martedì 9 febbraio 2010

STRANI PERCORSI, scritto da ENZO

Un racconto d'amore  e di rinascita  di una donna che riscopre il desiserio di amare non solo" cerebralmente "


Era il primo sabato di maggio. Giornata splendida, cielo terso.
Cinzia aprì la porta di vetro della principale libreria della città. Reparto psicologia. Adocchiò un libro, ne lesse il titolo, poi lo aprì e per aggiustarsi la borsetta, fece un gesto inconsulto: il libro le cadde. D’istinto si chinò, ma l’uomo che le era vicino fece lo stesso inchino per raccogliere il libro: la capocciata fu inevitabile.
“Oddìo, s’è fatta male, mi dispiace. Mi sono chinato come un bufalo! esclamò l’uomo.
“Anch’io mi sono chinata di colpo!” disse Cinzia massaggiandosi la fronte.
L’uomo le diede uno sguardo alla fronte: “Come va, sta bene? “
Cinzia lo rassicurò: “ Credo di sì. Voleva solo aiutarmi, lo so. Comunque, è stato gentile.”
L’uomo, con un certo imbarazzò, le lanciò lo sguardo dritto negli occhi, e le pupille marroni gli piacquero, ma girò lo sguardo altrove. Poi pensò che non era tanto bon ton fissare più del necessario il viso della donna.
“Posso chiederle il titolo del libro?”
“Certo, ecco!”
L’uomo lesse e annunciò, sorridendo: “ Ma guarda, che strana combinazione, è lo stesso che ho comprato io.” E soggiunse: “ ‘Desiderare il Desiderio’ di Willy Pasini. Eccolo. Io faccio incetta di libri, leggo molto. Compro spesso qui: è la mia libreria preferita.”
Detto ciò, tacque per un istante. Lei notò il suo sguardo espressivo, penetrante, il bianco dei capelli e la prestanza fsica; le venne da pensare: ‘mica male…. mi sembra un tipo sicuro di sé.’
Mi scusi, posso farle un complimento?” chiese l’uomo, un po’ titubante.
“Mm, sì!”
“Quel marrone delle sue pupille è stupendo!” Il tono della voce, così calda e carezzevole, la colpirono, e lei ringraziò abbozzando un sorriso.

“;Mi chiamo Claudio, celibe ostinato, con più difetti che pregi, ma instancabile lavoratore” ci tenne a chiarire.
Risero entrambi quando Cinzia aggiunse in modo serioso: “…ma anche gran capocciatore.”
“Cinzia, divorziata, due figli, sempre al lavoro, affronto la vita con dignità e impegno, ma spesso si fa molta fatica ad essere tranquilli …dentro.”
“La capisco, di questi tempi, è parecchio difficile essere tranquilli. Fece una pausa all’improvviso e disse: “So che è fuori dalle regole …direi insolito…, che ne dice di prendere, che so, un drink al bar?”
E fu così che Cinzia e Claudio presero un drink al bar.
Claudio si innamorò di lei. Improvvisamente e intensamente. Si frequentarono per circa un paio di mesi. Avevano accumulato un gran numero di telefonate, messaggi e incontri…ma, cosa strana, ogni volta che Claudio tentava un abbraccio…o un contatto
intimo, Cinzia si affrettava a contrastarlo dicendo: “Frena…frena!.” 

Un giorno, all’ennesimo rifiuto, Claudio insistette nel chiedere il motivo di tanta ostinazione nel rifiutare certe intime emozioni. E lei rivelò con riluttanza:
“Ho dovuto subire violenza da parte di mio marito.”
“Violenza? Che genere di violenza?”
“Violenza sessuale, mi costringeva.”
Claudio non se l’aspettava una tale rivelazione. Rimase in silenzio e turbato. Pensò alla remissività di lei nel subire senza reagire.
“Ormai, non c’era più armonia fra lui e me e la separazione e il successivo divorzio furono inevitabili. Nella mia vita ho trovato un altro uomo” continuò con voce rotta dal pianto. “ho avuto una lunga relazione con lui durata ben tredici anni…era irritabile e spesso diventava insolente; mi offendeva ripetendomi che ero una persona indegna: e lo lasciai.
Dopo un attimo di silenzio invocò commossa: “Claudio, aiutami, ti prego aiutami.”
“Ti aiuterò, Cinzia!” la rassicurò lui.

La strana relazione cominciò ad avere un andamento anomalo: si alternavano momenti di tranquille chiacchierate a mezzo telefono, e momenti che rivelavano suggestive atmosfere piene di tenerezze…ma sempre senza slanci di natura erotica: che non si realizzavano in alcun modo.

Passò circa un mese.

Cinzia fu sottoposta ad un intervento chirurgico, ma per un errato dosaggio dell’anestesia, rimase in coma per circa una settimana. Sara, sua amica d’infanzia e collega di lavoro, andò a trovarla all’ospedale.
Come va Cinzia?” le chiese chinandosi su di lei.
“Ho passato un brutto momento: mi hanno detto che sono stata in coma per circa una settimana. Ma, credimi, non ho avvertito alcun dolore…nulla.”
“Ti hanno detto quando ti dimetteranno?”
“Devono effettuare altri esami. Credo fra una settimana o al massimo fra una decina di giorni,”
Detto ciò, il suo viso assunse un’espressione seria.
“Sai, Sara,” mi è successo una cosa strana” cominciò a dire.
“Cosa?”
“Improvvisamente, mi sono sentita sollevata dal suolo… ero sospesa in aria …sai come un astronauta in assenza di gravità e vedevo il medico e le assistenti come operavano durante l’intervento; sempre sospesa nel vuoto e sempre volando percorrevo l’interno di un lungo cunicolo…insomma avanzavo fluttuando come in una galleria…”
“Un sogno, hai fatto un sogno…sarà stato l’effetto dell’anestesia.”
“Forse, sentivo una serenità, una deliziosa tranquillità, una pace dentro…che non ti so spiegare, Se sapessi, Sara, mi sentivo tanto bene… poi all’uscita da quella specie di tunnel …ho visto una luce di un fulgore mai visto prima…ho guardato quella luce e…non so perché…non mi accecava. Ho sentito poi una voce che diceva: “Non è ancora il tuo momento! Il tuo cuore ha bisogno di luce…devi scacciare l’ombra che ti assilla… devi tornare. Ma io non volevo perché sentivo un’ insolita pace dentro di me.”
“E’ stata l’anestesia che ti ha provocato …la complicazione!” intervenne l’amica. “Ora è tutto finito.”
Ma Cinzia insisteva: “Non mi sembrava un sogno: era tutto così chiaro, credimi, volavo in quella specie di tunnel…la luce era fortissima e quando la guardavo non mi abbagliava, non mi provocava alcun fastidio…!” Si bloccò, rimase alcuni istanti muta a guardare, dritto negli occhi, la sua amica, poi chiese, ma era quasi un’affermazione:
Sara, ho una sensazione strana…” e aggiunse, “e se avessi lasciato questo mondo per alcuni istanti!?”
“Chissà, forse quel mondo sta qui o qui!” rispose l’amica portando una mano all’altezza del cuore e poi alla tempia. Poi storse le labbra e chiese:
“Piuttosto, come va con Claudio?
Cinzia, a quella domanda, si portò l’indice al naso, diede un piccolo colpo di tosse ed ammise: “ Va e non va, in certi momenti sono in disagio con lui: litighiamo…e spesso pure…non riesco a sciogliermi.”
“Cinzia, sono la tua migliore amica?”
“Certo!”
“Allora dimmi, lui ti ama?”
“Si, mi ama, è innamorato di me!
“E tu, la verità: a che punto sei col cuore…ti senti rincretinita come lui? insistette Sara.
Cinzia si bloccò, rubò alcuni attimi e rispose bofonchiando:
“No, a volte credo di sì, altre volte, no. Non sono tanto sicura. A volte sembra il mio uomo ideale, … quando sento la sua voce io cominciò a volare…poi sopravviene qualcosa che fa svanire tutto…ti giuro…mi sento confusa…!”
“Avevo già intuito dalla pausa che hai fatto…posso dirti quello che penso?”
“Spara!”
“ Una chiacchierata con uno psicologo potrebbe esserti di grande aiuto per mettere un po’ d’ordine in quel cuore matto che ti ritrovi!” concluse Sara, sorridendole.
“Credo che tu abbia ragione: ci stavo pensando da un pò!” ammise Cinzia.

Cinzia fu dimessa una settimana dopo.
E concordò un appuntamento con uno psicologo.
Al colloquio lei rispose a tutte le domande sulla sua vita, familiare, matrimoniale, fino alla relazione anomala fra lei e Claudio. Gli eventi più significativi erano stati: i rapporti matrimoniali col marito, con le sue intemperanze di natura sessuale, il successivo rapporto di durata ultradecennale, finito male, per arrivare alla relazione anomale e inconsueta con Claudio.

“Io cercherò di aiutarla. Intanto, le premetto che lei non ha mi ha chiesto una terapia per il suo problema, ma un consiglio di terapia, il che è diverso. In un matrimonio, i due coniugi, ma anche al di fuori del matrimonio, hanno rapporti sessuali fatti d’amore, cioè con desiderio fisico e con sentimento. Ma ci deve essere sempre consenso.”
“Chiarissimo!” esclama Cinzia.
“Bene, immagini che ogni persona è fatta di due entità indissolubili, corpo e …anima.
Orbene, tutto quello che avviene nella vita viene, come dire, registrato in quella parte invisibile di ciascuno di noi. E’ la parte più delicata e importante dell’anima: un luogo segreto dove andare in pellegrinaggio, come ha detto un collega scrittore. Io personalmente lo chiamo ‘scrigno’, in cui albergano luci ed ombre. Dietro una facciata di famiglia normale c’è un uomo che le ha usato violenze sessuali, cioè le ha creato delle ombre e lei quegli abusi li ha subiti…senza reagire o forse non ha potuto o saputo ribellarsi. Suo marito l'ha lacerata dentro. L’ha usata come uno strumento per soddisfare i suoi bisogni in modo animalesco.”
Cinzia ascoltava immobile le spiegazioni dello psicologo, non riusciva nemmeno ad annuire. Nella sua mente risentiva e riviveva i drammatici momenti del passato.
“Lei quindi” prosegue lo psicologo “ha un contrasto interiore, il desiderio erotico nasce in lei, si avvia, ma scatta un altro meccanismo, il ricordo della violenza la blocca; la sua libido si distrae, si sposta e resta prigioniera del brutto passato.”
“E’ proprio così, non riesco a superare questa barriera!” ammette lei.
“…e lei, non avendo più rapporti sessuali di coppia, si rivolge a momenti di autoerotismo.”
Cinzia sentiva il cuore che la percuoteva, respirò profondamente e implorò:
“Dottore, mi aiuti, mi dica lei…ho bisogno di amare. Ho un uomo che mi ama e voglio amare anch’io, ho bisogno di lui.”
Lo psicologo la guardò a lungo e le disse a mani giunte:
“Io le dò il mio aiuto, ma lei deve tirar via tutta la grinta che ha, deve mandar via quella bestia che le impedisce di liberare la forza di amare. Vedrà che le ritornerà il desiderio di desiderare.”
“Mi dica, dottore!” invocò Cinzia.
“Quando le appaiono le immagini brutte del passato, le scacci, e con tutta la forza che ha, si concentri sul presente pensando al suo Claudio, e nel percorso che potrà avere con lui.”


La notte stessa sognò. E quel sogno, oltre a turbarla, fu una salutare rivelazione.
Vide in una chiesa il suo corpo esanime in ginocchio, su uno scanno; un braccio le pendeva al suo fianco sinistro; il braccio destro era tutto proteso in direzione della Madonna, come una richiesta di aiuto.

La mattina seguente si svegliò, si stiracchiò ben bene; tutta distesa sul letto si ricordò del sogno, e decisa, annunciò:
“Madonna mia, ti ringrazio. Solo Tu potevi fare il miracolo...eh sì...ora ti chiamo, tesoro mio.”
Erano le 7.00. Claudio stava ancora dormendo. Sobbalzò al primo squillo del telefono.
“Pronto?”
“Ciao,dormiglione, ancora a letto?”
“Pronto,ah sei tu…” bofonchia Claudio dall’altra parte del telefono. “Ciao!”
“Si, sono io, la tua bamboccia!”
“Cosa c’è? è andata a fuoco la casa? un terremoto?
“Sono andata a fuoco io… proprio a causa di un terremoto!” annunciò lei, con tono amorevole.
“Secondo me, non stai tanto bene: misurati la febbre...” scherzò lui dopo aver visto l’ora. “ Mi vieni a parlare di…fuoco…terremoto…” Poi fece una pausa:
“Insomma, Ci, mi spieghi, con calma, che hai… stamattina? Cos’è questa storia del fuoco e del terremoto.”
“Sono andato a fuoco io…finalmente…proprio a causa di un terremoto…ho superato una barriera che ritenevo insormontabile...perchè ti amo col cuore, con l’anima e anche col cervello, essendo ‘una cerebrale’, come tu mi qualifichi sempre.”
Claudio, frastornato e incredulo da quell’insolito discorso, con tono scherzoso, chiese:
“Vediamo, mi stai dicendo che da donna cerebrale sei diventata donna cardiaca? è così?”
Cinzia cominciò a piangere e mentre il silenzio accoglieva i suoi sussulti e le sue lacrime, sussurrò con voce soffocata:
“La cena... sarà servita...alle 8.00, ed io sarò felice di amarti…prima…durante e…specialmente dopo!”.
“Sarò puntuale!”
“Ed io cardiaca!
Risero entrambi. Cinzia tirò su di naso; chiuse il telefono e sentenziò:
“E’ nuovo, ho un cuore nuovo e questo è davvero un giorno nuovo per me.” E continuò a borbottare…”…un cuore nuovo…un cuore nuovo” e con lo sguardo nel vuoto e un’insolito sorriso sulle labbra, imboccò l’angusto ingresso della cucina.


ENZO

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