sabato 4 marzo 2017

E SE DIO FOSSE UNA DONNA?




E se Dio fosse una donna?
si chiede Juan senza immutarsi,
guarda, guarda, se Dio fosse donna
e’ possibile che gnostici ed atei
ci diremmo no con la testa 
e diremmo si con le viscere.
Forse ci avvicineremmo alla sua divina nudita’
per baciare i suoi piedi non di bronzo,
il suo pube non di pietra,
le sue tette non di marmo,
le sue labbra non di gesso.
Se Dio fosse donna l’abbracceremmo
per strapparla dalla sua lontananza
e non ci sarebbe da giurare
fino a che la morte ci separi
giacche’ sarebbe immortale per antonomasia
e invece di trasmetterci Aids o panico
ci contagerebbe la sua immortalita’.
Se Dio fosse donna non si installerebbe
lontana nel regno dei cieli,
ma ci aspetterebbe nel vestibolo dell’inferno,
con le sue braccia non chiuse,
la sua rosa non di plastico
e il suo amore non di angeli.
Ah, mio Dio, mio Dio
se per sempre e da sempre
fossi una donna
che bello scandalo sarebbe,
che felice, splendida, impossibile,
prodigiosa bestemmia.
Mario Benedetti




Penso già all’8 marzo che si avvicina e a tutti i discorsi che sentiremo , come ogni anno, per celebrare questa giornata.
Da parte mia desidero celebrarlo , attraverso il blog, con un messaggio preso dal web che, io donna, dedico a voi uomini. 



Un uomo era stanco ed arrabbiato di lavorare tutto il giorno, mentre sua moglie stava beatamente a casa. Così un giorno si mise a pregare: “Caro signore, io mi sacrifico tutto il giorno a lavorare, mentre mia moglie sta tranquilla in casa. Voglio che sappia quello che passo ogni giorno, ti chiedo di scambiare il mio corpo con il suo”.
Dio, in tutta la sua saggezza, gli concesse il desiderio. La mattina successiva, il desiderio era stato esaudito. Così entrambi iniziarono la loro giornata, ma con ruoli invertiti.
La moglie uscì la mattina presto per andare a lavoro, mentre l’uomo iniziò le faccende di casa:
• Preparare la colazione il compagno e per “lei”.
• Svegliare i bambini, lavarli e prepararli.
• Preparare la colazione per i bambini.
• Accompagnare i bambini a scuola.
• Far partire la lavatrice.
• Passare alle poste per sbrigare alcune cose.
• Fare la spesa.
• Sistemare la spesa.
• Sistemare i letti.
Sta per arrivare ora di pranzo quindi bisogna affrettarsi a fare le ultime faccende:
• Fare il bucato.
• Passare l’aspirapolvere e lo straccio.
• Correre a scuola a prendere i bambini.
• Preparare il pranzo.
• Aiutare i bambini con i compiti.
• Preparare la merdenda.
• Stirare il bucato.
Il pomeriggio è già finito e sta arrivando la cena:
• Pelare le patate ed impanare il pollo.
• Dopo cena si devono lavare i piatti e le padelle.
• Fare il bagno ai bambini e farli coricare.
Dopo tutto questo sono già le 22 e l’uomo, nel corpo della donna, è stanchissimo. Ma prima di dormire c’è l’ultimo dovere coniugale da esaudire nei confronti del partner: Fare L’Amore.
Il mattino seguente l’uomo ancora esausto, prega nuovamente:
“Oh mio signore, non so cosa ho pensato! Mi sono totalmente sbagliato, non dovevo invidiare mia moglie che sta a casa. Fa comunque tantissime cose, non è vero che non fa niente. Ti prego, fammi rientrare nel mio corpo! Amen.”
Dio, nella sua infinita saggezza, risponde prontamente all’uomo:
“Figlio mio, quindi hai imparato la lezione! Certo che ti farò tornare nel tuo corpo, ma devi aspettare 9 mesi… Ieri sera sei rimasto INCINTA!”


Aggiungo anche un pensiero della grande ORIANA FALLACI che puo' piacere o meno ma nessuna come lei ha saputo sondare il mondo.



Da “Lettera a un bambino mai nato”: Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna. Per incominciare, avrai da batterti per sostenere che se Dio esistesse potrebbe anche essere una vecchia coi capelli bianchi o una bella ragazza. Poi avrai da batterti per spiegare che il peccato non nacque il giorno che Eva colse la mela: quel giorno nacque una splendida virtù chiamata disobbedienza. 
Infine avrai da batterti per dimostrare che dentro al tuo corpo liscio e rotondo c’è un’intelligenza che chiede di essere ascoltata.




Concludo con un pensiero di Miguel de Cervantes "La donna è di vetro, e quindi non si deve far la prova se si possa rompere o no, perché tutto può essere. Ma è più facile che si rompa, e quindi sarebbe una pazzia esporre al rischio di rompersi ciò che, dopo, non si può più accomodare. 



Dedico questo post a tutte le donne vittime del femminicidio. Ultima , uccisa alla rambo dal marito,  Federica Madau di 32 anni ,mamma di tre figlie.


Federica Marau

Annamaria



martedì 28 febbraio 2017

MARIO GIORDANO, IL VAMPIRO








Vorrei ricordare a Mario Giordano che queste cose si sanno da tempo. Dovrebbe scrivere un libro sui rimedi.
Sa molto bene che non sara' il suo libro a far cambiare le cose. Sarebbero 20 euro in piu' spesi per incazzarci maggiormente.
Poi, ognuno è libero di spendere il proprio denaro come gli pare!

