venerdì 3 agosto 2018

BUON MESE DI AGOSTO!











Un arzillo vecchietto che ha appena compiuto 85 anni deve rinnovare la patente di guida ed i suoi familiari, preoccupati per l'età avanzata e temendo per l'incolumità sua e del prossimo, contattano l'ingegnere che deve sottoporlo all'esame di rinnovo e lo pregano di fare il possibile per non fargli superare l'esame.
Il giorno del rinnovo l'anziano signore si presenta e l'esaminatore comincia a fargli delle domande trabocchetto.
- Dunque vediamo un po'... Se lei vede nella notte un piccolo faro che viene verso di lei, cosa pensa che sia?
Il vecchietto risponde: - Una bici!
L'ingegnere: - Si', d'accordo, ma di che marca? Atala, Bianchi, Legnano...?
E il vecchietto: - Mah, non saprei...
L'ingegnere passa alla seconda domanda.
- Se lei vede due fari nella notte che vengono verso di lei, che cosa pensa che siano?
- Un'automobile!
- Vabbe', ho capito, ma di che marca? Fiat, Audi, Bmw...?
- Mah, non saprei...

L'ingegnere gli rivolge la terza domanda.
- Se lei vede due grossi fari nella notte che vengono verso di lei, cosa pensa che siano?
- Un camion!
- Ma si', ho capito, ma di che marca? Scania, Iveco, Mercedes...?
- Mah, non saprei... L'ingegnere scuote la testa e con espressione dispiaciuta gli dice:
- Mi spiace, ma non posso proprio rinnovarle la patente di guida.
Il vecchietto si alza, e uscendo chiede all'esaminatore:
- Mi scusi, ingegnere, ma se lei nella notte al buio più totale vede un copertone che sta bruciando e accanto una donna mezza nuda con tacchi altissimi, che sta facendo girare una borsetta, cosa pensa che sia...?"
L'ingegnere: - Una prostituta!
E il vecchietto: - Si', ho capito, ma chi? Sua madre, sua moglie, sua figlia, o sua sorella...?

Annamaria

giovedì 2 agosto 2018

IL SILENZIO (NON SEMPRE ) E' D'ORO.










Chi usa il silenzio sta attuando un’aggressione e una manipolazione velata ma vediamo i vari aspetti che ci portano ad attuare il silenzio



Nelle interazioni umane è impossibile non comunicare.
“Perchè non mi hai chiamato per dirmi che facevi tardi?”
“Dove ho sbagliato?” 
“Perchè mi hai mentito?”
 Di domande se ne possono fare tante. E’ giusto discutere, confrontarsi, chiarire il proprio pensiero per trovare un punto di incontro… Il problema sorge quando la risposta che otteniamo è “silenzio assoluto”.
 Cosa avviene quando il silenzio è l’unico messaggio che ci arriva dalle persone a noi più care?

L’uso del silenzio ostinato, nelle interazioni interpersonali, può innescare uno stato di pesante incertezza emotiva, come se ci arrivasse il messaggio “tu non esisti”.

Diceva Elias Canetti ” Ci sono alcuni che nel silenzio raggiungono la loro massima cattiveria”. Un silenzio determinato e severo, a volte, può risultare più umiliante e devastante rispetto un giudizio verbalizzato.

“L’uso del silenzio è senza dubbio una delle forme più subdole di abuso emotivo, un’arma invisibile per evitare il confronto diretto e gestire così la relazione in modo manipolatorio”

Nelle relazioni sentimentali e familiari c’è chi usa il silenzio come punizione, per manipolare o addirittura svilire l’altro… In questi casi il silenzio diviene una vera e propria arma, un’arma che chi la usa sa destreggiare bene, la si usa, infatti, con molto mestiere. C’è chi, dopo un diverbio o uno screzio, o anche senza causa apparente, riesce a “tenere il muso” e alla classica domanda che gli viene fatta: “Cosa c’è che non va?” si ottiene una risposta fredda e disarmante, “Niente!”. E poi, ancora silenzio.

Per quanto banale possa sembrare il fatto di “tenere il muso”, in realtà stare in una relazione affettiva con una persona che usa sistematicamente il silenzio può rivelarsi un’esperienza molto pesante.

“Il silenzio in risposta a una domanda o a una richiesta di contatto produce un vuoto che, non potendo essere riempito da risposte oggettive, viene inevitabilmente saturato dai dubbi di chi ti ha posto la domanda”

La mancanza di dialogo può impedirci di comprendere per che cosa veniamo effettivamente “puniti” (e cioè dove abbiamo sbagliato, se pure abbiamo sbagliato) e comunque ci nega la possibilità di spiegare le nostre ragioni, di difenderci dalle accuse, di rimediare in qualche modo al danno. Il silenzio infatti interrompe il ponte tra noi e l’altro e ci consegna a una condanna senza motivazione e senza appello, togliendoci l’unico appiglio possibile: il contatto.

L’uso del silenzio nasconde tante verità

Certo, tutti abbiamo il diritto di non rispondere a una domanda ma non nell’ambito di una relazione, di un’amicizia o di semplice frequentazione, quando la richiesta rappresenta qualcosa di importante. E non si parla di gente con problemi di memoria che dimentica la tua domanda ma gente che sceglie di non rispondere, ne con le parole, ne con i fatti. E non per un periodo definito: non ti risponde e basta. Perché alcune persone reagiscono ai conflitti con il silenzio?

In primo luogo, è bene non confondere il silenzio che nasce dalla volontà di non discutere: si è compreso che il conflitto ha raggiunto una fase di stallo e non si vuole aggiungere benzina sul fuoco. In questo caso il silenzio non viene utilizzato come arma per punire o castigare l’altro. La persona che invece ricorre al silenzio come punizione di solito lo fa perché non ha altre risorse psicologiche per affrontare la situazione.

Il silenzio è la sua risposta per diversi motivi:
Pensa che il suo interlocutore non lo ascolti, che non sia aperto al suo punto di vista e quindi usa il silenzio per “costringere” l’altro ad ascoltarlo.
Pensa che il suo interlocutore dovrebbe scusarsi per il suo atteggiamento o le sue parole, e usa il silenzio come avvertimento
Pensa che sia inutile parlare dell’argomento perché non riuscirà a raggiungere un accordo, così utilizza il silenzio per fare in modo che l’altro ceda
Si sente profondamente offeso, ma non vuole riconoscerlo e usa il silenzio in modo che l’altro si ravveda
Non vuole affrontare una questione sensibile, quindi accusa l’altro e lo punisce con il silenzio, per fare in modo che cambi argomento.
Qualunque sia la ragione, l’uso del silenzio ha come fine quello di piegare l’altro, è una sorta di punizione attraverso la quale si incolpa l’altra persona e si mette la responsabilità della relazione nelle sue mani. È come dire “non dirò nient’altro, vedi tu cosa vuoi fare, la responsabilità ultima è la tua“.

Cosa significa? Che non si è interessati a risolvere il conflitto attraverso il dialogo, ma si vuole semplicemente che l’altra persona accetti il ​​proprio punto di vista.

L’atteggiamento manipolatore e aggressivo attraverso il silenzio

Utilizzare il silenzio come punizione è un atteggiamento infantile che non risolve nulla, perché anche se prevede un gratificazione egoistica per chi lo applica, lascia un sapore amaro in bocca a chi lo subisce, lasciando anche dei segni nel rapporto.




Non c’è dubbio che il silenzio può avere più significati, ma usarlo come punizione comporta un atteggiamento passivo-aggressivo. Cioè, smettere di parlare ad una persona è un’aggressione velata. Infatti, in alcuni casi questo tipo di silenzio può lasciare cicatrici più profonde dell’aggressione verbale diretta, perché il silenzio è un vuoto suscettibile di qualsiasi tipo d’interpretazione.

Se è vero che in alcuni casi il silenzio può funzionare e l’altra persona si scusa e cede, in ultima analisi, questa tattica può solo generare risentimento e problemi, dal momento che il conflitto in realtà non è stato risolto, ma solo coperto.

Come si sente la persona che soffre la strategia del “silenzio”?
L’uso del silenzio come punizione  è uno dei fattori che portano al divorzio, non solo perché queste persone si sentono meno soddisfatte del rapporto, ma anche perché percepiscono il loro partner come emotivamente più distante.



Infatti, uno dei problemi è che chi subisce il silenzio si sente sempre più frustrato per la mancanza di una risposta e del coinvolgimento dell’altro, così il rapporto diventerà sempre più teso e ci saranno più conflitti.

