mercoledì 7 marzo 2012

VERSO L'8 MARZO



8 marzo dedicato alle donne che si sono ribellate alla ‘ndrangheta ?                    
Io sono d’accordo !

Il Quotidiano della Calabria ha lanciato una campagna per dedicare la festa delle donne a Lea, Concetta, Giuseppina che si sono ribellate alla loro famiglia mafiosa, e per questo hanno pagato.




Lea Garofalo l’hanno sciolta in 50 litri di acido . . .                                                                   Maria Concetta Cacciola ha deciso di suicidarsi sempre con l’acido . . . Giuseppina Pesce si è salvata dalla sua stessa famiglia che la voleva morta ed ora sta testimoniando contro i Pesce-Bellocco al maxi processo “All Inside” . . . 
                                                                                                                                                   Tre donne, con storie di ‘ndrangheta alle spalle, nate e cresciute in famiglie mafiose, fin quando non hanno deciso di ribellarsi e di passare dalla parte dello Stato.                                                                                                                                              Il direttore del Quotidiano della Calabria, da alcune settimane ha lanciato la campagna “Tre foto e una mimosa”, in vista dell’8 marzo, per aprire un dibattito sul tema delle madri, sorelle, figlie, mogli di ‘ndranghetisti che hanno deciso di ribellarsi a un contesto in cui nulla è scontato.

             
Sono nate in ambienti tristi, hanno vissuto infelici, hanno pagato un prezzo altissimo, possono diventare l’immagine di una Calabria combattiva e positiva, che tutti vorrebbero e che ancora non c’è.                                                                                                                                Le donne che si ribellano, le pentite di ‘ndrangheta, sono nocive per le organizzazioni criminali, perché sanno tutto dei clan di cui hanno fatto parte e quando iniziano a collaborare, le cosche precipitano. Molte di loro, hanno veri e propri ruoli di vertice.
La ‘ndrangheta ha le sue regole: le donne non si toccano e se bisogna punirle, a farlo devono essere i propri padri, i fratelli o i mariti.                                                                                                      E’ la legge, legge mafiosa ovviamente, che vale dalla Locride alla Piana di Gioia Tauro.                                                                                                                                                                A Rosarno Anunziata Pesce aveva iniziato una relazione extra-coniugale con un carabiniere, per questo il vecchio boss don Peppe ne emise la sentenza di morte. Si dice che il fratello della ragazza, Nino, la portò in campagna, la fece inginocchiare e la sparò alla testa.
                                                                                                                                        Lea, Giuseppina e Maria Concetta hanno deciso di liberarsi non solo per loro ma anche per i propri figli e per i giovani che verranno.                                                                                                    Ecco perché l’8 Marzo, non solo in Calabria, dovremmo festeggiare pensando a loro che da lassù ci guardano e ci dicono che qualcosa si può fare.
Donne che hanno fatto  scelte che molti di noi non concepiscono assolutamente, come quella di Rossella Urru; per lei siamo in ansia daL 22 ottobre 2011.                                                          Rossella lavora da due anni in Algeria come cooperante al Cisp, il Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli; è stata rapita nel campo profughi di Hassi Raduni, dove i rifugiati Saharawi da oltre 30 anni sono esiliati.


       
Tra annunci e smentite, torna la paura, ma non si spegne la speranza che l’8 marzo ( anche prima!) possa essere una data particolarmente significativa anche per lei.

Grazie, sorelle coraggiose, donne d’onore,
 ma quello vero! 




Maria...a dopo





1 commento:

  1. Quando torna l'8 marzo, ogni anno, sono preso da una grande gioia e anche da una grande rabbia. DOBBIAMO SEMPRE SPIEGARE PERCHE' il cammino delle donne è ancora e sempre cosparso di mille ostacoli? Continuiamo ad andare avanti, dunque, e speriamo. Ma è dura, durissima. Permangono difficoltà, rifiuti, e la violenza è sempre in agguato.

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