martedì 27 novembre 2012

UMORISMO

PENSIERO POSITIVO

 Cogli ogni opportunità che la vita ti dà, perché, se te la lasci sfuggire, ci vorrà molto tempo prima che si ripresenti. (Paulo Coelho) 




Da ENZO...

             ‘o nonno mia diceva…

                       e non solo mio nonno!

Ho chiesto all’Amica Maria,  Ciucciottina , titolata dottoressa, se potevo accodarmi  a Lei  nel dare  un contributo al dialetto napoletano  e ai numerosi “detti”: massime, motti, adagi, aforismi, modi di dire eccetera. Essendo di origine campana, e non è che l’abbia dimenticata, quella cultura mi scorre nelle vene e mi ritorna in mente molto spesso.
Quando ero fanciullo, capitava che un vicino di casa ci raccoglieva (un gruppo di bambini) e ci inondava di detti, proverbi e storielle fantastiche, in un angolo del cortile. La sua fantasia accresceva la nostra immaginazione. Quel’icona del cortile è ancora viva e non la dimenticherò mai, perché mi piace tanto “ricordarmi da bambino”.
Il cortile e i detti, quindi,  vanno a braccetto da migliaia di anni. Il cortile, questo elemento indispensabile della vita sociale, esiste da sempre.


 Fulcro di attività lavorative e sociali, è giunto fino a noi attraversando indenne secoli di storia. Oggi, purtroppo, i cortili sono stati radicalmente modificati dal cemento armato. La terra battuta, che costituiva la pavimentazione di parecchio  tempo fa, e che permetteva giochi di ragazzi quali  “’o sotto”,  “’a campana”,  “’a barracca”, “’o sbattamuro”, “’a mmesurella”, “’o tombolo2, “’’o casalone”, e tanti altri, è sostituita dall’anonimo e freddo asfalto.
Le donne non si riuniscono più, nelle tiepide serate di primavera o afose d’estate, con i bambini attorno, come allora, per scambiare chiacchiere e pettegolezzi e raccontare “cunti”  che tutti noi, anziani oggi, ascoltavamo con avidità, mentre sgranocchiavamo una  “pullanchella”  o addentavamo “’nu pierzeco zucuso”   seduti      “‘ncoppo’ ‘e ggrare ‘e pepierno”.

Dopo il salto nel passato, torniamo a noi attingendo pezzi di cultura  come se avessimo nel palmo di una mano delle monete antiche.
E allora, prego, a Voi la lettura e un pizzico di osservazione.


Aggio truvata ‘a jatta e gghiè pure sureciara.
Ho trovato la gatta ed è anche esperta nel mestiere di acchiappa topi.
(Espressione usata per indicare di essere riusciti ad avere un vantaggio, ma più spesso, con ghigno sarcastico, in senso negativo).

‘Ncarisce fierro ca tengo ‘n’ago ‘a vénnere.
Aumenti pure il prezzo del ferro perché devo vendere un ago.
(Per dire di qualcosa o di qualcuno che aumenta sempre più di consistenza o in valore ma che a noi non porta nessun vantaggio).


‘A femmena è comm’’a pàpera: appena nasce già sape natà.
La donna è come l’oca: appena nata già sa nuotare.
(La donna non ha bisogno di fare esperienza).



Avimma fatto ‘a festa r’ ‘o prèvete ‘e Scafate.
Abbiamo fatto la festa del prete di Scafati.
(Il risultato di quello che si è fatto è stato negativo).

‘O cane mozzeca ‘o stracciato.
Il cane morde il poveraccio.
(Per dire che tutti, anche i cani, hanno buon gioco con il debole).

‘E ppérete  r’e’ signure addorene comm’ ‘e sciure, ‘e ppérete r’’e puverielle fetene ‘e murticielle.
Le scorregge dei ricchi profumano come i fiori, le scorregge dei poveri puzzano di morto.
(Le stesse cose fatte da persone diverse acquistano differenti dimensioni).

Tu me raie poco pane e i’ port’’e puorc’  sepa-sepa.
Tu mi dai poco pane e io porto i maiali a pascolare vicino alle siepi.
(Quando il lavoro è mal pagato non ci si deve attendere che sia fatto bene e con grande volontà).
(continua)

"io tè vurria vasà ma o core nun mo dice e te scetà" .....buona giornata stellinaaaaaa e tutti gli amici del blog!! 

E per chiudere ,ci sta bene  una barzelletta napoletana:


Un musulmano devoto entra in un taxi di Napoli. 
Chiede seccamente al tassista di spegnere la radio perché, come decretato dal suo insegnamento religioso, non deve ascoltare la musica, perché al tempo del profeta non c'era la musica, soprattutto musica occidentale che è la musica degli infedeli.
Il tassista educatamente spegne la radio, si ferma ed apre la porta del passeggero.
L'arabo gli chiede: "Cosa sta facendo?"
…..e il tassista : "Ai Tempi del profeta nun c'è stavano è tassi, pirciò vaffanculo, scinn e aspiett nu cammello!








Annamaria... a dopo

2 commenti:

  1. ...4 occhi scoprono più di 2... Enzo carissimo avremo più occasioni per mostrare ai lettori del blog le svariate sfumature della cultura campana, oltre che rammentare tradizioni che danno sempre emozioni. Mamma màààà!! ☺ maria.sa

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