martedì 9 febbraio 2010

LA SARDEGNA E IL SUO POPOLO,segnalato da ANTONIO

Mi trovo pienamente d'accordo con questo amaro sfogo di un amico sardo..


 SULCIS IN FUNDO

L’isola in cui sono nato non è più Italia. E’ come un’appendice lontana, una colonia dimenticata, un’obsolescenza del passato. La Sardegna, per il governo Berlusconi, i media e per la sinistra radical chic (che accetta le bufale del finto mercato come un Vangelo) è un luogo metafisico, un non-luogo. Non più il primo nucleo dello Stato unitario. Non il cuore della Brigata Sassari che fece cantare il Piave nella Grande guerra (con i pastori sardi che accendevano i tubi di gelatina fumando il sigaro al contrario). E nemmeno la terra di Lussu,Gramsci, una raffica di presidenti della Repubblica, i Segni, Cossiga, Enrico Berlinguer. C’è qualcosa della Sardegna che vorrebbero salvare: i porticcioli off shore, il Billionaire la Costa Smeralda degli sceicchi, l’immaterialità del turismo pataccone, la Certosa. Ma visto che in Sardegna i sudditi hanno già votato, è come se fosse stato cancellato un popolo. C’è stato un gran dibattito sul simbolo dei 4 mori, in questi anni. Gli storici ci hanno detto: non avevano le bende sugli occhi, come gli schiavi, ma sulla fronte, come i marinai. Non so se sia vero. So che oggi i mori sono schiavi. Non degli spagnoli, ma di questa idea predatoria.
Un popolo, per trovare un lavoro onesto si è infilato nelle miniere, ha abbandonato i pascoli per farsi esercito operaio, ha accettato di avvelenare il suo mare perché i signori della chimica volevano attraccare qui, e le servitù militari spolverate di uranio perché non si poteva dir no. Ora, questo popolo, dovrebbe sopportare un educato genocidio. Penso all’Alcoa, mi viene in mente un volto. Claudia, moglie di un operaio ferita dalla crisi. Per farsi pagare una fattura, ha dovuto prendere una tanica di benzina e minacciare di darsi fuoco. E’ venuta a Roma a battere il caschetto davanti a Montecitorio. Così come tutti gli altri, stanca di essere sbeffeggiata, ha occupato. La Sardegna è la metafora di una modernità inumana e feroce: Sulcis in fundo. Ma per tutti noi.
da Il Fatto Quotidiano del 6 febbraio 2010

STRANI PERCORSI, scritto da ENZO

Un racconto d'amore  e di rinascita  di una donna che riscopre il desiserio di amare non solo" cerebralmente "


Era il primo sabato di maggio. Giornata splendida, cielo terso.
Cinzia aprì la porta di vetro della principale libreria della città. Reparto psicologia. Adocchiò un libro, ne lesse il titolo, poi lo aprì e per aggiustarsi la borsetta, fece un gesto inconsulto: il libro le cadde. D’istinto si chinò, ma l’uomo che le era vicino fece lo stesso inchino per raccogliere il libro: la capocciata fu inevitabile.
“Oddìo, s’è fatta male, mi dispiace. Mi sono chinato come un bufalo! esclamò l’uomo.
“Anch’io mi sono chinata di colpo!” disse Cinzia massaggiandosi la fronte.
L’uomo le diede uno sguardo alla fronte: “Come va, sta bene? “
Cinzia lo rassicurò: “ Credo di sì. Voleva solo aiutarmi, lo so. Comunque, è stato gentile.”
L’uomo, con un certo imbarazzò, le lanciò lo sguardo dritto negli occhi, e le pupille marroni gli piacquero, ma girò lo sguardo altrove. Poi pensò che non era tanto bon ton fissare più del necessario il viso della donna.
“Posso chiederle il titolo del libro?”
“Certo, ecco!”
L’uomo lesse e annunciò, sorridendo: “ Ma guarda, che strana combinazione, è lo stesso che ho comprato io.” E soggiunse: “ ‘Desiderare il Desiderio’ di Willy Pasini. Eccolo. Io faccio incetta di libri, leggo molto. Compro spesso qui: è la mia libreria preferita.”
Detto ciò, tacque per un istante. Lei notò il suo sguardo espressivo, penetrante, il bianco dei capelli e la prestanza fsica; le venne da pensare: ‘mica male…. mi sembra un tipo sicuro di sé.’
Mi scusi, posso farle un complimento?” chiese l’uomo, un po’ titubante.
“Mm, sì!”
“Quel marrone delle sue pupille è stupendo!” Il tono della voce, così calda e carezzevole, la colpirono, e lei ringraziò abbozzando un sorriso.

“;Mi chiamo Claudio, celibe ostinato, con più difetti che pregi, ma instancabile lavoratore” ci tenne a chiarire.
Risero entrambi quando Cinzia aggiunse in modo serioso: “…ma anche gran capocciatore.”
“Cinzia, divorziata, due figli, sempre al lavoro, affronto la vita con dignità e impegno, ma spesso si fa molta fatica ad essere tranquilli …dentro.”
“La capisco, di questi tempi, è parecchio difficile essere tranquilli. Fece una pausa all’improvviso e disse: “So che è fuori dalle regole …direi insolito…, che ne dice di prendere, che so, un drink al bar?”
E fu così che Cinzia e Claudio presero un drink al bar.
Claudio si innamorò di lei. Improvvisamente e intensamente. Si frequentarono per circa un paio di mesi. Avevano accumulato un gran numero di telefonate, messaggi e incontri…ma, cosa strana, ogni volta che Claudio tentava un abbraccio…o un contatto
intimo, Cinzia si affrettava a contrastarlo dicendo: “Frena…frena!.” 

Un giorno, all’ennesimo rifiuto, Claudio insistette nel chiedere il motivo di tanta ostinazione nel rifiutare certe intime emozioni. E lei rivelò con riluttanza:
“Ho dovuto subire violenza da parte di mio marito.”
“Violenza? Che genere di violenza?”
“Violenza sessuale, mi costringeva.”
Claudio non se l’aspettava una tale rivelazione. Rimase in silenzio e turbato. Pensò alla remissività di lei nel subire senza reagire.
“Ormai, non c’era più armonia fra lui e me e la separazione e il successivo divorzio furono inevitabili. Nella mia vita ho trovato un altro uomo” continuò con voce rotta dal pianto. “ho avuto una lunga relazione con lui durata ben tredici anni…era irritabile e spesso diventava insolente; mi offendeva ripetendomi che ero una persona indegna: e lo lasciai.
Dopo un attimo di silenzio invocò commossa: “Claudio, aiutami, ti prego aiutami.”
“Ti aiuterò, Cinzia!” la rassicurò lui.