La causa del libro è giusta ma io preferisco i fatti che diano  un aiuto concreto: ho conosciuto un 50enne che nonostante abbia già accumulato 30 anni di contributi lavorativi dovrà aspettare ancora un decennio per la pensione.
Ci aiutiamo fra poveri.
Siamo stufi di voi giornalisti, delle vostre partecipazioni nei salotti televisivi per dirci cio' che già sappiamo. Lui poi che va dalla D'Urso la Michela Santoro di mediaset ...

Lettori, vi invito a non comprarlo, considerando che Mondadori è della famiglia Berlusconi e Mario Giordano lavora per loro. Li fate arrichire e basta. Mi associo a quanto detto da Mughini...




GIORDANO? UN CIALTRONE A BUSTA PAGA DI BERLUSCONI.


Vampiri
Mario Giordano
Mondadori
€ 18,50


Accontentatevi di questo mio breve articolo...agratisssssssss, riportato da TGcom24 (sempre Mediaset) che aggiunge poco o nulla a tutto cio' che ormai sappiamo.

Vitalizi ai parenti e benefici milionari in "Vampiri", la nuova inchiesta di Mario Giordano sulle pensioni d'oro
"Si può andare in pensione ancora oggi a 55 anni con 5.000 euro al mese? Si può riscuotere un assegno per 66 anni pur avendo lavorato soltanto 3 anni? Si può ricevere un vitalizio da 1.317.805 euro intascando pure il sussidio di disoccupazione? Si possono cumulare tre pensioni ed essere nominati presidente delle Autostrade? Ma certo, che si può: basta appartenere a una delle fortunate categorie che mese dopo mese continuano a prosciugare le nostre tasche e il futuro del Paese". La nuova inchiesta del direttore del Tg4 Mario Giordano, "Vampiri" (Mondadori), rivela che negli ultimi anni i privilegi si sono moltiplicati: per i politici, ma anche per i giornalisti, per i 17.318 sindacalisti, per banchieri, magistrati, alti papaveri e prelati. Tante le storie denunciate in quest'ultimo libro, "dedicato ad Aurora B., 27 anni, parrucchiera a Pisa: secondo i calcoli dell'Inps, dovrà andare in pensione il 1° marzo 2064, quando avrà lavorato 58 anni. Percepirà meno di 1.000 euro netti al mese".
"Pensare che il Paese di Aurora - è la riflessione di Giordano - possa continuare a pagare la pensione a vedove di parlamentari che non hanno fatto nemmeno un'ora in aula; o alla figlia di un deputato monarchico in carica dal 1947 al 1951; o a un ex consigliere regionale della Calabria che prende 7.490 euro da quando aveva 44 anni e adesso è in carcere con gravissime accuse, è uno scandalo che non si può accettare. Anche perché, come questo libro vi svelerà, Aurora B. e gli altri non assistono solo all'ingiustizia: la pagano di tasca propria. Infatti, con i loro soldi stanno finanziando i privilegi dei nababbi. Sembra assurdo, ma è così. E per questo i folli vitalizi non sono un diritto, ma un furto. Un furto di equità e di futuro, che si ripete ogni giorno e diventa sempre meno accettabile. Bisogna impedirlo. Tutto qui".

Il consigliere regionale che prende un milione e 600.000 euro Un milione e 600.000 euro. Anzi, per essere esatti: un milione 636.000 e 905 euro lordi. È il vitalizio d’oro incassato, tutto in una volta, da Claudio Lavoyer, ex consigliere della Valle d’Aosta. Sessantacinque anni, architetto, originario di Chambave, esponente della Fédération Autonomiste, gruppo che ha le radici nella vecchia Democrazia cristiana, è stato in Regione per 25 anni, ricoprendo più volte anche il ruolo di assessore. Quando nel 2013 è stato costretto a lasciare, ha scelto di incassare il vitalizio in un’unica soluzione. E così è saltata fuori quella cifra, la più alta che sia mai stata pagata nella storia dei vitalizi italiani, dove pure gli esempi di generosità non mancano certo. Meglio del gratta e vinci, si capisce. E pensare che la carriera politica di Lavoyer non è certo priva di ombre. Quando era assessore al Turismo venne condannato in primo grado per truffa ai danni della Regione, in un’inchiesta sui ritiri delle squadre di calcio. Insieme a lui venne condannata anche la compagna (pure lei in politica). La vicenda si è chiusa con la prescrizione. Nel 2012 fu costretto a dimettersi dalla carica di assessore alle Finanze in seguito agli accertamenti della Banca d’Italia, che aveva scoperto sul suo conto corrente movimenti anomali per 40 milioni di euro. Nel 2016 è finito sotto processo per le spese pazze della Regione e per il fallimento del Pala Gagliardi (danno erariale di 416.000 euro), insieme ad altri esponenti della politica locale. 


