di permessi superiore a quello degli altri (es. la possibilità di cancellare segnalazioni fasulle). La leva premiale diventa anche un nuovo elemento di marketing per quelle aziende che hanno una presenza sul territorio, come Starbucks, che decidono di offrire un badge personalizzato o un dono reale agli avventori/promotori più fedeli. Infine è interessante riflettere su come il concetto di “amicizia” nei geo social network assuma un significato nuovo: è amico colui che viene abilitato a conoscere la nostra posizione geografica. L’elemento del gioco, unito alla crescente disponibilità di dispositivi mobili con GPS, potrebbe spingere l’utilizzo di questi nuovi servizi, ma cosa accadrà quando Facebook darà la possibilità di comunicare la propria posizione geospaziale ai suoi 400 milioni di utenti ? Come cambierà il nostro concetto di privacy ? …intanto per sbirciare dove sono stati i vostri amici vi suggerisco Check in Mania .
Da 0 a 10 milioni di utenti in 2 anni. A questa velocità corre il fenomeno dei geosocial-network, almeno osservando i dati diffusi da Foursquare che, alle soglie di quella che sembra prefigurarsi come una rivoluzione location-based, si assesta ancora come il servizio più gettonato (c’è anche chi si è fatto tatuare il simbolo dell’avvenuto check-in sul polso). A marzo, 4sq aveva lanciato la versione 3.0 del servizio, che consentiva all’utente, tra le altre cose, di conoscere luoghi di possibile interesse a seconda della cronologia dei suoi check-in. Nell’ambito di un’incessante campagna di fidelizzazione dell’utente, inoltre, non passa settimana senza che Foursquare stringa nuove partnership con compagnie commerciali, aziende e enti che offrono sconti, opportunità e vantaggi in cambio di un check-in. Ma il trono di Foursquare da qualche tempo sta traballando, e non è solo colpa di Facebook Places. Abbiamo esplorato il panorama dei servizi location-based e ci siamo concentrati sui 10 servizi location-based più interessanti e promettenti, che da qualche mese a questa parte si contendono utenti a colpi di badge, sconti e check-in. Foursquare. 10 milioni di utenti, 3 milioni di check-in effettuati nel mondo ogni giorno (è ufficialmente record), se Foursquare è riuscito a tenere botta dopo la discesa in campo rutilante del colosso concorrente targato Facebook un motivo ci deve essere. Infatti ce ne sono diversi. La sua impostanzione pseudo-ludica per cominciare, con quella pioggia di badge, punti esperienza (si fa per dire) e mayorships. E poi il suo sapiente equilibrio tra semplicità d’uso, hype (si pensi che il sindaco di New York, Michael Bloomberg, è anche il mayor ufficiale del suo municipio su foursquare) e abbondanza di dettagli. C’è pure chi l’ha scelto come protagonista di un cortometraggio noir (vedere video). Recentemente, Foursquare ha stretto una partnership con American Express per offrire sconti location-based. Google Latitude. Prima ancora che Foursquare raggiungesse l’asticella dei 10 milioni, un altro servizio di geolocalizzazione aveva già raggiunto la soglia dei 7 zeri. Si tratta di Google Latitude che, a due anni dal suo lancio, conta ormai 10 milioni di utenti attivi. In principio c’era un servizio di geolocalizzazione chiamato Dodgeball, che nel 2005 è stato poi acquisito da Google per diventare l’embrione di quello che poi nel 2009 sarebbe diventato Latitude. Nonostante la mancanza di componenti ludiche (badge, mayorships etc.), nonostante le preoccupazioni sulla privacy che Google non manca mai di sollevare, negli ultimi due anni Latitude ha attratto milioni di utenti (grazie anche all’integrazione con Maps), e di brand interessati a sfruttarne le potenzialità di marketing. Lo scorso febbraio, poi, sono stati introdotti anche i check-in, l’attacco a 4sq e Places è stato ormai lanciato. In due anni, la start-up fondata da Seth Priebatsch ha raccolto più di 1 milione e mezzo di utenti, può contare su un database di più di 380.000 luoghi (grazie a una partnership con Google). L’applicazione è stata sfruttata da più di 1000 brand (tra cui Coca-Cola e Hp) per organizzare campagne local-based. Gowalla. Nato nel 2009, Gowalla oggi detiene una fetta marginale di utenza rispetto a 4sq e Places. Come Foursquare, anche Gowalla vanta una serie di componenti ludiche trasformandosi in una sorta di passaporto virtuale, con la possibilità di ricevere timbri che attestino i viaggi da te compiuti, un po’ come quelli che tappezzano i documenti dei grandi viaggiatori. Altro elemento interessante sono i Trips, una serie di “itinerari” ufficiali da percorrere per ottenere spillette (Pins) e premi virtuali, si va dagli itinerari ufficiali indicati dal National Geographic a tour per i pub della città ottimi per serate abrasive all’insegna dell’alcol come il London Pub’s Crawl. Una ricerca condotta tra gli universitari americani ha rivelato che solo l’1% dei check-in viene fatto tramite Gowalla. A partire dal lancio dell’applicazione per iPhone 4 (dicembre 2010) e per android (marzo 2011) Gowalla permette di integrare i check-in di Facebook e Foursquare. Pochi giorni fa, tuttavia, Gowalla ha bruciato Foursquare sul traguardo lanciando per prima una app dedicata per Windows 7. Brightkite. Fondato nel 2007 da Brady Becker, Martin May e Alan Seideman, Brightkite è considerato uno dei geolocal-network più a rischio, dopo l’arrivo di Facebook Places. Dalla sua fondazione, il servizio è riuscito ad aggregare fino a 2 milioni di utenti attivi mensili. Lo scorso dicembre, la compagnia ha dichiarato che sempre minore attenzione verrà data ai check-in (ormai presenti in decine di altre applicazione) per concentrarsi sul group-texting e, se possibile, diventare “ l’applicazione default di text messaging per tutti i telefoni.” Facebook Places. Qualcuno ha ironizzato sul fatto che se Foursquare stappava champagne per festeggiare i suoi 10 milioni di utenti, il diretto concorrente di Facebook già pochi mesi dopo il lancio aveva contato che almeno 30 milioni di utenti si erano avvalsi del suo servizio. Ma stando ai dati raccolti da SocialBaker (Facebook ancora non rilascia dati ufficiali su Places) i check-in che vengono fatti ogni giorno non superano gli 1,8 milioni, contro i solidi 3 milioni al giorno vantati da Foursquare. In Italia, in particolare, il numero di utenti che fanno check-in ogni giorno è decisamente ridotto, con 15.000 check-in giornalieri (in Germania sono 40.000), perlopiù effettuati in aeroporti, stazioni (Malpensa e Milano centrale) e discoteche. Gli analisti prevedono che, dato l’enorme bacino potenziale di utenza su cui può contare il social-network di Zuckerberg, presto il numero degli utenti e dei check-in surclasserà 4sq. Ma dai piani alti della concorrenza si dichiarano tranquilli: a marzo Dennis Crowley aveva spiegato che, in realtà, i due servizi non sono esattamente rivali, dal momento che 4sq è più orientato a stimolare attività offline e la componente ludica, mentre Facebook punta più sulla condivisione di contenuti geo-taggati. Loopt. Dal momento lancio della app dedicata per mobile ad oggi, la compagnia di Mountain View ha raggiunto i 4 milioni di utenti attivi. Loopt è una piattaforma geolocal che sfrutta come punto di forza la possibilità di individuare con facilità i propri contatti sulla mappa GPS e di recensire nel dettaglio i posti che si frequentano. Da qualche mese Loopt ha lanciato un nuovo servizio, chiamato Loopt-Qs, un sistema semplificato per valutare ristoranti, bar, palestre, cinema etc... Se spesso per capire quanto sia affidabile un servizio devi sfrondare decine di lunghissime recensioni, Loopt ti offre la possibilità