mercoledì 1 giugno 2011

ANTIDOTO MUSICA PER GLI UOMINI STRESSATI DA TRAFFICO



Gli uomini soffrono maledettamente il traffico cittadino, addirittura sette volte più delle donne. La stima appartiene all’istituto d’indagine inglese “ICM Research”, che ha valutato attraverso alcuni sondaggi i livelli di ansia e stress di circa 10 mila automobilisti europei (età compresa tra i 18 e i 64 anni), ricavandone conclusioni interessanti. Alle persone – ha spiegato il dottor David Moxon, psicologo della salute e coordinatore dello studio – basta passare venti minuti in coda per accusare i primi “sintomi da traffico”: vertigini, problemi respiratori, dolori muscolari, mal di pancia, agitazione e difficoltà nella guida. Se le terribili file perdurano, la salute ne può oltretutto risentire in modo grave: la pressione sanguigna aumenta, così come il tasso degli zuccheri nel sangue, mentre l’attività del sistema umanitario diminuisce.
Molto curiosa la differenza tra sessi, decifrabile attraverso una notazione antropologica: le donne, hanno osservato i ricercatori britannici, sono più accomodanti e propense alla rassegnazione, dunque difficilmente si lasciano sopraffare da ansia, rabbia e aggressività. Per gli uomini, invece, una soluzione c’è: ascoltare buona musica, unico modo per distrarsi e dimenticare lo stress del traffico. A tal riguardo, sulla base dei sondaggi effettuati e (forse) di un pizzico d’ironia, i ricercatori britannici hanno addirittura stilato una classifica delle canzoni migliori dal punto di vista “terapeutico: al primo posto c’è “I want to break free” dei Queen, seguita da “Take it easy” degli Eagles, “Highway to hell” degli AC/DC, “Drive my car” dei Beatles e “On the road again” di Willie Nelson. Come si dice: provare per credere.

CURE BALNEO-TERMALI : A CHI SPETTANO?


I lavoratori che soffrono di affezioni articolari o respiratorie possono fruire delle cure balneo termali a carico dell'Inps. Le cure vengono concesse dall'Istituto, dopo l'accertamento dei requisiti contributivi e sanitari, allo scopo di evitare, ritardare o rimuovere uno stato di invalidità. Le cure vengono disposte per 1 ciclo annuale di 12 giorni e possono essere fruite dagli assicurati Inps, utilizzando esclusivamente le ferie o i congedi ordinari, per patologie reumo-artropatiche (osteoartrosi, reumatismi extra articolari, ecc) o bronco-catarrali (riniti, sinusiti, bronchiti croniche, ecc). Hanno diritto alla prestazione i lavoratori dipendenti non titolari di pensione di anzianità o di pensione anticipata, i lavoratori autonomi, i parasubordinati iscritti alla Gestione separata Inps che perfezionano il requisito contributivo con i soli contributi versati nella Gestione, i lavoratori in mobilità e quelli socialmente utili, i titolari di assegno non definitivo di invalidità. Non spetta agli assicurati che hanno compiuto l'età pensionabile. Quanto ai requisiti assicurativi, gli interessati devono avere almeno 5 anni di anzianità assicurativa e almeno tre anni di contributi nell'ultimo quinquennio. La domanda per fruire delle cure balneo termali può essere presentata dal 1 gennaio al 31 ottobre dell'anno in cui devono essere effettuate le cure, esclusivamente via web, accedendo con il proprio PIN al portale dell'Istituto, oppure telefonando al contact center al numero 803.164; in alternativa, ci si può rivolgere ai Patronati o agli altri intermediari abilitati. In aggiunta alla domanda, all'Inps devono essere inoltrati, sempre per via telematica, il certificato medico di prescrizione delle cure da parte del medico curante dipendente o convenzionato con il SSN, e la segnalazione, che però non è vincolante per l'Istituto, dello stabilimento presso cui si intendono svolgere le cure. Le prestazioni sanitarie sono a carico del SSN, mentre il soggiorno nella località termale presso gli alberghi convenzionati viene pagato dall'Inps. Rimangono a carico del lavoratore i costi del ticket e le spese di viaggio per l'andata e il ritorno dallo stabilimento termale.

  LiberalVox

martedì 31 maggio 2011

PUPPURRI'...

  E domani siamo già a Giugno. Ecco qualche proverbio

 


Biondo ondeggia di giugno il grano
pronto sta il contadino con la falce in mano.


Giugno ha tesori in pugno:
raccolti e promozioni, nozze e delusioni.

Chi semina in ottobre, miete in giugno.

