martedì 4 ottobre 2011

♫ L'alchimista ♪ di suoni ♫♫ - di MARIA

Questa è una storia di genialità, follia,
musica, invenzioni, scelte, problemi e
successo.
Diego Stocco è un sound designer capace di far musica con tutto . . . anche con un bonsai.





 

Dalla provincia di Rovigo si è spostato a Burbank, la capitale degli studios hollywoodiani  vicino Los Angeles. 
Qui, al sole degli States che sono ormai quasi Messico, fa
 suonare di tutto: lo sfregamento della sabbia, il fruscio delle foglie, un pianoforte in fiamme, grazie ai suoi microfoni modificati e alla sua inventiva diventano protagonisti di composizioni musicali in piena regola. “Il fatto è che ogni cosa genera suoni, e il mio scopo è registrarli, lavorarli e utilizzarli per farci musica”.
Le sue registrazioni vanno poi a finire in film, serie TV, videogiochi. Sono
 innumerevoli le produzioni con cui ha lavorato: dal film  Sherlock Holmes di Guy Ritchie allo sparatutto The Conduit , fino al caratteristico suono del DTS, il sistema di codifica audio multicanale che si usa al cinema e nell'home video.
In principio ci fu un violino segato a metà . . .
Diego Stocco, music sound designer è corteggiato dall'industria cinematografica americana: loro, a differenza degli italiani, hanno capito che dietro a un microfono immerso nella sabbia c'è un genio e non un pazzo furioso. o almeno non solo quello. 
Non bisogna stupirsi se passando davanti alla guest-house dove Diego abita e lo si vede con un archetto da violino mentre suona un albero, o uno stendibiancheria. o se prende, davanti ai vostri occhi, un bel po' di alcol e dà fuoco a un pianoforte.
Prende in mano una lampadina, e inizia a picchiettarla: difficile che qualcuno si sia mai accorto che il filamento di tungsteno, entrando in risonanza, genera un suono caratteristico. Invece Diego, qualche anno fa, ci ha messo vicino il suo fido registratore e ha realizzato la sua prima invenzione musicale, da cui ha ricavato suoni da custodire gelosamente nella sua libreria di campioni audio.
Quando aveva sei anni, dopo che alcuni amici di famiglia gli fanno ascoltare una scala di blues, Diego sviluppa una passione sfrenata per le sette note, che lo porta a fare carte false col padre per avere una tastiera e poi a iscriversi al Conservatorio. Qui, però, non è ammesso al sospirato corso di pianoforte ma a quello di violino, uno strumento che odia fin da subito, tanto che decide di segare il problema all'origine. A quel punto abbandona il Conservatorio e, lasciati gli studi, Stocco si rimbocca le maniche e, oltre a lavorare come pony express, suona in alcuni gruppi e inizia a comporre e inizia a insegnare musica al Collegio del Sacro Cuore di Rovigo, coltivando, nel poco tempo libero, l'interesse per sintesi sonora e campionamento.
Dopo anni di sperimentazioni, realizza Atmosphere, un programma specializzato nella creazione di suoni di sottofondo, generati modificando alcuni campioni di base.
Per la produzione dei suoi brani Stocco ha reinventato alcuni strumenti classici, come il contrabbasso e la viola, e ne ha inventati di nuovi utilizzando oggetti come spillatrici, stendipanni, sabbia, bonsai, opportunatamente microfonati e registrati.
Per alcuni lunghi minuti, mi sono sentita anche io un po’ folle, tanto da segnalarvi due . . . sinfonie . . . speciali, da ascoltare con l’orecchio teso, ma soprattutto con l’immaginazione.

 


Maria... a dopo

1 commento: