martedì 12 gennaio 2010

ITALIA PAESE PIU' LONGEVO D'EUROPA

http://www.mondodelgusto.it/wp-content/uploads/2008/02/suonando_il_mandolino_cm_70x80.jpgIstat, italiani più longevi e sani d'Europa ma 1 donna su 2 non lavora
Centoquarantatrè anziani ogni 100 giovani: è l'indice di vecchiaia in Italia, che colloca il nostro paese al secondo posto in Europa, preceduto solo dalla Germania. Il dato, aggiornato al primo gennaio 2009, è stato reso noto dall'Istat nel suo volume "Noi Italia", presentato oggi. Secondo i dati, la regione più anziana è la Liguria mentre la più giovane la Campania.
Italia Paese più longevo - Se quindi l'Italia è agli ultimi posti in Europa per natalità, è ai primi per longevità. Nel 2008, dice il rapporto, il tasso di natalità, 9,6 nati per mille abitanti, é tra i più bassi a livello comunitario mentre il tasso di mortalità 9,8 per mille, è prossimo a quello medio europeo. Con una vita media di 84 anni per le donne e di 79 anni per gli uomini, gli italiani sono ai primi posti nell'Unione Europea per longevità.
Solo 1,41 figli per donna - L'Italia si colloca tra i paesi a bassa fecondità, con 1,41 figli per donna nel 2008: si tratta comunque del livello più alto registrato negli ultimi dieci anni e va attribuito soprattutto alla componente straniera. Con quasi il 12% dei circa 500 milioni di abitanti dell'Unione Europea, l'Italia è il quarto paese per dimensione demografica. L'Istat conferma che a partire dal 2001 la popolazione ha ripreso a crescere dello 0,7% l'anno, per effetto della crescita delle nascite ma, soprattutto, dell'immigrazione. Si celebrano 4,2 matrimoni ogni mille abitanti, più al sud che al nord. L'Italia e l'Irlanda sono i paesi Ue con la più bassa incidenza dei divorzi (8 ogni diecimila abitanti), anche se dal 2000 i divorzi in Italia sono aumentati del 35%.
La metà delle donne non lavora - La bassa natalità va di pari passo con il basso tasso di occupazione femminile, uno dei peggiori in Europa. Nel mercato del lavoro "permangono notevoli differenze di genere: le donne occupate sono il 47,2% della popolazione di riferimento, gli uomini il 70,3%". E' quanto evidenzia l'Istat nel dossier statistico presentato oggi che mette in luce anche che "nel Mezzogiorno quasi un lavoratore su cinque può essere considerato irregolare". I dati sono del 2008, anno in cui è cominciata la crisi in Italia, infatti "il tasso di occupazione ha segnato una battuta d'arresto dopo un lungo periodo di crescita" mentre "per la prima volta dopo oltre un decennio la disoccupazione è tornata ad aumentare".
http://www.focus.it/Community/cs/photos/solidarieta/images/268501/527x339.aspx

Quattordici lavoratori su 100 nella Pubblica amministrazione - Il settore pubblico italiano rappresentava nel 2008 il 14,4% della forza lavoro impiegata, poco più di un punto percentuale in meno rispetto al 2000. Nel dossier l'Istat aggiunge che "questo valore colloca il nostro paese nella parte bassa della graduatoria europea (ventitreesimo posto)". Un'Italia che produce poco quindi e che produce più al Nord che al Sud.
Il Sud produce poco - Nella produzione di ricchezza, infatti, resta il divario tra Sud e Centro-Nord nella produzione di ricchezza ed emerge soprattutto "l'insufficienza della produzione del Mezzogiorno, dove tutte le regioni sono costrette ad importare beni e servizi a sostegno di consumi ed investimenti per una quota del Pil spesso superiore a 20 punti percentuali". Nel periodo tra il 2000 ed il 2008 "la produttività nazionale per occupato, storicamente simile a quella della Francia, nel confronto europeo ha visto il nostro paese perdere terreno".
L'impresa resta micro - La dimensione media delle imprese italiane resta molto piccola: circa 4 addetti per impresa e in Europa "superiore nel 2007 soltanto a quella di Portogallo e Grecia". Lo evidenzia l'Istat aggiungendo che ci sono 66 imprese ogni mille abitanti, "valore tra i più elevati in Europa", e che il tasso di imprenditorialità è pari al 32,2%, "valore quasi triplo rispetto alla media europea".
http://www.radio.rai.it/radiorai/online/ev_images/human_races14.jpg

Immigrati: 40mila diventano italiani - Le concessioni di cittadinanza italiana agli immigrati sono state nel 2008 poco meno di 40mila: lo rende noto l'Istat nel volume "Noi Italia" presentato stamani. Il dato, sottolinea l'istituto, risulta in crescita contenuta rispetto al 2007, dopo un forte incremento registrato nel 2006. I cittadini stranieri in possesso di un valido permesso di soggiorno erano nel 2007 poco più di due milioni, mentre, al primo gennaio 2009 la popolazione residente straniera era di questi quattro milioni di persone, il 6,5% della popolazione residente in Italia, quasi il doppio rispetto al 2001. Circa il 51% degli stranieri possiede un titolo di studio fino alla licenza media, il 38,4% ha un diploma di scuola superiore e il 10,5% una laurea.

Anche il ballo aiuta a rimanere giovani!guardate questo video...







Annamaria... a dopo


1 commento:

  1. Ahi le statistiche, guai se non ci fossero ma guai anche a darvi troppo credito.

    RispondiElimina