Lavoyer

A tutto ciò si aggiunge anche una sospensione della patente di alcuni anni fa perché l’allora assessore Lavoyer era stato trovato positivo al test dell’alcol. L’episodio non può che far riflettere: non saranno mica stati ubriachi anche i consiglieri regionali che hanno dato il via libera a certi vitalizi? È stato fatto loro l’alcol test? In Val d’Aosta, in effetti, vanno le pensioni ad alta gradazione: 1.202.606 euro lordi all’ex assessore dell’Union Valdôtaine, Gino Agnesod; 1.136.990 euro lordi al veterinario Franco Vallet, pure lui dell’Union Valdôtaine. E soprattutto quasi 1 milione di euro (995.386 lordi per l’esattezza) all’imperatore Augusto, al secolo Augusto Rollandin, 68 anni, di Brusson, uno che regna incontrastato sulla Valle da trent’anni. E che nel 2014 è stato eletto presidente per la sesta volta. Anche la carriera del presidente Rollandin, per la verità, non è immune da qualche macchia. Condannato in via definitiva una prima volta nel 1994 per una vicenda di appalti, viene poi messo sotto accusa per alcuni finanziamenti a società nelle quali risultava socio occulto. Reato prescritto in sede penale, ma non in sede contabile: la Corte dei Conti lo ha condannato a risarcire alla Regione 480.000 euro. Teoricamente questo debito e questa condanna gli avrebbero impedito la ricandidatura nel 2014. Ma sapete che ha fatto Rollandin? Semplice: ha usato i soldi del vitalizio per saldare i suoi debiti. Dunque riassumendo: c’è un presidente regionale in carica che incassa 1 milione di euro di vitalizio, e poi usa i soldi della Regione per pagare il conto alla Regione e tornare a governare la Regione. In pratica: noi paghiamo, lui comanda. Non a caso lo chiamano l’Imperatore. In effetti: sbagliando s’impera.

Due anni in Senato, 56 anni di vitalizio ai parenti Ma la reversibilità, va detto, non è una prerogativa solo della Sicilia. Anzi. È prevista un po’ dappertutto. A partire dalle Camere nazionali. Ne godono oggi, infatti, i parenti di 1.076 ex parlamentari (642 ex deputati e 434 ex senatori). I loro nomi, perlopiù, sono ignoti: a parte le nostre tasche, non li conosce nessuno. Per esempio, avete mai sentito parlare dell’avvocato molisano Giovanni Ciampitti? Nato nel 1877, anno in cui Giosuè Carducci pubblicava le Odi barbare e la regina Vittoria veniva proclama imperatrice d’India, è stato prima all’Assemblea costituente e poi senatore fino al 1953. Da quel momento ha incominciato a incassare: nel 1967, poi, cioè dopo la sua morte, il vitalizio è passato ai legittimi eredi, i quali lo riscuotono allegramente ancora oggi. Sessantaquattro anni dopo. Sessantaquattro anni di vitalizio vi possono bastare? Voi direte: era un padre costituente. E va bene. Attilio Venudo, invece, non era un padre costituente: era soltanto un preside delle scuole medie, parlamentare dc per appena 4 anni: eletto nel 1959, è morto, mentre era in carica, nel 1963. Ma tanto è bastato per far scaturire un vitalizio che ancora oggi scorre nelle tasche degli eredi, per un totale di 54 anni consecutivi di reversibilità. Cinquantaquattro anni di vitalizio per 4 anni di lavoro (lavoro: si fa per dire): non male, no? Eppure non è nemmeno un record. C’è infatti un vitalizio reversibile che al Senato dura da 56 anni per appena due anni e mezzo di lavoro (lavoro: si fa per dire): è quello di Francesco Primerano, calabrese di Sambiase (Catanzaro), comunista, eletto nel 1958 e deceduto il 23 gennaio 1961, all’età di 46 anni. Ai suoi cari ha lasciato sicuramente un dolore infinito. Ma, da allora, è infinito anche il vitalizio… Che ci volete fare? Hanno passato anni a dirci «il vitalizio non è una pensione», «sbagliate a considerare il vitalizio come una pensione», «non confondete il vitalizio con la pensione». Ma se uno va a vedere come funziona il vitalizio scopre che, invece, sono proprio loro (che l’hanno inventato) a trattarlo da pensione, a tutti gli effetti. Con tutti i requisiti tipici. A cominciare, per l’appunto, dalla reversibilità estesa in ogni dove e in ogni come. E infatti del vitalizio reversibile oggi usufruiscono, oltre che i parenti dei citati 1076 defunti parlamentari, anche i parenti di 61 ex consiglieri lombardi, di 49 ex consiglieri pugliesi, di 42 ex consiglieri toscani, di 22 ex consiglieri della Basilicata, di 30 ex consiglieri del Molise, di 34 ex consiglieri dell’Abruzzo, di 25 ex consiglieri della Valle d’Aosta, di 57 ex consiglieri della Campania… In Campania, per altro, nel luglio 2016 è stata avanzata una proposta per abolirli. «Se per il vitalizio i cittadini s’infuriano, figuriamoci per la reversibilità » ha scritto «Il Mattino» nel dare conto dell’iniziativa. La quale, però, è stata immediatamente affossata al grido di «difendiamo la memoria dei consiglieri defunti». In effetti: difendiamo la loro memoria. E se non tutti hanno lasciato un buon ricordo nel Paese, pazienza: l’importante è che abbiano lasciato il vitalizio ai loro cari. Prendete il caso di Carmine Mensorio, medico chirurgo, ordinario di anatomia e potente direttore dell’Isef di Napoli, il più votato nella Dc alle regionali del 1975, poi eletto in Parlamento a partire dal 1979. Nella stagione di Tangentopoli Mensorio fu accusato di legami con la camorra e per questo, il 16 agosto 1996, si buttò da una nave che lo stava riportando a casa dalla Grecia. «Griderò la mia innocenza anche davanti a Dio» scrisse sul biglietto d’addio. Era davvero innocente? Vittima della malagiustizia? Finito ingiustamente nel violento tritacarne di quel periodo? Può essere. Ma quello che è sicuro è che da allora, cioè da 21 anni, i suoi familiari incassano non una ma ben due pensioni di reversibilità: quella pagata ogni mese dal Senato e quella pagata ogni mese dalla Regione Campania (2000 euro lordi). Ha senso che esista un doppio vitalizio reversibile? Ha senso pagarlo per 21 anni? A me sembra di no. Non ha senso, nemmeno nel caso in cui la persona morta abbia subìto la più grave ingiustizia che si possa immaginare. Perché, è chiaro: se qualcuno ha sbagliato ad accusare Mensorio o a metterlo alla berlina, provocando così il suo suicidio, deve pagare caro. Ma deve pagare lui, magistrato o giornalista che sia. Non noi, per 21 anni e ancora di più. In Lombardia spicca, invece, il caso di Giampiero Svevo. Oggi è un signore ottantenne, che vive a Monza e si dedica ad attività benefiche, fondazioni e onlus, e che, per questo, merita tutto il nostro rispetto. Ma la domanda resta: è accettabile che da 7 anni, cioè dalla morte della moglie, questo signore possa incassare non uno ma ben due vitalizi di reversibilità? Uno lo paga la Regione Lombardia (circa 1700 euro al mese), uno ancor più sostanzioso il Senato. Il signor Giampiero aveva iniziato a fare politica da giovane, insieme a una ragazza, che divenne poi sua moglie. Siccome capì che quella ragazza, politicamente parlando, era più brava di lui, il signor Giampiero si ritirò e le lasciò la strada libera. Lei per ringraziarlo prese anche il suo cognome e divenne piuttosto nota come Maria Paola Colombo Svevo. Molti la ricorderanno: fu consigliere regionale, poi assessore, poi senatrice per tre legislature, poi deputata europea. Una carriera brillante, dalla quale sono scaturiti i due vitalizi, che dopo la sua morte sono diventati, per l’appunto, due vitalizi con reversibilità a vantaggio del signor Giampiero. Ma è giusto? Va detto che, nel frattempo, quest’ultimo non ha rinunciato a nulla in campo professionale. Anzi, ha fatto una carriera brillante nel settore assicurativo: è stato amministratore delegato, direttore generale, consigliere di diverse società, ha guadagnato giusti stipendi, ha versato adeguati contributi e dunque ha maturato, come tutti, una legittima pensione. E allora per quale diavolo di motivo deve avere in più altri due vitalizi? Solo perché è stato sposato con una parlamentare? E perché chi sposa una parlamentare deve essere avvantaggiato rispetto a chi ha sposato un’operaia o un’impiegata?