La strana relazione cominciò ad avere un andamento anomalo: si alternavano momenti di tranquille chiacchierate a mezzo telefono, e momenti che rivelavano suggestive atmosfere piene di tenerezze…ma sempre senza slanci di natura erotica: che non si realizzavano in alcun modo.

Passò circa un mese.

Cinzia fu sottoposta ad un intervento chirurgico, ma per un errato dosaggio dell’anestesia, rimase in coma per circa una settimana. Sara, sua amica d’infanzia e collega di lavoro, andò a trovarla all’ospedale.
Come va Cinzia?” le chiese chinandosi su di lei.
“Ho passato un brutto momento: mi hanno detto che sono stata in coma per circa una settimana. Ma, credimi, non ho avvertito alcun dolore…nulla.”
“Ti hanno detto quando ti dimetteranno?”
“Devono effettuare altri esami. Credo fra una settimana o al massimo fra una decina di giorni,”
Detto ciò, il suo viso assunse un’espressione seria.
“Sai, Sara,” mi è successo una cosa strana” cominciò a dire.
“Cosa?”
“Improvvisamente, mi sono sentita sollevata dal suolo… ero sospesa in aria …sai come un astronauta in assenza di gravità e vedevo il medico e le assistenti come operavano durante l’intervento; sempre sospesa nel vuoto e sempre volando percorrevo l’interno di un lungo cunicolo…insomma avanzavo fluttuando come in una galleria…”
“Un sogno, hai fatto un sogno…sarà stato l’effetto dell’anestesia.”
“Forse, sentivo una serenità, una deliziosa tranquillità, una pace dentro…che non ti so spiegare, Se sapessi, Sara, mi sentivo tanto bene… poi all’uscita da quella specie di tunnel …ho visto una luce di un fulgore mai visto prima…ho guardato quella luce e…non so perché…non mi accecava. Ho sentito poi una voce che diceva: “Non è ancora il tuo momento! Il tuo cuore ha bisogno di luce…devi scacciare l’ombra che ti assilla… devi tornare. Ma io non volevo perché sentivo un’ insolita pace dentro di me.”
“E’ stata l’anestesia che ti ha provocato …la complicazione!” intervenne l’amica. “Ora è tutto finito.”
Ma Cinzia insisteva: “Non mi sembrava un sogno: era tutto così chiaro, credimi, volavo in quella specie di tunnel…la luce era fortissima e quando la guardavo non mi abbagliava, non mi provocava alcun fastidio…!” Si bloccò, rimase alcuni istanti muta a guardare, dritto negli occhi, la sua amica, poi chiese, ma era quasi un’affermazione:
Sara, ho una sensazione strana…” e aggiunse, “e se avessi lasciato questo mondo per alcuni istanti!?”
“Chissà, forse quel mondo sta qui o qui!” rispose l’amica portando una mano all’altezza del cuore e poi alla tempia. Poi storse le labbra e chiese:
“Piuttosto, come va con Claudio?
Cinzia, a quella domanda, si portò l’indice al naso, diede un piccolo colpo di tosse ed ammise: “ Va e non va, in certi momenti sono in disagio con lui: litighiamo…e spesso pure…non riesco a sciogliermi.”
“Cinzia, sono la tua migliore amica?”
“Certo!”
“Allora dimmi, lui ti ama?”
“Si, mi ama, è innamorato di me!
“E tu, la verità: a che punto sei col cuore…ti senti rincretinita come lui? insistette Sara.
Cinzia si bloccò, rubò alcuni attimi e rispose bofonchiando:
“No, a volte credo di sì, altre volte, no. Non sono tanto sicura. A volte sembra il mio uomo ideale, … quando sento la sua voce io cominciò a volare…poi sopravviene qualcosa che fa svanire tutto…ti giuro…mi sento confusa…!”
“Avevo già intuito dalla pausa che hai fatto…posso dirti quello che penso?”
“Spara!”
“ Una chiacchierata con uno psicologo potrebbe esserti di grande aiuto per mettere un po’ d’ordine in quel cuore matto che ti ritrovi!” concluse Sara, sorridendole.
“Credo che tu abbia ragione: ci stavo pensando da un pò!” ammise Cinzia.

Cinzia fu dimessa una settimana dopo.
E concordò un appuntamento con uno psicologo.
Al colloquio lei rispose a tutte le domande sulla sua vita, familiare, matrimoniale, fino alla relazione anomala fra lei e Claudio. Gli eventi più significativi erano stati: i rapporti matrimoniali col marito, con le sue intemperanze di natura sessuale, il successivo rapporto di durata ultradecennale, finito male, per arrivare alla relazione anomale e inconsueta con Claudio.

“Io cercherò di aiutarla. Intanto, le premetto che lei non ha mi ha chiesto una terapia per il suo problema, ma un consiglio di terapia, il che è diverso. In un matrimonio, i due coniugi, ma anche al di fuori del matrimonio, hanno rapporti sessuali fatti d’amore, cioè con desiderio fisico e con sentimento. Ma ci deve essere sempre consenso.”
“Chiarissimo!” esclama Cinzia.
“Bene, immagini che ogni persona è fatta di due entità indissolubili, corpo e …anima.
Orbene, tutto quello che avviene nella vita viene, come dire, registrato in quella parte invisibile di ciascuno di noi. E’ la parte più delicata e importante dell’anima: un luogo segreto dove andare in pellegrinaggio, come ha detto un collega scrittore. Io personalmente lo chiamo ‘scrigno’, in cui albergano luci ed ombre. Dietro una facciata di famiglia normale c’è un uomo che le ha usato violenze sessuali, cioè le ha creato delle ombre e lei quegli abusi li ha subiti…senza reagire o forse non ha potuto o saputo ribellarsi. Suo marito l'ha lacerata dentro. L’ha usata come uno strumento per soddisfare i suoi bisogni in modo animalesco.”
Cinzia ascoltava immobile le spiegazioni dello psicologo, non riusciva nemmeno ad annuire. Nella sua mente risentiva e riviveva i drammatici momenti del passato.
“Lei quindi” prosegue lo psicologo “ha un contrasto interiore, il desiderio erotico nasce in lei, si avvia, ma scatta un altro meccanismo, il ricordo della violenza la blocca; la sua libido si distrae, si sposta e resta prigioniera del brutto passato.”
“E’ proprio così, non riesco a superare questa barriera!” ammette lei.
“…e lei, non avendo più rapporti sessuali di coppia, si rivolge a momenti di autoerotismo.”
Cinzia sentiva il cuore che la percuoteva, respirò profondamente e implorò:
“Dottore, mi aiuti, mi dica lei…ho bisogno di amare. Ho un uomo che mi ama e voglio amare anch’io, ho bisogno di lui.”
Lo psicologo la guardò a lungo e le disse a mani giunte:
“Io le dò il mio aiuto, ma lei deve tirar via tutta la grinta che ha, deve mandar via quella bestia che le impedisce di liberare la forza di amare. Vedrà che le ritornerà il desiderio di desiderare.”
“Mi dica, dottore!” invocò Cinzia.
“Quando le appaiono le immagini brutte del passato, le scacci, e con tutta la forza che ha, si concentri sul presente pensando al suo Claudio, e nel percorso che potrà avere con lui.”


La notte stessa sognò. E quel sogno, oltre a turbarla, fu una salutare rivelazione.
Vide in una chiesa il suo corpo esanime in ginocchio, su uno scanno; un braccio le pendeva al suo fianco sinistro; il braccio destro era tutto proteso in direzione della Madonna, come una richiesta di aiuto.

La mattina seguente si svegliò, si stiracchiò ben bene; tutta distesa sul letto si ricordò del sogno, e decisa, annunciò:
“Madonna mia, ti ringrazio. Solo Tu potevi fare il miracolo...eh sì...ora ti chiamo, tesoro mio.”
Erano le 7.00. Claudio stava ancora dormendo. Sobbalzò al primo squillo del telefono.
“Pronto?”
“Ciao,dormiglione, ancora a letto?”
“Pronto,ah sei tu…” bofonchia Claudio dall’altra parte del telefono. “Ciao!”
“Si, sono io, la tua bamboccia!”
“Cosa c’è? è andata a fuoco la casa? un terremoto?
“Sono andata a fuoco io… proprio a causa di un terremoto!” annunciò lei, con tono amorevole.
“Secondo me, non stai tanto bene: misurati la febbre...” scherzò lui dopo aver visto l’ora. “ Mi vieni a parlare di…fuoco…terremoto…” Poi fece una pausa:
“Insomma, Ci, mi spieghi, con calma, che hai… stamattina? Cos’è questa storia del fuoco e del terremoto.”
“Sono andato a fuoco io…finalmente…proprio a causa di un terremoto…ho superato una barriera che ritenevo insormontabile...perchè ti amo col cuore, con l’anima e anche col cervello, essendo ‘una cerebrale’, come tu mi qualifichi sempre.”
Claudio, frastornato e incredulo da quell’insolito discorso, con tono scherzoso, chiese:
“Vediamo, mi stai dicendo che da donna cerebrale sei diventata donna cardiaca? è così?”
Cinzia cominciò a piangere e mentre il silenzio accoglieva i suoi sussulti e le sue lacrime, sussurrò con voce soffocata:
“La cena... sarà servita...alle 8.00, ed io sarò felice di amarti…prima…durante e…specialmente dopo!”.
“Sarò puntuale!”
“Ed io cardiaca!
Risero entrambi. Cinzia tirò su di naso; chiuse il telefono e sentenziò:
“E’ nuovo, ho un cuore nuovo e questo è davvero un giorno nuovo per me.” E continuò a borbottare…”…un cuore nuovo…un cuore nuovo” e con lo sguardo nel vuoto e un’insolito sorriso sulle labbra, imboccò l’angusto ingresso della cucina.


ENZO

ANCHE I PAPERI HANNO UN CUORE - scritto da CIPRIANO -


Era da diversi giorni che tenevo d’occhio la contessa Azzurra Girelli Mazzanti-Dellavecchia la quale, dopo essersi fatta lasciare nei pressi
dall’autista, si recava tutti i giorni a pranzo alla mensa della Caritas;
lo stesso faceva il Megadirettore Gran-Costruttor Ing. Dott. Ottone
Liberalacasa che addirittura si portava a casa una busta di avanzi per
poter cenare.

Chi invece preferiva affogare nell’alcool i dispiaceri economici erano
il Gran Direttor delle Cliniche Riunite Cav. Dott. Felice Colica, il Presidente
Generale dei canili Associati Dott. Bracco Baldo, il Grand’Ufficial Amministratore generale delle Scuole Guida Archit. Guido Maluccio,
il noto politico locale Felice La Pippa con la propria consorte di origine
greca, la nobildonna Mika Teladògratis, il Dirett. del giornale locale
Primo Falso, ed il Magistrato in pensione Dott. Massimo Della Pena;
altresì ormai vicino al collasso psicofisico per le privazioni, era l’Amministratore Unico dei Giochi e Lotterie, il Prof. Cav. Natale Tombola. Tutti accomunati da un unico problema quotidiano, quello di poter
coniugare il pranzo con la cena e poter sfamare la propria famiglia, nel contesto di una vita dura e grama fatta di enormi sacrifici e privazioni.
Non mi erano assolutamente sfuggiti nel contempo la vita allegra, spensierata e godereccia che noti personaggi locali conducevano alla faccia dei più elementari crismi di fratellanza e carità; tra i più scatenati negli ozii e nei bagordi erano i noti disoccupati Giuseppe Agonia con la fidanzata Vita Migliore, il custode del locale cimitero tale Santo Campo, addirittura si vociferava anche sul bravo parroco della Chiesa dell’Addolorata, don Massimo Conforto.
A prima vista, i più accaniti nello spendere e nello spandere si notavano
tra la categoria dei pensionati e dipendenti, tra cui spiccava l’aiutante
vice barbiere Felice Forfora con la sua amante clandestina ucraina
di incerta professione, tale Vagina Seminova.
Naturalmente miei cari amici, a Vossignori tutto ciò pare contro natura e naturalmente anche a me tutto questo pare il mondo all’inverso; ma poi
torno a casa e ti leggo l’ultimissima notizia che non fa altro che confermare quello che era un film comico….

