Il pericolo, purtroppo, è anche fuori casa, soprattutto nelle strade con tutta questa gioventù insofferente alle regole. Sempre prigionieri di questi benedetti ma anche maledetti telefonini. Mentre attraversano la strada dove non si deve, guidando ubriachi e drogati (recentemente a Roma due sedicenni sono morte) Una società allo sbando dove si è perso il valore della vita e della legalità. Arricchirsi con pochi sacrifici magari portando nel proprio zainetto cifre astronomiche per spacciare droga e ammazzando un ragazzo senza pietà (è successo recentemente a Roma).
Soldi, droga, mafia ( sempre recentemente c è stata una retata ma i media non ne parlano).
Politici e professionisti corrotti, ladri che ogni giorno si espongono con il loro faccione a farci prediche in tv e su internet). Dall alto dei loro mega guadagni! Poi a Milano, Milano eh? La città ritenuta al primo posto, per qualità della vita. La città che doveva realizzare il villaggio natalizio più grande d Europa e che doveva essere il fiore all occhiello per la città è stato un flop, un disastro e gli organizzatori hanno dato la colpa alla pioggia! Si alla pioggia! Omettendo che ci sono stati dei sequestri perché non a norma sicurezza degli operai che lavoravano in situazioni pericolose. Nessuno o pochi si prendono più responsabilità dei propri errori, del loro essere violenti e bugiardi. Mariti che ammazzano mogli e amanti. Anche incinte.
E come se niente fosse vanno a fare colazione e dal barbiere subito dopo (è successo a Palermo). Insomma una società falsa scoraggiante dove non puoi più fidarti del vicino di casa, dei componenti della famiglia. Esiste solo un valore: i soldi! Anche nelle separazioni di coppie non emerge quasi mai che molti delitti vengono commessi anche per il denaro. I soldi facili grazie a qualche foto sui social, i soldi facili spacciando droga, rubando ai poveri, prendendo o donando mazzette per ottenere facili guadagni, come alcune aziende, anche statali. Insomma l elenco sarebbe lungo. Viviamo una società malata dove un ingegnere muore misteriosamente dopo aver scoperto che la propria azienda sta operando a discapito della salute dei cittadini. Succede anche questo : l' onesto deve essere allontanato. Tornando al Natale direi basta far credere ai bambini che i regali li porta babbo natale. Non illudiamoli sapendo che prima o poi, più prima che poi, scopriranno la verità. E prenderanno la loro più grande e precoce delusione. Diamo merito ai nonni ai genitori agli zii che anche in situazioni precarie economiche rinunciano a qualcosa pur di vedere felici i bambini quando apriranno i regali che hanno chiesto, sotto l albero. Perché dare merito a qualcuno che non esiste? Mi fermo qui. Scusate e comunque sia buon natale a tutti con un pizzico di nostalgia di quando a Natale il massimo dei regali per i piccoli erano un paio di scarpe nuove e i dolcetti fatti in casa. Non esistono più quei tempi. Però, può tornare di moda l' umanità perché con l' umanità migliora l' umore.
C’è tanto bisogno di fare del bene, per essere migliori e più forti. Viviamo in un periodo in cui circolano troppe cose negative, dispregiative, falsità, insulti, disonestà, corruzione, evasione fiscale, mafie e voglia di avere al comando un uomo forte. Tutta questa decadenza civile, culturale, sociale e caduta dei valori umani, si può superare e migliorare con la responsabilità e l’impegno di tutti i cittadini.