di dare un voto a ogni singola caratteristica del posto in questione (ad esempio: la disponibilità di posti in un ristorante, la qualità del cibo, il miglior drink da ordinare). Socialight. Da una sua costola è nato Foursquare (il co-fondatore Naveen Selvadurai era Lead Architect di Socialight). Oggi, questo servizio si è allontanato dal modello originale per virare verso una piattaforma per la produzione e la condivisione di contenuti location-based. Con Socialight è possibile creare app personali e community per condividere informazioni e consigli relativi a uno specifico argomento (ad esempio, i posti più sicuri dove portare i figli a giocare), con l’obbiettivo di spostare l’attenzione dai luoghi alle persone che più spesso li visitano. Gbanga. Gbanga è uno dei primi esempi funzionanti di piattaforma per il geolocal-gaming. L’applicazione propone una serie di giochi a tema che richiedono di spostarsi in vari punti di una città per raccogliere oggetti virtuali che possono dare accesso a premi e sconti. I giochi possono avere finalità educative, come nel caso di Zooh, un gioco location-based lanciato in collaborazione con lo zoo di Zurigo nel 2009, che ha portato migliaia di utenti a girare la città in cerca di animali virtuali fuggiti. Ma possono avere anche finalità di puro intrattenimento, come nel caso di Famiglia, una specie di versione geolocal di un videogame di mafia, in cui devi prendere possesso della città setacciando diversi locali malfamati (in realtà bar normalissimi). The Hotlist. Sono le 22 di venerdì sera e ancora non sai cosa fare. Panico: la prossima mezz’ora la passerai a setacciare la montagna di inviti a eventi Facebook in cerca di qualcosa che sia minimamente divertente vicino a casa tua. Ecco, se avessi Hotlist (e se Hotlist fosse diffuso quanto Facebook) ti basterebbe accedere alla mappa dell’App e vedere in una sola schermata quali eventi sono in programma nei prossimi giorni e dove. Lanciata nel novembre del 2009 a New York, da due ragazzi frustrati da diversi venerdì come quello sopracitato, la app theHotlist permette di sapere dove sono stati i tuoi amici, dove sono e dove saranno. Non solo, ti permette di organizzare una lista di eventi “papabili” a seconda dei gusti e degli amici con cui preferisci ingollare birre, ma anche di sapere in quali posti ci sono più ragazze (funzionalità chiave di altre app come questa) e di conoscere dettagli su oltre 1,2 milioni di locali in 86 città. TheHotlist è arrivato a contare 160.000 utenti, ma grazie all’integrazione con Facebook questo numero è destinato a salire. Man mano che il fenomeno geolocal si espande spuntano fuori nuove app e nuove reti sempre più specializzati. Basti fare l’esempio di Epic Mix, una app pensata appositamente per diffondere i check-in sulle piste da sci: con Epic Mix puoi registrare nuovi tracciati, individuare quali contatti stanno scendendo dal tuo stesso lato della montagna in un preciso momento, sbloccare pins e trofei che, a seconda della pista da sci, possono darti diritto a sconti e, soprattutto, utilizzare il tuo smartphone come uno ski-pass. È poi interessante citare il caso di Geomium, un servizio lanciato lo scorso settembre nel Regno Unito, che ha la particolarità di aggregare contenuti da altre piattaforme come Yelp!, Qype e Eventful. Ci sono poi le app dedicate alla creazione di mappe come Tagzania, o alla condivisione di foto location based come la spagnola Panoramio. Sul versante geolocal-games, poi, è interessante il caso di Wherigo, un servizio ancora in versione beta che consente di creare e scegliere delle missioni (chiamate cartridge, come le cartucce dei videogame anni ’80) basate sull’esplorazione e la conoscenza di un determinato luogo.
 
Annamaria... a dopo

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