QUESTO NATALE VORREI REGALARVI DEI FIORI,MA APPASSISCONO PRESTO,QUINDI HO PENSATO AD UNA BOTTIGLIA DI SPUMANTE,MA BEVENDOLO SI CONSUMA,CHE NE DITE DI UN PANETTONE? NO, PERCHE' MANGIANDOLO RESTANO LE BRICIOLE ,ALLORA HO PENSATO! BACI, ABBRACCI,COCCOLE E CAREZZE,QUESTO E’ IL REGALO ADATTO PER GLI AMICI SONO COSE CHE DATE CON IL CUORE SI RICORDANO SEMPRE DI TE,ED E’ QUESTO CHE IO VOGLIO FARE,RICORDARMI SEMPRE DI VOI CON AFFETTO PER TUTTO L’ANNO. BUONA NATALE E FELICE ANNO NUOVO, VVB. MIMMA
Mimma, nell'augurarci un Sereno Natale, ci regala anche la ricetta di un dolce tipico pugliese (Tarantino) : i sanacchiudere
La gastronomia tarantina è ricca di tanti piatti tradizionali che si preparan durante il periodo delle feste di Natale. Fra questi la fanno da padrone i dolci. Ad esempio i sanacchiudere sono tra le prelibatezze che più si consumano a tavola nei giorni delle feste. Ma come si preparano? Ecco la ricetta:
Ingredienti: Un chilo di farina, 100 gr. di vino bianco secco, 100 grammi di olio extravergine di oliva e un po' di sale fino, vino cotto, miele o zucchero a velo.
Preparazione: Impastare la farina con il vino bianco e mezzo bicchiere di olio. Se l'impasto dovesse risultare troppo duro aggiungere un po' d'acqua tiepida fino ad ottenere una massa morbida e vellutata.
Tagliare la pasta a piccoli pezzi che devono essere poi incavati sulla parte liscia di una grattugia. Un tempo si usava un cestino di vimini a questo scopo.
Friggere nell'olio bollente e, quando sono ben dorati, scolare bene su carta assorbente eliminando l'olio in eccesso. Far raffreddare e passare nel miele (deve essere molto caldo) o nel vino cotto.
MIMMA
Grazie Mimma ! Ricambiamo ,noi tutti del blog, con un caloroso augurio di Buon Natale a te e famiglia. Ringraziandoti anche per questa semplice ma saporita ricetta che le massaie Tarantine preparano in questi giorni. Girano due leggende, su questi dolci, che sicuramente conoscerai, ma le riporto per gli amici lettori.
La prima racconta che la mamma di una famiglia molto povera, un giorno, avvicinandosi il periodo delle feste, per accontentare i suoi bambini, preparò un dolce con i pochi ingredienti che aveva a disposizione. Dapprima impastò la farina con l’acqua, un po’ di olio e dell’aroma di arancia e poi, una volta tagliato l’impasto a pezzi molto piccoli, li mise a friggere. Prese poi le piccole palline fritte e le immerse nel miele, riponendo il dolce completato nella credenza. I bambini, incuriositi e golosi, lo assaggiarono mangiando una pallina dopo l’altra finché la mamma, temendo che il marito di ritorno dal lavoro non li avrebbe mai assaggiati, li mise sotto chiave esclamando: “Chiste s’hanne a cchiudere pe le fa acchià à attanete” (Questi si devono chiudere per farli mangiare a vostro padre).
Un’altra versione di questa storia attribuisce il significato del nome al fatto che la mamma, per calmare i bambini, disse loro che quei dolci, che erano ancora un po’ aperti, potevano essere mangiati solo a Natale perché… s’hanne a cchiudere!
Da qui nascono questi semplici ma deliziosi dolcetti…uno tira l’altro.
Annamaria... a dopo
Un grande abbraccio a Mimma. Auguri a tutti.
RispondiEliminaGRAZIE, GRAZIE, GRAZIE, MIMMA, soprattutto per i pensieri augurali affettuosissimi, e perchè no, per le deliziose e "leggendarie" note gastronomiche !!! ♥ AUGURISSIMI A TUTTIII !!! ♥ Maria.sa
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