Cosa ti leggo?: Cresce l’evasione fiscale in Italia che si conferma primatista europeo con il 51,2% del reddito imponibile non dichiarato. Nei primi dieci
mesi del 2009, l’imponibile evaso in Italia è cresciuto del 11,7% ed ha raggiunto l’ammontare di 369 miliardi di euro l’anno. In termini di imposte sottratte all’erario siamo nell’ordine dei 144 miliardi di euro l’anno.
Tutto ciò emerge da un’indagine effettuata da KRLS Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it, l’Associazione Contribuenti Italiani condotta su dati divulgati dalle Polizie tributarie degli Stati europei.
Nella speciale classifica degli evasori, l’Italia è seguita da Romania (42,4% del reddito imponibile non dichiarato), da Bulgaria (39,3%), Estonia
(37,2%), Slovacchia (34,5%) e cosi via …

Ma udite, udite!! Sono soprattutto i dipendenti e pensionati i “pochi ricchi dichiarati” in Italia: dagli ultimi dati dell’Agenzia delle Entrate, si
traduce in numeri la conferma che l’assoluta maggioranza di redditi elevati
ha ritenuta alla fonte, quindi si tratta di lavoratori dipendenti o in pensione.
Sono 90.3316 i dipendenti che hanno dichiarato al Fisco oltre 150.000 euro
e a questi si sommano 38.962 pensionati “ricchi”, per un totale di 129.278.
Complessivamente, i cittadini che guadagnano bene sono 149.323, ovvero
lo 0,3% dei contribuenti oppure 3 su mille, comunque “una rarità”.
Pensate …L’evasione fiscale è diventato uno degli sport più praticati dagli italiani al punto che anche i morti evadono il fisco tumulandosi da soli …
Il cameriere é più ricco del padrone del bar, il muratore è più ricco dell’ingegnere, l’ometto delle pulizie del padrone della catena degli Hotel,
il portantino del barone, l’operaio precario del padrone.
Ma questi numeri non sono poi che il risultato matematico di una realtà
che tutti conoscono, ma che in eguale misura fanno il verso della meraviglia per rigettare in virtù delle ovvie ragioni di tornaconto …Siamo o non
siamo il più grande Paese di furbastri, figli e nipotini di Machiavelli e del “fine che giustifica i mezzi”, abituati a coniugare il verbo essere solo alla prima persona : …io Sono! C’è da farsi cadere le braccia dallo sconforto, sapendo che nulla cambierà perché enormi sono gli interessi socio-politici che hanno
impedito, impediscono ed impediranno sempre tutte le riforme per un fisco equo in una società possibilmente a misura d’uomo.
Il benessere non si divide, soprattutto quello costruito sugli imbrogli e sulle infinite truffe grandi e piccole, sullo scambio truffaldino e sugli egoismi
soggettivi ed oggettivi. (mannaggia!)
Pessimista? …Assolutamente no. Solo terribilmente realista!
In fondo io personalmente cambierei i valori della scala degli esseri viventi, dove metterei al primo gradino la razza animale al posto di quella umana, (scusatemi) visto che tra bestie della stessa razza vige un severo ed immutabile codice di reciproco aiuto, cosa semisconosciuta tra i viventi
soprattutto quando si tocca quella parte vitale che si chiama “tasca”.

Finanche il tirchio Paperon de’ Paperoni si muove a compassione
molte volte verso lo sfigato Paperino …E tutto dire …
Ciao
con affetto Cipriano
http://www.mondoglitter.it/divisori/divisori25.gif


...A PROPOSITO DEL BERLUSCA, da CATERINA

PER CHI LE AVESSE PERSE, ECCO ALCUNE BARZELLETTE SU BERLUSCONI..




SECONDO GIORNO DI BERLUSCONI IN ISRAELE: ..HA VISITATO LA GROTTA DI BETLEMME IN CUI E' NATO.



Che differenza c'è tra Dio e Berlusconi? - Dio non crede di essere un Berlusconi, solo che Berlusconi si crede di essere Dio.


Berlusconi, da bravo premier impegnato socialmente, va con tutta la famiglia in visita in un centro per disabili. Una vecchietta si avvicina al figlio di Berlusconi sorridendo amorevolmente:
E tu, bel bambino, come ti chiami?
Berlusconi tappa repentinamente la bocca al figlio e risponde alla signora disabile:
Ehm... Piersilvio signora! Non legge i giornali?
Più tardi il bambino prende in disparte il padre e gli chiede:
Perché papà, continui a mentire sul mio nome?

Zitto Gesù! Se qui scoprono chi siamo, sai quanti miracoli ci tocca fare?!?



Il Papa, Bush, Berlusconi e un boy scout viaggiano insieme in aereo quando un motore si guasta e inizia a perdere quota. Al pilota arriva l’ordine via radio di abbandonare l’aereo.

Vengono contati i paracadute e si scopre che sono solo quattro.

Il pilota ne afferra uno e lo indossa dicendo: “Su quest’aereo comando io e decido io chi ha diritto al paracadute!”. Quindi si lancia.

Bush a sua volta afferra un paracadute e senza indugio lo indossa: “Sono l’uomo più potente della terra e ho diritto ad un paracadute!” e si lancia.

Quindi Berlusconi esclama: “Sono l’uomo più intelligente della terra e il paracadute spetta a me!”. E si lancia.

A questo punto il Papa rimasto solo con il boy scout si rivolge a quest’ultimo e generosamente gli dice: “Figliolo, io sono vecchio e stanco, anche se muoio pazienza, ma tu sei giovane, prendi tu il paracadute rimasto e salvati!”

“Santità – risponde il boy scout – non si preoccupi, ci salviamo tutti e due. I paracadute rimasti sono due perché l’uomo più intelligente della terra si è buttato col mio sacco a pelo!”.

 E ORA UNA BARZELLETTA RACCONTATA DAL SILVIO NAZIONALE..




DA CATERINA...

METEO e... non solo..









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lunedì 8 febbraio 2010

COSI' RIDEVANO I ROMANI (ANTICHI)


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C’è sempre qualcuno che ti domanda se la sai l’ultima.
Io invariabilmente dico “no, racconta”. E ce ne sono di tutti i colori, nella gran parte dei casi schifose.
Una di queste mi ha dato gli incubi. “La sai quella degli antichi romani?”. “No, racconta”.
In un campo di battaglia infuriano gli scontri fra gli antichi romani ed i cartaginesi. Alla fine, orrendi cumuli di persone morte e ferite a terra.
Un centurione romano, Terenzio, cerca nei cumuli Perseo, suo amico di vita. Prima grida il suo nome poi, pian piano, perdendo la fiducia, si avvicina ai mucchi e gira uno dopo l’altro i corpi guardando la faccia di ognuno.
Ah, dimenticavo, s’era nel pomeriggio inoltrato e cominciavano a scendere progressivamente le ombre della sera.
Terenzio, aggirandosi fra i corpi e sollevando la testa del malcapitato di turno, gli domanda: Sei Perseo? Sei Perseo?, finché si gira uno e gli risponde: trentaseo.
Da rabbrividire. Si poteva mai intendere la domanda come “sei per seo?”. Sì, si poteva. Almeno così l’antico romano, più di là che di qua, l’intese.

Io per la verità mi arrabbio quando sento queste stranezze. Ma ci sono alcuni che ridono a crepapelle. E voi? Ne avete qualcuna di storielle da raccontare?

Lorenzo

LA FAMIGLIA, scritto da PINO


Buon inizio di settimana a tutti voi cari amici e lettori !! Ecco una deliziosa poesia del nostro Pino che ci descrive attimi di felicità e amore.


* * *
È una giornata di splendido sole,
vedi una donna con ritmo svelto
stendere sulle corde del terrazzino
delle bianche ampie lenzuola.
Poi, nel prendere ancora indumenti
di piccola taglia; li dispone con calma,
forse a riparo da alterazione dei colori
con particolare diligenza e dedizione.
Ben si nota, in quella casa c’è  felice famiglia:
una mamma, papà e un figlio
che cresce amato dai suoi genitori.

Lui, si regge appena in equilibrio,
ma non rinuncia di fare passettini
per andare incontro al suo papi
rientrante stanco solo di sera.
Fra una faccenda e l’ altra mentre
si passa ad approntare tavola e cena
incurante della stanchezza del giorno
iniziano una serie di trastulli e giochino,
inebriando il padre che ritorna bambino.

PINO

METEO..e non solo

http://www.meteoindiretta.it/cartine/elaborate/0_italia.png



domenica 7 febbraio 2010

BELLE E GIOVANI A TUTTI I COSTI ..NE VALE LA PENA?...

Alcune sere fa, nel corso di un programma televisivo, in seconda serata, era ospite Ornella Muti . E devo dire che l'ho guardata con stupore per la metamorfosi subita dal ritocco magico estetico. Era il mio mito, anche perchè coetanee :   la conobbi personalmente quando girò uno dei suoi tanti films "grandi magazzini"..Era bellissima e, noi ragazze ci ispiravamo a lei nel vestirci, pettinarci e truccarci. Rivedendola l'altra sera, diciamo che mi è caduto un mito di donna..ha puntato e punta ancora tutto sulla bellezza e il volere rimanere giovane a tutti i costi. Il risultato, a mio modesto parere, è patetico... ma ne vale la pena?..leggiamo l'articolo di oggi del "Corriere Della Sera."

 

«Punturine» di bellezza
con brutte sorprese

Prima indagine italiana sui filler antirughe. Quanti e quali sono gli effetti indesiderati


Leviga qui, riempi di là, spiana la rughetta, ridefinisci il contorno delle labbra: in Italia è filler-mania. Le «punturine» per fare un ritocco «light» al viso non conoscono crisi. Ma la punturina non andrebbe fatta tanto a cuor leggero. Secondo i dati raccolti dal Centro Interuniversitario di Dermatologia Biologica e Psicosomatica di Firenze, su 1500 donne che, dopo un ritocco con filler, si sono rivolte al Centro lamentando effetti collaterali, in un caso su quattro le complicanze erano tali da richiedere l'intervento del medico. L'indagine (benché sia stata condotta non su un campione rappresentativo di tutte le donne che sono ricorse ai filler, ma su pazienti che si presentavano al Centro lamentando fastidi e problemi) per la prima volta fa un po' di chiarezza sui «danni collaterali» dei filler. Al primo posto, tra gli effetti avversi, si presentano i granulomi (dovuti a una rezione di rigetto della pelle che si presenta soprattutto quando si utilizzano filler a più lunga durata), seguiti dalle infezioni batteriche, dalla riaccensione di Herpes e dagli ascessi.
-«Bisogna precisare che questi eventi avversi si hanno quando si usano filler di scarsa qualità: i dati li abbiamo raccolti su donne arrivate in clinica dopo essersi sottoposte al ritocco in centri estetici non autorizzati o da medici che usano prodotti non certificati — chiarisce Torello Lotti, direttore del Centro fiorentino e presidente SIDeMaST —. Si tratta, ad esempio, di filler per i quali è stato utilizzato materiale non sufficientemente purificato o con conservanti di qualità scadente: basta tenerli a una temperatura non corretta per creare una «miscela esplosiva» per la pelle. Con filler garantiti, invece, i problemi sono molto meno frequenti e per lo più si limitano a piccoli fastidi transitori, come arrossamenti, lividi o dolori nella sede dell'iniezione». Possiamo, allora, tirare un sospiro di sollievo? Non proprio. Il guaio è che se negli Stati Uniti i filler, per poter esser venduti, debbono avere una certificazione dell'FDA (l'ente americano per la sicurezza di farmaci e alimenti) che non la rilascia a cuor leggero, visto che l'ha concessa solo a sette prodotti, in Italia le cose vanno diversamente. I filler, considerati non farmaci, ma "dispositivi medici", possono entrare in commercio senza sottostare alla rigida normativa prevista per i medicinali (il che esclude la sperimentazione e la farmacovigilanza sugli effetti collaterali) e sono molti: oltre 150. Per un giro d'affari che si aggira sui 200 milioni di euro l'anno.
 «La SIDeMaST già da tempo ha proposto alle autorità sanitarie che i filler vengano equiparati a farmaci iniettabili, per dare ai pazienti maggiori garanzie sui prodotti» afferma Annalisa Pizzetti dell'Accademia Romana di Dermatologia-ONLUS. Per ora gli appelli sono rimasti inascoltati, così la Società sta prendendo iniziative autonome: nel Lazio, ad esempio, da gennaio, c'è un registro, presso l'Ordine dei medici di Roma, che raccoglie chi dermatologo lo è davvero e ha tutte le carte in regola per praticare procedure estetiche». Ma altrove, come tutelarsi? «I pazienti devono assicurarsi che il medico scelto sia uno specialista dermatologo o chirurgo plastico: basta una domanda all'Ordine dei Medici locale — consiglia Lotti –. Poi, è bene non fidarsi dei prezzi stracciati: il costo di un'iniezione di filler di buona qualità, a seconda delle quantità da impiegare può andare dai 200 agli 800 euro. Chi propone prodotti più a buon mercato difficilmente offre filler garantiti». Sicuro più di quanto si pensi è invece un altro «spianarughe» molto utilizzato: il botulino sul quale pesa il sospetto che possa "migrare" e andare a far danni nel sistema nervoso. Pare che si possa stare (relativamente) tranquilli: nel 2009 in Italia ne sono usate 150.000 fiale senza che si sia manifestato alcun danno almeno permanente. «Gli eventi avversi possono però capitare e sono dovuti a errori di somministrazione. Per fortuna il botulino viene inattivato in tempi relativamente brevi dal nostro organismo per cui non può dare effetti a lungo termine» precisa Lotti. La sicurezza d'uso deriva anche dal fatto che il botulino è considerato, lui sì, un farmaco: «Pertanto è sottoposto a rigidi controlli da parte delle autorità sanitarie — interviene Daniela Marciani dell'Accademia Romana di Dermatologia –. E se viene usato per distendere le rughe di espressione, secondo le linee guida dettate dal Ministero della Salute, è da ritenersi sicuro».


