Talvolta leggendo certe notizie ci si può 
limitare ad un’amara seppur allegra risata,
altre volte il cervello, forse in comunione 
con la propria coscienza, rifiuta un giudizio 
troppo da macchietta di puro stampo qualunquista.
E’ certo che il mondo da millenni va così, ma
è pur vero che la morale in paesi moderni e 
liberi dovrebbe, a rigor di logica, essere
presente proporzionalmente in maggior quantità, 
credendo ormai fermamente di non essere più 
medioevali sudditi del principe di turno. 
La notizia è di quelle presenti purtroppo 
quotidianamente in decine di casi, tragicomica
nei suoi risvolti morali: un uomo, identificato 
come Stanely Wright, 49enne di Dayton, Ohio, 
stava derubando un negozio di vestiti, ma
prima di uscire si era fermato a lasciare il suo 
curriculum e compilare una richiesta di lavoro. 
L’uomo, evidentemente male in arnese, aveva 
deciso di farsi gratis un guardaroba e si era 
messo addosso magliette e pantaloni del 
negozio senza naturalmente pagare, ma prima 
di darsela a gambe aveva poi pensato bene 
(sperando forse in un futuro migliore), di riempire 
un modulo presente alle casse per una eventuale
assunzione. Gesto di un deficiente direte voi, 
ma in verità con il suo gesto Wright voleva forse 
dimostrare che rubava per necessità, anche se 
non lo aiuterà certo né a passarla liscia riguardo 
il furto, né ad ottenere il lavoro che forse desiderava. 
Naturalmente avendo scrupolosamente compilato 
il curriculum, è stato immediatamente identificato 
ed arrestato per il reato commesso. “Dura lex,
sed lex” e fin qui nulla da dire; chi sgarra paga. 
Con questo abbiamo messo a posto la coscienza? 
Ma manco per niente, ed è inutile quando non 
ossessivamente ripetitivo farvi notare come tutto 
intorno a noi una robusta e ben più potente quantità 
di furbi e disonesti, fa allegramente il proprio comodo 
alla faccia della “Legge uguale per tutti”.
Partendo dal presupposto che nessun uomo ha 
strutturalmente in odio il denaro ed il potere, e che 
l’unico che se ne liberò per soccorrere i diseredati,
lo fecero santo (San Francesco), possiamo però
affermare, senza tema di smentite, che si può 
tranquillamente misurare l’onestà di un uomo 
esclusivamente dal suo comportamento con il denaro.
Pochi ormai si fanno scrupolo dell’onestà ed urlare 
nauseati ai tanti che rubano a man bassa, quando
anche si scopre che chi ha il compito di giudicare 
le controversie, soprattutto quelle miliardarie fra 
miliardari, non si fa scrupolo se arrotonda con 
qualche “entrata extra ” e rimpingua il proprio conto 
in banca. 
In tal modo la Mafia, la Camorra, la Sacra corona
unita, la ‘ndrangheta e la delinquenza comune, 
proliferano e la fanno da padroni per impossessarsi 
dei fiumi di denaro che vengono messi a disposizione. 
Purtroppo, e lo vediamo quotidianamente tutti,
viviamo una stagione di immoralità diffusa dove è 
difficile incontrare uomini che siano insensibili alle 
lusinghe che il denaro è in grado di fornire a chi 
lo maneggia. Se ne approfitta e se ne appropria 
con gran disinvoltura, incapaci di resistere al 
fascino di quelle colorate banconote che possono
aggiungere alla nostra ambizione (lavorativa, politica 
o sociale) anche gli agi della ricchezza e del piacere. 
È un andazzo comune, un sistema sempre più 
collaudato: si ruba, ma usiamo il termine “si integra” 
come usava dire il grande Totò, a tutti i livelli.
E naturalmente si finge di cascare dalle nuvole 
quando si scopre la malversazione, il peculato, 
la concussione, la bancarotta dell’imprenditore,
dell’amministratore pubblico, del politico che si è 
appropriato del denaro che doveva solo amministrare. 
Con quale faccia poi possiamo far finta di 
meravigliarci quando le Mafie, Camorre, Sacre corone
unite la ‘ndrangheta e tutte le delinquenze comuni,
sorgono e uccidono per impossessarsi delle 
montagne di soldi che possono afferrare. 
Il tempio della Finanza, la Borsa, è spesso ricettacolo
di disonestà miliardarie delle quali le vittime sono 
o lo Stato improvvido o il privato che ambisce ad 
arricchirsi a spese dei tanti improvvidi gonzi.
Ed è così che la nostra gioventù impara come sia 
proficuo fare ricorso a certi trucchi e giochetti, 
figli di una protetta politica. E la politica diviene di 
conseguenza un mestiere ben remunerato, con 
tutti gli annessi e connessi, come eccellente optional 
da saper furbamente scegliere a tempo debito.
Qualcuno adesso dirà che il mio è qualunquismo 
intellettuale.
Non replico e lascio a voi tutte le conclusioni, 
facendo fede della vostra intelligenza.
Cipriano
Annamaria... a dopo



 
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Un fatto ed una pagina di tragicomica filosofia di un caro amico. Il problema non è se dargli ragione o no, ma quello di guardarci allo specchio. Quanti patti con la nostra coscienza. Quante dosi di noncuranza. Qualcuno si vergognerà? Non speriamo tanto. Alla fine la lettura è piacevole e....bravo Cipriano.
RispondiEliminaMa che qualunquismo, Cipriano! E' vero, nessuna meraviglia, anzi uno spunto di autocritica e lo stimolo a non girarsi sempre dall'altra parte. Con i ragazzi a scuola, risulta difficile istillare il concetto di onestà, materiale ed intellettuale, visto quello che osservano attorno a loro. Ma NON DEVE ESSERE questo a far desistere ogni adulto onesto a illuminare giustamente il futuro dei nostri giovani. Maria.sa
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