Giugno ventoso, porta presto il grano sull’aia.

Acqua di giugno rovina il mugnaio.

Per San Vittorino, ciliege a quattrino.

Per San Barnaba, l’uva viene e il fiore va.

Giugno ciliegie a pugno. 



Quando piove per San Vito, il raccolto dell’uva va fallito.

Per san Vito il merlo becca moglie e marito.

Per San Paolino, c’è il grano e manca il vino.

La vigilia di San Giovanni, piove tutti gli anni.

La notte di san Giovanni, ogni erba nasconde inganni. 


Per San Giovanni, si svellon le cipolle e gli agli.

San Giovanni mietitore, San Pietro legatore.

Per San Pietro o paglia o fieno.

Tra maggio e giugno fa il buon fungo.

Di giugno levati il cuticugno.
 
Quando piove il giorno di San Vito il prodotto dell'uva va sempre fallito.
 
Marzo tinge, april dipinge, maggio fa le belle donne, e giugno fa le brutte carogne.


si ride, si piange





MARIA & ANNAMARIA... a dopo

LA STORIA DI TUTTE LE STORIE

Anche se in ritardo ,cari amici ,voglio segnalarvi quanto andrete a leggere



Il Laboratorio Teatrale Integrato “Piero Gabrielli”
presenta

LA STORIA DI TUTTE LE STORIE

da Gianni Rodari

adattamento Attilio Marangon
musiche Simone Maggio
scene Paolo Ferrari
costumi Loredana Spadoni
componente pedagogica Luigia Bertoletti Angela Mancini
regia Roberto Gandini

con in ordine alfabetico: Yonas Aregay, Davide Bannino, Giulia Bonanni, Diana Bulf, Flavia Ciniglio, Massimo Esposito, Andrea Giancaterina, Matteo Leporelli, Fabrizio Lisi, Fabiana Marchetti, Chiara Mercuri, Flaminia Merenda, Gabriele Ortenzi, Gelsomina Pascucci, Fabio Piperno, Ettore Savarese, Giulia Tetta, Livia Travia, Danilo Turnaturi, Cristiano Zingaretti, Lucia Zorzoli.


Da venerdì 20 maggio e fino a domenica 22 maggio al Teatro Argentina a Roma sono andati in scena i ragazzi del Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli.
Ho letto troppo tardi questa notizia, ma ho voluto ugualmente segnalarla. Penso che l’impegno che mostrano queste persone è ammirevole e degno di essere portato a conoscenza di quante più persone possibile.
Il Laboratorio Teatrale, tenuto da professionisti del Teatro e della Scuola con la collaborazione di specialisti della riabilitazione è rivolto a ragazzi disabili e non, con lo scopo di promuovere un percorso di integrazione attraverso il teatro.
Nel 1981, Piero Gabrielli propose la sua “utopia” di integrazione attraverso il teatro. Con il coinvolgimento delle tre istituzioni (l’Assessorato alle politiche sociali del Comune di Roma, il Teatro di Roma e il Provveditorato agli Studi di Roma) nel 1982 l’utopia divenne un progetto di laboratorio teatrale aperto a ragazzi con e senza problemi di comunicazione.
Piero è scomparso nel dicembre del ’94 ma, senza retorica, con la convinzione di proseguire insieme in un percorso concreto di crescita culturale e sociale, Gabrielli continua a far parte dei laboratori che, a partire dal 1995, portano il suo nome.
Ogni persona esprime un bisogno fondamentale di comunicazione: la comunicazione si sviluppa se l’ambiente la favorisce. Partendo dalla constatazione che in assenza di stimoli l’handicap si moltiplica, i professionisti del laboratorio propongono un altro modo, tra i tanti possibili, per riconsiderare le occasioni formative che la scuola offre. Tale proposta si cerca di consolidare e concretizzare attraverso il fare. Siamo tutti consapevoli che il rapporto con la realtà e’ mediato dalla cultura, quale sintesi del complesso dei valori dell’ ambiente sociale in cui ognuno vive. La trasmissione avviene attraverso la formazione, attraverso la progressiva interiorizzazione dei sistemi simbolici e l’acquisizione dei diversi linguaggi. Fare laboratorio significa dare possibilità alle persone di estrarre , dai linguaggi possibili, la motivazione giusta e metterla nelle condizioni di esprimersi. La funzione del laboratorio e’ quella di portare ciascuno secondo le proprie possibilità, dentro un occasione di comunicazione e di scambio, smorzando l’aggressività a favore della socializzazione, “educando alla globalità” dei linguaggi. Ciò significa dare capacità di lettura e di esprimere tutta la realtà non solo attraverso la parola ma anche attraverso il gesto, il suono, il colore, la forma.
Questa volta sul palco “La storia di tutte le storie”, che Gianni Rodari scrisse per “ragazzi messi in grado di usarne liberamente”, come lui stesso dichiarò. Quel “liberamente” vuol dire che i ragazzi possono usare le sue parole, che poi erano quelle dei ragazzi spezzini, giocosamente e gioiosamente. Quel “liberamente” è un avverbio che vuole produrre liberazione nei ragazzi, non ti vuol far guardare le parole del copione con la lente del dovere, dei compiti, della scuola. Ti da il permesso di cambiare, stravolgere, adattare L’esigenza del Laboratorio è di adattare alle diverse abilità della giovane compagnia, disabili e normodotati, ragazze e ragazzi, stonati e intonati, alti e bassi, la storia che si decide di raccontare sul palcoscenico. Ed è proprio la libertà che permette a questi ragazzi di prendere possesso del palco e donare alle storie raccontate una loro particolare interpretazione ed attualizzazione. Un teatro per ragazzi fatto da ragazzi che riesce, secondo le parole del regista e coordinatore artistico Roberto Gandino, a riempire le lacune tecniche di una compagnia di giovani non professionisti, dei quali circa la metà hanno problemi di disabilità, e a rendere eccezionalmente espressive le difficoltà umane e le patologie individuali. Nello spazio scenico non c’è posto per la pietà, ma solo per un modo nuovo di raccontare storie, dando spazio solo alle emozioni e alle risate.


