sabato 30 marzo 2013

ANNUNCIAZIONE...ANNUNCIAZIONE...



Ma che sto dicendo, sta arrivando Pasqua, mica Natale !
Scherzi a parte . . . Arriva l’ora legale 2013 !
     
santa pasqua



                                                                                                                                                                                                   
A Pasqua lancette avanti di un’ora !


Finito l’inverno, con le giornate che si allungano, arriva il momento di far fare un passo in avanti alle lancette dell’orologio, per passare dall’ora solare a quella legale che dalla notte a cavallo tra il 30 e il 31 marzo resterà in vigore fino al prossimo 27 ottobre.                                                                                                                                  
La sincronizzazione degli orologi avverrà nelle prime ore della Pasqua 2013, alle 2 del mattino, quando le lancette dell’orologio andranno spostate un’ora avanti.                                                                                                      
L’introduzione dell’ora legale risale al XXVIII secolo : Benjamin Franklin, nel lontano 1784, pubblicò un articolo sul “Journal de Paris”, esponendo una tesi rivoluzionaria che, se applicata, avrebbe portato un importante risparmio energetico ai paesi che l’avessero accolta. La tesi, tuttavia, fu ignorata fino al 1916 : solo allora la Camera dei Comuni di Londra promosse, tramite il “British Summer Time”, l’avanzamento di un’ora degli orologi locali nel periodo estivo, soprattutto per “risparmiare” in vista della Prima Guerra Mondiale.  La decisione della Gran Bretagna venne emulata da molti paesi, tra i quali anche l’Italia, che nello stesso anno usò l’ingegnoso stratagemma per ridurre le spese ed usufruire maggiormente della luce solare.  La data definitiva arrivò solo nel 1996, quando l’entrata in vigore dell’ora legale venne fissata per l’ultima domenica di marzo, mentre il ritorno all’ora solare si stabilì dover avvenire durante l’ultima di ottobre.                                                                                                         Qualche informazione per chi vuole seguire i riti pasquali . . .                                                                      
Quest’anno l’ora legale scatta proprio tra il Sabato Santo e la domenica di Pasqua : più importante che mai tenerlo a mente, per non perdere le cerimonie religiose, dal vivo nella propria parrocchia o in Piazza San Pietro, o almeno in tv.                                                                                                                                                                                    La celebrazione della Santa Pasqua in Vaticano avverrà come al solito . con la Veglia Pasquale della notte Santa il 30 marzo, Sabato Santo, presso la Basilica Vaticana, nella Cappella Papale, a partire dalle 20:30.                                                                                              
Alle ore 02:00 di domenica, le lancette andranno spostate in avanti alle ore 3:00, per essere puntuali all’appuntamento del 31 marzo, Domenica di Pasqua, dal vivo in Piazza San Pietro o con la diretta tv.                                                                                                                                          
Alle ore  10:15, la Santa Messa del giorno, dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana, e alle ore 12:00, Papa Francesco impartirà ai fedeli la Benedizione “Urbi et Orbi”.                                                                                                                                                                                                                                  
Buona Pasqua a tutti da . . . Maria, Annamaria e tutti gli amici e collaboratori del blog...............ci fermiamo qualche giorno
                  

MARIA
                                  
ANNAMARIA
                               
                                                    

                                   E...
              





venerdì 29 marzo 2013

È morto Enzo Jannacci, surreale poeta della musica



È morto alla clinica Columbus di Milano il cantautore Enzo Jannacci, dove era ricoverato da alcuni giorni. Caposcuola del cabaret italiano, Jannacci nel corso della sua cinquantennale carriera ha collaborato con svariate personalità della musica, dello spettacolo, del giornalismo, della televisione e della comicità italiana, divenendo artista poliedrico e modello per le successive generazioni di comici e di cantautori. Autore di quasi trenta album, alcuni dei quali rappresentano importanti capitoli della discografia italiana, e di varie colonne sonore, Enzo Jannacci, dopo un periodo di ombra nella seconda metà degli anni novanta, è tornato a far parlare di sé ottenendo vari premi alla carriera e riconoscimenti per i suoi ultimi lavori discografici. È' ricordato come uno dei pionieri del rock and roll italiano, insieme ad Adriano Celentano, Luigi Tenco, Little Tony e Giorgio Gaber, con il quale formò un sodalizio durato più di quarant’anni. Tra i suoi grandi successi «Vengo anch’io no tu no», «Ho visto un re», «Silvano», «Faceva il palo» e «Quelli che...»




giovedì 28 marzo 2013

GIA' LETTI MA SEMPRE GODIBILI.