La persona che è vittima del silenzio si sentirà confusa, frustrata e persino colpevole. È anche probabile che si senta sola e fraintesa. Ovviamente, questi sentimenti non contribuiscono a migliorare le relazioni e risolvere i conflitti, al contrario, creano un divario sempre più ampio.

Il trattamento del silenzio è abuso perchè:
È un comportamento passivo-aggressivo che vuole far male l’altra persona
Esso mostra una mancanza di cura, mancanza di rispetto e mancanza di valore
E’ un comportamento attuato molto spesso dai narcisisti allo scopo di manipolare e punire
Può contribuire alla depressione, all’ansia e alla bassa autostima, instabilità psicologica
A riguardo, nel libro “Amare tradire“, lo psicoanalista Aldo Carotenuto scrive: “Il silenzio nella coppia uccide, annulla l’altro, lo nega finanche nella sua presenza e lo spinge lentamente verso la dimensione del non essere, del non esistere più. Subendo questo silenzio incominciamo a dubitare delle nostre percezioni : esistiamo ancora? Lanciamo dei messaggi, avanziamo delle richieste, e sia gli uni che le altre ci ritornano indietro immodificati nel silenzio.


Generalmente le vittime di questa interazione patologica sono le donne perché in esse la spinta verso il rapporto è comunque dominante rispetto alla prevaricazione. Tuttavia sarebbe improprio generalizzare questo fenomeno: anche molti uomini sono vittime del silenzio femminile, sadico e colpevolizzante. La parola rappresenta uno strumento fondamentale della comunicazione umana e qualunque alterazione patologica di questa potenzialità inchioda gli interlocutori a un penoso vuoto di contatto.”

Gli usi positivi del silenzio
A volte è meglio tacere, come ad esempio:

Quando siamo troppo arrabbiati e ci rendiamo conto che potremmo dire cose di cui ci pentiremmo più tardi.
Quando il nostro interlocutore è troppo esaltato e la discussione sta degenerando.
Quando il sielnzio viene utilizzato come una pausa nella discussione perché l’altro rifletta sulle sue parole.
RICORDA…. il silenzio può acquisire molteplici significati, quindi se qualcuno è davvero importante per TE è meglio dire in modo assertivo ciò che pensi e senti. Così non ci sarà più spazio per gli equivoci. Nessuno merita di sentirsi indegno di attenzione o immeritevole di amore e di fedeltà. NESSUNO!

By - psicoadvisor

Annamaria

giovedì 26 luglio 2018

SANT' ANNA PROTETTRICE DELLE MAMME








Oggi 26  è S.Anna (donna sterile ma divenuta madre della Madonna, avuta in tarda età per grazia divina) è la protettrice delle donne in gravidanza e delle partorienti.
Faccio gli auguri a tutte e anche a me stessa e con voi condivido  queste preghiere da rivolgerle quotidianamente:



O Signore,per intercessione
di S.Anna madre della Madonna,
ti chiedo di accompagnarmi in questo tempo
di gestazione della creatura che hai
voluto far vivere nel mio seno.
Grazie,perchè mi hai scelta
per questo compito così importante:
essere madre di una nuova creatura,
e così collaborare
con te Creatore.
O Signore,per intercessione
di S.Anna,fa che la creatura che è in me,
sia un dono che renda più unita la
mia famiglia e una benedizione per tutti.
Fà che lattesa della nascita ci aiuti ad essere
generosi e perseveranti
nella fede e nella carità.


O benedetta fra le madri, gloriosa Sant'Anna, 
che aveste per figlia a voi soggetta ed obbediente la Madre di Dio, 
ammiro l'altezza della vostra elezione e le grazie di cui vi adornò l'Altissimo! 
Mi unisco a Maria Santissima sempre Vergine nell'onorarvi, 
nell'amarvi, nell'affidarmi alla vostra tutela. 
A Gesù, a Maria e a Voi, consacro tutta la mia vita 
come un'umile offerta della mia devozione. 
Voi ottenetemi la grazia di essere degno del Paradiso. Così sia. 
3 Gloria al Padre... 
SantAnna prega per noi.


domenica 22 luglio 2018

COACH DELLE ABITUDINI








C'è chi vive male la giornata perché si giudica una vittima. C'è chi vive male perché giudica gli altri stupidi e i loro comportamenti inadeguati. C'è chi si rovina la vita perché giudica tutto come "troppo difficile" e non fa nulla. C'è chi si giudica una nullità e dimentica i suoi sogni.
Il giudizio è la fine della verità ed è l'inizio di un nostro racconto personale di come ' la vita o peggio, di come dovrebbe essere. E dato che la realtà va per la sua strada, chi giudica sta continuamente male.
Abbandona il giudizio. Se non sai fare qualcosa, la impari. Se qualcuno commette un errore, insegna. Se sei stanco, riposati. Se hai un obiettivo, comincia. Se sei in coda in tangenziale e c'è una bellissima alba di fianco a te, ammirala e goditela fino in fondo.






mercoledì 18 luglio 2018

IL SESSO FA BENE AL CUORE (INTESO COME MUSCOLO)










Inteso come muscolo perchè in questo caso le emozioni non c'entrano. Ad affermarlo sono alcuni medici della Federazione francese di cardiologia e aggiungono anche che è proprio l' estate la stagione migliore per ravvivare i rapporti a due (ma questo forse lo sapevamo già.)


Ecco cosa affermano questi ricercatori francesi e i dettagli a cui serve prestare attenzione:

"I benefici di un'attività sessuale regolare sono molteplici" spiega François Carré, cardiologo all'ospedale universitario di Rennes e ambasciatore della Federazione dei cardiologi francesi. "Un rapporto sessuale infatti comporta uno sforzo fisico moderato paragonabile a 20 passi di una camminata a ritmo sostenuto e, come ogni attività fisica, aiuta a rinforzare il miocardio, vale a dire il muscolo cardiaco, e permette di eliminare le tossine dell'organismo".



Ma non è tutto. "L'attività sessuale - spiega Claire Mounier-Vehier, cardiologa all'ospedale universitario di Lille e presidente della Federazione francese dei cardiologi - è un elemento importante della qualità della vita, anche nel paziente cardiaco o vascolare, e nel suo partner. Mantenere o riprendere la vita sessuale dopo un attacco di cuore è infatti importante per la coppia, perché agisce sia sul fisico che sul morale". 

Infine, avvertono i cardiologi, alcuni disturbi sessuali potrebbero essere rivelatori di problemi cardiovascolari latenti: la perdita di erezione spesso precede di 3-5 anni la comparsa di un episodio cardiovascolare acuto. E a sua volta la presenza di un problema erettile aumenterebbe del 25% i rischi per un uomo di sviluppare una malattia cardiovascolare. Da qui la raccomandazione degli esperti a non "aspettare che passi" ma a consultare subito un medico.


sabato 14 luglio 2018

IL SEGRETO DELLA FELICITA' E' AVERE SELF-CONTROL






A dircelo sono dei ricercatori della University of Chicago diretto da Wilhelm Hofmann.

Se pensate che chi fa sempre quello che gli passa per la mente, che si comporta come meglio crede, che non ha nessuna remora e seguire i suoi impulsi, che non si lascia andare alle tentazioni e alle emozioni è felice vi sbagliate!
Infatti un team di ricercatori della University of Chicago coordinato dal professor Wilhelm Hofmann e pubblicato sul Journal of Personal dimostra esattamente il contrario

Lo studio ha preso in esame 414 persone alle quali è stato somministrato un questionario per verificare, nella prima parte, a che livello era il loro self-control, ossia la loro capacità di controllare gli impulsi, le emozioni e le azioni. Nella seconda parte invece c’erano delle domande che servivano per misurare il grado di soddisfazione globale della loro vita.
Il questionario è stato fatto successivamente compilare ad altre 250 persone.
Il risultato è che le persone con più self-control sono più felici della loro vita sia a breve che a lungo termine. Evidentemente cedere a tentazioni ed a impulsi non rende felici anche se questi vengono soddisfatti. Mentre ,invece, concedersi ogni tanto uno sfizio e regolarsi sarebbe il segreto per una vita felice!




E allora, amici,  proviamo ad analizzarci con questo  simpatico test che ci aiuterà a scoprire se facciamo fatica a gestire le emozioni...




TEST AUTOCONTROLLO

1 - Al supermercato, ti accorgi dì aver dimenticato la lista della spesa
A Torni a casa a prenderla
B Improvvisi
C Cerchi di ricordarti quello che avevi annotato



2- Due tue amiche hanno litigato. Tu
A Prendi le parti di una delle due
B Provi a farle ragionare
C Non ti intrometti

3- Hai acquistato un prodotto difettoso
A Te lo tieni: non hai voglia di discutere con il negoziante
B Lo riporti indietro e rimproveri chi te l'ha venduto
C Telefoni, annunciando che darai battaglia

4- Il figlio di una coppia dì amici sporca il tuo divano. Tu
A Osservi soprattutto la reazione dei genitori
B Dici subito: «Non importa»
C Rimani in silenzio ma il tuo sorriso è forzato

5- Prima di un colloquio di lavoro
A Ti distrai facendo shopping
B Fai una bella dormita
C Ripassi mentalmente quello che vorresti dire

6- Per te litigare con il tuo partner è
A inutile
B Eccitante
C Stressante

7- Sei al lavoro e vieni a sapere che tua suocera è all'ospedale
A Inventi una scusa e vai via immediatamente
B Porti a termine quello che stai facendo, poi la raggiungi
C Condividi la tua preoccupazione con i colleghi

8- Ricevi una telefonata molesta
A Rispondi allo sconosciuto che ha sbagliato numero
B Gii urli di lasciarti in pace
C Lo avverti che la prossima volta chiamerai la polizia

9- Mentre guardi un thriller in televisione
A Fai mille ipotesi su come andrà a finire
B Ogni tanto cambi canale per allentare la tensione
C Mangi nervosamente patatine e noccioline


10- Sei in cima a una montagna. Pensi
A Beato chi vive qui
B Che paura!
C Il panorama è mozzafiato



Risultati del test

Risposte nel test con Maggioranza di A

Siete sempre lucidi e controllati. E sapete mantenere i nervi saldi anche nelle situazioni più difficili. Considerate che questo atteggiamento spesso non è del tutto spontaneo, ma rappresenta un modo per difendervi. Ogni tanto, lasciatevi andare ed esprimete la vostra grande sensibilità.

Risposte nel test con Maggioranza di B

Solo a volte detestate le discussioni e avete uno spiccato senso della misura. Però, quando vi sentite attaccati o volete far valere le vostre ragioni, vii fate prendere da un pizzico di ansia e di nervosismo che vi spingono ad entrare in conflitto con gli altri.

Risposte nel test con Maggioranza di C

Molto diffiicilmente siete impulsivi e, quando vii accalorate, spesso perdete le staffe. Gli altri lo percepiscono e con voi stanno un po' sulla difensiva. Se volete che le persone si avvicinino di più a voi, dovete imparare ad essere più calmi e riflessivi.


Annamaria

giovedì 12 luglio 2018

ECLISSI DI LUNA 27 LUGLIO 2018











La notte  tra il 27 e il 28 luglio, tempo permettendo, ci aspetta uno degli  spettacoli naturali piu' affascinanti che il cielo possa regalare:  la più lunga eclissi lunare del secolo.
Durerà ben 103 minuti, circa 40 minuti in più rispetto alla media. A poca distanza dalla Luna si potrà osservare a occhio nudo anche Marte, che "sfoggerà il suo intenso color rubino", dice l'astrofisico Gianluca Masi del Virtual Telescope Project. 

L'eclissi lunare si ha quando la Terra si trova esattamente in mezzo tra il Sole e la Luna. L'ombra della Terra quindi oscurerà la Luna, in questo caso in modo totale.





COSA VEDREMO - La luna pian piano si oscurerà finché si troverà completamente in penombra e assumerà un colore rossastro. Finita la totalità dell'eclissi la luna tornerà gradualmente del suo colore. Il colore rosso è dovuto da un effetto fisico per cui le polveri presenti nell'atmosfera assorbono la luce del sole e la riflettono prendendo questo colore caratteristico. 