Mario Giordano, la Maria De Filippi del giornalismo targato Mediaset e Mondadori. Con una vocina lui e con il vocione lei ma con la stessa causa (farci piangere e/o incazzarci) e loro riempirsi di soldi a palate.
Scrisse su Libero qualche anno fa ,Giordano:

«Da una parte c’è tutto quello che piace alla gente che si piace.   Dall’altra c’è la gente vera, che magari non veste Prada, perché non può permetterselo, che sogna con Amici e piange con C’è posta per te, che preferisce i sentimenti di Baaria ai film iraniani, le risate dei Vanzina alle masturbazioni pseudointellettuali di Citto Maselli. […] Gente così, gente normale, che se dici ‘profumo’ pensa al dopobarba, non all’Unicredit. Gente che potrebbe disturbare le alte meditazioni di Adornato e Umberto Eco.»
Insomma, eccola l’Italia che piace a Mario Giordano, quella che fa comodo (all'epoca) a Berlusconi: un’Italia di coglioni e di ignoranti


Annamaria

domenica 26 febbraio 2017

TI TROVERO’…






Quando ti volevo amare…
Tu mi respingevi
Ma ora che non posso più …
Perché ancora non mi vieni a cercare ?


Quando il mio cuore palpitava…
Tu non sentivi
Ma ora che quasi non si sente più …
Perché ancora non lo vuoi ascoltare ?

Quando piangevo per te …
Tu ti divertivi
Ma ora che rimangono le ultime lacrime …
Perché ancora non tenti di asciugarle?

Quando ti seguivo in silenzio …
Tu ti nascondevi
Ma ora che mi dovrò fermare…
Perché ancora non cerchi di avvicinarti ?

Quando nei sogni ti cercavo …
Tu mi svegliavi
Ma ora che non posso più dormire …
Perché ancora non riesci a sognarmi?

Quando ero un ragazzino …
Tu eri già una donna
Ma quando sarò vecchio …
Tu forse non ci sarai più?

Quando morirò e ti verrò a cercare …
Tu ancora non ti farai trovare
Ma quando finalmente ti deciderai …
Io sarò sempre li Amore …
Ad aspettare Te.
Toto'

giovedì 23 febbraio 2017

LA LUCE DELL'AMORE

Questa breve ma intensa poesia, scritta dall'amica Mimma, la dedico a mia madre e al momento difficile che sta attraversando.

