Il diritto alla
riservatezza!
Una Lei scrive alla
rivista GIOIA. Sentite un po’.
“Mi
vergogno, ma sono anche furibonda. Dopo due mesi di trance del marito, indifferente,
spesso fuori per lavoro, gli ho “sottratto” il cellulare. Ho scoperto e-mail e
sms, tutti con la stessa donna, dal tono amoroso inequivocabile. Ne abbiamo
parlato, ma lui ha negato. Ho taciuto il fatto che ho le prove: due amiche mi
hanno detto che non potrei usare questa documentazione poiché ho commesso un
reato, guardando la posta di mio marito. Cosa suggerisce?”
Domanda rivolta a Laura
Logli, Avvocato , esperta in diritto di famiglia. Ed ecco la risposta.
Il
dubbio è fondato, dal momento che le leggi, che consentono
la produzione in giudizio di tutto quanto ha elencato, sono in contrasto con la
legge sulla privacy. Anche se uniti in matrimonio, marito e moglie non perdono
il proprio diritto alla riservatezza, ciò significa che se il partner
-
apre
la corrispondenza,
-
smista
le lettere in modo da non farle recapitare,
-
utilizza
foto senza il consenso dell’altro,
oltre a violare la legge sulla privacy,
commette anche un reato.
Nella pratica, però, accade spesso che un
coniuge cerchi le prove del partner da usare nei giudizi di separazione o di
divorzio.
In tali casi ci soccorre l’art. 13 del
Testo Unico sulla Privacy (D.L. 196/2003) che introduce una deroga all’obbligo
di preventiva informazione
all’interessato., contemplando l’esonero
(non devo avvertirti prima se intendo utilizzare un tuo dato personale), quando i dati personali devono essere trattati
“per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria, sempre gli stessi
siano trattati esclusivamente per tali finalità e per il periodo strettamente
necessario al loro perseguimento”.
Va ricordato però, che ogni documento,
atto, lettera, e-mail è producibile in un giudizio di separazione e di divorzio
solo quando sia volto a tutelare il diritto di difesa della parte che lo
produce. Questo però non significa che si possa spaziare senza limiti nella
sottrazione o nel trafugamento di scritti o documenti. Se può essere lecito trovare in casa un
computer acceso o un telefonino senza password, così come una documentazione
bancaria, non lo è farsi installare un’apparecchiatura per avere accesso alle
e-mail o recarsi presso l’ufficio del marito a sottrarre documenti.
Avete
afferrato l’antifona? Ve ne ho parlato
non per sentito dire, ma per esperienza diretta. Ora siete meno profani!!!
ENZO
Voglio ricordare che noi non ci spingiamo all’illegalità e che è abbastanza possibile monitorare le azioni e le comunicazioni di qualcuno alla sola condizione che lui o lei sia consenziente e che dia il suo consenso per tale registrazione...
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