GIOVEDI SANTO - PER RIFLETTERE, I cristiani ancora perseguitati



 . Toni Capuozzo è un grandissimo giornalista capace di spaziare tra servizi di guerra e inchieste di cronaca. E' stato nei luoghi caldi del mondo, li ha raccontati mettendoci il cuore e l’anima. Tre anni fa ha dedicato una  puntata di "Terra" all' argomento spesso dimenticato: le violenze subite dai credenti cristiani in tutto il mondo 

 









Il giorno del Giovedì Santo è riservato a due distinte celebrazioni liturgiche, al mattino nelle Cattedrali, il vescovo con solenne cerimonia consacra il sacro crisma, cioè l’olio benedetto da usare per tutto l’anno per i Sacramenti del Battesimo, Cresima e Ordine Sacro e gli altri tre oli usati per il Battesimo, Unzione degli Infermi e per ungere i Catecumeni.
A tale cerimonia partecipano i sacerdoti e i diaconi, che si radunano attorno al loro vescovo, quale visibile conferma della Chiesa e del sacerdozio fondato da Cristo; accingendosi a partecipare poi nelle singole chiese e parrocchie, con la liturgia propria, alla celebrazione delle ultime fasi della vita di Gesù con la Passione, morte e Resurrezione.
Nel tardo pomeriggio c’è la celebrazione della Messa in “Cena Domini”, cioè la ‘Cena del Signore’. Non è una cena qualsiasi, è l’Ultima Cena che Gesù tenne insieme ai suoi Apostoli, importantissima per le sue parole e per gli atti scaturiti; tutti e quattro i Vangeli riferiscono che Gesù, avvicinandosi la festa degli ‘Azzimi’, chiamata Pasqua ebraica, mandò alcuni discepoli a preparare la tavola per la rituale cena, in casa di un loro seguace.
La Pasqua è la più solenne festa ebraica e viene celebrata con un preciso rituale, che rievoca le meraviglie compiute da Dio nella liberazione degli Ebrei dalla schiavitù egiziana (Esodo 12); e la sua celebrazione si protrae dal 14 al 21 del mese di Nisan (marzo-aprile).
In quella notte si consuma l’agnello, precedentemente sgozzato, durante un pasto (la ‘cena pasquale’) di cui è stabilito ogni gesto; in tale periodo è permesso mangiare solo pane senza lievito (in greco, azymos), da cui il termine ‘Azzimi’.
Gesù con gli Apostoli non mangiarono solo secondo le tradizioni, ma il Maestro per l’ultima volta aveva con sé tutti i dodici discepoli da lui scelti e a loro parlò molto, con parole che erano di commiato, di profezia, di direttiva, di promessa, di consacrazione.
Il Vangelo di Giovanni, il più giovane degli Apostoli, racconta che avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine, e mentre il diavolo già aveva messo nel cuore di Giuda Iscariota, il seme del tradimento, Gesù si alzò da tavola, depose le vesti e preso un asciugatoio se lo cinse attorno alla vita, versò dell’acqua nel catino e con un gesto inaudito, perché riservato agli schiavi ed ai servi, si mise a lavare i piedi degli Apostoli, asciugandoli poi con l’asciugatoio di cui era cinto.
Si ricorda che a quell’epoca si camminava a piedi su strade polverose e fangose, magari sporche di escrementi di animali, che rendevano i piedi, calzati da soli sandali, in condizioni immaginabili a fine giornata. La lavanda dei piedi era una caratteristica dell’ospitalità nel mondo antico, era un dovere dello schiavo verso il padrone, della moglie verso il marito, del figlio verso il padre e veniva effettuata con un catino apposito e con un “lention” (asciugatoio) che alla fine era divenuto una specie di divisa di chi serviva a tavola.
Quando fu il turno di Simon Pietro, questi si oppose al gesto di Gesù: “Signore tu lavi i piedi a me?” e Gesù rispose: “Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo”; allora Pietro che non comprendeva il simbolismo e l’esempio di tale atto, insisté: “Non mi laverai mai i piedi”. Allora Gesù rispose di nuovo: “Se non ti laverò, non avrai parte con me” e allora Pietro con la sua solita impulsività rispose: “Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!”.
Questa lavanda è una delle più grandi lezioni che Gesù dà ai suoi discepoli, perché dovranno seguirlo sulla via della generosità totale nel donarsi, non solo verso le abituali figure, fino allora preminenti del padrone, del marito, del padre, ma anche verso tutti i fratelli nell’umanità, anche se considerati inferiori nei propri confronti.