1) Recuperando i valori umani , di onestà, sincerità, verità, ospitalità, giustizia sociale, condivisione, solidarietà e rispetto della dignità di ogni persona. 2) C’è bisogno di un’informazione, educazione e formazione culturale positiva, di alta civiltà, partendo dalle scuole, istituzioni, mezzi di informazione, parrocchie e associazioni. 3) C’è bisogno che le istituzioni a ogni livello, sia centrale, regionale e comunale, che diano il buon esempio, correttezza, di ascolto e rispetto dei cittadini, praticare e lavorare per il bene comune, mettersi veramente al servizio dei cittadini, della comunità, con particolare attenzione alle persone più deboli, ai più bisognosi, promuovere e gestire con efficacia ed efficienza i servizi, di assistenza, previdenza e della sanità, con maggiore impegno perché siano sempre migliori. 4) C’è bisogno che i partiti e movimenti politici, promuovano confronti, tra le varie componenti, dentro un dialogo aperto costruttivo, civile e rispettoso dell’altro, per costruire programmi, progetti per dare soluzione efficienti ai problemi e per raggiungere obiettivi di buona convivenza e benessere per tutti i cittadini. Vorrei dire ad alcuni personaggi politici, che non serve essere sempre in campagna elettorale , seminare delle cose negative e predicare i problemi, a questi politici dico che i problemi vanno risolti non solo predicati, bisogna praticare di più la responsabilità, la collaborazione, il rispetto, cercare sempre un confronto civile, per cercare di trovare le soluzioni migliori ai problemi della gente e del paese. 5) Noi cittadini, dobbiamo essere tutti più responsabili, partecipare di più nelle istituzioni, nelle associazioni di volontariato, nei sindacati, nelle parrocchie ed essere veramente protagonisti nella società. La democrazia si arricchisce si rafforza se ognuno di noi partecipa e si prende delle responsabilità, non c’è proprio bisogno dell’uomo forte al potere, c’è bisogno di cittadini e classe dirigenti forti, di alta civiltà, culturale, sociale, piena di valori veri, di verità, onestà e di rispetto abbiamo bisogno di dirigenti competenti, che si mettono al servizio dei cittadini, per il bene comune e di tutta la comunità. 6) Noi tutti dobbiamo contribuire che questo avvenga, scegliendo una classe dirigente all’altezza per risolvere i problemi, poi ancora ognuno di noi, essere propositivi, positivi, comportarsi bene e fare del bene, essere migliori se vogliamo raggiungere l’obiettivo di una società più giusta e una comunità più unita e forte, poi assieme alla classe dirigente contribuire a raggiungere l’obiettivo di un paese di alta cultura civile, sociale e umana. 7) Cari cittadini fare del bene, essere migliori e più forti conviene, iniziamo da ora con piccole azioni, gesti, alle falsità rispondere con la verità, alla rabbia rispondere con un sorriso, all’ odio rispondere con l’ironia e umorismo, alla violenza verbale rispondere con la gentilezza, alla paura rispondere con la serenità, agli spintoni rispondere con un abbraccio. 8) Volendosi bene si impara l’amore, quello che diffonde la bellezza dell’amicizia, nella società, nel paese e nel mondo. Francesco Lena
Ci sono patologie che limitano la vita di relazione : diabete, celiachia, ipertensione, tanto per fare qualche nome, necessitano di un’alimentazione differenziata e perciò compromettono la libertà di partecipare serenamente ad una colazione di lavoro, una cena romantica, una rimpatriata fra ex compagni di scuola. Eppure basterebbe così poco a rimuovere le barriere alimentari; anche più ristoranti potrebbero impegnarsi per offrire alla clientela,oltre ai piatti convenzionali, dei menu tematici,studiati per ogni singola patologia da specialisti del settore. C’è già un’associazione di farmacisti e ristoratori impegnati perché ciascun diabetico, iperteso, celiaco, ipoglicemico, insomma chiunque possa dire : “Qui posso mangiare anch’io” .
