martedì 30 agosto 2011

IL MITO DI ECO E DI NARCISO - di MARIA -

 
 Enzo mi ha scritto: hai una  ferrari ,ma non sai usarla. Ora, io mi domando e dico, ho una ferrari e manco lo sapevo???....Alchè lui ,prontamente dopo mia richiesta, chiarisce che la ferrari è la mia voce e che non so usarla nei toni giusti ...pazienza ! Mi tengo sta ferrari parcheggiata. Intanto Maria, in attesa di farci ascoltare la sua piacevole voce  , ci propone la famosa narrazione di Narciso...ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale...vero stellina??
 Annamaria

Ispirata dal gustoso dialogo dei “gemelli” sulla seduzione della voce, mi sono ritrovata a rileggere il mito della ninfa Eco e del frivolo ed egocentrico Narciso.
Care Ninfe e non, ve la propongo, nella serie delle curiosità, sperando di non incontrare troppi “narcisi”, e di mantenere la propria voce sempre dolce e suadente, ma fiera e autorevole alla bisogna.



La leggenda di Eco e Narciso



Nell'antica Grecia, in un giorno lontanissimo, Cefiso, il dio delle acque, rapì la ninfa Liriope. Si amarono teneramente e dalla loro unione nacque un figlio che fu chiamato Narciso. Gli anni passarono e Narciso divenne un ragazzo meraviglioso. Liriope volle salvaguardare la bellezza del giovinetto; si recò perciò dall'astrologo Tiresia che, dopo aver consultato l'oracolo, le disse:
- Narciso vivrà molto a lungo e la sua bellezza non si offuscherà. Ma il giovinetto non dovrà più vedere il suo volto.
La profezia di Tiresia si avverò: Narciso restò per sempre adolescente, mantenendo intatta la sua bellezza che svegliava i più teneri sentimenti nelle ninfe che l'avvicinavano.
Ma lo splendido ragazzo sfuggiva il mondo e l'amore e preferiva trascorrere il tempo passeggiando da solo nelle foreste sul suo cavallo oppure andando a caccia di animali selvatici.
Un giorno, mentre cacciava, sentì rimbalzare tra le gole della montagna una voce che si esprimeva in canti e risate. Era Eco, la più incantevole e spensierata ninfa della montagna che, al solo vederlo, s'innamorò perdutamente di lui. Ma Narciso era tanto fiero e superbo della propria bellezza, che gli pareva cosa di troppo poco conto occuparsi di una semplice ninfa. Non così era per Eco che da quel giorno seguì il giovinetto ovunque andasse, accontentandosi di guardarlo da lontano. L'amore e il dolore la consumarono: a poco a poco il sangue le si sciolse nelle vene, il viso le divenne bianco come neve e, in breve, il corpo della splendida fanciulla divenne trasparente al punto che non proiettava più ombra sul suolo.
Affranta dal dolore si rinchiuse in una caverna profonda ai piedi della montagna, dove Narciso era solito andare a cacciare. E lì con la sua bella voce armoniosa continuò a invocare per giorni e notti il suo amato. Inutilmente perché Narciso, che pur udiva l'angoscioso richiamo, non venne mai.
Della ninfa rimasero solo le ossa e la voce. Le ossa presero la forma stessa della cava roccia ove il suo corpo era rannicchiato e la voce visse eterna nella montagna solitaria. Da allora essa risponde accorata ai viandanti che chiamano. Ma è fioca e lontana e ripete perciò solo l'ultima sillaba delle loro parole: ha perduto la sua forza invocando Narciso, il crudele cacciatore che non volle ascoltarla.
Narciso non ne fu affatto addolorato e continuò la sua vita appartata. Fu allora che intervennero gli dei per punire tanta ingratitudine.
Un giorno, mentre il superbo giovinetto si bagnava in un fiume, vide per la prima volta riflessa nell'acqua limpida l'immagine del suo viso. Se ne innamorò perdutamente e per questa ragione tornava di continuo sulle
rive del fiume ad ammirare quella fredda figura. Ma ogni volta che tendeva la mano nel tentativo di afferrarla, la superficie dell'acqua s'increspava, ondeggiava e l'immagine spariva.
Una mattina, per vederla meglio, si sporse di più e di più finché perse l'equilibrio cadendo nelle acque, che si rinchiusero per sempre sopra di lui. Il suo corpo fu trasformato in un fiore di colore giallo dall'intenso profumo, che prese il nome di Narciso.





MARIA... a dopo

3 commenti:

  1. MIto? Fatto vero? E' comunque una storia dolce e tenera, di quelle che mi piacciono tanto. Non domandetemi per chi tengo io: vi risponderei tranquillamente: "Per Eco, per Eco".

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  2. L'ho letta con pensiero suadente, con le pause giuste, con i toni giusti e anche con ...emozione e, credetemi, Eco, l'appassionata amante non amata, mi ha pervaso di una sensazione mista di malinconia e tenerezza.
    Sono queste le cose che sciolgono. un plauso.
    E' il mobile splendore di una Stella che mi fa impazzire.
    ENZO

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  3. Cara Annamaria, è casuale ma non fuori dalla realtà. Ognuno potrebbe essere Eco o Narciso...basta ricordare che si tratta di un mito... E'vero, anche io l'ho sempre ritenuta tenera e non tragica...i grandi amori sono sempre un dono. Maria.sa

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