martedì 23 aprile 2013

PIU' RISCHIO DI CALCOLI RENALI PER CHI USA CONTENITORI IN PLASTICA



Piatti e contenitori in plastica sono un pericolo per la salute. Non è uno scherzo, anche se può sembrarlo, ma il risultato di un'indagine realizzata dai ricercatori della Kaohsiung Medical University di Taiwan, guidati dal dottor Chia-Fang Wu. Secondo gli studiosi asiatici, infatti, consumare cibi caldi in contenitori e stoviglie prodotte con resine melamminiche può aumentare in modo significativo il rischio di sviluppare calcoli renali.


 Per giungere a simili conclusioni, i ricercatori hanno seguito con attenzione due diversi gruppi di persone: al primo è stata offerta della minestra calda in un piatto di plastica, al secondo la stessa portata in un contenitore di ceramica. Prima del pasto e poi una volta ogni due ore per le dodici ore successive, gli studiosi della Kaohsiung Medical University hanno prelevato e analizzato alcuni campioni di urina dei partecipanti. L'esperimento è stato ripetuto con le stesse modalità tre settimane dopo, invertendo i due gruppi e raccogliendo nuovi dati. 
I risultati ottenuti – pubblicati sulla rivista scientifica “Jama Internal Medicine” – hanno mostrato livelli di melammina profondamente differenti: 1,3 microgrammi per chi aveva mangiato la minestra nei piatti in ceramica, addirittura 8,35 per chi era stato servito con piatti di plastica. «Le stoviglie di melammina – ha spiegato il dottor Chia-Fang Wu – possono rilasciare grandi quantità della sostanza in questione quando sono utilizzate per servire cibi ad alta temperatura». Gli effetti complessivi sulla salute non sono ancora totalmente dimostrati, ma l'elevato rischio di sviluppare calcoli renali era già stato messo in evidenza da altri studi. Per questo i ricercatori asiatici consigliano di utilizzare sempre stoviglie in ceramica per mangiare alimenti caldi. Del resto, un dato va tenuto presente: la melammina è, insieme con la formaldeide, la materia prima per preparare le resine utilizzate nella produzione di stoviglie da cucina, ma non tutte le plastiche sono realizzate con simili sostanze. Dunque il rischio esiste, ma può essere “raggirato”.

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