Ma tu sei tosta ,cara mamma, e supererai anche questa battaglia, forza! E grazie a te cara Mimma per incoraggiarmi in questa situazione particolare.







C'E' UNA PICCOLA LUCE NEL MIO 
CUORE,

NON SI PUO' RUBARE,


NE SI PUO' DONARE,


SI PUO' SOLO CONQUISTARE,


E' VISIBILE SOLO A COLORO CHE


CON IL LORO AMORE,


RIESCONO AD ILLUMINARLA.


MIMMA




sabato 18 febbraio 2017

AMORE D’AZZURRO VESTITA…..




S’infrangono Le onde del mare
nella scogliera sottostante.
Il loro frastuono pian piano
Compone quella dolce melodia
Che riporta alla mente il canto tuo d’amor.
La leggera brezza che respiro
Riempie il cuore mio di dolci ricordi
Vestendolo col calore del tuo profumo
in lontananza, le prime gocce di pioggia
Accarezzano l’arcobaleno
Disegnando il contorno del tuo viso, con i mille colori.
Squarcia il petto Il cuore mio
Allungo la mano tremante, per un’ultima carezza.
….la mente corre veloce…..

Sfoglia l’album del tempo che mai più tornerà.
Ascolto le onde del mare
S’infrangono nella scogliera sottostante
Ho spogliato il mio cuore
E vestito le rocce col mio amore
Lasciando al mare, il triste pensiero, di portarlo via con sé.
La dolce melodia ha suonato l’ultima nota.
in lontananza, la bianca nuvola, cancella il contorno del tuo viso.
Ascolto le onde, giungono a riva, silenziose.
Sorge, Dal calmo mare, una figura d’azzurro vestita.
Lentamente si avvicina, tendo la mia mano, si fonde con la sua.
E dolcemente mi Sussurra, Non piangere amore mio.
La vita, è gioia imperdibile, e l’amico mare, pulirà per sempre il cuore tuo.
Hai teso la tua mano, io ti dono la mia vita.
Due piccole mani aspettano con amore il nostro ritorno.
Uscii da quel torpore, un sogno bellissimo che riporta alla vita il mio cuore.
La figura d’azzurro vestita lentamente riprese le sue sembianze naturali.
Quelle di:
DONNA, MAMMA, COMPAGNA, CHE LOTTA PER L’AMORE DEL SUO AMORE
ocraM (Marco)

mercoledì 15 febbraio 2017

SAN VALENTINO L'AMORE CORTESE









San Valentino è trascorso e oggi celebriamo san Faustino, la festa dei single.
Vi ricordo perché festeggiamo San Valentino con un articolo preso da Focus (non partorito da me dunque. Quella sempre incinta sta altrove...:-))

La festa degli innamorati affonda le sue radici nella festa più sfrenata dell'antica Roma, quella della fertilità, famosa per i suoi eccessi e trasgressioni. Un po' come i preti...

Poi , pero', venne un papa e comparve san Valentino. O meglio due .


Dunque sembra che la tradizione di San Valentino, quale protettore degli innamorati, risale all'epoca romana,  nel 496 d.C., quando l’allora papa Gelasio I volle porre fine ai lupercalia, gli antichi riti pagani dedicati al dio della fertilità Luperco.




Questi riti si celebravano il 15 febbraio e prevedevano festeggiamenti sfrenati ed erano apertamente in contrasto con la morale e l'idea di amore dei cristiani.

In particolare il clou della festa si aveva quando le matrone romane si offrivano, spontaneamente e per strada, alle frustate di un gruppo di giovani nudi, devoti al selvatico Fauno Luperco.



Anche le donne in dolce attesa si sottoponevano volentieri al rituale, convinte che avrebbe fatto bene alla nascita del pargolo.


In fondo, ad alleviare il dolore bastava lo spettacolo offerto dai corpi di quei baldi giovani, che si facevano strada completamente nudi o, al massimo, con un gonnellino di pelle stretto intorno ai fianchi.

Per "battezzare" la festa dell'amore, il Papa Gelasio I decise di spostarla al giorno precedente - dedicato a San Valentino - facendolo diventare in un certo modo il protettore degli innamorati.
Esistono però molti Santi di nome Valentino a parte il fatto che tutti furono martiri, non si sa molto di loro.
Due sono i più noti.




San Valentino da Terni in un codice del 14mo secolo.

Il primo, nato a Interamna (oggi Terni) nel 176, proteggeva gli innamorati, li guidava verso il matrimonio e li incoraggiava a mettere al mondo dei figli. La letteratura religiosa (e non storica) descrive il santo come guaritore degli epilettici e difensore delle storie d’amore. Specie quando queste sono infelici: si racconta, per esempio, che abbia messo pace tra due fidanzati che litigavano, offrendo loro una rosa.

Il secondo, invece sarebbe morto a Roma il 14 febbraio del 274, decapitato. Per alcune fonti sarebbe lo stesso vescovo di Terni. Per altri , tesi più plausibile , sarebbe un altro martire cristiano. Per altri ancora, non sarebbe mai esistito.



Ad ogni modo, si racconta che Valentino sarebbe stato giustiziato perché aveva celebrato il matrimonio tra la cristiana Serapia e il legionario romano Sabino, che invece era pagano. La cerimonia avvenne in fretta, perché la giovane era malata. E i due sposi morirono, insieme, proprio mentre Valentino li benediceva. A chiudere il cerchio della tragedia sarebbe poi intervenuto il martirio del celebrante.



In realtà il merito moderno di aver consacrato San Valentino come santo patrono dell'amore è da ascrivere a Geoffrey Chaucer, l'autore dei Racconti di Canterbury che alla fine del '300 scrisse - in onore delle nozze tra Riccardo II e Anna di Boemia - The Parliament of Fowls, (Il Parlamento degli Uccelli) un poema in 700 versi che associa Cupido a San Valentino. 




Che così divenne il tramite ultraterreno della dimensione dell'amore cortese.



Innamorati e single buon divertimento !

  
Annamaria


sabato 11 febbraio 2017

UNA RICETTA AL VOLO...



Carnevale 2017 si avvicina e cosi ho pensato, in anticipo, di offrirvi una ricetta alternativa delle famose (e buonissime) chiacchiere




INGREDIENTI

Per l'impasto:
500 gr. di farina 00
4 uova
un pizzico di sale
2 cucchiaiate di zucchero
50 gr. di olio
un pò di cannella
Per friggere:
olio di semi
Per cospargere:
zucchero a velo




Ci sono varie ricette per fare le chiacchiere, (c'è chi addirittura aggiunge anche il lievito).
Questa è una ricetta molto semplice e le chiacchiere davvero molto buone. Sono come si facevano una volta, come le facevano le nostre nonne.

Preparazione:

Impastare la farina con le uova, un pizzico di sale, lo zucchero, l'olio e un pò di cannella.
Impastare con le mani fino ad ottenere un impasto liscio.
Dividere l'impasto in diversi pezzetti e ricavarne delle sfoglie molto sottili.
Con la rotellina tagliare ogni sfoglia in strisce larghe circa 5 centimetri e lunghe 10 centimetri e praticare un taglietto al centro.
Passare la punta di ogni striscia all'interno del taglietto effettuato e tirarla fuori a formare una specie di nodo.
Friggere in abbondante olio bollente.
Girare le chiacchiere, in modo che diventino dorate su tutta la superficie, toglierle dall'olio e lasciarle sgocciolare su carta assorbente.
Cospargerle di zucchero a velo.
(scalaenza)

Annamaria

giovedì 9 febbraio 2017

ORGOGLIO E VITALIZIO


Io (e non solo io) direi , invece, vergogna e vitalizio...




Ci sono proprio tutti: da giornalisti a magistrati, passando per gente dello spettacolo e rappresentanti delle Forze Armate. Si va dai 3.900 euro di Madia e Meloni agli oltre 9.000 della Finocchiaro, passando dai 5.500 di Alfano e dagli 8.200 di Giovanardi. Stiamo parlando dei vitalizi che i parlamentari attualmente in carica dovrebbero percepire se la legislatura dovesse durare almeno fino a settembre di questo anno.





C'è anche chi a Montecitorio è stato una sola settimana e intasca oltre 2 mila e 300 euro di pensione al mese.

Ma a spiccare è una sorta di 'parentopoli' politica dei vitalizi. Marito e moglie che entrambi percepiscono somme ingenti. Tra di loro, il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, che guadagna quasi sette mila euro più la quota europea, mentre sua moglie, Sandra Lonardo, ex consigliere regionale ne prende 5 mila.

Piero Fassino, cinque volte deputato, percepisce 5 mila e 296 euro mentre sua moglie, Anna Serafini, lo supera con 6 mila e 411 euro.

Altra coppia d'oro è quella formata da Achille Occhetto, l'ultimo segretario del partito comunista, che guadagna 6 mila e 583 euro, mentre sua moglie, Aureliana Alberici, ex senatrice Pci e Pds, ne prende 4 mila 581 euro.

In attesa del vitalizio è Annamaria Carloni che lo maturerà a settembre mentre Antonio Bassolino percepisce una doppia pensione del valore di 6 mila e 478 euro.
Ed eccovi uno stralcio del libro "orgoglio e Vitalizio" in edicola da oggi, scritto da Di Nicola, Pitoni e Velardi.





Hai voglia a dire che “i vitalizi non ci sono più”. Lo ha sostenuto, fra gli altri, anche Rosy Bindi (Pd), politica di lungo corso e presidente della commissione parlamentare Antimafia, a Piazzapulita su La7 del 15 dicembre 2016. Ma è davvero così? Manco per niente. Il nuovo sistema di calcolo della pensione dei parlamentari (circa 200 euro lordi per ciascuno dei cinque anni della legislatura) è passato dai principi varati agli inizi degli anni Cinquanta al contributivo pro rata dopo l’entrata in vigore della riforma scattata il 1° gennaio 2012. Ma a parte i nuovi eletti alla tornata delle Politiche del 24 e 25 febbraio 2013, a cominciare dall’intera pattuglia di deputati e senatori del Movimento 5 Stelle – che rischiano di restare a bocca asciutta se la legislatura non dovesse arrivare almeno a metà settembre 2017 mentre incasseranno circa mille euro lordi se supereranno questo scoglio – la maggior parte degli onorevoli e dei senatori che attualmente siedono in Parlamento stanno maturando un vitalizio frutto per gran parte del vantaggiosissimo vecchio sistema. E che vitalizio!

