lunedì 27 agosto 2018

UNA FIRMA PER UN DISABILE



Io firmo perchè è davvero assurdo definire incapace chi ha piene facoltà mentali. Il consenso può essere espresso in molti modi, tutti parimenti degni.

Firma anche tu questa petizione  QUI


Anna Maria Carneglia ha lanciato questa petizione e l'ha diretta a Lorenzo Fontana, Ministro per la Famiglia e la Disabilità

Sono una persona disabile, mi chiamo Anna maria ed ho 46 anni. Sono spastica. 
Da qualche anno ho avuto un peggioramento al livello delle braccia e non riesco più a firmare. Prima mi aiutava mio padre, che da qualche giorno non c'è più. 
Sì, è vero adesso potrebbe aiutarmi qualcun altro, però ora voglio poter aver la possibilità di firmare in modo autonomo. Per me sarebbe una piccola conquista verso la mia libertà. A voi forse potrebbe sembrare una banalità, per me, invece, sarebbe una grande vittoria per il mio futuro.

Io penso che tutti i disabili capaci di intendere e di volere non possono fermarsi davanti ad un acquisto di casa, un lavoro o semplicemente ritirare la propria pensione solo perché non riesce a mettere una firma. E cosa più brutta vedere sulla propria carta d'identità la parola tanto odiosa INCAPACE A FIRMARE. 

Io chiedo una legge che autorizzi come firma in tutti i documenti le impronte digitali e che possa aiutare tutte le persone in difficoltà a non sentirsi sempre indietro e abbattere anche questa barriera burocratica.

Annamaria

giovedì 23 agosto 2018

ATTESE



Non sento più l’armonia di un trillo di telefono

Non sento più il calore di un solo raggio di sole

Non sento più le chiavi del silenzio

Non sento più il fruscio nell’aprire una lettera

Non sento più la pienezza di un’alba di luglio

Non sento più trastullare i miei bambini


Ormai adulti

Non sento più fluire le acque del mio ruscello

Non sento più i folli palpiti di un tempo

Ma…

Vorrei sentire la notte come la tua Notte

Vorrei contemplare due stelle

con gli stessi bagliori delle tue pupille

Vorrei sentire l’incauta vita vissuta con passi

 impetuosi

A volte energici, a volte disillusi, altre volte

Schiavi di incertezze

E riviverla in Verità e in Amore, tutta d’un fiato

Mescolando un telefono, un sole, un’alba, dei

 bambini,

folli palpiti, una notte, due stelle, due pupille

e…

attendere i candidi chiarori di un’altra alba.


ENZO

lunedì 20 agosto 2018

LA VECCHIETTA E LA CASSIERA

Una cara amica mi ha trasmesso una breve storia esplicativa di come la realtà puo' variare da diverse vedute di pensiero. Essere green dare importanza alle nostre scelte di vita, documentarsi  è importante per salvaguardare con rispetto noi stessi, chi ci circonda e l'ambiente.

Alla cassa di un supermercato una signora anziana sceglie un sacchetto di plastica per metterci i suoi acquisti.

La cassiera le rimprovera di non adeguarsi all’ecologia e le dice:

“La tua generazione non comprende semplicemente il movimento ecologico. Noi giovani stiamo pagando per la vecchia generazione che ha sprecato tutte le risorse!”

La vecchietta si scusa con la cassiera e spiega:

“Mi dispiace, non c’era nessun movimento ecologista al mio tempo.”

Mentre lei lascia la cassa, affranta, la cassiera aggiunge:

” Sono persone come voi che hanno rovinato tutte le risorse a nostre spese. E ‘ vero, non si faceva assolutamente caso alla protezione dell’ambiente nel tuo tempo.”

Allora, un po’ arrabbiata, la vecchia signora fa osservare che all’epoca restituivamo le bottiglie di vetro registrate al negozio. Il negozio le rimandava in fabbrica per essere lavate, sterilizzate e utilizzate nuovamente: le bottiglie erano riciclate. La carta e i sacchetti di carta si usavano più volte e quando erano ormai inutilizzabili si usavano per accendere il fuoco. Non c’era il “residuo” e l’umido si dava da mangiare agli animali.

Ma noi non conoscevamo il movimento ecologista.

E poi aggiunge:

“Ai miei tempi salivamo le scale a piedi: non avevamo le scale mobili e pochi ascensori.

Non si usava l’auto ogni volta che bisognava muoversi di due strade: camminavamo fino al negozio all’angolo.

Non conoscevamo il movimento ambientalista
Ma, è vero, noi non conoscevamo il movimento ambientalista [ndr, vedi ambientalismo].



Non conoscevamo i pannolini usa e getta: lavavamo i pannolini dei neonati.

Facevamo asciugare i vestiti fuori su una corda.

Avevamo una sveglia che caricavamo la sera.

In cucina, ci si attivava per preparare i pasti; non si disponeva di tutti questi aggeggi elettrici specializzati per preparare tutto senza sforzi e che mangiano tutti i watt che Enel produce.

Quando si imballavano degli elementi fragili da inviare per posta, si usava come imbottitura della carta da giornale o dalla ovatta, in scatole già usate, non bolle di polistirolo o di plastica.

Non avevamo i tosaerba a benzina o trattori: si usava l’olio di gomito per falciare il prato.

Lavoravamo fisicamente; non avevamo bisogno di andare in una palestra per correre sul tapis roulant che funzionano con l’elettricità.

Ma, è vero, noi non conoscevamo il movimento ambientalista [ma rispettavamo davvero l’ambiente].

Bevevamo l’acqua alla fontana quando avevamo sete.

Non avevamo tazze o bottiglie di plastica da gettare.

Riempivamo le penne in una bottiglia d’inchiostro invece di comprare una nuova penna ogni volta.

Rimpiazzavamo le lame di rasoio invece di gettare il rasoio intero dopo alcuni usi.

Ma, è vero, noi non conoscevamo il movimento ambientalista.

Le persone prendevano il bus, la metro, il treno e i bambini si recavano a scuola in bicicletta o a piedi invece di usare la macchina di famiglia con la mamma come un servizio di taxi 24 h su 24. Bambini tenevano lo stesso astuccio per diversi anni, i quaderni continuavano da un anno all’altro, le matite, gomme temperamatite e altri accessori duravano fintanto che potevano, non un astuccio tutti gli anni e dei quaderni gettati a fine giugno, nuovi: matite e gomme con un nuovo slogan ad ogni occasione.

Ma, è vero, noi non conoscevamo il movimento ecologista! C’era solo una presa di corrente per stanza, e non una serie di prese elettriche per alimentare la lunga serie di accessori elettrici indispensabili ai giovani di oggi. Allora non farmi incazzare col tuo movimento ecologista!




La morale
Documentatevi approfonditamente sulle vostre scelte di vita, non seguite la massa, fatevi domande, non date per scontato di poter dare lezioni agli altri se siete consapevoli della vostra ignoranza e della vostra superficialità. Se tieni davvero a te stesso, agli altri e all’ambiente in cui viviamo, puoi fare piccole, semplici ma importanti scelte ogni giorno.

RITA E ANNAMARIA...le vecchiette...



domenica 19 agosto 2018

LA LETTERA FALSA DEL PADRE DI MARTA


Prima di condividere certe notizie è doveroso accertarsi che sia reale o se si tratta di cannibalismo mediatico, fake news (notizie false) ad opera di qualche pazzo che pur di ottenere qualche like in piu'specula,schifosamente e senza ritegno, sulle disgrazie altrui.

Secondo l'ultimo rapporto di Infosfera, realizzato dall'università Suor Orsola Benincasa, l'82% degli italiani non sa riconoscere una bufala. L'attenzione sui social network è importante: prima di condividere bisogna sempre verificare. 




R.I.P  DOLCE MARTA 




Un episodio di sciacallaggio vergognoso, un oltraggio alla memoria di una giovane vittima di una tragedia, un segno di tempi cupi per il nostro Paese.

E’ la falsa lettera messa in giro ieri su un social network a firma del padre di Marta Danisi, la ragazza di Sant’Agata Militello che ha perso la vita col fidanzato nel crollo del ponte Morandi a Genova.

Una lettera da migliaia di condivisioni, in alcune parti toccante, in altre intrise di astio politico.

Una lettera falsa. Falsa per un semplice motivo: il padre di Marta non c’è più. E’ morto  15 anni fa, quando aveva appena 41 anni stroncato da una terribile malattia e lasciando le sue due figlie molto giovani.

Ma sui social, si sa, la condivisione è quasi compulsiva, soprattutto quando c’è da far circolare l’indignazione a buon mercato.

E se trovano facile innesco “fake news” molto eclatanti e smentibili persino senza alcuna verifica, figurarsi cosa accade in situazioni in cui in pochi possono sapere della scomparsa del padre della giovane.

Ma la storia della falsa lettera deve far riflettere, tutti, su come ormai le informazioni arrivino ai cittadini. Senza quel filtro che, bene o male, la stampa ufficiale riesce a mettere attraverso le verifiche. Le fake news invece tempestano le bacheche Facebook di chi si trova a casa.

Arrivano facendo montare rabbia ed indignazione di chi, davanti ad uno smartphone è solo e non ha neppure la possibilità di confrontarsi con amici e parenti (come avveniva una volta leggendo il giornale a casa o al bar).

Ma soprattutto, la storia della falsa lettera, deve far riflettere su cosa possa esserci dietro la creazione delle cosiddette bufale.

Non prese in giro innocenti ma qualcosa di molto raffinato creato ad arte per colpire i sentimenti di chi, naturalmente, è sensibile ad una tragedia come quella di Marta che ha scosso l’Italia.

Una lettera all’ apparenza scritta da un padre, molto poetica e toccante, in cui vengono elencati tre o quattro aspetti del recente dibattito politico che si fissano facilmente in testa.

Attaccare chi si è occupato di vaccini, immigrati, diritti ai gay, “mentre l’Italia cade a pezzi” (così si legge in quel passaggio), fa capire che non si tratta di una goliardata di cattivissimo gusto. C’è qualcosa di più raffinato, di creato a tavolino, di manipolatorio.

Qualcosa di preoccupante per una Democrazia.

E’ allarmante, ed averlo fatto a spese di una giovane morta tragicamente lo rende ripugnante.

Fonte- A-M

Annamaria

mercoledì 15 agosto 2018

FINTA APPLE TENTA LA TRUFFA








Una email che sembra arrivare dalla Apple ma non lo è.
Ti dicono che qualcuno ha utilizzato il tuo indirizzo e ti chiedono di cliccare da una certa parte. Non fatelo, è una truffa per accedere ai dati personali e magari arrivare a password e conti bancari.

Comunque, basta leggere per notare alcuni errori di ortografia. Inoltre, per verificare chi è il vero mandante, è sufficiente cliccare sul mittente per verificare che non è la Apple a spedire la mail.

Buon Ferragosto e un pensiero alle vittime e le loro famiglie, per la tragedia del crollo del ponte "Morandi" di Genova.




Ecco la email truffa

Gentile Cliente,
il tuo ID Apple è stato utilizzato per accedere a iCloud da un browser web.
Data e ora: 14 agosto 2018, 12:41 PDT
Indirizio IP , Luogo: 61.155.164.119, China - Shanghai
Se recententemente hai eseguito l'accesso a iCloud, puoi ignorare questa email.
Se recententemente non hai eseguito l'accesso a iCloud e ritieni che qualcun altro possa aver eseguito l'accesso al tuo account, clicca sul link seguente per riavviare il informazioni xxx.
Cordiali saluti,
Supporto Apple


Annamaria

venerdì 3 agosto 2018

BUON MESE DI AGOSTO!











Un arzillo vecchietto che ha appena compiuto 85 anni deve rinnovare la patente di guida ed i suoi familiari, preoccupati per l'età avanzata e temendo per l'incolumità sua e del prossimo, contattano l'ingegnere che deve sottoporlo all'esame di rinnovo e lo pregano di fare il possibile per non fargli superare l'esame.
Il giorno del rinnovo l'anziano signore si presenta e l'esaminatore comincia a fargli delle domande trabocchetto.
- Dunque vediamo un po'... Se lei vede nella notte un piccolo faro che viene verso di lei, cosa pensa che sia?
Il vecchietto risponde: - Una bici!
L'ingegnere: - Si', d'accordo, ma di che marca? Atala, Bianchi, Legnano...?
E il vecchietto: - Mah, non saprei...
L'ingegnere passa alla seconda domanda.
- Se lei vede due fari nella notte che vengono verso di lei, che cosa pensa che siano?
- Un'automobile!
- Vabbe', ho capito, ma di che marca? Fiat, Audi, Bmw...?
- Mah, non saprei...

L'ingegnere gli rivolge la terza domanda.
- Se lei vede due grossi fari nella notte che vengono verso di lei, cosa pensa che siano?
- Un camion!
- Ma si', ho capito, ma di che marca? Scania, Iveco, Mercedes...?
- Mah, non saprei... L'ingegnere scuote la testa e con espressione dispiaciuta gli dice:
- Mi spiace, ma non posso proprio rinnovarle la patente di guida.
Il vecchietto si alza, e uscendo chiede all'esaminatore:
- Mi scusi, ingegnere, ma se lei nella notte al buio più totale vede un copertone che sta bruciando e accanto una donna mezza nuda con tacchi altissimi, che sta facendo girare una borsetta, cosa pensa che sia...?"
L'ingegnere: - Una prostituta!
E il vecchietto: - Si', ho capito, ma chi? Sua madre, sua moglie, sua figlia, o sua sorella...?

Annamaria

giovedì 2 agosto 2018

IL SILENZIO (NON SEMPRE ) E' D'ORO.










Chi usa il silenzio sta attuando un’aggressione e una manipolazione velata ma vediamo i vari aspetti che ci portano ad attuare il silenzio



Nelle interazioni umane è impossibile non comunicare.
“Perchè non mi hai chiamato per dirmi che facevi tardi?”
“Dove ho sbagliato?” 
“Perchè mi hai mentito?”
 Di domande se ne possono fare tante. E’ giusto discutere, confrontarsi, chiarire il proprio pensiero per trovare un punto di incontro… Il problema sorge quando la risposta che otteniamo è “silenzio assoluto”.
 Cosa avviene quando il silenzio è l’unico messaggio che ci arriva dalle persone a noi più care?

L’uso del silenzio ostinato, nelle interazioni interpersonali, può innescare uno stato di pesante incertezza emotiva, come se ci arrivasse il messaggio “tu non esisti”.

Diceva Elias Canetti ” Ci sono alcuni che nel silenzio raggiungono la loro massima cattiveria”. Un silenzio determinato e severo, a volte, può risultare più umiliante e devastante rispetto un giudizio verbalizzato.

“L’uso del silenzio è senza dubbio una delle forme più subdole di abuso emotivo, un’arma invisibile per evitare il confronto diretto e gestire così la relazione in modo manipolatorio”

Nelle relazioni sentimentali e familiari c’è chi usa il silenzio come punizione, per manipolare o addirittura svilire l’altro… In questi casi il silenzio diviene una vera e propria arma, un’arma che chi la usa sa destreggiare bene, la si usa, infatti, con molto mestiere. C’è chi, dopo un diverbio o uno screzio, o anche senza causa apparente, riesce a “tenere il muso” e alla classica domanda che gli viene fatta: “Cosa c’è che non va?” si ottiene una risposta fredda e disarmante, “Niente!”. E poi, ancora silenzio.

Per quanto banale possa sembrare il fatto di “tenere il muso”, in realtà stare in una relazione affettiva con una persona che usa sistematicamente il silenzio può rivelarsi un’esperienza molto pesante.

“Il silenzio in risposta a una domanda o a una richiesta di contatto produce un vuoto che, non potendo essere riempito da risposte oggettive, viene inevitabilmente saturato dai dubbi di chi ti ha posto la domanda”

La mancanza di dialogo può impedirci di comprendere per che cosa veniamo effettivamente “puniti” (e cioè dove abbiamo sbagliato, se pure abbiamo sbagliato) e comunque ci nega la possibilità di spiegare le nostre ragioni, di difenderci dalle accuse, di rimediare in qualche modo al danno. Il silenzio infatti interrompe il ponte tra noi e l’altro e ci consegna a una condanna senza motivazione e senza appello, togliendoci l’unico appiglio possibile: il contatto.

L’uso del silenzio nasconde tante verità

Certo, tutti abbiamo il diritto di non rispondere a una domanda ma non nell’ambito di una relazione, di un’amicizia o di semplice frequentazione, quando la richiesta rappresenta qualcosa di importante. E non si parla di gente con problemi di memoria che dimentica la tua domanda ma gente che sceglie di non rispondere, ne con le parole, ne con i fatti. E non per un periodo definito: non ti risponde e basta. Perché alcune persone reagiscono ai conflitti con il silenzio?

In primo luogo, è bene non confondere il silenzio che nasce dalla volontà di non discutere: si è compreso che il conflitto ha raggiunto una fase di stallo e non si vuole aggiungere benzina sul fuoco. In questo caso il silenzio non viene utilizzato come arma per punire o castigare l’altro. La persona che invece ricorre al silenzio come punizione di solito lo fa perché non ha altre risorse psicologiche per affrontare la situazione.

Il silenzio è la sua risposta per diversi motivi:
Pensa che il suo interlocutore non lo ascolti, che non sia aperto al suo punto di vista e quindi usa il silenzio per “costringere” l’altro ad ascoltarlo.
Pensa che il suo interlocutore dovrebbe scusarsi per il suo atteggiamento o le sue parole, e usa il silenzio come avvertimento
Pensa che sia inutile parlare dell’argomento perché non riuscirà a raggiungere un accordo, così utilizza il silenzio per fare in modo che l’altro ceda
Si sente profondamente offeso, ma non vuole riconoscerlo e usa il silenzio in modo che l’altro si ravveda
Non vuole affrontare una questione sensibile, quindi accusa l’altro e lo punisce con il silenzio, per fare in modo che cambi argomento.
Qualunque sia la ragione, l’uso del silenzio ha come fine quello di piegare l’altro, è una sorta di punizione attraverso la quale si incolpa l’altra persona e si mette la responsabilità della relazione nelle sue mani. È come dire “non dirò nient’altro, vedi tu cosa vuoi fare, la responsabilità ultima è la tua“.

Cosa significa? Che non si è interessati a risolvere il conflitto attraverso il dialogo, ma si vuole semplicemente che l’altra persona accetti il ​​proprio punto di vista.

L’atteggiamento manipolatore e aggressivo attraverso il silenzio

Utilizzare il silenzio come punizione è un atteggiamento infantile che non risolve nulla, perché anche se prevede un gratificazione egoistica per chi lo applica, lascia un sapore amaro in bocca a chi lo subisce, lasciando anche dei segni nel rapporto.




Non c’è dubbio che il silenzio può avere più significati, ma usarlo come punizione comporta un atteggiamento passivo-aggressivo. Cioè, smettere di parlare ad una persona è un’aggressione velata. Infatti, in alcuni casi questo tipo di silenzio può lasciare cicatrici più profonde dell’aggressione verbale diretta, perché il silenzio è un vuoto suscettibile di qualsiasi tipo d’interpretazione.

Se è vero che in alcuni casi il silenzio può funzionare e l’altra persona si scusa e cede, in ultima analisi, questa tattica può solo generare risentimento e problemi, dal momento che il conflitto in realtà non è stato risolto, ma solo coperto.

Come si sente la persona che soffre la strategia del “silenzio”?
L’uso del silenzio come punizione  è uno dei fattori che portano al divorzio, non solo perché queste persone si sentono meno soddisfatte del rapporto, ma anche perché percepiscono il loro partner come emotivamente più distante.



Infatti, uno dei problemi è che chi subisce il silenzio si sente sempre più frustrato per la mancanza di una risposta e del coinvolgimento dell’altro, così il rapporto diventerà sempre più teso e ci saranno più conflitti.

La persona che è vittima del silenzio si sentirà confusa, frustrata e persino colpevole. È anche probabile che si senta sola e fraintesa. Ovviamente, questi sentimenti non contribuiscono a migliorare le relazioni e risolvere i conflitti, al contrario, creano un divario sempre più ampio.

Il trattamento del silenzio è abuso perchè:
È un comportamento passivo-aggressivo che vuole far male l’altra persona
Esso mostra una mancanza di cura, mancanza di rispetto e mancanza di valore
E’ un comportamento attuato molto spesso dai narcisisti allo scopo di manipolare e punire
Può contribuire alla depressione, all’ansia e alla bassa autostima, instabilità psicologica
A riguardo, nel libro “Amare tradire“, lo psicoanalista Aldo Carotenuto scrive: “Il silenzio nella coppia uccide, annulla l’altro, lo nega finanche nella sua presenza e lo spinge lentamente verso la dimensione del non essere, del non esistere più. Subendo questo silenzio incominciamo a dubitare delle nostre percezioni : esistiamo ancora? Lanciamo dei messaggi, avanziamo delle richieste, e sia gli uni che le altre ci ritornano indietro immodificati nel silenzio.


Generalmente le vittime di questa interazione patologica sono le donne perché in esse la spinta verso il rapporto è comunque dominante rispetto alla prevaricazione. Tuttavia sarebbe improprio generalizzare questo fenomeno: anche molti uomini sono vittime del silenzio femminile, sadico e colpevolizzante. La parola rappresenta uno strumento fondamentale della comunicazione umana e qualunque alterazione patologica di questa potenzialità inchioda gli interlocutori a un penoso vuoto di contatto.”

Gli usi positivi del silenzio
A volte è meglio tacere, come ad esempio:

Quando siamo troppo arrabbiati e ci rendiamo conto che potremmo dire cose di cui ci pentiremmo più tardi.
Quando il nostro interlocutore è troppo esaltato e la discussione sta degenerando.
Quando il sielnzio viene utilizzato come una pausa nella discussione perché l’altro rifletta sulle sue parole.
RICORDA…. il silenzio può acquisire molteplici significati, quindi se qualcuno è davvero importante per TE è meglio dire in modo assertivo ciò che pensi e senti. Così non ci sarà più spazio per gli equivoci. Nessuno merita di sentirsi indegno di attenzione o immeritevole di amore e di fedeltà. NESSUNO!

By - psicoadvisor

Annamaria

giovedì 26 luglio 2018

SANT' ANNA PROTETTRICE DELLE MAMME








Oggi 26  è S.Anna (donna sterile ma divenuta madre della Madonna, avuta in tarda età per grazia divina) è la protettrice delle donne in gravidanza e delle partorienti.
Faccio gli auguri a tutte e anche a me stessa e con voi condivido  queste preghiere da rivolgerle quotidianamente:



O Signore,per intercessione
di S.Anna madre della Madonna,
ti chiedo di accompagnarmi in questo tempo
di gestazione della creatura che hai
voluto far vivere nel mio seno.
Grazie,perchè mi hai scelta
per questo compito così importante:
essere madre di una nuova creatura,
e così collaborare
con te Creatore.
O Signore,per intercessione
di S.Anna,fa che la creatura che è in me,
sia un dono che renda più unita la
mia famiglia e una benedizione per tutti.
Fà che lattesa della nascita ci aiuti ad essere
generosi e perseveranti
nella fede e nella carità.


O benedetta fra le madri, gloriosa Sant'Anna, 
che aveste per figlia a voi soggetta ed obbediente la Madre di Dio, 
ammiro l'altezza della vostra elezione e le grazie di cui vi adornò l'Altissimo! 
Mi unisco a Maria Santissima sempre Vergine nell'onorarvi, 
nell'amarvi, nell'affidarmi alla vostra tutela. 
A Gesù, a Maria e a Voi, consacro tutta la mia vita 
come un'umile offerta della mia devozione. 
Voi ottenetemi la grazia di essere degno del Paradiso. Così sia. 
3 Gloria al Padre... 
SantAnna prega per noi.


domenica 22 luglio 2018

COACH DELLE ABITUDINI








C'è chi vive male la giornata perché si giudica una vittima. C'è chi vive male perché giudica gli altri stupidi e i loro comportamenti inadeguati. C'è chi si rovina la vita perché giudica tutto come "troppo difficile" e non fa nulla. C'è chi si giudica una nullità e dimentica i suoi sogni.
Il giudizio è la fine della verità ed è l'inizio di un nostro racconto personale di come ' la vita o peggio, di come dovrebbe essere. E dato che la realtà va per la sua strada, chi giudica sta continuamente male.
Abbandona il giudizio. Se non sai fare qualcosa, la impari. Se qualcuno commette un errore, insegna. Se sei stanco, riposati. Se hai un obiettivo, comincia. Se sei in coda in tangenziale e c'è una bellissima alba di fianco a te, ammirala e goditela fino in fondo.






mercoledì 18 luglio 2018

IL SESSO FA BENE AL CUORE (INTESO COME MUSCOLO)










Inteso come muscolo perchè in questo caso le emozioni non c'entrano. Ad affermarlo sono alcuni medici della Federazione francese di cardiologia e aggiungono anche che è proprio l' estate la stagione migliore per ravvivare i rapporti a due (ma questo forse lo sapevamo già.)


Ecco cosa affermano questi ricercatori francesi e i dettagli a cui serve prestare attenzione:

"I benefici di un'attività sessuale regolare sono molteplici" spiega François Carré, cardiologo all'ospedale universitario di Rennes e ambasciatore della Federazione dei cardiologi francesi. "Un rapporto sessuale infatti comporta uno sforzo fisico moderato paragonabile a 20 passi di una camminata a ritmo sostenuto e, come ogni attività fisica, aiuta a rinforzare il miocardio, vale a dire il muscolo cardiaco, e permette di eliminare le tossine dell'organismo".



Ma non è tutto. "L'attività sessuale - spiega Claire Mounier-Vehier, cardiologa all'ospedale universitario di Lille e presidente della Federazione francese dei cardiologi - è un elemento importante della qualità della vita, anche nel paziente cardiaco o vascolare, e nel suo partner. Mantenere o riprendere la vita sessuale dopo un attacco di cuore è infatti importante per la coppia, perché agisce sia sul fisico che sul morale". 

Infine, avvertono i cardiologi, alcuni disturbi sessuali potrebbero essere rivelatori di problemi cardiovascolari latenti: la perdita di erezione spesso precede di 3-5 anni la comparsa di un episodio cardiovascolare acuto. E a sua volta la presenza di un problema erettile aumenterebbe del 25% i rischi per un uomo di sviluppare una malattia cardiovascolare. Da qui la raccomandazione degli esperti a non "aspettare che passi" ma a consultare subito un medico.