lunedì 24 dicembre 2012

HO LETTO PER VOI...




Vi invito a una lettura molto adatta in questo periodo, ma non solo...
Da leggere poco per volta, magari. 




   

E’ proprio vero che una, due, tre . . . cento vite non bastano ad assicurarsi la  conoscenza; dietro ad ogni angolo c’è qualcosa che non immaginiamo e, per fortuna, il più delle volte si tratta di scoperte che ci piacciono!
Curiosando negli scaffali di una libreria della mia città, forse alla ricerca di qualche idea regalo per le prossime feste, mi ha colpito un testo, per me, davvero incredibile.
“Caro Dickens, sono un vescovo che ha preso lo strano impegno di scrivere ogni mese... una lettera a qualche illustre personaggio”.
Così Albino Luciani, allora patriarca di Venezia e poi Papa per soli 33 giorni, scriveva con prosa giornalistica, agile, spiritosa e di carattere popolare ai Grandi della Storia.                                                                                                                                                      In questo libro, la cui prima edizione risale al 1976, sono raccolte tutte le lettere che papa Luciani aveva scritto e pubblicato sulla rivista Messaggero di Sant'Antonio dal 1971 al 1975, rivolgendosi a personaggi storici, della fantasia e della mitologia di tutti i tempi.                                                                                            Il carattere particolare degli argomenti trattati in questo epistolario, la piacevolezza dello stile, la sottile ironia, l'abilità di trasferire vicende e persone da ieri a oggi e viceversa, saltando con disinvoltura da un secolo all'altro, il linguaggio semplice e popolare, danno corpo a una profonda analisi del mondo di quegli anni difficili e tortuosi.                                                   
Le lettere sono incredibilmente attuali dopo più di trent’anni per tematiche (la crisi petrolifera, il relativismo, la famiglia, il bene comune, la politica) e per soluzioni proposte.
I personaggi che si incontrano sono i più diversi: da Penelope a Mark Twain, da Maria Teresa d'Austria a Figaro, da Pinocchio a Trilussa, da Scott a Ippocrate, da Quintiliano a Marconi, da Hofer a Goldoni, da Santa Teresa a Goethe, da San Bernardino a Marlowe.
Sto leggendo senza seguire l’ordine con cui sono inserite le “lettere”, tra un sorriso strappato da una battuta ironica e una riflessione scaturita dalle sagge parole del prelato, che dimostra una profonda cultura, senza perdersi in terminologie complesse.
Ma sarà stato il clima che precede la solennità della Natività a farmi soffermare sulla più “trepidante”, quella che Albino Luciani scrive a Gesù, il “Personaggio” più importante di tutti !




Ed è questa la lettera che vorrei dedicarvi, con i miei più caldi e affettuosi auguri, che desidero liberare della retorica con cui spesso vengono pronunciati in questi giorni . . .                                          
Leggetela con calma, anche se vi sembra lunga, nonostante ne abbia selezionate le parti che mi hanno fatto maggiormente riflettere . . . ma forse neppure vi peserà troppo !


                                                  
A Gesù                 

 Caro Gesù,
                mi sono preso delle critiche. "E’ vescovo, è cardinale; è stato detto, si è sbracciato a scrivere lettere in tutte le direzioni: a M. Twain, a Péguy, a Casella, a Penelope, a Dickens, a Marlowe, a Goldoni e non si sa a quanti altri. E neppure una riga a Gesù Cristo!".
               
Tu lo sai. Con Te io mi sforzo di tenere un colloquio continuo. Tradurlo in epistolario, però, è difficile: sono cose personali. E poi, cosi piccole! E poi, cosa scrivere a Te, di Te, dopo tutti i libri che su Te sono stati scritti?
               
E poi, c’è già il Vangelo. Come la folgore, supera tutti i fuochi e il radio, tutti i metalli; come il missile batte in velocità la freccia del povero selvaggio, così il Vangelo supera tutti i libri.
               
Tuttavia, ecco qui la lettera. La scrivo trepidando, nella condizione di un povero sordomuto, che si sforza di farsi capire, nello stato d’animo di Geremia che, inviato a predicare, Ti diceva, pieno di riluttanza: "Non sono che un bambino, Signore, non so parlare!". . . omissis . . .                

Tua madre . . . in croce, non hai voluto partire da questo mondo senza trovarle un secondo figlio che avesse cura di lei e hai detto a Giovanni: ecco tua madre.
               
Gli Apostoli . . . hai vissuto notte e giorno con essi, trattandoli da amici, sopportandoli nei loro difetti. Li hai istruiti con pazienza inesauribile. . . omissis . . .

               
Nel Cenacolo il hai messi in guardia: "Avrete paura, scapperete!".Protestano, prima e più di tutti Pietro, che poi, viceversa, Ti rinnega tre volte. Tu perdoni a Pietro e tre volte gli dici: Pasci le mie pecore . . . omissis . . .

               
I peccatori. Il pastore che corre in cerca della pecora smarrita, e gode nel ritrovarla, e fa festa quando la riporta all’ovile, sei Tu. Sei Tu quel padre buono, che, al ritorno del figlio prodigo, si getta al suo collo, abbracciandolo a lungo. Scena di ogni pagina nel Vangelo: Tu infatti avvicini peccatori e peccatrici, mangi alla loro tavola, ti inviti Tu stesso, se essi non osano invitarti. Hai tutta l’aria, questa è impressione mia,  di preoccuparti più delle sofferenze che il peccato produce ai peccatori, che non dell’offesa che reca a Dio. Infondendo la speranza del perdono, sembra che Tu dica: Voi non immaginate neppure il piacere che mi procurate con la conversione!                                                     Insieme al cuore, brilla in Te l’intelligenza pratica.
               