La generosa eredità del vecchio sistema

Passando in rassegna i parlamentari in carica, immaginando che la legislatura termini alla scadenza naturale del 2018 e che non vengano rieletti, abbiamo provato a calcolare i vitalizi riscuotibili comunque a 65 o a 60 anni di età a seconda delle legislature collezionate, di molti tra quelli più in vista. Sommando appunto alla quota ante 2012 – frutto del vecchio sistema delle percentuali calcolate sull’importo dell’indennità – quella relativa al nuovo sistema contributivo post gennaio 2012 e che, come detto, per ogni anno di permanenza in Parlamento vale circa 200 euro lordi. Cosa abbiamo scoperto? Che la stessa ex presidente del Pd ed ex ministro della Sanità, sì, proprio lei, Rosy Bindi, incasserà ben 6.469 euro lordi per le cinque legislature ante riforma. Più la quota pro rata del nuovo metodo contributivo e che, per i sei anni che partono dal gennaio 2012, fanno circa altri 1.200 euro. Per un assegno totale di 7.500 euro.

Dalla Bindi all’attuale presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Dopo aver militato negli anni 70 nella sinistra extraparlamentare, l’attuale premier è diventato prima un “rutelliano” di ferro. Terminata l’esperienza al Comune di Roma con l’ex primo cittadino (condita dall’incarico di assessore al Giubileo del 2000), nel 2001 Gentiloni viene eletto alla Camera nelle file della Margherita. Cinque anni dopo, governo Prodi II , diventa ministro delle Comunicazioni. E poi, ancora, ministro degli Esteri dell’esecutivo guidato da Matteo Renzi, prima dell’incarico più importante: la guida del governo. In capo a questo ragguardevole percorso, Gentiloni ha maturato un vitalizio di circa 5.500 euro, per 4.280 frutto del vecchio sistema e per altri 1.200 del nuovo contributivo.



I leader della minoranza e le nuove leve dem

Ma andiamo avanti. Nonostante abbia “non vinto” le elezioni del 2013, ritrovandosi in minoranza dentro al suo Partito democratico, anche Pier Luigi Bersani può dormire sonni tranquilli. L’ex segretario del Pd e tre volte ministro (Industria, Trasporti e Sviluppo economico), entrato per la prima volta in Parlamento nel 2001, prenderà infatti tra vecchio e nuovo sistema circa 5.500 euro. Graziosamente accompagnati però anche da un altro robusto vitalizio: quello da ex consigliere dell’Emilia-Romagna, Regione della quale è stato anche presidente dal 1993 al ‘96. La cifra? Calcolata dagli esponenti dei 5 Stelle in Regione ammonterebbe a 4.423 euro lordi al mese.

Da un vecchio a un più giovane parlamentare, sempre razza Pd. Si tratta di Gianni Cuperlo il quale, pure lui, avrà di che consolarsi nel caso non venisse rieletto nella prossima legislatura. L’ultimo segretario della Fgci, la Federazione giovanile comunista italiana, stretto collaboratore di Massimo D’Alema, prenderà infatti un assegno di circa 3.900 euro. Meglio di Cuperlo andrà a Dario Franceschini, il ministro per i Rapporti con il Parlamento del governo Letta e della Cultura prima con Renzi e poi con Gentiloni, che da buon democristiano ha resistito a ogni terremoto interno al Pd. Il primo ingresso di Dario alla Camera risale al 2001. Da quel momento non ha più mollato lo scranno. Circostanza che gli permetterebbe nel 2018 di percepire un vitalizio di circa 5.500 euro lordi. Molto, ma sempre tanto di meno rispetto all’assegno che incasserà Anna Finocchiaro, parlamentare davvero di lungo corso. A lei, tornata a occupare un incarico di governo (ministro per i Rapporti con il Parlamento) con Gentiloni dopo l’esperienza alle Pari opportunità con Romano Prodi, le otto legislature consumate fra Camera e Senato garantiranno un vitalizio da oltre 9 mila euro. Una bella consolazione per una donna-magistrato che ha iniziato la carriera politica nel lontano 1988 come consigliera comunale a Catania tra le file del Partito comunista italiano. (…)

Tra quelli che, se non venissero rieletti, nel 2018 avranno maturato il diritto al vitalizio ci sono anche gli attuali ministri Marianna Madia e Andrea Orlando. La giovane Marianna, 36 anni, pupilla di Enrico Letta e Walter Veltroni, dovrà certo aspettare un bel po’ prima di intascare l’assegno (riscuotibile in base alle regole in corso solo a 60 anni). Comunque sia, la ministra per la Pubblica amministrazione, di cui è rimasta celebre la frase pronunciata il giorno dopo l’annuncio della sua nomina (“Non me l’aspettavo, stavo guardando Peppa Pig”), si è portata avanti col lavoro. E, dovesse andare in pensione alla fine di questa legislatura, porterebbe a casa 3.900 rispettabilissimi euro lordi di vitalizio. Più o meno la stessa cifra che metterà in tasca Andrea Orlando, che di anni d’età ne ha qualcuno in più (47) e che in Parlamento è dal 2006. Le due legislature che il Guardasigilli ha passato alla Camera prima della riforma gli garantiranno una somma pari a 2.713 euro lordi. Che, sommati ai 1.200 del contributivo pro rata porterebbero la sua pensione a toccare i 3.900 euro. (…)