Nel frattempo possiamo imparare a conoscere meglio gli alimenti, individuando quelli più adatti alle particolari esigenze nutrizionali, ma soprattutto limitando quelli che favorirebbero maggior danni alla nostra salute. Cominciamo col chiarire un concetto particolarmente importante per i soggetti diabetici : l’Indice Glicemico (I.G.). L’ I.G. è un indicatore che ci permette di scegliere un’alimentazione che fornisca energia durante l’attività giornaliera, pur raggiungendo e conservando il peso forma. Esso indica la velocità con cui l’alimento aumenta il contenuto di zucchero nel sangue, quindi ci dà la disponibilità di energia e la velocità con cui questa energia può essere utilizzata. Per esempio : quando mangiamo un cibo con un elevato indice glicemico, un’alta quantità di zucchero viene liberata nel sangue; questo fenomeno provoca la produzione da parte del pancreas della insulina che deve regolare questo eccesso di zucchero. Se lo zucchero non viene subito utilizzato sotto forma di energia, viene trasformato dall’insulina in grasso e viene accumulato. Quindi è importante che scegliamo cibi che abbiano un indice glicemico adatto alle nostre esigenze e non sia causa di accumulo di grasso. Cedo anche io alla comune abitudine di presentare un decalogo, quello dell’Indice Glicemico : ~ assumere preferibilmente cibi a basso I.G. , a meno che non si pratichi una impegnativa attività fisica (lavoro intenso, sport, ecc.); ~ bere in media 1,5 litri di acqua al giorno, soprattutto al mattino e non durante i pasti; ~ condire con olio extravergine di oliva a crudo (3 cucchiai al giorno), limone, aceto di mele; ~ limitare per quanto possibile latticini e formaggi, preferendo latte di soia e parmigiano stagionato, che ha perso il lattosio, lo zucchero del latte; ~ eliminare i cibi troppo raffinati (farine e zuccheri) ed evitare di assumere cibi contenenti coloranti e aromatizzanti; ~ se vi capita di fare un passo “trasgressivo”, ossia ad alto indice glicemico, fatelo seguire da una giornata di depurazione, a base di frutta e verdura cruda; ~ alternate nella settimana grano, riso, orzo, farro, legumi; ~ limitate i cibi contenenti proteine animali, preferendo il pesce alla carne;
~ mangiate almeno 5 porzioni di frutta e di verdura al giorno, meglio se cruda e fresca, visto che quella cotta cede vitamine e sali minerali all’acqua, soprattutto se è abbondante. Dovendo procedere alla cottura , meglio scegliere quella al vapore. E’ preferibile non mangiare frutta durante i pasti e in serata. Queste regole generali saranno più efficaci se accompagnate da attività fisica per almeno 20 minuti, comprese passeggiate a passo regolare, magari sostituendo l’uso di auto, scooter, mezzi pubblici, con sane pedalate in bici. Ritengo opportuna qualche indicazione sugli alimenti da preferire e/o limitare in base all’ I.G. . Basso I.G. (da 0 a 40) : carni, formaggi stagionati, olive e oli, pesce e crostacei, ortaggi verdi, frutta oleosa (mandorle, arachidi, nocciole, noci, pistacchi …), asparagi, biete, broccoli, cavoli e cavolfiori, cetrioli, cipolle, finocchi, funghi, germogli di soia e cereali, soia, tofu, insalata, peperoni, spinaci, zucchine, carciofi, melenzane, cacao amaro e cioccolato fondente (85%), succo di limone, ciliege, fragole e frutti di bosco, albicocche, aglio, carote crude, ceci, fagioli secchi, fagiolini, latte fresco e di soia, lenticchie, mandarini e clementine, marmellate senza zucchero aggiunto, arance, pompelmo, pere, pomodoro, fichi, mele, pesche, prugne, ricotta fresca, ceci in scatola, fagioli bianchi, borlotti, piselli, riso, sedano crudo, yogurt naturale, farro, fave crude, grano saraceno, pane integrale, spaghetti l dente; Elevato I.G. (da 60 a 100) : banane, castagne, gelato classico, melone, miele, pane al latte, pizza, ananas sciroppato, barbabietola cotta, cous-cous, mais a chicchi, muesli con zucchero o miele, marmellate classiche, pane di segale, pasta all’uovo, ravioli, patate lesse, al forno, fritte, patatine chips e di mais, gnocchi di patate, purè di patate, patate in fiocchi istantanee, fecola di patate,farina di mais, cornflakes, uvetta secca, datteri, biscotti, brioche, cereali raffinati zuccherati, fette biscottate, pane bianco, pane per sandwich/toast, pane bianco senza glutine, bibite gassate zuccherate, riso comune, riso soffiato, anguria, zucchero, zucca, fave cotte, carote cotte, glucosio, birra (I.G. 110% ! ). Resta inteso che la regola fondamentale è quella di scelte consapevoli, alla luce di un insostituibile buon senso, per vivere serenamente anche patologie croniche, controllabili con l’alimentazione. Ecco un suggerimento per una cena indicata per un discreto controllo dell’ I.G. , senza rinunciare ad un pizzico di golosità.
Orata mediterranea
Ingredienti per 4 persone : 1 spicchio di aglio – 4 cucchiai di olio extravergine di oliva – peperoncino – 1 cucchiaio di capperi – 20 olive nere denocciolate – 1 cucchiaino di origano secco – 16 pomodorini ciliegia – ½ bicchiere di vino bianco – 4 filetti di orat (150 g cad.) – sale – 1 mazzetto di prezzemolo Preparazione : sbucciate e tritate lo spicchio d’aglio e fatelo rosolare nell’olio con un pizzico di peperoncino. Appena imbiondito, togliete l’aglio e aggiungete i capperi, le olive e l’origano; dopo un po’ unite i pomodorini tagliati a spicchi. Sfumate con il vino bianco, lasciando evaporare; unite al sughetto i filetti di orata, regollate di sale e cuocete a fuoco medio per 4-5 minuti, girandoli una volta soltanto, per evitare di sfaldarli. Insaporite con il prezzemolo tritato prima di servire.
Budino di riso
fialetta di aroma di millefiori (a piacere) – zucchero 50g Preparazione : cuocere il riso nel latte, aggiungere gli aromi. Da parte setacciare la ricotta amalgamandola con lo zucchero. Pelare le mele tagliarle a dadini e unirle alla ricotta. Aromatizzare, volendo, con il millefiori, mescolare tutti gli ingredienti e versare negli stampini imburrati. Cuocere a 160°C per 60 minuti. Volendo, servite i budini spolverizzati con zucchero al velo.
Mentre stavo seduto Sopra una panchina della villa Vidi una piccolina con fare preoccupato Avvicinati, gli dissi, che ti do una caramella. Lei si avvicinò piano piano Guardando di qua e di là tutta spaventata, Quasi nascondendo quella rosa che teneva in mano, Mi disse: “mi credi che questa rosa non l’ho rubata” ? “Aveva lo stelo rotto E se non la raccoglievo ora Sarebbe seccata tutta Te prendila e portala alla tua signora”. Perché se ti vede Il giardiniere A te non ti dice niente A me invece mi porta dai carabinieri Come se fossi una delinquente”. Poi si mise a singhiozzare E teneva quel fiore stretto stretto E non poteva nemmeno parlare Ma me lo ha detto e io ve l’ho scritto. “Questa rosa veramente C’è la volevo regalare a mia nonna Che ci sente poco e non ci vede più. Ma è buona e bella come la Madonna. Queste parole mi fecero emozionare E di colpo mi venne l’ispirazione E per la paura che me le potessi dimenticare Cominciai a scrivere in continuazione. Strappai un foglio del quaderno E ci dissi a quella piccolina: “Porta questa rosa e questa poesia a tua nonna Perché la sto scrivendo proprio per lei”. Nonna Santa vecchierella Ti vuole bene tanto A Te questa nipotina Non te lo scordare mai. Ma quando Sali in cielo Cerca mia madre Peppina Asciugaci le lacrime con il tuo velo E confortala di giorno, di sera e di mattina. E la notte prima che si addormenta Parlaci di quanto ci voglio bene E con quanto amore il suo nipotino cresce Anche se sa che la sua nonna più non verrà. Dagli un bacio, accarezzala Perché io non lo posso più fare Stringila forte, abbracciala E ricordale che non me la posso più scordare.