Dopo la lavanda Gesù si rivestì e tornò a sedere fra i dodici apostoli e instaurò con loro un colloquio di alta suggestione, accennando varie volte al tradimento che avverrà da parte di uno di loro, facendo scendere un velo di tristezza e incredulità in quel rituale convivio.
“In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà”, gli Apostoli erano sgomenti e in varie tonalità gli domandarono chi fosse, lo stesso Giovanni il discepolo prediletto, poggiandosi con il capo sul suo petto, in un gesto di confidenza, domandò: “Signore, chi è?”. E Gesù commosso rispose: “È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò” e intinto un boccone lo porse a Giuda Iscariota, dicendogli: “quello che devi fare, fallo al più presto”; fra lo stupore dei presenti che continuarono a non capire, mentre Giuda, preso il boccone si alzò, ed uscì nell’oscurità della notte.
Questa scena del Cenacolo è stata in tutti i secoli soggetto privilegiato di tanti artisti, che l’hanno efficacemente raffigurata, generalmente con Gesù al centro e gli Apostoli seduti divisi ai due lati, con Giovanni appoggiato col capo sul petto e con il solo Giuda seduto al di là del tavolo, di fronte a Gesù, che intinge il pane nello stesso piatto. L’atteggiamento di Gesù e degli Apostoli è sacerdotale, ma con i volti che tradiscono il dramma che si sta vivendo.
Dopo l’uscita di Giuda, il quale pur ricevendo con il gesto cordiale e affettuoso il boccone intinto nel piatto, che in Oriente era segno di grande distinzione, non seppe capire, ormai in preda all’opera del demonio, l’ultimo richiamo che il Maestro gli faceva, facendogli comprendere che lui sapeva del tradimento ordito d’accordo con i sacerdoti e del compenso pattuito dei trenta denari; Gesù rimasto con gli undici discepoli riprese a colloquiare con loro.
I discorsi che fece, nel Vangelo di S. Giovanni, occupano i capitoli dal 13 al 17, con argomenti distinti ed articolati, dagli studiosi definiti ad ‘ondate’ perché essi sono ripresi più volte e in forme sempre nuove; ne accenneremo i più importanti.
“Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. Vi dò un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri”.
E a Pietro che insisteva di volerlo seguire, assicurandogli che era disposto a dare la sua vita per lui, Gesù rispose: “Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non mi abbia rinnegato tre volte”.
Il discorso di Gesù prosegue con una promessa “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Io vado a prepararvi un posto; ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via”.
Il concetto del ‘posto’ o della casa che ci aspetta, risente dell’antica concezione che si aveva dell’aldilà, come una abitazione dove i defunti prendevano posto. Così nell’Apocalisse, il cielo era immaginato come una casa al cui centro stava il trono di Dio, circondato dalla corte celeste e dalle dimore dei giusti e dei santi. Anche nei testi rabbinici si legge che le anime saranno introdotte nell’aldilà, in sette dimore distinte per i giusti e sette per gli empi.
A Tommaso che gli chiede: “Se non sappiamo dove vai, come possiamo conoscere la via?”, Gesù risponde con un’altra grande rivelazione: “Io sono la Via, la Verità, la Vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. E a Filippo che chiede di mostrare loro il Padre, Gesù ribadisce la profonda unità e intimità fra lui e Dio Padre.
Le sue parole e le sue opere di salvezza sono animate e sostenute dal Padre, che parla e opera nel Figlio. A questo punto Gesù, per la prima delle cinque volte che pronuncierà nei suoi discorsi di quella sera, nomina il ‘Consolatore’ traduzione del termine greco “paraklitos” (Paraclito), che solo nel Vangelo di Giovanni designa lo Spirito Santo; cioè il dono dello Spirito che sostiene nella lotta contro il male e che rivela la volontà divina; riservato ai credenti e che continuerà l’opera di Gesù dopo la sua Risurrezione.
“Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, Egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto. Vi lascio la pace, vi dò la mia pace. Non come la dà il mondo, io la dò. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi…”.
I Vangeli di Matteo, Marco e Luca dicono poi che “Gesù mentre mangiava con loro, prese il pane e pronunciata la benedizione, lo spezzò e lo distribuì agli apostoli dicendo: “Prendete questo è il mio corpo”, poi prese il calice con il vino, rese grazie, lo diede loro dicendo: “Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza versato per molti”.
Gesto strano, inusuale, forse non subito capito dagli Apostoli, ma che conteneva il dono più prezioso che avesse potuto fare all’umanità: sé stesso nel Sacramento dell’Eucaristia e con il completamento della frase: “fate questo in memoria di me”, riportata da Luca 22,19, egli istituiva il sacerdozio cristiano, che perpetuerà nei secoli futuri il sacrificio cruento di Gesù, nel sacrificio incruento celebrato ogni giorno ed in ogni angolo della Terra, con la celebrazione della Messa.
Inoltre rivolto a Pietro, ancora una volta lo indica come capo della futura Chiesa e primo fra gli Apostoli: “Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano, ma io ho pregato per te, perché non venga meno la tua fede; e tu una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli”, cioè di essere da sostegno agli altri nella fede; con ciò Gesù è sempre con lo sguardo rivolto oltre la sua morte e delinea il futuro della Chiesa.
Nel prosieguo del suo discorso, Gesù ammaestra gli Apostoli con altra similitudine, quella della vite e dei tralci: “Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto lo pota, perché porti più frutto…. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da sé stesso se non rimane nella vite, così neppure voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla…”.
Poi preannuncia le persecuzioni e le sofferenze che saranno loro inflitte per causa sua: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me… Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono Colui che mi ha mandato”. “ Vi scacceranno dalle sinagoghe, anzi verrà l’ora in cui chiunque vi ucciderà, crederà di rendere culto a Dio”.
Infine dopo altre frasi di consolazione e rassicurazione dell’aiuto del Padre attraverso di Lui, Gesù conclude la lunga cena, con quella che nel capitolo 17 del Vangelo di S. Giovanni, è stata chiamata da s. Cirillo di Alessandria “la preghiera sacerdotale”, vertice del testamento spirituale, racchiuso nei ‘discorsi d’addio’ fatti quella sera.
È una bellissima invocazione al Padre per raccomandargli quegli uomini, capostipiti di una nuova Chiesa, che hanno creduto in lui, tranne uno, perché veramente Figlio di Dio, della stessa sostanza del Padre, e lo hanno seguito lungo quegli anni, assimilato i suoi insegnamenti, disposti con l’aiuto dello Spirito, a proseguire il suo messaggio di salvezza.
Ecco perché la Chiesa celebra oltre l’Istituzione dell’Eucaristia, anche l’Istituzione dell’Ordine Sacro; è la “festa del sacerdozio cristiano” e della fondazione della Chiesa.
Per concludere queste note sul Giovedì Santo, ricordiamo che Gesù dopo la cena, si ritirò nell’Orto degli Ulivi, luogo abituale delle sue preghiere a Gerusalemme, in compagnia degli Apostoli, i quali però stanchi della giornata, delle forti emozioni, della cena, dell’ora tarda, si addormentarono; più volte furono svegliati da Gesù, che interrompeva la sua preghiera: “La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate”; “Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole”; “Basta, è venuta l’ora: ecco il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori: alzatevi e andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino”.
Era cominciata la ‘Passione’ che la Chiesa ricorda il Venerdì Santo; i riti liturgici del Giovedì Santo si concludono con la reposizione dell’Eucaristia in un cappella laterale delle chiese, addobbata a festa per ricordare l’Istituzione del Sacramento; cappella che sarà meta di devozione e adorazione, per la rimanente sera e per tutto il giorno dopo, finché non iniziano i riti del pomeriggio del Venerdì Santo.
Tutto il resto del tempio viene oscurato, in segno di dolore perché è iniziata la Passione di Gesù; le campane tacciono, l’altare diventa disadorno, il tabernacolo vuoto con la porticina aperta, i Crocifissi coperti.
Nella devozione popolare dei miei tempi di ragazzo, le madri raccomandavano ai figli di non giocare, di non correre o saltare, perché Gesù stava a terra nel “sepolcro”, nome erroneamente scaturito al tempo del Barocco e indicante l’”altare della reposizione”, dove è posta in adorazione l’Eucaristia.

Autore: Antonio Borrelli


Spunti bibliografici a cura di LibreriadelSanto.it


;Annmaria...a dopo 


ALMANACCO







I santi di oggi

S. SISTO III papa
Ss. Castore e Teodora m.ri
S. Gontranno re

Il proverbio di oggi

"Presto e bene, raro avviene"

Il nome

Sisto
Etimologia: Variante di Sesto, nome numerale mutuato dall'aggettivo latino "sextus", "sesto" e dato al sesto nato, ebbe larga diffusione tra le prime comunità cristiane, al punto da nominare ben tre Papi, nei primi secoli della nostra era.
Carattere: Impavido, risoluto, sveglio, solerte e volenteroso, cerca di prendere la vita così come viene e difende strenuamente i suoi diritti. Ama la donna "psicologa", più matura di lui e un po' mascolina. Apparentemente accetta gli altri così come sono: in realtà, nella sua mente, vorrebbe che fossero a sua immagine o che fossero "conformi" alle sue necessità.

Numero fortunato: 1

Per i nati oggi
Ami molto la tua libertà, hai grande fiducia in te stesso e sei molto coraggioso. In alcuni periodi della tua vita la fortuna ti assisterà in modo particolare e se saprai approfittarne, otterrai straordinari successi. In amore sei molto romantico e hai qualche difficoltà nell'accettare gli inevitabili compromessi che la vita a due comporta. La solitudine, d'altra parte, non fa per te e dunque dovrai imparare a considerare le cose con occhio più realistico.

Oggi accadde
"E' il 1846 e Adolphe Sax ottiene, dopo cinque anni, il brevetto per l'omonimo strumento a fiato, il primo in età moderna senza antichi predecessori, con soluzioni acustiche completamente nuove."

Personalità nate oggi
Raffello Sanzio - 1483
Francesco De Sanctis - 1817
Maksim Gorkij - 1868
Paola Tedesco - 1952

Eureka!
Trasporti 
Da quello indossato dai piloti delle Mille Miglia che non proteggeva però il capo in caso d'incidenti, a quello protettivo delle gare agonistiche, utilizzato poi anche nel settore civile, la storia del casco ha avuto in questi ultimi anni ben due svolte fondamentali. La prima, l'11 gennaio 1986, quando per legge i caschi sono stati resi obbligatori per tutti "i conducenti di ciclomotori di età inferiore ai 18 anni" e per tutti "i conducenti e passeggeri di motoveicoli di cilindrata superiore ai 125 cmc". Restavano esclusi, quindi, solo coloro che si servivano di un ciclomotore ed avevano più di 18 anni. Fino a quando una nuova legge, entrata in vigore il 30 marzo 2000, ha reso obbligatorio, nelle stesse condizioni, il casco anche per i maggiorenni.
-Barbanera-


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Dall'uovo di Pasqua 

di Gianni Rodari

Dall'uovo di Pasqua
è uscito un pulcino
di gesso arancione
col becco turchino.
Ha detto: "Vado,
mi metto in viaggio
e porto a tutti
un grande messaggio".
E volteggiando
di qua e di là
attraversando
paesi e città
ha scritto sui muri,
nel cielo e per terra:
"Viva la pace,
abbasso la guerra".

DETTI E PAROLE NAPOLETANI n. 12








Wè wèèèèèè . . . c’ verimm nata vota !!!
Dopo aver chiacchierato in italiano, in romanesco, in ligure, in brianzolo, in siculo, in veneto (ciò!) . . .etc  etc . . . , voglio darvi ancora qualche assaggio di termini napoletani, alcuni dei quali non conoscevo bene neanche io . . .



Mantesino

E' quel tipico grembiule che le massaie indossano per evitare di sporcarsi i vestiti da eventuali schizzi mentre cucinano.

Mappina
Si intende un cencio qualsiasi, uno strofinaccio, un pezzo di stoffa con cui le casalinghe levano via la polvere dai mobili. Altro significato assume se viene rivolto ad una donna: un'offesa indicandola come persona poco seria e volgare.

Muccaturo
Il termine  indica il fazzoletto. L'origine e' sicuramente latina. Infatti tra i verbi latini semisconosciuti compare il "muccare" che indica, appunto, soffiarsi il naso.


Mùmmara

Anfora in terracotta in cui veniva mantenuta l'acqua in ambienti freschi. In particolar modo sono famose le Mùmmare che le bancarelle, addobbate con limoni, vendevano colme di acqua naturalmente gassata, minerale, ferruginosa delle sorgenti del Monte Echia (ll'acqua e' mummare)

Nacchennella
E' colui che, per la sua stupidità, irrita oltre ogni limite, tanto da desiderare di prenderlo a ceffoni ! L'origine e' francese, infatti deriva da "n'a qu' un oeil" che significa "vedere con un occhio solo".

'Ngoppa
Indica "su" o "sopra". E' proprio con "coppa" che si indicava "sopra" nell'italiano antico.

'Nnaccaro
Deriva dal caratteristico suono delle nacchere spagnole. Si puo' anche indicare una persona che compie un'azione dispettosa e poco seria.

Ntalliato
Indica uno stato di smarrimento momentaneo, un imbambolarsi tipico della persona distratta che, nonostante gli si rivolga la parola, sembra essere da un'altra parte.


'Nzallanuto

E' la persona che sembra confusa, intontita, stordita, associato per lo piu' a persona anziana (viecchio 'nzallanuto).

Spero di non avervi . . . ‘nzallanuto eccessivamente e . . .
                                                                . . . statev bbuon !


Maria... a dopo

mercoledì 27 marzo 2013

VEDREMO UN FILM...




“Perché sei attratta da una persona anche se sai che non è quella giusta?
Perché speri di sbagliarti....”
Da “L'amore non va in vacanza” - Kate Winslet




Nelle sale da domani 28 marzo . . .


G.I. Joe - La vendetta

Il ritorno di Stephen Sommers
Regia di John Chu.
Genere Avventura – USA 2012.



Il cacciatore di giganti

Giganti leggendari alla conquista della Terra
Regia di Bryan Singer.
Genere Azione – USA 2013.

The Host

Da un racconto di Stephenie Meyer
Regia di Andrew Niccol.
Genere Fantascienza – USA 2013.


Stoker

Il nuovo dramma familiare diretto da Chan-wook Park
Regia di Chan-wook Park.
Genere Drammatico - USA, Gran Bretagna 2013.

Un giorno devi andare

Quando si dubita delle certezze della propria vita
Regia di Giorgio Diritti.
Genere Drammatico - Italia, Francia 2013.


Outing - Fidanzati per sbaglio

Fingersi gay per creare un'impresa
Regia di Matteo Vicino.
Genere Commedia – Italia 2013.

I figli della mezzanotte

Tratto da Salman Rushdie, la storia di un destino segnato
Regia di Deepa Mehta.
Genere Drammatico - Canada, Gran Bretagna 2012 - Durata 146 minuti circa.

Marsupilami


Le avventure di un giornalista che insegue lo scoop su una creatura leggendaria
Regia di Alain Chabat.                                                                                                                        Genere Commedia - Francia, Belgio 2012 - Durata 105 minuti circa.



Da domenica 31 marzo, invece . . .


Il balletto del Bolshoi: La sagra della primavera


Uno spettacolo dai ritmi ossessivi e un uso insolito degli strumenti, per creare tensione
Genere Balletto – Russia 2012 - Durata 120 minuti circa.





Buona visione a tutti  . . . da Maria !


martedì 26 marzo 2013

Il linguaggio del corpo…e dell’amore “L ‘apostrofo rosa”



Cari Lettrici e Lettori,
con quest’ultimo pezzo si conclude la rassegna su “Il Linguaggio del Corpo…e dell’Amore”. Spero di averVi informati, rilassati e anche sorridere com’è mio modo di fare. Mi piace trattare argomenti seri facendovi sorridere non disdegnando punte di ironia, assieme all’altra parte di me, alias  Ducky,  che io ritengo “la parte oscura” di me, essendo “LUI” malizioso, impertinente, corteggiatore abusivo e imperdonabile di Ciocciottine, battutista impenitente, insomma chi più ne ha più ne metta…ma…e devo riconoscerlo, il suo cuore è d’oro; e per questo pregio, quando mi fa arrabbiare, pur desiderando di prenderlo a padellate, gli perdono qualsiasi “ridicola e sciocca nefandezza” che LUI mi possa propinare; Ducky, che io chiamo amorevolmente Duc,  ha il suo riflesso nella mia “parte solare”, quella che adora sognare e vivere, soffrire e sognare, con la Donna che ha sempre cercato, detentrice dei tre magici pregi: femminilità, amabilità e amorevolezza, con cui Essa ama e si lascia amare in modo sublime.


DUCKY    Oh, la vuoi smettere di dire tante sciocchezze una dietro l’altra? Bastava che dicessi poche parole….e tu te ne vieni con una tiritera che non finisce più.

ENZO Smettila, Duc!

DUCKY    Non smetto un cavolo….cos’è questa storia della “parte oscura” Non sta mica bene fare l’elenco, secondo te, dei miei difetti. Come ti è venuta in testa ‘sta cosa…e tu saresti la parte chiara?…la parte solare? Chi non ha difetti? Nessuno.

ENZO Finiscila,,,,su… e poi… è la verità…sei la parte “oscura”. Ora smettila…Duc, se no mi fai venire mal di testa.

DUCKY    Ecco, com’è che non ci ho pensato prima? Lo sproloquio ti è venuto…marò… mi fai ridere….quando hai dato la capocciata allo stipo, lo hai letteralmente scardinato. Eterno “scombinato”, ora faccio un paio di caffè “coi fiocchi” e ritornerai normale, almeno spero. Ti passerà ‘o male e capa”, ma la “scombinatezza” ti resterà “vita natural durante”.

(Il caffè viene preso e dopo circa cinque minuti…)

DUCKY    Attacca e facciamo questa escursione didattica finale. Che trattiamo oggi?

ENZO Un argomento di un interesse estremo, emozionante, dolce, tenero e delicato: IL BACIO. E non parlare di didattica…le persone sanno perfettamente cos’è un bacio.



DUCKY    …ma parlarne non fa mica male…anzi, scommetto che parecchi partner non ne conoscono le “tipologie”. Non bisogna essere presuntuosi e superbi: nella vita c’è sempre qualcosa da imparare.

ENZO Credo che tu abbia ragione!

DUCKY    Dai la definizione!

ENZO Ecco: Il bacio è uno dei più intimi e sensuali modi di esprimere il desiderio.”

DUCKY    Perfetto!

ENZO Si mettono in funzione 34 muscoli facciali e 112 muscoli posturali: quando il bacio è profondo, dice M. Pacori, cioè alla francese, coinvolge anche la lingua.

DUCKY    Vuoi dire che i baci che si danno gli innamorati sono  “baci alla francese”?


ENZO Esattamente, diciamo che tutte le coppie sanno “la pratica” ma ignorano “la teoria”. Come te, per esempio: tu sai molta pratica…ma sei carente di teoria. Ergo, ora lo sai.

DUCKY    Fesserie, sciocchezze…come pratica ne so molto più di te. E ti prego, non fare lo spiritoso. Continua!

ENZO I baci provocano sensazioni tattili, senso di intimità ed eccitazione sessuale.

DUCKY    …ma se viene dato male o nel modo sbagliato può causare  disgusto o anche la fine di una relazione.

ENZO Aggiungo inoltre che guardare una coppia baciarsi provoca la reazione in due zone del cervello, dette “circuito del piacere”. 

Adrianne Blue, nel suo libro Di bacio in bacio. Storia, geografia e piacere del baciare  spiega  cosa accade nella sequenza di un bacio:
-   Le pupille si dilatano (forse è per questo motivo che chiudiamo gli occhi quando baciamo):
-   il cuore batte in modo forsennato;
-   si respira in modo affannoso;
-   le ghiandole salivari secernono saliva come se ci trovassimo in presenza di un piatto di leccornie appetitose,
-   poi quando le lingue si toccano, in certi casi l’emozione arriva persino a provocare un orgasmo (nella donna).


Proprio per l’effetto di quest’atto, la donna spesso, prima di offrire le labbra,  porge  guance e collo.

DUCKY    Sei un Scombinato eccellente…

ENZO Taci, Duc!

DUCKY    Oh, sì scusa!

ENZO Passiamo alla sequenza magica del bacio:
-   il maschio comincia a dare baci sul collo o sulle guance della donna (labbra chiuse); poi le appoggia su quelle di lei; poi le labbra si aprono per assaporare il respiro del partner e di pregustare la sua saliva e la connessa sensazione erotica;
-   si avverte il calore del respiro dell’altro.

DUCKY, Chiarissimo!

ENZO Ci sono segnali che “portano” al bacio? Te lo spiego: lei sorride tenendo le labbra chiuse, lui in genere si protende per baciarla; ma sono numerosi gli indizi che segnalano l’intenzione di baciare e partono quasi sempre dalla donna…

DUCKY    E dilli, non farti pregare!

