«E un paradosso, un                                     avvenimento surreale,                                     Facebook ha disattivato un                                     gruppo nato spontaneamente                                     per segnalare pagine on                                     line razziste». A                                     parlare è                                     Massimiliano Monnanni,                                     direttore Ufficio                                     Nazionale                                     Antidiscriminazioni                                     Razziali del Ministero per                                     le Pari Opportunità                                     (Unar).                                     «Il tutto - prosegue                                     Monnanni - proprio il                                     giorno in cui si è                                     aperta la VI                                     settimana contro il                                     razzismo promossa                                     dall'Unar in tutta                                     Italia». 
Il paradosso è                                     questo: il 15 marzo                                     gli amministratori della                                     pagina Basta                                     al razzismo su                                     Facebook, nata per                                     segnalare messaggi                                     discriminatori, hanno                                     trovato il loro account                                     disattivati. In pratica i                                     ragazzi che gestiscono il                                     gruppo (36mila le                                     adesioni) sono stati                                     disabilitati dagli                                     amministratori del social                                     network. E spiegano che                                     probabilmente i loro                                     detrattori hanno                                     organizzato unazione di                                     massa contro di loro,                                     segnalando come                                     inopportune le pagine che                                     gestivano, quelle che                                     hanno contribuito a far                                     chiudere gruppi che                                     esaltavano il terremoto ad                                     Haiti, che volevano fuori                                     i rom dallItalia, che                                     istigavano alla violenza                                     contro gli stranieri.
«Dopo aver                                     letto il                                     vostro articolo sul                                     Messaggero.it ci                                     siamo subito                                     attivati, il                                     gruppo deve essere                                     tempestivamente                                     ripristinato dagli                                     amministratori di Facebook  spiega Monnanni                                      contatteremo gli                                     amministratori del gruppo                                     Basta                                     con il razismo su                                     Facebook per capire                                     cosa è                                     successo».                                     Soddisfazione da parte di                                     Alessandro Pomponi, uno                                     degli amministratori della                                     pagina censurata                                     «ma  spiega                                     Alessandro, romano, 41                                     anni  vorremmo che                                     l'ufficio del ministero                                     delle Pari                                     Opportuntà vada                                     fino in fondo alla                                     questione e cerchi, avendo                                     più mezzi di noi,                                     di contattare direttamente                                     Facebook». 
Perché dal                                     social network intanto                                     non c'è stata                                     nessuna risposta                                     alle migliaia di e-mail                                     inviate per protestare                                     contro la chiusura del                                     gruppo. I 36mila intanto                                     hanno creato un                                     nuovo gruppo che                                     continua a registrare adesioni.
Ma una novità                                     c'è stata.                                     «Una novantina di                                     gruppi razzisti che                                     avevamo segnalato a                                     Facebook  continua                                     Alessandro  ora non sono                                     più                                     visibili». Due le                                     ipotesi: o Facebook ha                                     deciso di applicare una                                     politica più                                     restrittiva e ha deciso,                                     all'improvviso, di                                     raccogliere tutte le                                     nostre vecchie                                     segnalazioni, oppure i                                     gruppi si stanno                                     organizzando e sono                                     diventati privati, non                                     accessibili a                                     tutti». E' inoltre                                     possibile che abbiano                                     deciso di spostare i                                     gruppi e creare nuove pagine.
14enni contro rom e                                     stranieri. Intanto                                     la battaglia di Alessandro                                     prosegue. Non può                                     abbandonare un progetto                                     nato spontaneamente che lo                                     ha portato anche a                                     dialogare direttamente con                                     molte delle persone che                                     avevano creato gruppi                                     razzisti. «Molti                                     gruppi vengono creati da                                     ragazzini - racconta -                                     14enni che forse non si                                     rendono conto di quali                                     idee stessero traghettando                                     nella rete».
Ricorda il gruppo nato                                     contro l'insediamento di                                     un campo rom                                     perché spiegavano i                                     ragazzini «i rom                                     sono sporchi».                                     «Ho cercato di                                     fargli capire che si                                     trattava di persone che                                     sporcavano e che non si                                     doveva condannare                                     un'intera etnia».                                     Alessandro è invece                                     stato invece sbatto fuori                                     dal gruppo che non voleva                                     la creazione di moschee in                                     Italia sostenendo che nei                                     paesi musulmani non era                                     consentito creare chiese                                     cattoliche. «Gli ho                                     mostrato video su Youtube                                     che mostrano come in molti                                     Paesi dell'Islam sono                                     state create chiese, ma a                                     quel punto sono stato                                     cancellato dal gruppo».
«Si tratta di una                                     mancanza di cultura,                                     soprattutto tra                                     giovanissimi  afferma                                     Monnanni  e                                     l'attenzione sul web e                                     molto importante, per                                     questo chiudere quel                                     gruppo creato da persone                                     che spontaneamente si                                     aggregano per combattere                                     contro il razzismo                                     è un fatto                                     grave». 
Per combattere le forme                                     di razzismo sul web                                     Ufficio Nazionale                                     Antidiscriminazioni                                     Razziali del Ministero                                     per le Pari                                     Opportunità ha                                     creato l'11 marzo una                                     piattaforma web per                                     segnalare soprusi di ogni                                     genere. Sul sito Unar.it                                     possono inviare                                     segnalazioni le vittime ma                                     anche chi ha assistito a                                     un sopruso. «Ma                                     c'è una                                     novità - spiega                                     Monnanni  abbiamo                                     attivato anche i                                     contact center                                     attraverso il quale                                     possono essere segnalati                                     siti e blog a contenuto                                     discriminatorio e                                     creato NE.A.R. TO UNAR,                                     la prima rete giovanile                                     antirazzista che                                     opererà anche e                                     soprattutto tramite i                                     social network». Un                                     progetto che vede                                     impegnata una squadra ad                                     hoc di persone                                     appartenenti alle Acli,                                     che già gestivano                                     il numero verde (800901010).
Tra il progetto                                     dell'Unar anche la                                     creazione di campus non                                     violenza inaugurati il                                     15 marzo, giorno di                                     apertura della VI                                     Settimana contro il                                     razzismo che si                                     conluderà il 21                                     marzo. «Si tratta di                                     una rete di volontari che                                     hanno dai 18 ai 22 anni,                                     impegnati nella diffusione                                     di una cultura della                                     solidarietà e che                                     potranno essere le nostre                                     sentinelle sul territorio.                                     A breve partirà una                                     campagna di recruiting per                                     raccogliere adesioni e a                                     maggio faremo un meeting                                     per coordinare i vari                                     gruppi che verranno creati                                     sul territorio».                                     L'obiettivo è                                     quello di rendere la rete                                     permanente, fare ad                                     esempio come gli studenti                                     dell'università di                                     Bari che hanno creato www.nonviolentmag.it                                     che diffondono sul web i video allergie, filmati                                     contro le allergie verso                                     gli stranieri. Infine Unar                                     ha già firmato con                                     diverse regioni tra cui                                     l'Emilia Romagna e la                                     Sicilia un protocollo per                                     creare dei nodi sul                                     territorio collegati                                     all'Unar. Stessa proposta                                     per il Comune di Roma.
Da Facebook intanto                                     nessuna risposta. Le                                     36mila sentinelle contro                                     il razzismo sul web                                     restano senza voce.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)


 
.jpg) 
 
.jpg) 
Una brutta storia, che ci auguriamo venga chiarita in tempi fulminei.
RispondiElimina