Ornella Muti, ieri, (mora e naturale) e oggi  (bionda e rifatta )





Un’altra star rovinata dalla chirurgia plastica, che ha trasformato il suo viso dolce e incorniciato da occhi da cerbiatto con uno simile a molte altre star, che come lei hanno ceduto alle tentazioni dei ritocchini. Stiamo parlando di Brittany Murphy (30) che in questi anni ha fatto vari restyling ai suoi caratteri somatici, e che nei giorni scorsi è apparsa ad una sfilata per la settimana della moda di NY con le classiche labbra stile ‘canotto’. Ma come possono farsi ridurre così certe star?





in questo video Aumento di volume delle labbra con filler a base di acido ialuronico la paziente è sotto anestesia...io mi tengo le mie cosi come sono!!!


 ANNAMARIA...a dopo

per Donatella...

http://www.megghy.com/gif_animate/mestieri_persone/dj/16.gif

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venerdì 5 febbraio 2010

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                                  Honoré de Balzac
Se tutto deve avere uno scopo, vi sono certamente quaggiù alcune esistenze di cui il fine e l'utilità rimangono inesplicabili. 

TALAMO - scritto da CIPRIANO -

Forte dell'arroganza del vento 
 
amaro come amara è la solitudine 

 
quando è interrotta


dal volgare umano vociare 

 
sei tu 

 
figlio d'un cinereo talamo


tu


traditore 

 
tradito da se stesso 

 
tu 

 
amante dell'amore 

 
ma non dell'amata 

 
tu 

 
che non gioisci della mia essenza 

 
tuttavia 

 
non sai farne senza 


CIPRIANO

RIFLESSIONE SULLE CHAT...

http://www.rdinformatica.com/activeweb/Chat/WebHome.jpg 
Oggi  un pò incavolata lo sono,
ma non perchè mi ci sia svegliata..
..ma proprio perchè  portatrice di cervello sano..
mi viene da pensare..
Sappiamo che entrare in comunity è semplice...molto semplice.
..si ci registra e uno apre fino a 7 nick...si dice...
..ma se si fa altra registrazione ne ho altri sette....e altri sette ecc ecc.
....nulla da eccepire se non che.....ma che senso ha avere tutti questi nick...
..e soprattutto come si f a gestirli tutti?  a  me già il blog
mi impegna e non poco !
  si  ..lo so ...sono fatti miei se il blog
mi impegna e se non mi sta bene posso anche chiuderlo..
La domanda è che chi apre tutti questi profili che scopi ha..?..
se io sono carina simpatica  e sincera....che senso ha
scivrere in un'altro nick bella per pochi ,sicura e un pò stronza....?
Colpa di chi all'interno della chat non fa rispettare le regole ??
Perchè se un'amico mi dice che è stato perseguitato da una per due anni..
..qualcosa non va,se una persona disincantata e bella dentro mi scrive
sono diventato cinico....un motivo ci sarà.....
Chiedo, che problema c'è a permettere che ognuno abbia un solo nick
 e blog e  verificare che chi si registra corrisponde a tizio caio e sempronio...?
Perchè, sul fatto che qua stiamo in rete, non significa mica che io sono libera
di rompere...e( i dati personali non
sono resi pubblici.)... è un problema solo di chi deve nascondere qualcosa..


 l'aria che si respira nelle chat per certi versi è sempre più irrespirabile.....
Non demonizzo il virtuale....ma solo chi usa questo posto per scaricare
le proprie frustazione su chi non c'entra nulla...

Esperienze di chatters
Due anni di chat, conoscenze, confidenze, affetti...tutto questo e il contrario di questo, presi dal web


 INCOMPRENSIONI IN CHAT
Capita talvolta, in virtù sia degli aspetti caratteriali che delle contingenze familiari dei chatters, di avere delle incomprensioni. Da questo possono nascere malumori,litigi e perfino rotture di affetti e amicizie. Ricordatevi che io parlo sempre di persone adulte ,che lavorano, con famiglie più o meno serene. Se  ci si dà appuntamento improvviso in chat (uno dei 2 deve avere cellulare sempre acceso, l'altro può mandare sms tramite web) poichè non è stato possibile telefonarsi ( il telefono grazie al tono della voce è più esplicito, non consente fraintendimenti), devi barcamenarti fra i saluti , le spiegazioni e prima che la frase ritorni in video ne sono nate altre che ingarbugliano la comunicazione. Ecco che nasce un tipo di incomprensione.


ORGANIZZAZIONE PER CHATTARE
Se si chatta con frequenza, uno dei problemi è ricordarsi le caratteristiche dei diverse nick. Come fare per non chiamarla  Anna e non Maria, chiedere dei figli se magari è single, parlarle dell'Etna ed invece è il Vesuvio? Mi limito a semplificare!!!!Eh eh!!!  E così mi sono organizzato con un foglio EXCEL, catalogando per nick (alcune ne hanno anche 10 e oltre) nome, città, età, sesso (90% donne per me), email, telefoni (per chi è già in confidenza) e note particolari (sposata, figli, lavoro,nomi , hobby e tutto ciò che caratterizza una persona). Quando entravo in chat ero già pronto con il file aperto pronto a far scorrere sul nome per rinfrescarmi la memoria.