QUANDO AVVIENE - In Italia lo spettacolo dell'eclissi di luna dovrebbe inziare intorno alle 21:30 del 27 luglio, anche se la Nasa spiega che il primo-contatto penombra è previsto per le 19.14 ora italiana, e finire verso l' 1:30 del mattino del giorno dopo. Intorno alle 22:20 assisteremo alla totalità dell'eclissi (massimo stimato per le 22:22) 

DOVE VEDERLA - Occhi rivolti a sud-est. Non importa se vi troverete al mare o in montagna, basta che siate in un posto poco luminoso. Ancora più affascinante risulterà lo spettacolo se avrete a disposizione un binocolo o magari anche un telescopio. Lo spettacolo oltre all'Italia potrà essere visto anche in Europa, Asia, Australia, Antartide, Africa, Medio Oriente, America del Sud, nell'Oceano Pacifico e nell'Atlantico. In quel momento Marte si troverà sulla volta celeste in posizione opposta al Sole e sarà osservabile per tutta la notte, ancora più luminoso rispetto all'ultima spettacolare opposizione, del 2003.

PERCHE' COSI' LUNGA - L'eclissi durerà così tanto perché il 27 luglio prossimo la Luna si troverà alla massima distanza dalla Terra (apogeo) e impiegherà più tempo per riprendere la sua orbita. Ma non vi preoccupate troppo se non potrete assistere allo spettacolo il 27 luglio, un simile evento ricapiterà nel 2100. Nel dubbio, meglio prevenire: fatevi mandare foto e video dagli amici. E speriamo anche nel bel tempo!

Annamaria

sabato 7 luglio 2018

EMOZIONI DEGLI ANIMALI


Osservazione nel golfo di Corinto, in Grecia, nel 2016: un adulto di stenella striata cerca di spingere sott'acqua un adulto morto.|SILVIA BONIZZONI/DOLPHIN BIOLOGY AND CONSERVATION


Un nuovo studio sul senso degli animali per la morte, in questo caso sui delfini, registra comportamenti ambigui: difficile dire se questi animali comprendono la perdita o se si tratta di reazioni di altro tipo. Leggendo l'articolo di Focus sembra però che anche nella specie animale ad essere piu' sensibile sia la femmina.

  

Video e foto su Internet li mostrano mentre toccano il corpo di un compagno o del cucciolo morto, lo tengono a galla, e sembrano non riuscire a separarsene, in un atteggiamento che pare di profonda tristezza. I delfini, mammiferi da sempre considerati intelligenti, reagiscono alla morte di un membro della loro specie con un’emozione paragonabile al lutto? I comportamenti osservati sono davvero reazioni di cordoglio, o siamo noi a "umanizzare" questi animali e ad attribuire loro una consapevolezza della morte e della perdita che invece non hanno? Sono domande cui da tempo i biologi cercano di dare risposta.



SCENE DI LUTTO. Un gruppo di ricercatori guidati da Giovanni Bearzi, dell’associazione Dolphin Biology and Conservation, ha passato in rassegna gli studi esistenti in materia, analizzando 78 resoconti descritti negli anni dal 1970 fino al 2016, e riguardanti 20 delle 88 specie di cetacei conosciuti. In termini scientifici, gli autori parlano di “post-mortem attentive behavior” per indicare il comportamento per cui un animale si attarda e dedica delle attenzioni al cadavere di un altro individuo della sua specie.

 
Un delfino dal naso a bottiglia porta un neonato morto sul suo rostro: immagine presa al largo di Beaufort, North Carolina, negli Stati Uniti, nel 2010. | KEITH RITTMASTER/NORTH CAROLINA MARITIME MUSEUM






AMORE, DOLORE: VALE ANCHE PER LORO? In termini evoluzionistici, la reazione del lutto è il prezzo da pagare per la rottura di un forte legame familiare o sociale, ed è proporzionale all’ attaccamento per l’altro individuo. Nella nostra specie implica certamente la consapevolezza della morte, ma per le altre specie?



 Tra gli scimpanzé, numerose osservazioni, a partire da quelle della primatologa Jane Goodall, documentano comportamenti che vengono interpretati come vere e proprie reazioni di lutto. Lo stesso vale per i babbuini. Anche tra elefanti e giraffe “piangere” la perdita dei compagni sembra un comportamento accertato. Nel caso dei cetacei, osservare e documentare il lutto è assai più complicato. Anche da un campione relativamente piccolo di casi e aneddoti, come quello raccolto, sono tuttavia emerse delle indicazioni utili.




DELFINI E BALENE. Innanzi tutto, tra i cetacei, la stragrande maggioranza delle osservazioni di comportamenti assimilabili al lutto ha riguardato i delfini, in particolare dei generi Sousa e Tursiopi e, in un solo caso, una balena. Potrebbe ovviamente dipendere anche dal fatto che queste specie di delfini sono quelle più studiate e più facilmente avvicinabili, ma nello stesso tempo è significativo che in molti anni di osservazioni non siano emersi più di frequente casi riguardanti le balene. Ciò porterebbe a pensare, suggeriscono gli autori, che il comportamento del lutto emerga proprio nelle specie che hanno sviluppato un cervello più grande, e una vita sociale più complessa, e dunque proprio negli odontoceti (che comprende delfini, capodogli e orche) molto più che nei misticeti (balene, balenottere e megattere).


MASCHI E FEMMINE. A mostrare comportamenti che appaiono di lutto nei confronti dei cuccioli sono molto più spesso le femmine rispetto ai maschi. Anzi, tra i maschi, questo genere di comportamento sembrerebbe una rarità. In un caso un adulto di orca e in un altro un globicefalo sono stati visti portare un cucciolo in bocca, in presenza di altre due femmine.

Tra gli adulti, gli atteggiamenti di attenzione verso altri compagni morti sembrano invece riguardare entrambi i sessi, anche se in molti casi segnalati non è accertato se si si trattasse di maschi o femmine. Significa che questi animali riconoscono la morte? Anche se è forte la tentazione di interpretare in questo senso certi comportamenti, non è detto che sia così.

Spingendo e toccando l’altro animale, il delfino potrebbe invece cercare di accertarsi del perché non reagisce, o tentare una sorta di rianimazione, un gesto di assistenza che è vantaggioso da un punto di vista evolutivo ma che non ha a che fare con il cordoglio. Una femmina che, come è stato osservato, porta il suo cucciolo morto sul dorso potrebbe semplicemente continuare a prendersene cura, non riconoscendo che è morto. E un maschio che fa lo stesso potrebbe addirittura averlo ucciso lui.


SUPPLEMENTI DI INDAGINE. La questione, dicono gli autori, rimane aperta. A schiarire la vicenda potrebbero aiutare alcune tecniche, come lo studio, da campioni di acqua, degli ormoni dello stress emessi dagli animali in queste situazioni, o da analisi acustiche delle vocalizzazioni dei delfini: il loro pianto e i loro lamenti, se così vogliamo chiamarli, anche prima di sapere se davvero lo sono.

By Focus

Annamaria

martedì 3 luglio 2018

E’ CADUTA UNA STELLA …





Dopo aver espresso un desiderio 
Andate a cercare quella stella…
E una volta trovata 
Staccate, delicatamente e con tanto amore, una delle punte 
E con tutta la forza e l’amore che vi ritrovate nel cuore, 
Lanciatela in cielo in un punto qualunque…
Poi staccatene un’altra e un’altra ancora 
E quando le avete lanciate tutte
Raccogliete con molta cura, 
Con tanta delicatezza 
E con grande amore 
Quel che rimane di quella stella caduta …
E con tutta la forza, la tenerezza e l’amore che vi sono rimasti
Lanciatela in direzione di quelle punte sospese nel cielo 
che con tanto amore avete lanciato prima…
Ora prima di chiudere gli occhi 
Squarciate il vostro cuore
E riempitelo di tutto l’amore, che riuscite a raccogliere …
(Quell’amore che gli altri non hanno saputo trattenere).
E prima che quell’amore si disperda nuovamente nell’aria 
Ricucite in fretta quello strappo
Avendo cura di lasciare delle piccole aperture 
Che lascino uscire poco alla volta quell’amore 
Che probabilmente gli altri stanno ancora cercando…
E poi…
Dopo aver chiuso gli occhi 
E liberato la vostra mente
Cominciate a sognare la Vostra stella 
(ci deve essere per forza da qualche parte)…
E dentro quel sogno fateci entrare anche quel desiderio 
Che avete espresso guardando quella stella cadente
E statene certi che prima o poi la Vostra Stella la ritroverete…
Ma questa volta tenetela per mano
Amatela con tutto il vostro cuore
Riscaldatela con tutto il vostro corpo
Desideratela sempre con tutta la vostra mente 
Fatela brillare di notte … 
E anche di giorno … sempre…
Perché se la riperderete ,
Potreste non ritrovare mai più 
Quel desiderio, quell’amore
E quella stella cadente
Che vi ha permesso di 
Sperare … rivivere … e risognare.