Angelino sempreverde e il resto del centrodestra

Ma non sono certamente solo “quelli di sinistra” a passarsela bene. Essendo naturalmente il vitalizio un privilegio bipartisan, anche a destra hanno di che gioire. Da chi cominciamo? Dall’ex ministro di Giustizia e Interno, oggi alla guida della Farnesina, Angelino Alfano. L’ormai ex delfino senza “quid” di Silvio Berlusconi è arrivato alla quarta legislatura. La prima volta che mise piede alla Camera, nel lontano 2001, Angelino aveva appena 31 anni ed era considerato uno degli astri nascenti del centrodestra italiano. Sappiamo com’è andata a finire. Nonostante questo, però, Alfano è sempre rimasto in pista. Di legislatura in legislatura. Maturando un vitalizio che, solo per la parte relativa al vecchio sistema ammonterà nel 2018 a circa 4.270 euro lordi al mese. Essendo stato rieletto nel 2013 con il Pdl, salvo poi dare vita in corso d’opera al Nuovo centrodestra, l’ex Guardasigilli incasserebbe poi la quota pro rata portando il suo assegno a circa 5.500 euro.

Meno corposa sarà la cifra che incasserà l’attuale ministra della Salute, Beatrice Lorenzin: circa 3.800 euro lordi. (…)

Che dire poi del vulcanico Renato Brunetta? Anche l’ex ministro per la Pubblica amministrazione, oggi capogruppo di Forza Italia alla Camera, è tra coloro che potrebbero ricevere un vitalizio nel 2018: 3.800 euro circa. Non solo. Nel 2010, quando si candidò per la seconda volta a sindaco di Venezia – fu sconfitto dallo sfidante di centrosinistra Giorgio Orsoni, dimessosi dopo il coinvolgimento nella vicenda Mose – Brunetta rivelò durante una puntata di Otto e mezzo, su La7, di percepire già la pensione da professore universitario. Nello specifico, “3 mila euro netti al mese: la pensione normale di un professore universitario dopo 38 anni di servizio”. (…)

La lunga lista dei privilegiati comprende anche un altro dei pezzi da novanta del centrodestra italiano: Giorgia Meloni. L’ex ministro per la Gioventù del quarto governo Berlusconi, oggi leader di Fratelli d’Italia, è una da sempre in prima linea nella lotta contro pensioni d’oro e privilegi. “Chi difende i vitalizi? Sono i figli della sinistra radical chic, i sessantottini per cui l’uguaglianza è fondamentale, ma solo quando vale per gli altri”, disse a maggio 2015 su Libero. Eppure il vitalizio, un domani, lo prenderà anche lei. La Meloni, infatti, è entrata per la prima volta in Parlamento nel 2006 e da allora non ne è più uscita. Morale: a fine legislatura avrà maturato un assegno da 3.900 euro lordi. (…)



Gli highlander dell’era Berlusconi

Anche Denis Verdini avrà di che sorridere. Il leader di Ala (Alleanza liberalpopolare-autonomie), imputato in cinque processi, potrà passare alla cassa e riscuotere almeno 5.400 euro lordi, frutto delle quattro legislature trascorse in Parlamento (tre alla Camera e l’ultima al Senato). (…) Grazie alle sette legislature in Parlamento (6 alla Camera e una al Senato), anche lo storico fondatore della Lega Nord Umberto Bossi porterà a casa un assegno notevole: circa 8.200 euro lordi. La stessa cifra che incasserà anche un altro pezzo da novanta del Carroccio, Roberto Calderoli. Sì, proprio l’attuale vicepresidente del Senato padre dell’inviso “Porcellum”, la legge elettorale approvata nel 2005 (poi dichiarata illegittima dalla Consulta) e che lo stesso Calderoli definì “una porcata”. E siccome non c’è due senza tre, o forse sarebbe meglio dire senza quattro, la somma di Bossi e Calderoli la porteranno a casa pure altri due highlander della politica italiana: Fabrizio Cicchitto e Carlo Giovanardi.
by IFQ



Per non parlare degli assegni di reversibilità che pesano sul bilancio regionale 6 milioni di euro. Il caso più spettacolare è quello di Anna Maria Cacciola, figlia di Natale Cacciola, messinese che si candidò all’assemblea sicula con il partito Monarchico. Nel 1947. Dopo solo tre anni l’onorevole (titolo che spetta ai consiglieri regionali in Sicilia) finì il suo mandato, e in base a quei tre anni passati lì maturò il vitalizio di attuali 2mila euro al mese. Passato a miglior vita, l’assegno è stato trasferito per «reversibilità» alla suddetta figlia Anna Maria, che lo incassa da ben 41 anni, senza aver mai neppure messo piede all’assemblea regionale.


Così pure gli eredi del marsalese Ignazio Adamo, eletto nel 1955, defunto nel 1973. Da quell’anno, cioè da 43 anni, l’assegno di 3.900 euro è stato versato prima alla vedova, e ora – dopo la scomparsa della signora Adamo – alla figlia. Anche in Abruzzo i congiunti di 34 ex consiglieri regionali ricevono ogni mese un assegno di reversibilità pari al 50% dell’importo che spettava ai loro cari, mentre la Campania spende un milione e 700 mila euro per mantenere in tutto 184 coniugi, figli e parenti di ex consiglieri defunti. Vitalizi infiniti, anche dopo la morte.




Annamaria