mercoledì 10 ottobre 2018

SESSO E DISABILITA'






Un articolo spassoso e ironico, nonostante l'argomento importante.  Mi complimento con l'autore, Nicolo'.





Chiedo venia per la lunga assenza, ma il ricovero si è prolungato oltre modo: perché per curare un’infezione, ne ho prese altre due, tra cui un fungo… che non era neanche allucinogeno. Poi sono stato operato e dulcis in fundo mi era pure passata la voglia di scrivere, ma da oggi torniamo a trattare il nostro argomento preferito: sesso, amore e disabilità!
Ero da poco entrato nell’età adulta ma ancora non conoscevo il sesso, neanche l’auto sesso; ero integrato, eppure mi mancava qualcosa: necessitavo di esplorare quella parte di me rimasta ancora vergine e scoprire il corpo dell’altro sesso; mostrare a me stesso di essere uomo a tutti gli effetti e soprattutto da questo dovevo passare se volevo porre le basi per un’eventuale relazione amorosa. Dunque non avevo altra scelta per suonare la carica, perché come si suol dire: a castità estrema, estremi rimedi. Fu così che presi la decisione più difficile, ovvero andare a p… a p… a prostitute: oooh!

Qualcuno di voi si starà chiedendo perché parlo di decisione difficile, anche se temo siate più curiosi di sapere i dettagli piccanti che seguiranno. Non dovevo certo andare al patibolo, ma continuavo a chiedermi per quale motivo dovevo ricorrere a questo: era come una sconfitta per me. Inoltre la prima volta si è sempre agitati e andare con una sconosciuta, dalla quale dipendere in toto non contribuiva a rilassarmi: anche in questo l’immobilismo cambia totalmente la prospettiva delle cose; necessitavo quindi di una meretrice easy, a cui spettava l’arduo compito di mettermi a mio agio, dacché ne avrebbe risentito la mia autostima (il cui livello era già sotto la soglia di povertà).


E allora mambo, cominciai la ricerca. Per questioni etiche non considerai le passeggiatrici, perché non volevo si trattasse di una donna sfruttata e non volevo rimpolpare le casse della malavita. Allora puntai su Internet, dove il rischio sfruttamento è assai minore. Cominciai senza alcuna strategia, volevo prima capire come “muovermi”: esclusi quasi subito le straniere, non perché contrario ma perché in alcuni Paesi la disabilità sembra non esistere e la loro conoscenza dell’italiano era sotto le mutandine, ops i tacchi. “Ah tu non cammini? No, tesoro, tuo c…o non va: tu non puoi fare l’amore!” e la bile comincia a salire: si dice sesso, non fare l’amore! Mentre altre al “sono disabile” rispondevano: “What disabile?”. Per non parlare del resto: “Dove abiti ci sono le scale?”, “No, tesoro: c’è il lift, ma se non funziona prendi le scale”. Ok, soprassediamo.


Decisi così di optare per le italiane da più tempo presenti sul sito: volevo evitare fregature (e se scappava con i soldi e mi lasciava solo?), quindi puntai a una cortigiana che trasmettesse fiducia e credibilità. La ricerca diede presto i suoi meloni, cioè frutti. E adesso sesso: arrivò il giorno x, ma siccome la paura fa 90 – sì, come la posizione – e l’ansia e l’agitazione fanno di più, annullai l’incontro. Poi il mio “obelisco” si adirò e fissai un altro appuntamento, ma questa volta fui più forte della paura.


Accompagnato da un amico raggiunsi il motel dove si sarebbe consumato il misfatto: feci la conoscenza della donna di facili costumi e intuì subito che mi avrebbe messo a mio agio. L’amico mi accomodò sul letto e mi vidi riflesso almeno 10 volte, tanti erano gli specchi presenti. Poi mi salutò e mi abbandonò nelle mani – e non solo – della cortigiana: ci presentammo, le dissi che per me era il gran giorno e lei si dimostrò subito comprensiva. Dopodiché andò in bagno, da dove tornò in déshabillé e guidata dalle mie indicazioni mi aiutò a spogliarmi: come chiunque si avvicini per la prima volta al mio corpo, anche lei aveva paura di farmi male e io a tranquillizzarla. Che poi non doveva essere il contrario?


In tutto questo i miei pensieri erano altrove: ignudo e con l’alza bandiera le feci capire che ero pronto a suonare la tromba… allora salì sul letto, si sfilò prima le mutandine e… e dai, non vi sto a raccontare tutto: cosa credevate? Andò tutto bene e ne fui soddisfatto, tant’é che feci la mia prima doppietta. Mi sentivo leggero e rilassato, e finalmente potei dichiarare a me stesso: “Sono un uomo, non ho nulla da invidiare agli altri”. Poi intervenne il mio obelisco: “Vedi che avevo ragione, tu mi devi ascoltare e non dar retta alla tua testa”. Da quel giorno seguì il consiglio, divenni quel che si dice una testa di… perché questo significa essere uomo!




Nicolò Cafagna
Giornalista, blogger e… diversamente ironico
Sono nato in una piovosa giornata di giugno del 1983 nell’unica città italiana che si macchiò di regicidio. Ho scelto il giornalismo perché sono un esemplare di disabile, quindi pigro per natura, e il giornalista mi sembrava il lavoro più appropriato; ora anche blogger, a dimostrazione di quanto appena scritto. 



Annamaria


lunedì 8 ottobre 2018

QUALCHE CONSIGLIO ZEN PER FARE ORDINE E STARE MEGLIO


Ti ho cercato tanto ieri sera

...ho provato ovunque ma niente

...Non c'era traccia di te!

