venerdì 29 gennaio 2010

MOGLI DI CAMORRA


Le donne dei Casalesi: e adesso?

http://www.pupia.tv/includes/tiny_mce/plugins/filemanager/files/immagini/napoli/camorra/camorra.jpg

Angela, Simona, Maria, Giuseppina e le altre. Dopo
le condanne definitive, ecco come cambia la loro vita


L’arresto del boss Giuseppe Setola
L’arresto del boss Giuseppe Setola
Quando sentiva bussare al campanello di casa, e qualcuno da fuori l'aveva già avvertita che alla porta erano poliziotti o carabinieri, Giuseppina Nappa metteva su la macchinetta del caffè e dava disposizione a chi c'era con lei di aprire e fare accomodare in salotto. Poco dopo si presentava accompagnata dal vassoio con le tazzine fumanti e la zuccheriera di porcellana. Non sorrideva ai visitatori perché non aveva piacere di trovarseli di fronte, ma era gentile e mai arrogante. Poi non rispondeva alle domande, oppure dava un'occhiata apparentemente distratta al foglio intestato Procura della Repubblica che quelli le porgevano, e dopo li seguiva con lo sguardo mentre avviavano l'ennesima perquisizione.

Ci sono donne di camorra che quando vedono uno in divisa lo insultano; che se capiscono che il loro uomo sta per essere arrestato sono pronte a battersi - e si battono - per impedirlo, e che se infine le manette scattano ugualmente ai polsi dell'amato, si piantano davanti alla caserma dei carabinieri o alla questura per vederlo un attimo mentre esce su un'auto che sgomma e mandargli un bacio. Ci sono donne di camorra che vestono con tute fucsia e scarpette da ginnastica, hanno i capelli tirati e stretti in una coda, e la pelle colorata innaturalmente sui lettini dei centri abbronzanti. Quelle donne non vivono a Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa, Marcianise, Mondragone, Trentola Ducenta. Quelle donne saranno pure donne di camorra, ma non sono donne dei Casalesi. Giuseppina Nappa è la moglie di Francesco Sandokan Schiavone, il più potente tra i capi di quella camorra così simile alla mafia. Lei però è diversa anche dalle donne di mafia e pure da quelle di ’ndrangheta.

Le donne dei Casalesi somigliano solo a se stesse: non vivono nell'ombra, tre passi indietro rispetto ai mariti, come accade in Sicilia e in Calabria. Non vengono mandate avanti per fomentare rivolte come succede a Napoli. Dei loro uomini sono compagne di vita e d'affari, se le circostanze (leggi detenzione del coniuge) lo richiedono. Giuseppina Nappa dice che il suo sposo non è un camorrista ma un imprenditore. E lei che ha cultura, perché ha studiato ed è diventata insegnante di sostegno, lo difende scrivendo lettere ai giornali sin da prima che venisse arrestato, nell'estate del 1998. Tace, però, oggi che l'ultima speranza di riavere il marito a casa è crollata davanti alla sentenza della Cassazione, con l'ergastolo confermato e più nessuna possibilità d’appello. Tace perché non è più l’insegnante con il certificato penale in bianco. Oggi Giuseppina è una donna condannata a quattro anni per estorsione e che ha conosciuto il carcere, anche se da settembre non è più detenuta. Si occupa dei sette figli fatti con il marito pure quando lui era latitante, e le basta il nome che porta per avere il rispetto assoluto di tutta Casal di Principe.

Non farà nemmeno l'abituale vacanza sulla neve con la sua amica Enrichetta Avallone, moglie di Antonio Iovine, pure lui condannato all'ergastolo ma con la differenza che è latitante da sempre. Enrichetta non può partire perché sta in carcere, l'hanno arrestata per estorsione ma non sono riusciti a sequestrarle il ben di Dio di gioielli e pellicce che aveva in casa: furba come quando riusciva a non farsi pedinare ogni volta che andava a incontrare il marito, la signora ha avuto sempre l'abitudine di conservare per ogni oggetto prezioso un biglietto di auguri che lo indicasse come regalo. E i regali hanno provenienza lecita, bisogna lasciarli stare, anche se appartengono al patrimonio della moglie di un camorrista.
Sono come i loro mariti, le donne dei Casalesi: riservate, intelligenti. E toste. Stefania Martinelli è stata nella stessa cella di Enrichetta Avallone nel carcere di Latina, da gennaio a dicembre dell'anno scorso. L'arrestarono quando suo marito Giuseppe Setola la lasciò sola all'alba in un appartamento-tugurio di Trentola Ducenta per infilarsi in un passaggio segreto e sfuggire ai carabinieri. Portarono via lei perché Setola aveva lasciato anche una pistola e forse speravano che la donna decidesse di collaborare e raccontare dove avrebbe potuto trovare rifugio il marito. Non lo ha mai fatto, anche se poi Setola lo hanno preso lo stesso.

Ognuna ha i suoi problemi, fra queste vedove bianche di ergastolani ai quali restano fedeli come restano fedeli al clan. Ma solo se sono mogli. Lo sa bene Francesco Bidognetti, quello che chiamano Cicciotto 'e mezzanotte, rimasto vedovo negli anni Novanta. Teresa Tamburino fu colpita da un cancro, e il boss dovette arrendersi a un nemico di fronte al quale il suo potere di camorrista non serviva: fece uccidere il medico che non era riuscito a curare sua moglie. Francesco Bidognetti non si è più risposato, e le due donne che ha avuto da allora - Angela Barra e Anna Carrino - sono diventate collaboratrici di giustizia e le loro testimonianze hanno arricchito i già voluminosi incartamenti del processo Spartacus. Nessuna delle due sarà rimasta male per l'ergastolo all’ex compagno. Anche se è il padre dei loro figli: tre quelli di Anna, che portano il cognome Bidognetti; due di Angela, che però Cicciotto non ha riconosciuto. Giuseppina, Enrichetta, Stefania, Angela, Anna. E poi un'altra Giuseppina, che ha rinnegato il padre Carmine Schiavone (cugino di Sandokan) perché si è pentito. E Barbara, che di cognome fa Crisci ed è moglie di Giuseppe Caterino, un altro dei condannati di Spartacus, ed è finita in carcere a Modena per una storia di estorsioni messe in piedi dai Casalesi pure da quelle parti. Tutte donne che vestono con eleganza ma senza ostentazione, che sanno parlare non solo in dialetto, che hanno modi forse non raffinati ma sicuramente sobri. Eppure tutte donne di camorra, o almeno di camorristi. Di una sola non si sa il nome, e neppure si è certi che esista: se c’è una donna accanto al superlatitante Michele Zagaria nessuno sa chi sia. Peccato, perché la storia è piena di imprendibili che l'errore fatale alla latitanza l’hanno fatto per amore.

da -Io Donna - 

Annamaria...a dopo

1 commento: