mercoledì 12 giugno 2019

LE FALSE ACCUSE






Essere accusati ingiustamente è una delle sofferenze maggiori che una persona possa sperimentare (e che io ho provato).
L’accusa ingiusta, inventata, è una calunnia e la calunnia è punita dal nostro ordinamento, quando vengono fatte:

1. Con denuncia, querela, richiesta o petizione, anche se nome anonimo o falso diretto all'autorità giudiziaria o un'altra autorità che ha l'obbligo di riferire ad essa o al Tribunale penale internazionale.

2. Da un soggetto (calunniatore) che vuole incolpare qualcuno che sa di essere innocente di un crimine.

Un modo per difendersi dalle false accuse è la presentazione di una richiesta di risarcimento danni. Come risultato, anche se non ripaga dalla sofferenza interiore, a una sofferenza ingiusta, economica, fisico e morale. Tutto cio' accade  nella società, sul posto di lavoro, in famiglia... In famiglia!

Si può essere accusati ingiustamente per errore: in buona fede da chi lo fa. Si può essere accusati con malignità, perché qualcuno vuole farci del male. Anche se sono due situazioni completamente diverse, resta il fatto che chi è accusato ingiustamente ci resta davvero male. Ci si difende per via legale perchè rimane un torto un'infamia che va punita.
Nonostante tutto, personalmente, ho sempre mantenuto la calma, dimostrando di essere una vera donna.
Racconto di seguito una piccola storia che ci mette in guardia: 

Il coniglio, il cane e i vicini




 C’erano una volta due vicini di casa molto amici. Entrambi condividevano il cortile. Uno teneva un coniglio sciolto nel cortile, che ai bambini piaceva molto.

 Un giorno, l’altro vicino ebbe in dono un cucciolo di pastore tedesco. I suoi figli si preoccupavano perché il cane poteva attaccare il coniglio. Ma il proprietario del cane calmò i bambini dicendo: “Non c’è pericolo. È un cucciolo, presto i due si abitueranno e faranno amicizia“. E infatti così avvenne: i due animali giocavano insieme nel cortile.

 Un venerdì pomeriggio, il proprietario del coniglio si recò con la sua famiglia al mare.
Il sabato mattina, il cane rientrò nella casa del suo padrone: era molto abbattuto, portava in bocca il coniglio morto, tutto sporco di terra.
Il suo padrone lo percosse duramente. Poi prese il coniglio morto, lo lavò e lo ripose in una scatola di cartone in un angolo del cortile.

 Quando, domenica, la famiglia (quella del coniglio) fu di ritorno, gli altri vicini si affrettarono a raccontare la tragedia. Ma essi spiegarono: “Non è stato il cane ad ucciderlo. Il coniglio è morto venerdì, e prima di partire noi lo abbiamo seppellito nel cortile!”

 Ecco com’era andato. Il cagnolino era andato dall’amico coniglio, ma non lo trovò; allora col suo fiuto lo localizzò sottoterra. Scavò con le zampe e poi lo portò in bocca al suo padrone, per condividere con lui la sua tristezza. Ma in cambio, poverino, prese anche le botte!

 Quante volte succede alle persone quello che ha sofferto il povero cagnolino; cioè, essere considerato colpevole di un errore mai commesso... 

Annamaria

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