I REGISTRI LINGUISTICI
Gentili Lettori, l’argomento di oggi è difficile, ostico, impegnativo. Cercherò quindi di aiutarvi usando un linguaggio semplice e accessibile. Ci provo, almeno, e ci tengo pure perché determinate regole interessano tutti quelli che amano il corretto scrivere, scrivere poesie, “pseudo” poesie, prosa, ecc. Chiaro? Bene!
Innanzitutto, cerchiamo di far capire che cos’è un registro: diciamo quello che non è:
- non è un libro;
- non è un ufficio governativo;
- non è un congegno meccanico:
- nel linguaggio musicale è la qualità della voce o del suono definiti secondo l’altezza e l’estensione (es. registro di tenore, registro di soprano.
MA
Il nostro registro Non è nulla di tutti questi enunciati,
E’ invece il modo di scrivere o di parlare, secondo un livello espressivo in una data situazione o contesto. E’ oggetto di studio in una particolare disciplina: la linguistica, che è lo studio scientifico del linguaggio umano. Essa studia varie lingue, i loro rapporti, la loro genealogia e la loro ramificazione: in particolare, ci fa sbuffare con la FONETICA, LA MORFOLOGIA, LA SINTASSI, IL LESSICO (che non è il fratello del famoso cane Lassy), e la SEMANTICA (che non ha nulla a che fare con i semi botanici): finendo di scherzare diciamo che l’oggetto della linguistica è la descrizione della lingua nel suo evolversi nel tempo. Orbene, vi prego di fare attenzione.
Immaginate una persona che parla, la chiameremo PARLANTE, o anche, emittente, mittente, destinatore, allocutore, enunciatore, codificatore. Sono troppi modi? Se ci tenete a migliorarvi, vi dovete rassegnare a impararne almeno uno.
Immaginate ancora un’altra persona che ascolta una frase (comunicazione) detta dal PARLANTE: chi riceve il messaggio, o frase che sia, è detto RICEVENTE o pure destinatario, enunciatario oppure decodificatore.
In linguistica è la varietà delle parole o frasi che il parlante sceglie per l’occasione, avendo in considerazione le circostanze, che sono il luogo, il tempo,, i ruoli, gli scopi, la cultura, l’età, l’esperienza, ecc. del ricevente, destinatario, ascoltatore.
I REGISTRI, quindi, sono i diversi modi di esprimersi e di comunicare con i vari tipi di ascoltatori-destinatari.
Immaginate una scala: in basso ad essa è situato il linguaggio INFORMALE, in alto al massimo e ultimo scalino troviamo il registro FORMALEo SOLENNE, cioè il più elevato. Tutti i registri si suddividono in base ai toni e allo stile.
Chiarisco con un esempio:
“Che cavolo vuoi! In tutto questo tempo non hai mai preso in mano un libro. Non hai fatto un accidente!”
E’ una frase che usa un registro informale e che potrebbe essere detta da uno studente ad un suo compagno, ma non da un insegnante ad uno studente, né da un dirigente ad un suo impiegato in una lettera ufficiale. La stessa frase però può essere espressa con un registro formale adeguato ai casi prima esclusi e cioè:
“Come puoi pretendere di essere promosso senza aver fatto nulla per tutto questo tempo?”
Confido che voi Lettori notiate la differenza.
ED ECCO GLI 8 REGISTRI (antipatici, vero?)
REGISTRO 1 : AULICO O SOLENNE
Livello : alto o formale
Situazione : circostanze ufficiali, rapporti pubblici
Interlocutore : uffici, superiori, pubblico di cerimonie
Applicazione : discorsi, omelie, celebrazioni, arringhe
REGISTRO 2 : COLTO
Livello : alto
Situazione: : rapporti di studio o professionali
Interlocutore : colleghi, studenti, lettori specialisti, ascoltatori esperti,
insegnanti
Applicazione : lezioni, articoli, saggi, libri, relazioni, congressi, rapporti
Su ricerche
REGISTRO 3 : BUROCRATICO
Livello : formale
Situazione : pratiche di uffici pubblici
Interlocutore : impiegati, funzionari, agenti, vigili, utenti
Applicazione : modulistica, domande, certificati, circolari, bandi, avvisi,
codici, regolamenti
REGISTRO 4 : MEDIO
Livello : comune, standard
Situazione : relazioni sociali, comunità di scuola o di lavoro, sanitari,
politici
Interlocutore : colleghi, amici, conoscenti, superiori, allievi, assemblee
Applicazione : discorsi quotidiani, giornali, trasmissioni televisive,
lettere, resoconti.
REGISTRO 5 : COLLOQUIALE
Livello : medio, inferiore
Situazione : colloqui, conversazioni, riunioni del tempo libero, feste,
vacanze.
Interlocutore: : amici, compagni, conoscenti, compagni di viaggio.
Applicazione : brevi lettere, biglietti, dialoghi, copioni televisivi,
canzonette.
REGISTRO 6 : INFORMALE FAMILIARE
Livello . medio, inferiore
Situazione: : discorsi improvvisati, conversazioni in famiglia, al bar
Interlocutore : persone con cui si è in confidenza, persone di servizio, parenti
Applicazione: ; comunicazioni rapide, discussioni in casa, litigi,
manifestazioni, telefonate.
REGISTRO 7 : CONFIDENZIALE INTIMO
Livello : medio
Situazione : colloqui, confessioni, dichiarazioni d’amore, sfoghi
di stati d’animo, rievocazioni, pronostici, promesse
d’amore.
Interlocutore : amici del cuore, fidanzati, confidenti, consiglieri.
Applicazione : lettere private, diari, rapporti intimi, messaggi segreti,
confessioni.
REGISTRO 8 : POPOLARE
Livello : medio
Situazione : mercati, bar, feste e fiere, cortili, lavori manuali, cortei,
trattorie, stadi, ecc.
Interlocutore : familiari, compagni di lavoro, avventori, venditori di
piazza, club tifosi, ecc.
Applicazione : modi di dire, slogan, mercanteggiamenti, litigi, giochi,
teatro dialettale, farse.
CONSIDERAZIONI FINALI
Gentile Lettore, la scelta di un registro linguistico presuppone una competenza linguistica, cioè una certa cultura; non solo, ma anche una COMPETENZA COMUNICATIVA secondo il contesto o circostanza, in base altresì all’argomento da trattare. In altre parole, più il vostro vocabolario (personale) è ricco più spazierete nei vari registri.
Insomma, un avvocato non parla come un falegname, il linguaggio di un meccanico è ben diverso da un insegnante, un bambino, che usa un registro infantile, si esprime diversamente da un monaco: i linguaggi devono essere appropriati secondo l’emittente-parlante.
Quanto alle caratteristiche dei vari registri, occorre precisare che essi si differenziano per il patrimonio lessicale cioè di tutte le parole che si conoscono, lo stile, l’uso o il non uso di forme gergali e dialettali o straniere, i toni con varie curve culmi native (urlo, sussurro, lamenti, riso, respiro, ecc.), linguaggi settoriali, elementi non verbali, quali, gesti, immagini.
Gentile, Lettore, credimi, ho fatto il possibile per rendere il testo comprensibile. Non so se ci sono riuscito. L’argomento è ritenuto di notevolissima utilità specialmente per la scrittura creativa, e non: insomma, utile soprattutto per coloro che si vogliono cimentare nella scrittura creativa (racconti, romanzi, poesia, fiabe, ecc.) insomma nella diversa tipologia di prosa.
Mi scuso fin da ora se qualche concetto non è risultato totalmente comprensibile.
Enzo
Enzo
Enzo, dà un piacere sottile sentir parlare di lingua così. Il desiderio di apprendere s'appaga e si vorrebbe avere sempre qualcosa di più.
RispondiEliminaEnzo bravo, mi sono resa conto che i parlo mi esprimo dialogo secondo il registro numero 7.Mi sa che tu ne usi molti di questi registri secondo il tuo stato d'animo
RispondiEliminaIo m'intendo di "registri scolastici", aridi e poco comunicativi. Per fortuna però ho la possibilità di avere interlocutori, anzi "destinatari" molto vari e questo mi consente di utilizzare i registri di cui parli. Non sempre è facile adeguarsi all'interlocutore, è importante per il "parlante" individuare il giusto registro... ma talvolta il messaggio, seppure modulato correttamente, non viene recepito. Penso che sia giusto continuare a studiare, nel senso di ricercare sempre nuovi e più corretti strumenti di comunicazione. Quindi grazie Enzo per fornirci spesso occasioni di riflessione e approfondimento in merito. Maria.sa
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