giovedì 26 luglio 2012

L'ANTIDOTO CONTRO LA PERDITA DI MEMORIA




La memoria, si sa, peggiora purtroppo con il passare degli anni. Il declino cognitivo, però, potrebbe non essere irreversibile. I ricercatori americani della Yale University, importante ateneo privato del Connecticut, hanno scoperto come invertire il processo studiando le funzioni cerebrali degli animali, e in particolare l'attività dei neuroni nella corteccia prefrontale e le alterazioni legate all'età. Partendo dal presupposto che le reti neurali generano una “corrente” continua per registrare le informazioni necessarie – un processo definito “memoria di lavoro” – gli scienziati americani hanno fotografato tale attività nelle diverse fasi della vita degli animali, registrando rilevanti differenze nei tempi di risposta cerebrali e nelle funzioni stesse. «I naturali deficit cognitivi legati all’età possono avere un grave impatto sulla nostra vita – ha spiegato Amy Arnsten, neurobiologa dell’Istituto Kavli – specie nell’era dell’informazione high-tech». 
Secondo i ricercatori della Yale University, del resto, oggi è possibile frenare la naturale perdita di memoria. In che modo? Gli scienziati americani hanno centrato l'obiettivo regolando l'ambiente neurochimico circostante i neuroni degli animali anziani, in modo tale da renderlo simile a quello dei più giovani. Attraverso questa operazione – spiegata sulle pagine della prestigiosa rivista scientifica “Nature” – i tassi delle scariche neuronali sono tornati ai livelli degli anni precedenti. Al riguardo, i ricercatori americani hanno individuato nella guanfacina – farmaco approvato per il trattamento dell'ipertensione negli adulti e di recente utilizzata tra le polemiche per i deficit prefrontali dei bambini – un antidoto efficace contro l'invecchiamento dei neuroni. Per questo il team della Yale University ha già arruolato un gruppo di soggetti per testare clinicamente l'efficacia della guanfacina sugli essere umani e dimostrarne la capacità di allontanare pericolose malattie cognitive come l'Alzheimer.


Annamaria... a dopo


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