ORIGINALE IN LINGUA SICILIANA
NA’ ROSA RUSSA PPI’ LA NONNA
Mentri stavu assittatu Supra nà panchina di la villa Vitti na picciridda ccù fari preoccupatu Avvicinati, ci dissi, ca ti dugnu nà caramella. Idda s’avvicinò pianu pianu Taliannu di ccà e di ddà tutta scantata, Quasi ammucciannu ddà rosa ca tinia ntà manu, Mi dissi: ”mi cridi cà sta rosa nun l’haiu arrubbata”? “Avia lu stelu ruttu E si nun la cugghìa ora Avissi siccatu tutta Te pigghiala e portaccilla a la t’ho Signura. Picchi si ti vidi lu giardinieri A tia nun ti dici nenti A mia inveci mi porta nte carabinieri Comu si fussi nà delinquenti”. Poi si misi a singhiuzzari E tinia ddu sciuri strittu strittu E nun putia mancu parrari Ma mi lu dissi e iù vi l’haiu scrittu. “Sta rosa veramenti Cci la vulia rigalari a mè nonna Cà ccì senti picca e nun ci vidi cchiù Ma e buona e bedda comu nà Madonna”. Sti paroli mi ficiru emozionari E di colpu mi vinni l’ispirazioni E ppì lu scantu cà mi li putia scurdari Cuminciai a scriviri in cuntinuazioni. Strazzai un fogghiu di la quaderna E ci dissi a dda picciridda: portaci a rosa e sta puisia a tò nonna picchì a staiu scriviennu prorpiu ppi idda. Nonna Santa vicchiaredda Ti voli beni assai A tia sta niputedda Nun ti lu scurdari mai: Ma quannu tinn’acchiani ‘ncelu Cerca a me matri Pippina Asciucaci li lacrimi ccù lu tò velu E cunfurtula di iornu, di sira e di matina. E a notti prima cà s’addurmisci Parlaci di quantu ci vogghiù beni E ccù quantu amuri u so niputieddu crisci. Puru si sapi ca so nonna cchiù nun veni. Dunaci na vasata, accarizzila Picchì iù nun lu pozzu cchiù fari. Strincila forti, accarizzala E ricordaci ca nun mi la pozzu cchiù scurdari.
Ciao, mi chiamo Italia, sono un piccolo Paese nel Mediterraneo, considerato da molti, uno dei Paesi più belli del pianeta. Per molto tempo sono stato il punto di riferimento della storia, della civiltà, della moda, del design, del lusso, del cibo, della bella vita e chissà quante altre cose di cui, lentamente, mi sono dimenticato. Posso farvi una domanda? Da Paese a cittadini, in totale confidenza, siate sinceri però, almeno con voi stessi. "Ma non siete stanchi? Non siete stufi?". Quante parole buttate al vento, quante promesse mai mantenute, quanto fiato sprecato e quanta frustrazione. Io sono vecchio, quello che dovevo dimostrare l'ho dimostrato. Vi ho fornito i mari più belli, le montagne, le Alpi più invidiate, vi ho dato un terreno fertile, da cui sono nati grandi vini, fonti di acque vendute in tutto il pianeta, verdure e frutta che avete esportato in ogni dove, senza calcolare i paesaggi e gli scorci che pochi altri Paesi nel mondo possono vantare. Ma non siete stanchi? Non siete stufi? E come se non bastasse, ho ospitato per svariati millenni, monumenti, artisti, poeti e filosofi che, ancora oggi, vengono citati nei libri di storia in tutte le lingue del pianeta. Insomma ... credo che come Paese, vi ho dato tanto, forse, anche troppo. Già ... mi sa che vi ho viziato, perché ultimamente non mi sento molto amato. Come cazzo avete fatto a portarmi fino a questo punto? Siamo passati dell'impero romano da Michelangelo a Favij, da Pirandello a Vendola, ma fosse solo questo il problema ... vi siete fatti intortare così bene da un gruppo di vecchietti millantatori che, ormai, non avete neanche più il potere di decidere chi vi rappresenta. Fanno tutto loro, senza chiedervi nemmeno il permesso. Siete diventati schiavi dei vostri stessi dipendenti. Loro rubano e va tutto bene, tu sopravvivi e loro ti puniscono, perché, ormai, se osi cercare una vita dignitosa, se solo credi di meritarti un lavoro, una casa o, addirittura, una macchina nuova, loro ti chiedono di giustificare tutto, altrimenti te la portano via e tu non puoi farci un beato cazzo. Scusami se uso parole forti, ma è il Tuo Paese che ti parla ed esigo più rispetto per me, ma soprattutto, per Te. Si, perché, sei Tu il mio vero padrone, non questi cialtroni da quattro lire. Non dirmi che ti fanno paura? Quattro vecchi, gran parte ignoranti, ti fanno paura? Ricordati che Io mi chiamo Italia e Tu sei Italiano. Questa terra l'ha creata Tuo nonno, magari perdendo la vita. Io sono di Tua proprietà e hai tutto il diritto di riprenderne il possesso. Te lo chiedo con la mano sul cuore. Aiutami a splendere di nuovo, non lasciare che questa gentaglia mi riduca ad un piccolo Paese svenduto agli stranieri, maltrattato da chiunque lo venga a visitare, denigrato e schifato da tutti, per colpa di pagliacci che non ci rappresentano. Riprendi il controllo, riprendi a vivere, riprenditi il Tuo Paese ... il TUO Paese. Firmato L'Italia.
hai cambiato tante vesti, percorso tante strade tante soste, la vita è un vai e vieni di emozioni come le dita sulle corde di un ricordo. Si torna un poco bambini con gli occhi pieni di gioia come canti
In questi giorni è rimbalzata la notizia che in Sicilia, a Siracusa, in un centro commerciale è scattato il sequestro, da parte degli ispettori del Corpo Forestale della Regione siciliana, per una partita di limoni importati dalla Spagna trattati con Imanaxil, un funghicida potenzialmente pericoloso. articolo qui
Dopo aver letto la notizia e fresca di spesa, vado a controllare l'etichetta dei miei limoni, appena acquistati al solito supermercato e...sorpresa! Ho acquistato (a Milano) una rete di limoni provenienti dall'Argentina e trattati con imazalil e tiabendazol. E come si puo' notare dalla foto che ho scattato c'è scritto "buccia non edibile". Ecco, cosa significa buccia non edibile? Non edibile, sta a significare NON COMMESTIBILE. Con questa scritta viene segnalato che la buccia di questi limoni non può essere utilizzata in cucina (neppure se ben lavata) per aromatizzare dolci o pietanze varie. Ma se uno non ci fa caso o non lo sa è probabile invece che la utilizzi anche in questo modo. Ovviamente con tutti i possibili rischi per la salute. "Non edibile", cioè: butta la scorza del limone. Ma è un vero peccato considerando che è ricco di proprietà!! Del limone la parte più benefica è proprio la buccia per la maggior quantità di vitamina C .
Questi agrumi extracomunitari, esteticamente accattivanti, si presentano bellissimi e lucidi agli occhi del consumatore. Però, per essere tali, hanno subito un trattamento di "bellezza e conservazione" visto che arrivano da lontano. Con schifezze (antimuffa e antifungino) dannose per la nostra salute.