...Alla fine sono andata a letto senza di te

...mi sentivo nuda e il vento passava sopra di me

...pigiama dove ca...spiterina ....sei finito???


Ogni tanto mi succede e non solo con il pigiama.

Ecco allora come organizzare in modo semplice ed efficiente lo spazio tra le quattro mura e dire addio all’ ansia da disordine.


«La vita comincia davvero solo dopo aver messo ordine in casa». 


Così scrive Marie Kondo, guru mondiale del riordino, che con i suoi libri insegna il metodo giapponese per sistemare la propria vita, partendo proprio dalla casa.

Fare ordine eliminando quello che non serve più permette, innanzitutto, di guadagnare tempo prezioso: basti pensare ai momenti persi mentre si cerca quell’ adorabile pigiama che nell’attesa di essere indossato è stato risucchiato dalla confusione del proprio armadio.

Oppure quando si vorrebbero indossare i propri jeans preferiti, mentre nell’ affannosa ricerca si fa scorrere tutto quello che si trova appeso alla rinfusa sulle grucce. Senza contare l’ansia che questa cosa genera se si è in ritardo (e se non lo si è, si finisce per esserlo).

Vente-privee, leader delle vendite-evento online, ha coinvolto le sue clienti italiane in una singolare indagine a tal proposito, finendo per scoprire quanto un argomento apparentemente così banale possa, invece, influire sulla routine di tutti i giorni.
Il 46% delle intervistate ammette di essere troppo impulsiva durante lo shopping e di possedere nel proprio armadio (chissà dove) almeno un capo con ancora il cartellino. Un discreto 38% invece ammette di non riuscire a separarsi dai propri abiti nemmeno quando la taglia è sbagliata: “tanto lunedì inizio la dieta”. Solo un ridotto ma fiero 16% dichiara di non provare alcuna pietà davanti all’ armadio, e di riuscire con estremo rigore a mantenere l’ordine.

Il risultato, comunque, è che per il 72% delle intervistate il cambio di stagione rappresenta una delle principali attività domestiche fonte di stress, da rimandare a oltranza fino addirittura, per alcune, a optare per uno strabordante guardaroba 4 stagioni (33%).

Organizzare meglio gli spazi di casa – non solo l’armadio – può essere terapeutico e significa ottimizzare tempi e risorse: le giornate e il proprio tempo si liberano da stress e ansia inutili, consentendo con un minimo sforzo, di vivere meglio in maniera organizzata.

La pensa così anche l’Associazione Professional Organizers Italia – APOI, che insieme a vente-privee ha stilato alcuni furbi consigli per semplificare la vita tra le mura di casa, ispirandosi anche a Marie Kondo e alla sua filosofia zen.

 

1. Conservare soltanto ciò che si utilizza veramente
È più semplice focalizzarsi su cosa si voglia davvero tenere piuttosto che su cosa buttare. Il consiglio è quindi conservare solo ciò che piace e/o serve veramente. E se proprio non si riesce a fare pulizia, la soluzione migliore è organizzare un divertente swap party con le amiche per scambiarsi quello che non si usa più. Richiamando la filosofia della Kondo, sbarazzarsi degli oggetti inutilizzati è il primo passo per fare ordine anche dentro se stessi.

2. A portata di mano… Ma soprattutto con il giusto spazio
È utile riservare la parte dello spazio – che sia l’armadio, la credenza o il mobiletto del bagno – più facilmente accessibile a ciò che si usa più spesso. Nel riporre l’abbigliamento, inoltre, è indispensabile fare in modo che ci sia sufficiente spazio tra un capo e l’altro per poterli raggiungere senza troppi sforzi, soprattutto quando si è di fretta.

3. Scegliere un criterio
È importante dividere capi e accessori per categorie, ad esempio radunando tutte le cinture, le camicie, le magliette a maniche lunghe separate da quelle a maniche corte, i pantaloni… E decidere quale sia la sistemazione ideale per ciascun gruppo (appeso, piegato, nel cassetto o sullo scaffale). Scatole e scatoloni, magari in cartone colorato o in tessuto lavabile, agevolano il mantenimento dell’ordine all’ interno dell’armadio e danno un tocco di colore e allegria, senza creare confusione.

E se mentre fate ordine vi capita di trovare un capo che non indossate mai e avete la tentazione di declassarlo nella categorie degli “abiti da portare in casa”, non fatelo. Il cardigan (ma anche la maglietta) sformato, sostiene Marie Kondo, danneggia il vostro aspetto e, di conseguenza, l’autostima.

4. Sfruttare lo spazio in verticale
Per sfruttare al meglio lo spazio verticale all’interno di armadi e mobili, l’utilizzo di comodi porta tutto, come gli hanging organizers, ha diversi vantaggi, tra cui quello di creare maggiori ripiani per riporre le cose e avere tutto ad altezza occhi. Per i vestiti particolare importanza ha anche l’uso delle grucce: è bene acquistarle di buona qualità e sufficientemente larghe per permettere a ai capi di non sgualcirsi o deformarsi.

5. Organizzare al meglio l’interno dei cassetti
Per mantenere ordine all’interno dei cassetti ci si può avvalere di alcuni utili contenitori divisori che permettono di distribuire in maniera ordinata e facilmente gestibile gli accessori (calze, cravatte, intimo). In questo modo si vedrà meglio il contenuto del cassetto, evitando di smarrire i capi nella confusione.

Ottimi consigli di VFaire e nel frattempo torno a cercare il mio pigiama...

Annamaria