LA GELOSIA IN CHAT
Si presenta in maniera pesante sia in caso di sole conoscenze, sia nel caso( soprattutto) di affetti fra chatters.  Se l'amore di chat si sviluppa fra persone sposate, accade che non si sia gelosi del partner , ma degli altri personaggi della chat. Eppure sai benissimo che col partner lei/lui ci fa lamore, ci dorme, ci mangia, ci vive!  La gelosia nasce nei confronti degli altri  chatters e a me è capitato di assistere avere piazzate nella chat verso chi veniva considerata una pericolosa avversaria , nelle attenzioni e nella considerazione. Se ci fosse stato l'audio avrei sentito le urla!!! Altro modo di dimostrare gelosia è allontanarsi stizziti ( per poi pentirsi e ritornare dicendo..."scusa sono caduta!!") , andare in altra stanza con altro nick, chiudersi in pvt.


SESSO E CHAT
A volte nelle chat, capita di leggere dei forum o assistere a dialoghi sul " sesso in chat". E' una parola senza senso. La chat è il tramite per amicizie, eventualmente affetti ed eventualmente incontri. Ecco che allora può esserci il sesso, ma non è automatico ovviamente. Tante persone usano la chat per scambiarsi libertà verbali ( sarebbe meglio dire scritte)su argomenti che nella vita reale non affronterebbero con tanta disinvoltura. Tralascio tutto ciò che è sopra le righe , maleducazioni, volgarità espresse  da certe categorie di chatters. Se si ha feeling con l'interlocutrice ( non dimenticatevi che sono attirato dal dialogo con donne) si può fare una narrazione a  4 mani, dove ognuno dei due inserisce tutte le fantasie di libertà, di erotismo, di sensualità, tentando di incastrarle con le espressioni dell'altro.

LE DONNE E LA CHAT
In tante donne conosciute in chat, ho riscontrato una caratteristica comune e cioè la lamentela verso i rispettivi compagni di venir trascurate, capite, apprezzate sino ad arrivare a quelle addirittura maltrattate!! In tutte  (o quasi) una voglia di affetto e di sentirsi dire dolci parole. Come desiderare di essere prese per mano per essere trasportate in un mondo diverso dal solito loro. Per lo meno in quelle ore trascorse a dialogare attraverso il monitor. Il monitor, la barriera fisica, stimola alla confidenza e si arriva a confidare fatti  e segreti che mai sin sono confidati ad amici della vita reale. C'è da considerare poi che il virtuale si trasforma presto in reale. Questo accade dopo che si crea feeling e nasce la voglia di sentire la voce, a conferma delle tante scritte apparse sul video. E quando si crea fiducia e ci si scambia i numeri telefonici ecco la magia... Il tono, l'impostazione, il calore della voce che dà conferme o smentite di quello che  si era immaginato. E qui abbiamo aggiunto un senso vero che è l'udito. La voce che trasmette emozioni, desideri, voglia di contatto.
VOGLIA DI COMUNICARE
Le prime volte che entrai in chat ero spaesato. I miei interventi erano con tono scherzoso. Dopo un pò mi accorsi che c'erano diversi modi di digitare e di esprimersi. Era come una piazza di paese, , dove esisteva  il bullo, il saccente, l'aggressivo, la bella e tante altre tipologie di persone. Notai anche che l'essere nuovo attirava l'attenzione, anche delle donne. Io avevo preparato delle frasi ad effetto e le lanciavo nelle stanze durante dialoghi. Mi accorsi così che la mia voglia di comunicare era anche di tante altre persone, sopratutto donne per quel che mi riguardava e ciò mi affascinava. Nella chat conta molto l'intuito per indovinare e costruire il personaggio con il quale interagisci. Lo crei tu con la tua immaginazione e non sempre si indovina.
INIZIO A CHATTARE
Il mio inizio di chatters è intorno alla fine di aprile 2001 . Avevo provato ad entrare in una chat qualche tempo prima dall'ufficio, , e il mio intervento era stato di disturbo nei confronti dei presenti. A marzo era morto il mio primo cane, Asterix, uno schnauzer nano nero. Ero rimasto veramente dispiaciuto e ogni volta che rientravo a casa mi venivano le lacrime agli occhi, non trovando lui a farmi le feste. era vissuto 11 anni e gli ultimi tre mesi erano stati di sofferenza e di cure. Alla fine lo facemmo sopprimere poichè non c'era nessuna cura per farlo riprendere e lui soffriva. Mi ricordo che tenni la mano sul suo cuore mentre la veterinaria le iniettava la fiala e sentii il suo battito pian piano diminuire e cessare del tutto. Una tristezza enorme. Un dispiacere che non avevo ancora vissuto.
                



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 Concludo (per oggi) con una storia  presa dal web ..
Amore in chat 
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Questa storia ha radici profonde nella mia vita: non ero mai stato con una ragazza, e me ne facevo un problema.
L'estate prima avevo fatto una vacanza sconvolgente (allegra all'n-esima potenza) con altri 4 amici. E durante l'inverno avevo mantenuto questa sensazione di tutto può accadere e di curiosità verso il mondo che mi circondava.
Ero anche all'inizio delle mie prime esperienze di chat. Di solito sul lavoro la mattina presto entravo scambiavo 4 chiacchiere con chi era presente e poi tornavo al lavoro. Quando uscivo dalla chat era solita entrare una persona che come nickname non mi attirava/incuriosiva. Ma lei era incuriosita da me e dopo un po' di insistenza iniziarono i primi scambi di discorsi, di e-mail ed infine anche il numero di telefono.
Iniziammo così a sentirci sempre di più, lei di roma, con una storia triste finita da poco (e non parlo di fidanzati ma rimango sul vago per rispetto) e con tanta voglia di vivere. Inoltre lavorava e studiava e questo per me è un gran merito. Insomma, la sua voce al telefono, una voce dolcissima dietro la quale sentivo una persona di grande intelligenza e sensibilità ... mi ha conquistato oppure volevo che mi conquistasse.
Io ancora non capivo cosa fossi per lei. Venne l'estate, decisi di incontrarla. Presi la mia macchina e per la prima volta in vita mia feci da solo un "lungo viaggio", da Genova a Roma. La mattinata era calda e in realtà non sapevo nemmeno che faccia avesse lei tranne una sua frase che mi rimarrà scolpita nella memoria: "tu pensa a me come ad una cozza e non andrai tanto lontano". Mi dissi che l'aspetto in una persona è ben poca cosa rispetto a ciò che uno dentro possiede.
Lei venne, il primo pomeriggio era torrido, scese dalla macchina, mi si avvicinò, la vidi: non era bella, aspettai che parlasse e sentii nella sua voce tutto quello che avevo sentito per mesi al telefono: era lei! Quel pomeriggio facemmo un giro sui colli romani, alla fine mi portò al tuscolo e verso sera, dopo un mare di parole ... ci baciammo: era il mio primo bacio! Tutto stava succedendo molto in fretta, troppo ma non mi opposi. Dentro di me dissi che lei era una persona fantastica e cercai nel mio interno l'amore ma non sapendo cosa fosse decisi di attendere e ... capire.
Quella sera mi fece dormire a casa sua anche se dormimmo poco e non per quello che state pensando voi. Non volevo bruciare tutto subito ... era già accaduto tutto troppo velocemente. Da li ad una settimana ci reincontrammo, questa volta in un albergo a metà strada. Con noi c'erano altre persone di chat ma alla fine rimanemmo da soli. E' incredibile, anche se non avevo detto nulla, anche se non lo avevo deciso ormai stavamo insieme. Era come un sogno. Pensavo sempre a lei, cercavo lei, anche se devo ammettere che lo stare lontano non era un peso particolare. Probabilmente non ero innamorato ma ancora non lo sapevo oppure non volevo saperlo.
Io invece per lei stavo praticamente diventando "il mondo". Razionalmente decidemmo di vederci ogni circa due settimane. Di più non potevo fare. Continuavamo a sentirci tra telefonate, chat ed incontri reali. Le mie sensazioni però erano alterne, certe volte scoppiavo di lei, sentivo un impulso forte ad abbracciarla e stringerla, a volerle bene, ad ammirarla ... altre volte invece come una sensazione di vuoto, un piccolo vuoto mi prendeva. Mi dicevo: è la distanza.
Intanto il tempo passava, la nostra storia si stabilizzava nel vortice della programmazione: il treno, i viaggi in altre città dalle sue amiche, i viaggi da soli per scoprirci un po' più vicini, venezia, torino, roma, genova ... ormai l'italia era il nostro campo d'incontro. Vennero le vacanze insieme ed era già passato un anno ed io iniziavo a sentire un po' di pesantezza nel nostro rapporto, una gabbia che lentamente mi si chiudeva intorno. Facevamo progetti insieme e lei comunque mi lasciava libero di decidere di me però mi sentivo lo stesso costretto come dita dei piedi.
Iniziarono i primi litigi e le prime lacrime. Io mi domandavo su cosa ci fosse dentro di me, sui miei reali sentimenti e sentivo che qualcosa era sbagliato ma lei era troppo dolce e tenera ed affettuosa e sensibile ... ed io mi sentivo male a farle un torto, a dirle che probabilmente non l'amavo e che era solo un desiderio di amore! Speravo che prima o poi anche lei si stancasse di me. Ogni tanto ci facevamo del male ed ogni tanto facevamo la pace ma era sempre più difficile andare avanti.
Con i mesi sentivo pesarmi sempre di più la situazione e non avevo il coraggio di dirle tutta la verità, la mia verità. Lei mi amava alla follia! Venne un'altra vacanza insieme, una splendida vacanza ma ormai io sentivo che qualcosa bisognava fare per finire, le stavo facendo più male con questo stillicidio giornaliero che a dirle la verità, ma ero ancora vigliacco.
Alla fine, una frase, un discorso accennato di sua madre (che ormai mi conosceva bene essendo più volte andato a casa sua) fece scattare la molla. Decisi che alla fine della nostra vacanza le avrei detto tutto, non volevo rovinarle quegli ultimi momenti insieme! E così fu, la solita stupida frase: "voglio prendermi un momento di riflessione" ... pianse ed io con lei. Passammo la nostra ultima notte insieme (ormai abitava in casa da sola). Ed il mattino dopo il silenzio e lo sgomento tra di noi. Pochi gesti pesanti e faticosi. Uscii da casa sua con l'intenzione di tornare prima o poi per chiarire tutto ma non andò così.
Fuori casa mi sentivo perso, sentivo di aver fatto ancora una volta del male ma razionalmente mi dicevo che era la sola cosa giusta che potevo fare. Faceva male ... molto e lei di sicuro soffriva molto di più. Una settimana dopo ... qualche telefonata imbarazzata ci aveva tenuto compagnia fino ad allora ma nell'ultima lei era esausta dal mio temporeggiare. Le scrissi una mail (per scritto riesco a scavare meglio dentro di me e tirare fuori le mie sensazioni meglio di come non riesca a fare di persona), le dissi cosa mi agitava dentro, come vedevo la nostra storia passata e futura e le dissi che avrei voluto discuterne con lei ma ... la ferii mortalmente con una frase, una parola: "abitudine" e non mi volle mai più vedere.
Era finita. Dolore dentro di me e dentro di lei cento volte tanto! Spero solo che lei abbia imparato tanto da me quanto io da lei e da tutta questa storia, di certo, anche se con dolore, abbiamo imparato a conoscere meglio noi stessi ed il mondo che ci circonda. Mi auguro solo che questa esperienza non l'abbia addolorata al punto da rinchiudersi come tartaruga nel guscio, e spero che la sua intelligenza abbia avuto il sopravvento.
Da allora mi dissi che era meglio non sentirsi, era meglio far passare il dolore e costruirci sopra qualcosa per soffocarlo, come fondamenta solide del futuro. E' passato del tempo, forse adesso potrei sentirla, di certo non mi ha perdonato ma ... sono ancora vigliacco e non la chiamo. Dovunque tu sia, qualunque cosa tu stia facendo, mi auguro che la tua vita abbia un sole che la illumini e la riscaldi come in quel giorno in pieno agosto quando ci incontrammo.
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però prestiamo  molta attenzione quando invece sono le ragazzine che  si rifugiano nelle chat..come vediamo in questo video-servizio delle "iene"




ANNAMARIA...a dopo


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