Hai puntato all’interno . . . omissis . . .
è l’interno che preme, il cuore è metro per giudicare; dal di dentro, dal cuore degli uomini escono i cattivi pensieri: dissolutezze, latrocini, assassinii, adulteri, cupidigie, orgoglio, stoltezza". . . . omissis . . .

             
  Volevi la concretezza e il riserbo: "Se digiuni, profumati la testa e lavati il volto. Se fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra quello che fa la destra". Al lebbroso guarito hai raccomandato: "Non dirlo a nessuno". Ai genitori della ragazza risuscitata hai comandato con forza che non andassero a suonare la tromba sul miracolo avvenuto. Solevi dire: "Non cerco la mia gloria. Cibo, per me, è fare la volontà del Padre mio".
               
Dalla Croce, concludendo la tua vita, hai detto: "Tutto è compiuto", ma sempre avevi tenuto a che le cose non fossero fatte a mezzo. Gli apostoli Ti avevano suggerito: "La gente ci segue da tempo, rimandiamola a mangiare a casa sua", ma Tu: "No, diamole noi da mangiare". Finito il pasto dei pani e dei pesci moltiplicati, hai aggiunto: "Raccogliete gli avanzi, non è giusto che vadano a male" . . . omissis . . .

                                                                           ***
Quanta luce di intelligenza spirava dal Tuo predicare! Gli avversari mandano dal Tempio le guardie per arrestarti e se le vedono ritornare a mani vuote. "Perché non l’avete condotto?". Risposta delle guardie: "Nessun uomo ha mai parlato come lui!".  Incantavi dunque la gente, la quale sin dai primi giorni osservò di Te: "Questi si che parla con autorità! Altro che gli scribi! ". . . . omissis . . .

Con magnifico coraggio affermavi: "Sono più grande del Tempio di Salomone; il cielo e la terra passeranno, le mie parole non passeranno".
E non Ti stancavi mai di istruire nelle sinagoghe, nel tempio, seduto nelle piazze o sui prati, camminando per strada, in casa, perfino a tavola.
            
Oggi chiedono tutti dialogo, dialogo. Ho contato i dialoghi tuoi nel Vangelo. Sono 86: 37 coi discepoli, 22 con gente del popolo, 27 con gli avversari. Oggi, in pedagogia, si reclama l’attività comune attorno ai centri di interesse. Quando il Battista, dal carcere, ha mandato a chiedere chi Tu fossi, non hai perso il tempo in chiacchiere. Hai miracolosamente guarito tutti i malati presenti e hai detto: "Andate a dire a Giovanni quel che avete visto e udito".
            
Per i Giudei del tuo tempo, Salomone, Davide e Giona rappresentavano quel che per noi sono Dante, Garibaldi, Mazzini e Tu hai parlato continuamente di Davide, Salomone, Giona e di altri personaggi popolari. E sempre con coraggio.
Il giorno in cui hai insegnato: Beati i poveri, beati i perseguitati, io non c’ero. Fossi stato vicino a Te, Ti avrei sussurrato all’orecchio: "Per carità, cambia discorso, Signore, se vuoi avere qualche seguace. Non vedi che tutti aspirano alle ricchezze e alla comodità?
Ai loro soldati Catone ha promesso i fichi d’Africa, Cesare le ricchezze della Gallia e, bene o male, si sono fatti seguire. Tu prometti povertà, persecuzioni. Chi vuoi che Ti segua?". Imperterrito, Tu vai avanti e Ti sento dire: "Io sono il grano di frumento che deve morire prima di portare frutto; bisogna che io sia rizzato su una croce; di là trarrò a me il mondo intero!". . . omissis . . .
                                                                           ***
            
Di fronte a questo spettacolo di gente che affluisce a un crocifisso da tanti secoli e da ogni parte del mondo, sorge la domanda: si tratta solo di un uomo grande e benèfico o di un Dio? Tu stesso hai dato la risposta e chi ha gli occhi non velati da pregiudizi e avidi di luce l’accetta. . . .omissis . . .
   
Più volte hanno tentato di lapidarTi come bestemmiatore, perché Ti dicevi Dio. Quando finalmente Ti ebbero preso e portato davanti al Sinedrio, il sommo sacerdote Ti chiese solennemente:  "Sei o non sei il Figlio di Dio?". Tu hai risposto: "Lo sono, e mi vedrete alla destra del Padre". Hai accettato la morte piuttosto che ritrattare e rinnegare questa Tua essenza divina.
           
Ho scritto, ma mai sono stato così malcontento di scrivere come questa volta. Mi pare di avere omesso il più, che si poteva dire di Te, di avere detto male ciò che si doveva dire molto meglio. C’è un conforto, questo: l’importante non è che uno scriva di Cristo. ma che molti amino e imitino Cristo.
           
E, per fortuna,  nonostante tutto,  questo avviene ancora. -
Albino Luciani



Ancora Buon Natale      a tutti da Maria !!!



e da tutti gli amici del blog!

1 commento:

  1. Tantissimi auguri a voi tutte e tutti. Bellissimi gli stralci della lettera a Gesù di Papa Luciani, non dimenticato e indimenticabile malgrado sia rimasto pochissimo al soglio pontificio e sia morto in modo poco chiaro. Suscitò sgomento la sua affermazione secondo la quale Dio era anche Madre oltre che Padre. Grande.

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