ENZO Piano, e per favore, non interrompermi: ne faccio una lista:
-   la Ciucciottina lancia ripetuti sguardi alle labbra di lui, spesso mentre lo fa i suoi occhi sono lucidi e la bocca socchiusa;
-   prendere il respiro, come se lei provasse una forte emozione;
-   la Ciucciottina lo ascolta con un’espressione rapita, tenendo le labbra socchiuse per tutto il tempo che lui le parla; lei protende il corpo verso di lui;
-   un’altra astuzia femminile per farsi baciare consiste nel restare in silenzio e fissarlo intensamente negli occhi,  restando così senza replicare;
-   Lei, da seduta, lo fissa facendo dondolare il tronco avanti e indietro con piccoli sobbalzi; in questo modo, quando oscilla in avanti la Ciucciottina si trova a portata delle sue labbra;
-   sempre col desiderio di farsi baciare, la donna, mentre lo ascolta, chiude gli occhi lentamente e li tiene serrati per qualche secondo invitandolo a farsi avanti;
-   se lo guarda e lo ascolta passandosi languidamente l’indice sul labbro inferiore “sta comunicando che vuole essere baciata”; in un modo analogo, lei può fissare le labbra di lui e quindi leccarsi le proprie...

DUCKY    Qua la mano, fratello caro, mi hai superato…

ENZO Ti pareva…lasciami finire,  e niente battute idiote…l’argomento merita, serietà, ricchezza di dettagli e la trattazione esauriente.

DUCKY    Devo riconoscere il merito: sei profondo, decoroso e garbatamente didattico e…oggi per niente “scombinato”…comunque, bravo! Hai finito?

ENZO Ancora una cosa molto importante: il bacio richiede la partecipazione di entrambi i partner. Pacori denota la seguente “scena” che io definisco di una “emozione stupenda”…

DUCKY    …che aspetti, spiega piano e bene, con calma eh…insomma come sai fare tu!

ENZO …ssst, Duc!
-   Le teste sono vicine
-   I due si guardano negli occhi
-   Il loro mento è sollevato
-   Le labbra dischiuse
-   Protese verso l’esterno
-   Il labbro inferiore può mostrare
-   Un debole tremolio
-   I corpi di entrambi convergono
-   L’uno contro l’altro…poi…
-   I due si fissano con gli occhi sgranati
-   E li socchiudono:
-   Di lì a poco
-   Uniranno le labbra
…chiudi la bocca, babbeo! Ho finito.

DUCKY    Marò, me la stavo baciando ascoltando le parole della poesia.

ENZO Svegliati e torna sulla terra. Caro Duc, non è poesia…

DUCKY    Se non lo è, cos’è?

ENZO Magia…magia sublime, momenti di amore struggente, immagina fuochi d’artificio di sfolgoranti colori in una sagra di campane che suonano.

DUCKY    Oh, ma tu le hai mai sentite suonare le campane?

ENZO Io sì, quando diedi il primo bacio alla prima ragazza, in una grandiosa e silenziosa villa: io sentii un frastuono di campane e lei si sentì mancare…le girava la testa…la dovetti sostenere fra le mie braccia. Fu il mio “primo” bacio con la “mia” prima ragazza. Quel giorno piovigginava, e ancora oggi adoro questo tipo di pioggia: mi riempie di tenerezza.

DUCKY    Che poeta, sei un romanticone…se sapessi come ti capisco…io il primo lo ricordo bene…avvertii un’emozione fortissima…e quando, lei si allontanò, rimasto solo, affondai le mani in tasca e…mi sentii “un uomo”: camminavo “sollevato un metro da terra”. Enzo, chiudi tu?

ENZO Chiudiamo con un pensiero ciascuno!

DUCKY    Maurice Maeterlinck, poeta, premio Nobel per la letteratura, che ha detto: “Ci sono cose che non possono essere dette che con un bacio.”

ENZO Non posso non convenire.  Io mi rifaccio al famoso Edmond Rostand e al suo noto aforisma che tanti conoscono: “Il bacio è un apostrofo rosa tra le parole t’amo.”  Una  artistica pennellata di sublime romanticismo!

DUCKY    Ne convengo anch’io, Enzo.

ENZO Meno male, psicolabile, se non ne convenivi una padellata sulla capoccia era il minimo che ti poteva capitare. E siccome la rassegna è finita…ringraziamo tutti i Lettori che hanno avuto la pazienza e la curiosità di seguire questo percorso psicologico, che sarà servito, lo voglio sperare assieme a questo rompiscatole di Ducky, a sapere di più sulla comunicazione del linguaggio del corpo specialmente…in amore.

DUCKY    Amen, “habemus Scombinatum! Abbiamo lo Scombinato!

ENZO …et quoque nocumentum…e anche lo scocciatore! 



Enzo