martedì 7 agosto 2012

A PROPOSITO DI DARWIN






 . . . Limone sul Garda, il paese più longevo d’Italia




Non viviamo a Limone sul Garda . . .    ma facciamo di tutto per rimanere . . .
Per Sempre Giovani  !!!

Forever Young



Il microclima mediterraneo più a nord d'Europa si trova sull'alto lago di Garda. Grazie alla sua profondità, l'alto lago immagazzina tanto calore in estate, da consentire un clima favorevole agli agrumi. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il nome del paese non è però dovuto ai limoni coltivati da centinaia di anni nell'alto lago. Pare, invece, che il nome derivi dal latino "Limem" che significa confine. In passato il paese di Limone era estremamente isolato, raggiungibile facilmente solo via lago e basava la propria economia sulla pesca e sulla coltivazione di olivi e limoni. Finalmente nel 1932 quando fu terminata la strada Gardesana Occidentale che collega Limone agli altri paesi rivieraschi e finirono così anni di isolamento e di confine. La poverissima economia locale iniziò a trasformarsi nell'immediato dopoguerra, grazie all'afflusso dei primi turisti provenienti dalle regioni del nord Europa. Gli abitanti di Limone da poverissimi agricoltori o pescatori si trasformarono in albergatori, e il piccolo e caratteristico paese di pescatori divenne un centro turistico fra i più importanti del lago di Garda. Ma gli abitanti di Limone sul Garda non vanno fieri solo del prezioso centro storico e delle profumate coltivazioni di agrumi, ma anche del loro DNA. Limone infatti salì all'onore delle cronache negli anni “70, quando fu scoperta nel sangue degli abitanti locali una proteina particolare, che pare avere una positiva influenza sulla loro salute e longevità. E’ il 1975 quando il signor D., originario di Limone, in seguito ad una visita di controllo, mostra ai medici le sue analisi del sangue : sembra quasi impossibile che il paziente sia ancora vivo e vegeto davanti a loro. I suoi livelli di trigliceridi sono alle stelle ed i valori di HDL, il colesterolo “spazzino” che elimina l’eccesso di grassi dal sangue, è di tre o quattro volte inferiore alla norma : una combinazione infausta che, secondo tutte le casistiche, avrebbe già dovuto riempire di placche le arterie dell’ignaro signore, causandogli seri problemi cardiaci. Ancora più grande è sorpresa dei medici quando dagli altri esami clinici risulta che non solo il signor D. possiede un cuore di ferro, ma le sue arterie non mostrano alcun segno di danno, nonostante abbia abbondantemente superato la quarantina. Dato ancora più interessante, anche il padre e i figli del fortunato paziente presentano lo stesso incredibile fenomeno. Fra i medici che visitano il signor D. ci sono Cesare Sirtori e il suo collega Guido Franceschini dell’Università di Milano che incuriositi dallo strano fenomeno, decidono di vederci chiaro: armati di provette e di molta pazienza iniziano ad analizzare il migliaio di abitanti di Limone, trovandone almeno 40 con le stesse paradossali caratteristiche. Tutti parenti alla lontana del loro primo paziente, dato l’isolamento e l’altissimo grado di consanguineità di quella piccola popolazione, e come lui dotati di cuore e arterie a prova di bomba, nonostante il loro sangue ricco di grassi e povero di HDL. Le ricerche si estendono agli archivi delle parrocchie per ricostruire gli alberi genealogici delle poche famiglie del villaggio, fino a risalire al capostipite della famiglia, un certo Giovanni Pomaroli, nato nel 1780. Probabilmente da lui ha avuto origine la mutazione genetica che protegge dalle insidie del colesterolo, una mutazione inutile e perfino controproducente per chi, come il buon Pomaroli, avrà vissuto del sano ma scarso vitto di due secoli fa, ma che si trasformerà in un toccasana per i suoi moderni e ipernutriti discendenti. La molecola è una forma mutata di apolipoproteina chiamata Apo A-1 Milano, che genera una variante benefica di colesterolo ad alta densità (HDL), il che diminuisce il rischio di arteriosclerosi ed altri disturbi cardiovascolari. La presenza dell'Apo A-1 Milano a Limone sul Garda è dovuta proprio all'isolamento che il paese ha vissuto per lungo tempo. Questa proteina ha conferito agli abitanti del villaggio un'estrema longevità : una dozzina di residenti ha superato i 100 anni, su circa un migliaio di abitanti. E proprio da questa scoperta potrebbe nascere un farmaco rivoluzionario contro l’aterosclerosi, entrato nella sperimentazione clinica. Una curiosità . . . Una docente di storia di un Liceo Classico, durante una lezione ha approfondito la teoria di Darwin mettendone in luce limiti di carattere scientifico e in sostanza la sua inaccettabilità. Agli studenti si poneva un problema: credere o non credere ai libri di testo visto che la loro professoressa, con l’aiuto di pubblicazioni, confutava la teoria di Darwin? I giovani, credendo di avere un FATTO inconfutabile a sostegno della teoria, si sono contrapposti alla docente e hanno presentato proprio il caso degli abitanti di Limone sul Garda, portatori della mutazione genetica, attualmente ancora operante, responsabile della produzione della proteina, la Apolipoproteina A-1 Milano, che protegge dalle malattie cardiovascolari favorendo l’eliminazione del colesterolo. Appena appreso della nuova “prova” a sostegno della teoria molti si sono chiesti perché questa prova individuata da studenti, non la si ritrova in nessun testo a favore di Darwin. Una risposta è stata fornita dal dott. Nunzio Nobile, che, ha spiegato la questione confutando che fosse una prova del neodarwinismo : la apolipoproteina A ha già una funzione benefica per l’organismo in quanto estrae il colesterolo dal circolo sanguigno e la porta al fegato dove verrà eliminato attraverso la bile. La mutazione Milano, presente in alcuni abitanti di Limone del Garda, non porta quindi ad una funzione nuova ma rafforza ed amplifica la funzione precedente della proteina. Queste mutazioni che provocano miglioramenti di una precedente funzione, sono selezionate e si possono diffondere nella popolazione. Non è vero che le mutazioni sono o dannose o neutrali, qualche volta, seppur molto raramente sono benefiche, ma nel senso che migliorano una precedente funzione, oppure possono determinare una perdita di una funzione che nel caso specifico possono dare un vantaggio all’organismo che la possiede: un esempio è rappresentato dalla resistenza dei batteri agli antibiotici. Allora non bisogna semplicemente pensar di gettare via quello che dice la teoria darwiniana sulla macroevoluzione e sulle strutture complesse funzionali integrate. E’ vero però che nelle cellule ci sono tanti meccanismi, come gli enzimi, formati da molte sub-unità proteiche : se una sola di esse non funziona, la funzione della struttura viene persa completamente. La formazione di queste strutture quindi non possono assolutamente essere spiegate col meccanismo darwiniano di piccole mutazioni casuali sommata alla selezione naturale: perché funzioni la struttura, tutte le componenti devono essere presenti sin dall’inizio. Però, bravi quegli alunni che non hanno accettato supinamente le informazioni che pure provenivano da fonti competenti, dimostrando un apprezzabilissimo spirito critico.



Non viviamo a Limone sul Garda . . .    ma facciamo di tutto per rimanere . . .
Per Sempre Giovani  !!!

MARIA...a presto

2 commenti: