martedì 16 ottobre 2012

Chi dice . . . MATA HARI . . .







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Chi dice . . . MATA   HARI . . .



                                                                                                       

Era il 15 0ttobre 1917, un lunedì, come quest’anno . . . veniva eseguita la condanna alla pena capitale per fucilazione di una donna, la spia tra le più note, Mata Hari.

Ballerina esotica e cortigiana, fu arrestata dai francesi e giustiziata durante la prima guerra mondiale: dopo la sua morte, il suo nome divenne sinonimo di spionaggio.
Mata Hari nasce il 7 agosto 1876 come Margaretha Geertruida Zelle a Leeuwarden, nei Paesi Bassi; prima di quattro figli, ha un padre cappellaio benestante.
 A soli sei anni, Margaretha fa già parlare di se la città, viaggiando in una carrozza trainata da capre che il padre le aveva dato. Margaretha, carnagione bruna, capelli e occhi neri la si differenzia dalla norma dei suoi conterranei olandesi; frequenta una scuola prestigiosa, dove si distingue per l’esuberanza e per indossare spesso vestiti appariscenti.                                               
Ben presto però la famiglia va in bancarotta: tutto cambia drasticamente, con la separazione dei genitori e la successiva morte della madre.
Margaretha, quindicenne, va a Sneek affidata al suo padrino che la iscrive ad una scuola di Leida che forma insegnanti per la scuola materna, per assicurarle una occupazione.                            

Sembra che le eccessive attenzioni, se non proprio le molestie, del direttore della scuola, spingano il suo padrino a toglierla dalla scuola, mandandola da uno zio a L'Aja.
Ha appena 18 anni quando, dopo aver risposto ad una inserzione, si fidanza e poi si sposa con un ufficiale di 38 anni, in congedo a casa dalla Indie Orientali Olandesi : in effetti  l’annuncio sul giornale non è altro che uno scherzo fatto al signor Rudolph  MacLeod, malato di diabete e reumatismi.
Inizialmente stabilitisi ad Amsterdam, trascorrono gran parte della loro vita coniugale nei tropici, dove nascono i loro due figli. La vita dura,                                                                                                      senza gli agi della modernità, la gelosia e  l’abuso di alcool del marito, provocano litigi che rendono poco sereno il rapporto coniugale. La situazione si aggrava quando muore avvelenata (situazione poco chiara) il piccolo figliolo; per allontanarsi dai luoghi della tragedia, la famiglia rientra in Olanda : dopo poco la coppia si separa e Margaretha , perso anche l’affido della figliolette, si trasferisce prima a L’Aja e poi a Parigi, per un nuovo inizio.                                                                                                                          Senza più un marito e senza soldi, usa le esperienze in Indonesia per creare un personaggio : come moglie del comandante, ha avuto il compito di fare gli onori di casa agli altri ufficiali, uno dei quali l’ha fatta assistere all’interno di un tempio ad una danza locale, affascinante per la novità esotica delle musiche e delle movenze, che ella prova anche ad imitare.                                                                                                                          

 Dopovari tentativi per “sbarcare il lunario”, forse anche ricorrendo alla prostituzione, fa il suo debutto in un salone di danza e istantaneamente è il successo : indossa gioielli e abiti molto succinti, profuma di essenze orientali, parla di tanto in tanto in malese, balla in modo seducente.



                                                                                                                                                    Presenta la sua danza come quella delle sacerdotesse del dio orientale Shiva, che mimano un approccio amoroso verso la divinità, fino a spogliarsi, un velo dopo l'altro, del tutto, o quasi.                                                                                                                                      La “danzatrice venuta dall'Oriente” diventa Mata Hari, dal malese "l'occhio del giorno" (il sole), che racconta ai giornalisti  storie romanzate, nelle quali è una principessa giavanese, figlia di un barone : si circonda del mistero che diventerà l’essenza del suo personaggio.                                                                                                                                       Balla in sale private e poi in grandi teatri, in balletti e opere liriche, viene invitata in ambienti prestigiosi, Olympia, Moulin Rouge, Trocadéro, Café des Nations, e viaggia molto;  ha un gran numero di amanti,spesso militari di vari paesi, disposti a fornire il suo sostegno finanziario in cambio della sua compagnia.
                                                                                                                Alla fine del 1911 raggiunge il vertice del riconoscimento artistico esibendosi al Teatro alla Scala di Milano, definita “. . .  una donna eccezionale, dall'eleganza perfetta e con un senso poetico innato; inoltre, sa ciò che vuole e sa come ottenerlo. Ella così fa della propria danza una sicura opera d'arte . . .” 



                                                                                                                                             In Spagna, mettendo per un momento da parte la danza orientale, si trasforma in gitana :  un torero, innamorato di lei, si fa uccidere nell'arena, disperato per non essere stato corrisposto !                                                                                                                                 Uomini di valore, aristocratici, artisti, politici, sono ammaliati da questa donna che conosce bene l’arte della seduzione, amplificata dal suo fascino esotico : venendo incontro alla fantasia, ingenua e torbida, offre ai suoi spettatori quanto essi si attendono dalla sua danza, il fascino proibito dell'erotismo e la purezza dell'ascesi, conciliando la mite saggezza di Buddha con ipotetici riti sanguinari di terribili dee indù !
                                                                                             Il suo nome viene accostato a quello delle maggiori vedettes del passato, come Lola Montez, e del tempo, come la Bella Otero, Cléo de Mérode e Isadora Duncan : le definizioni sono lusinghiere :                                                                                                                               “. . . la donna che è lei stessa danza . . .”                                                                                                                  “. . . colei che riesce a dare il senso più profondo e struggente dell’anima indiana . . .”                             

Durante la prima guerra mondiale, il suo frequente viaggiare attraverso i confini internazionali e le sue compagnie varie spingono diversi paesi a chiedersi se è una spia o anche un agente doppiogiochista.



        
                                                                                                                                                                                   In effetti, intrattenendosi con i suoi generosi  “ammiratori”, rappresenta una preziosa fonte di informazioni, ora per l’una ora per l’altra nazione.                                                                                                                                               Soprattutto i francesi sono convinti che si tratta di una spia e l'arrestano il 13 febbraio 1917.                                                                                                                                                                   Dopo un breve processo davanti a un tribunale militare, a porte chiuse, è condannata a morte per fucilazione; l’ultima speranza rappresentata dalla domanda di grazia al Presidente della Repubblica, non la salva.
Vestita come sempre elegantemente, indossando  guanti ed  un cappello di paglia di Firenze, dopo aver scritto tre lettere, che tuttavia la direzione del carcere non spedì mai, indirizzate alla figlia Jeanne Louise, all’ambasciatore d’Olanda e al capitano Masslov, suo unico vero amore che l’ha ripudiata pubblicamente.


                   
                                                      
Quando, rifiutata la benda e salutato il plotone di esecuzione con cortesi cenni del capo, cade sotto l’unico colpo al cuore, Mata Hari ha da pochi mesi compiuto 41 anni..                                  Nessuno reclama il corpo che viene trasportato all'Istituto di medicina legale di Parigi, viene sezionato e sepolto in una fossa comune : la testa viene trafugata negli anni cinquanta, in circostanze mai chiarite, per servire forse come estrema e macabra reliquia.
Sulla intrigante figura di Mata Hari sono stati girarte delle pellicole cinematografiche : nel 1927, nel 1931, con la splendida Greta Garbo, e nel 1985; in essi luci ed ombre.


                                                                       
Nonostante non sempre le vicende di questa donna risultino sufficientemente approfondite, risalta l’atmosfera affascinante del periodo storico, la Belle Epoque.


 Greta Garbo                                                                    
Ho scoperto anche una canzone, di una interprete norvegese, dedicata alla spia che più di altre è rimasta nell’immaginario collettivo !


. . . e mi raccomando . . . mantenete il segreto . . . ! ! !



Maria...a dopo

2 commenti:

  1. Un personaggio incredibile. E il tuo servizio è bellissimo e si gusta con soddisfazione.

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    1. Grazie, Lorenzo... la vostra soddisfazione è la mia ☺ maria.sa

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