TOTO' MIGLIORE
Annamaria

lunedì 2 luglio 2018

LUGLIO!




La canzone piu' famosa di sempre, cantata da Riccardo Del Turco, dedicata a Luglio.







"Perché non ho ancora 'sfondato'? Francamente non saprei. Forse perché non mi piace spostarmi da Fiesole. Dovrei forse rinchiudermi tra le mura dei grattacieli di Milano, correndo come un pazzo da una casa discografica all'altra? (…) Ora sto tentando la carta con il Disco per l'Estate. La canzone è intitolata 'Luglio'. Mi sembra che faccia presa sul pubblico".
(Riccardo Del Turco, giugno 1968)


Nel 1969 Del Turco riceve il premio gondola d'ro


1968, R.Del Turco - G.Bigazzi, Ed. Tiber

Luglio, col bene che ti voglio
vedrai non finirà…ai ai ai ai.
Luglio m’ha fatto una promessa,
l’amore porterà…ai ai ai ai.
Anche tu, in riva al mare,
tempo fa, amore amore,
mi dicevi, luglio
ci porterà fortuna,
poi non ti ho vista più,
vieni da me c’è tanto sole
ma ho tanto freddo al cuore
se tu non sei con me.

Luglio si veste di novembre
se non arrivi tu…ai ai ai ai.
Luglio, sarebbe un grosso sbaglio
non rivedersi più…ai ai ai ai.
Ma perchè, in riva al mare,
non ci sei, amore amore,
ma perchè non torni
è luglio da tre giorni
e ancora non sei qui,
vieni da me c’è tanto sole
ma ho tanto freddo al cuore
se tu non sei con me

Luglio, stamane al mio risveglio
non ci speravo più…ai ai ai ai.
Luglio, credevo ad un abbaglio
e invece ci sei tu…ai ai ai ai.
Ci sei tu, in riva al mare,
solo tu, amore amore,
e mi corri incontro
ti scusi del ritardo
ma non m’importa più,
luglio ha ritrovato il sole
non ho più freddo al cuore
perchè tu sei con me.

ai ai ai ai,
ai ai ai ai.

Ci sei tu, in riva al mare,
solo tu, amore amore,
e mi corri incontro
ti scusi del ritardo
ma non m’importa più,
luglio ha ritrovato il sole
non ho piu freddo al cuore
perchè tu sei con me



Dopo una carriera cominciata nel 1961 come cantante in un'orchestra, a partire dal 1966 Del Turco comincia a togliersi le prime soddisfazioni con 'Figlio unico' (n.6 nel 1966) e, nel 1967, con 'Uno tranquillo' e 'L'importante è la rosa', brano di Gilbert Becaud. Nel giugno 1968 si presenta a Saint Vincent per il Disco per l'Estate. Nessuno lo indica tra i favoriti, che sono i più celebri Jimmy Fontana (vincitore l'anno prima), Iva Zanicchi, Gigliola Cinquetti, Orietta Berti, Caterina Caselli. Il verdetto finale, invece, è un plebiscito: prima 'Luglio', seconda 'Non illuderti mai' (Orietta Berti), terza un'altra rivelazione: 'Ho scritto t'amo sulla sabbia', di Franco I & Franco IV.
Per Del Turco è una serata particolare: in un'intervista "a caldo" dichiara di essere andato contro la propria natura (lo storico della canzone Dario Salvatori lo definisce "cantante pigro"): "Io sono sempre stato schivo, ho sempre evitato di mettermi in mostra. E' il mio carattere, non posso farci niente. Fino ad oggi cantavo cercando di farmi vedere il meno possibile, forse anche per una inconscia paura del pubblico. A Saint Vincent, forse perché sapevo che tra il pubblico c'era mia moglie, ho trovato una grinta nuova, diversa. Ho cercato il contatto diretto col pubblico come non avevo mai fatto prima. E così ho vinto" (da 'Bolero'. La moglie, per la cronaca, si chiama Donella ed è la sorella della moglie di Sergio Endrigo).
'Luglio' entra in classifica direttamente al primo posto, nella prima settimana del mese omonimo. Uscirà dalla top ten solo il 5 ottobre, tre mesi dopo. Diventerà uno dei più proverbiali ed implacabili 'tormentoni estivi' della canzone italiana.

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Annamaria