Poi mi domando, la provenienza: ma in Italia abbiamo davvero bisogno di importare limoni dall'estero quando in Sicilia e in Campania ne abbiamo pure in abbondanza? Imazalil, Thiabendazole, Pyrimethanil, sono alcuni dei componenti che si trovano nelle etichette di limoni ma anche mandarini, arance, pompelmi e altri agrumi, per facilitare non solo la conservazione, ma anche l’aspetto brillante nel lungo viaggio dai paesi di origine. Da oggi starò attenta: maggior controllo all'etichetta. Agrumi solo made in Italy... meglio ancora, made in Siculy! Annamaria
Nel 2001 il teatro dei pupi ha avuto il riconoscimento dell’UNESCO. Ha proclamato l’Opera dei Pupi tra i Patrimoni Orali e Immateriali dell’Umanità e nel 2008 lo ha inserito in un elenco apposito che comprende antiche tradizioni di valore unico per la cultura e la storia di un luogo (primo patrimonio italiano ad essere iscritto).
Ma oggi parliamo della tradizione Siciliana e della Pupaccena, dolcetto tipico siciliano, simbolo della Festa dei Morti. Detti pupi di zuccaru ma anche pupi di cena e da qui "puppaccena" .
PUPACCENA
Vanno mangiati con uno specifico stato d'animo che apre le porte al rito della spiritualità. Fortificazione di una cultura made in Sicily. Ricordo, da bambina, che non vedevo l'ora di sistemare fuori dalla porta lo scarpone del nonno defunto. Quella notte era interminabile perchè speravo di poter sentire anche un piccolo rumore fuori per poterlo vedere. Ma il sonno prendeva il sopravvento. All'indomani, con grande gioia e trepidazione mi fiondavo fuori dalla porta e...sorpresa... la scarpa del nonno era stracolma di frutta fresca, frutta secca, marmellata di mele cotogne e dolcetti vari. Anche se il sonno aveva preso il sopravvento, senza riuscire a vedere il nonno, ero felice perché si era ricordato di me. Giustamente, prima di riempire la scarpa, mia mamma si accertava bene che stessi dormendo... Questo perché secondo leggende e dettami della tradizione popolare, nella notte tra l'1 e il 2 novembre la linea di confine che separa il mondo dei vivi da quello dei morti si annulla e permette alle anime dei defunti di entrare in contatto con i propri cari, portando con sé dolciumi e regali, in particolar modo ai bambini, testimoniando la loro presenza e il vegliare sulla famiglia. Oggi, purtroppo, siamo distratti dalla quotidianità e bombardati da immagini mediatiche, dimenticando l'origine di tradizioni. In Sicilia non esisteva l'usanza di scambiarsi regali per il Natale. La festa per i bambini si faceva per la Festa dei Morti. Una tradizione ancora viva che tiene banco alla festa celtica di Halloween.
Il celebre antropologo e storico delle tradizioni siciliane, Antonino Buttita, dice: "contrariamente a quanto si costuma nel resto d’ Italia, in Sicilia e in qualche altro luogo del Meridione vige l’uso di fare le strenne ai fanciulli il 2 novembre, giorno tradizionalmente consacrato alla celebrazione dei defunti. I doni li portavano i morti per questo si lasciavano le porte aperte la notte fra l’uno e il due novembre." Sono diverse le regioni italiane che non abbiano nella loro gastronomia tradizionale un piatto di rito dalla forte valenza simbolica dedicato al giorno dei morti. In molte parti della Sicilia, fra pochissimi giorni saranno molte le tradizionali fiere, piene di bancarelle e ricolme di giocattoli. Questi vengono regalati insieme ai particolari dolcetti di questa festa: i crozzi ‘i mottu ( biscotti modellati a forma di osso)
o i pupatelli ripieni di mandorle tostate i taralli (ciambelle rivestite di glassa zuccherata) i nucatoli e i tetù bianchi e marroni, i primi velati di zucchero, i secondi di polvere di cacao. E ancora frutta secca e cioccolatini, “u cannistru” colmo di frutta di martorana.
