Anche se tutti s’infrangono, anche se i vostri occhi si riempiono di lacrime, teneteli stretti fra le braccia fin da bambini; ci giochiamo da piccoli e da grandi: essi sono i nostri giocattoli di pezza; da grandi li trasformiamo in oro e l’oro in coraggio di vivere. Ecco il senso che scaturisce da una poesia, d’autore ignoto, di una verità assoluta.
Sogni infranti
Come i bambini ci portano
i giocattoli rotti
i giocattoli rotti
Con le lacrime agli occhi
Perché noi li aggiustiamo,
così io portai a Dio i miei
sogni infranti
sogni infranti
perché Lui era mio amico.
Ma invece di lasciarlo solo
A lavorare in pace,
gli ronzavo intorno
per aiutarlo come potevo.
Alla fine glieli strappai via
e urlai
“Come puoi essere così
lento?”
“Bambino mio”, Egli disse,
“cosa posso farci?
“cosa posso farci?
Tu non li lasci mai andare.”
ENZO
Io li trovo bellissimi. i tuoi versi, Enzo.
RispondiEliminaCarissimo Enzo,questi versi sono un dipinto,come tale si AMMIRA e come dice una bellissima canzone romana....LASCIO TUTTI LI PENNELLI E STO' A GUARDA'...Con affetto, sempre piu'intenso.Laura.
RispondiEliminaAnche io li tengo stretti i miei sogni . . . parole che li fanno comparire come reali . . . maria.sa
RispondiElimina