venerdì 21 gennaio 2011

Donne alla gogna nelle pubblicità

Dal lato B per vendere moto. Alle ginocchia per far comperare vodka. Spot e manifesti che usano le donne. Un sito pubblica il catalogo dei peggiori del mondo

Vorrebbero essere irriverenti e provocatori, ma in realtà risultano soltanto volgari e sessisti. Sono quegli spot che da anni inondano tv e riviste e che hanno sempre le stesse protagoniste: belle donne, spesso nude e sottomesse, usate per promuovere i prodotti più disparati. Il sitoweb francese Minutebuzz dedica un lungo reportage alle pubblicità che mercificano il corpo delle donne e stila la classifica degli spot più sessisti della storia.
DONNE E MOTORI – La prima réclame segnalata dal sitoweb francese è stata promossa dall’Aprilia in Spagna. Coniugare donne e motori è una tecnica antica che sembra non passare mai di moda. In questo caso l’azienda italiana aveva deciso di ridurre la taglia delle sue moto e così di seguito anche quella dei sellini. La “grande svolta” è stata raccontata nel seguente modo in un manifesto: Primo piano del lato B di una donna, nuda. Alle sue spalle un uomo in procinto di misurare “quella parte”. Lo slogan è eloquente: «Da oggi taglie più piccole».

CRAVATTE A DOPPIO SENSO - Dalle moto allo stile, il cattivo gusto non cambia. I grandi magazzini britannici Harvey Nichols, per esempio, si sono promossi così. Sul cartellone promozionale compaiono due assi cartesiani: utilizzati per dimostrare “scientificamente” la (antica) teoria secondo cui le donne per apparire belle devono imparare a soffrire. «Solo indossando tacchi molto alti -dichiara lo spot – le donne potranno conquistare uomini belli. Invece indossando scarpe basse o pantofole, riusciranno a sedurre solo uomini brutti e grassi». La terza pubblicità in rassegna è molto violenta. Per promuovere i capi del nuovo negozio nel quartiere Nolita a New York, la griffe Duncan Quinn ha concepito uno spot dove si vede un uomo che strangola una donna con una cravatta del marchio americano.

IL PIACERE DELLA VODKA E’ MASO - In rassegna anche uno spot poco riuscito della Bmw. Lo scopo era quello di promuovere auto di seconda mano della nota casa automobilistica tedesca. Sul manifesto appare una ragazza molto carina e lo slogan: «Una Bmw di seconda mano è come una bella donna. Tu sai che non sei il primo, ma comunque provi piacere». Il catalogo di minutebuzz prosegue con lo spot che reclamizza la bevanda ceca Fernet Stock: un uomo stanco di ascoltare la fidanzata, apre il tappo che si trova sulle spalle della ragazza. Morale: la sgonfia come fosse un palloncino. La pubblità della Vodka bulgara Flirt appare ancora più volgare: la donna protagonista è palesemente raffigurata come oggetto sessuale, felicemente sottomessa e soddisfatta. Sul manifesto una bella ragazza, raffigurata con le ginocchia ferite. E lo spot recita: «Donne, il vostro uomo vi costringe a inginocchiarvi? Riportate al vostro rivenditore una cassa di bottiglie vuote di Vodka Flirt e vi regaleremo delle ginocchiere, così la prossima volta che vi chinate, non vi farete del male».

LE BIONDE - Anche chi diffonde cultura non è esente da spot sessisti. È il caso di Tzomet Sefarim, una delle più grandi librerie israeliane. Per promuovere la giornata della lettura, qualche anno fa ideò questo spot: «Oggi tutti possono leggere. Anche le bionde». Continuando tra gli “orrori” della pubblicità segue quella di una birra a basso contenuto alcolico. La rappresenta una ragazzina con un grosso seno. Il messaggio non è chiarissimo ma perentorio: «Con un così basso contenuto alcolico, domani non potrai trovare scuse».

DOPPI SENSI - Più esplicita è la pubblicità di Imedeen, marchio svedese che vende “nutri-cosmetici”, integratori alimentari la cui finalità è migliorare l’estetica fisica. Come al solito la protagonista è una bella ragazza. Sul manifesto campeggia lo slogan a effetto: «Il segreto della mia bellissima pelle? Io ingoio». Maligno anche se meno volgare, l’uso del corpo femminile sull’edizione tedesca di Men’s Health, una delle riviste maschili più famose al mondo. Qui la donna in questione è fotografata in palestra, dichiaratamente distrutta dall’attività fisica. A commento la didascalia avverte: «Se lei fa dello sport, è solo per piacere a voi, uomini». Donne calpestate in nome del commercio. Dacrom, marchio di un filato ottenuto da polimeri che lo rendono resistente all’umidità, va ben oltre la metafora. Nella sua pubblicità mette una donna che non ha neppure più il corpo. È direttamente una pelle-tappeto, modello tigre appiattita sul pavimento. femminile solo per la testa di donna su cui poggiano piedi e calzoni maschile. Il pay-off recita: «È piacevole avere una donna in casa».

Fonte - Corsera -

  Penso che le cattive pubblicità si puniscono da sole quando il prodotto non vende. Io sono molto autoironica ma quando si esagera... sono ben poche le reclame  con i maschi che fanno lo zerbino per avere una caramella da una donna o  che fanno il maggiordomo, sempre di una donna, con il solo grembiulino addosso.


Annamaria... a dopo

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