Ma a farla da padroni sono i Pupi di zuccaru statuette di zucchero dipinte con colori vivaci.
I pupi di zuccaru sono dolci antropomorfi, cioè a forma umana. statuette cave fatte di zucchero indurito e dipinto, che rievocano figure tradizionali quali Paladini di Francia, ballerini e personaggi tipici del teatro dei pupi siciliani. Che sia stato un nobile arabo caduto in miseria a offrirli ai suoi ospiti per sopperire alla mancanza di cibo o Enrico III che organizzò una pantagruelica mensa spettacolarizzata dalla presenza di queste sculture dolciarie. Realizzate grazie ai marinai palermitani che avevano trasportato lo zucchero. E’ sicuramente vero che sulla loro origine siano stati scritti fiumi d’inchiostro. Da Pitrè a Buttitta, molti antropologi hanno studiato il significato storico e culturale di questa particolare usanza che si ricollega al banchetto funebre del consolo. C’è chi vi ha visto un collegamento con le Compitalia romane, dedicate ai Lari, in cui si offrivano a Mania, madre o nonna degli spiriti, delle pupe di lana apotropaiche appese sulle porte di casa o nei quadrivi per far si che in quel giorno gli spiriti dei morti erranti per il mondo, prendessero le effigi sulla porta lasciando in pace le persone della casa. Il rito cannibale dei pupi di zucchero Nelle case siciliane i dolci venivano disposti in bell’ ordine su una tavola, perché si riteneva che in quella notte i defunti della famiglia venissero a cenare nella loro antica dimora. La cena inizialmente apparecchiata in onore dei defunti si trasforma in cibo da regalare ai bambini.
Il significato della strenna siciliana dei morti è duplice. Da una parte essa rappresenta un’ offerta alimentare alle anime dei defunti, dall’ altra un chiaro esempio di patrofagia simbolica; nel senso che il valore originario dei dolci antropomorfi era quello di raffigurare le anime dei defunti. Cibandosi di essi, era come se ci si cibasse dei trapassati stessi. L’importanza dei dolci figurativi, piccoli capolavori, oltre che folcloristica è anche artistica. Dal grande effetto decorativo, vengono usati, almeno per il tempo che resistono, come soprammobili. Sono opere di zucchero la cui semplicità di forme, dovuta agli stampi con i quali vengono eseguite, è vivificata da tinte sgargianti e vivaci.
Tali capolavori zuccherini, vengono realizzati da abili artigiani chiamati gissari che modellano lo zucchero in calchi di gesso o terracotta; la matrice frontale è la parte più intarsiata, quella posteriore di solito risulta disadorna. Lo zucchero viene lavorato per fusione. Si scioglie in acqua ad alta temperatura in un tegame di rame e mescolato ad un concentrato di limone cremortartaro, per assicurare la necessaria sbiancatura. Una volta fuso lo zucchero viene introdotto all’interno dei calchi in modo che occupi, con un sottile spessore, le rispettive pareti e resti vuota la parte interna dello stampo. Si lascia raffreddare e con estrema delicatezza si estraggono i pupi dalle formelle e si passa alla colorazione con colori alimentari: il giallo si ricava dallo zafferano, il rosso dal pomodoro, l’azzurro brillante dal miglio di tinte vegetali, il bianco dal latte e farina, il bruno dal cacao, il nero brillante dalla seppia, il verde brillante da alcune verdure. Dopo il necessario tempo di posa per l’asciugatura del colore si passa alla decorazione e la statuetta viene impupata con lustrini di carta colorata, palline di zucchero argentate e nastrini di ogni forma e colore. Rigide ed impalate, le dolci statuette sovrasteranno i famosi cesti stracarichi di biscotti tipici, confetti e frutti di martorana. Annamaria