Sul canovaccio creato da Rodari, in pieno stile da Commedia dell’Arte, si lasciano le redini del gioco all’immaginazione e alla possibilità di dare un bel lieto fine alla storia, non perché, come prosegue lo scrittore, ai bambini si debba dare per forza il “dulcis in fundo”, ma perché “se ci si mette dalla loro parte, il mondo è sempre sul punto di cominciare” .
Rodari credeva nella necessità che l’immaginazione avesse il suo posto nell’educazione e che fosse necessario dare fiducia alla creatività dei giovani, dai più piccini ai più grandi, per essere messa al servizio della loro crescita. Credeva inoltre che l’esperienza teatrale, nella sua complessità, contenesse gli elementi di una scuola nuova e vera, sottratta a schemi artificiosi e alimentata da motivazioni “in presa diretta” dei ragazzi.
Anche a questo serve il teatro per ragazzi: ad arricchire l’infanzia, a moltiplicare le sue occasioni di felicità”.
La storia di tutte le storie è una storia con la S maiuscola, un viaggio straordinario di avventure,scherzi, paure, sogni, alla scoperta di se stessi, da quando si nasce al momento in cui si diventa grandi.  La forza, la fragilità e l’energia degli interpreti sanno condurre il pubblico di grandi e piccini davanti al grande specchio dove alla fine del viaggio possono vedere riflessa la loro immagine. Riconoscersi è un’esperienza che cambia, fa crescere e regala momenti di felicità.
Allo spettacolo era associato il Concorso per le scuole “Le maschere di oggi”, bandito dall’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio, d’intesa con Roma Capitale Assessorato per la Promozione dei Servizi Sociali e della Salute e con il Teatro di Roma.
Per assistere alla messa in scena di venerdì 20 maggio il contributo richiesto è andato a costituire il fondo cassa per acquistare i premi destinati ai vincitori del Concorso.  L e successive repliche sono state a titolo gratuito e Sabato 21 maggio, al termine della replica, sono stati premiati i vincitori del Concorso dalla Commissione Esaminatrice alla presenza delle Istituzioni Promotrici.
  


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MARIA... a dopo

" E' AMORE" -



 
Di fiamma arderò
lasciando che le
emozioni
riempiano questa vita vuota.
Brucerò domani, però,
oggi voglio chiudere gli occhi,
voglio immaginare un mare azzurro
che inondi la spiaggia
e che penetri nel mio essere.
Poi domani
quando ritornerai da lontano,
sarò pronta ad assaporare i   tuoi baci,
ci avvolgeremo nella passione,
allora sì che brucerò
fino in fondo all’anima.
 
Annamaria2

lunedì 30 maggio 2011

Batosta elettorale per Silvio Berlusconi!!!

LIBERALVOX - IL SOCIAL NETWORK CHE FA OPINIONE:

TRACOLLO DEL CENTRODESTRA! Giuliano Pisapia è il sindaco di Milano. Luigi De Magistris è il sindaco di Napoli! Adesso, finalmente, si cambia! Batosta per il premier Silvio Berlusconi ai ballottaggi: il centrodestra perde nettamente a Milano e Napoli e il centrosinistra avanza in tutta Italia. Il Cavaliere perde persino ad Arcore! Berlusconi e il berlusconismo sono ormai sul viale del tramonto. C'é una esplicita richiesta alla politica - da parte della genteperbene di questo Paese - di decoro, di decenza, di onestà, di pulizia e di occuparsi dei problemi del Paese e una domanda di cambiamento che non può essere disattesa o demandata ai soliti giochi di palazzo!!! E Radio Padania trasmette ...bandiera rossa!!! Chi piange... «Valutati i risultati elettorali intendo rimettere il mio mandato di coordinatore nelle mani del Presidente Berlusconi. Ritengo che da questo momento il Presidente Berlusconi debba ricevere non solo la più ampia fiducia e solidarietà ma soprattutto la assoluta e incondizionata libertà di decisione e di iniziativa per quanto riguarda il futuro del partito». Lo afferma il coordinatore del Pdl Sandro Bondi. Chi ride... «Abbiamo pareggiato 4-0». Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani si fa beffa del centrodestra scherzando così con collaboratori e dirigenti del partito, alludendo al fatto che il Pdl aveva definito un pareggio la batosta rimediata al primo turno delle amministrative.

le notizie segnalate da CATERINA



Se il potere non ascolta
il popolo di Internet

Il G8 del web voluto da Sarkozy è stato un grande evento potenzialmente rivoluzionario, ma chiuso da parole vaghe per quanto riguarda i diritti e molto chiare nel campo degli interessi

di STEFANO RODOTÀ
Si può organizzare un "evento storico" su Internet senza il "popolo" di Internet? Si può esaltare il ruolo di Internet nel rendere possibili cambiamenti democratici e poi essere reticenti o silenziosi sulla effettiva tutela dei diritti fondamentali in rete? Si può definire Internet "un bene comune" e poi affermare l'opposto, la sua sottomissione alla logica della proprietà privata?

Sì, è possibile, per quanto contraddittorio o paradossale ciò possa apparire. È accaduto la settimana scorsa tra Parigi e Deauville, in occasione del G8 che Nicolas Sarkozy ha voluto far precedere da un grande incontro dedicato appunto ai problemi di Internet. Mettere questo tema al centro dell'attenzione mondiale poteva essere un fatto significativo se fosse stato accompagnato da presenze, proposte, conclusioni davvero corrispondenti alle dinamiche innovative, alle opportunità, alle sfide difficili che ogni giorno Internet propone a miliardi di persone. Non è stato così. Le molte parole dedicate a Internet nel comunicato finale del G8 sono vaghe quando si parla di libertà e diritti, e terribilmente precise quando vengono in campo gli interessi. Un esito prevedibile e previsto. Nelle parole di apertura di Sarkozy, infatti, Internet non è il più grande spazio pubblico che l'umanità abbia conosciuto. È, invece, un continente da "civilizzare", dunque un luogo dove si manifestano in primo luogo fenomeni negativi che devono essere eliminati.

Questo rovesciamento di prospettive non sorprende. Sarkozy è il governante che più ha sostenuto la necessità di affrontare i problemi del diritto d'autore unicamente con norme repressive, riproponendo in ogni occasione la sua legge Hadopi come modello, e che ha subordinato il rispetto della stessa libertà di espressione alle esigenze di forme generalizzate di controllo (è appena uscita in Francia una raccolta di analisi critiche delle sue politiche dal titolo Sarkozysme et droits fondamentaux de la personne humaine). È il politico che affida la "grandeur" francese ad una agenzia pubblicitaria, che ha organizzato l'incontro di Parigi, e la fa puntellare dalla presenza di quei padroni del mondo digitale che si chiamano Google, Microsoft, Facebook, che tuttavia hanno profittato dell'occasione per rivendicare un intoccabile potere.

Il comunicato finale del G8 rispecchia largamente questo spirito. Si parla del ruolo fondamentale di Internet nel favorire i processi democratici, ma non compare neppure un pallido accenno alle persecuzioni contro chi adopera la rete come strumento di libertà, alle decine di bloggers in galera in diversi paesi totalitari, alle forme indirette di censura in paesi democratici. Si subordina così il rispetto dei diritti fondamentali, della libertà di manifestazione del pensiero in primo luogo, alle logiche della sicurezza e del mercato, con un evidente passo indietro rispetto a quanto è da tempo stabilito, ad esempio, dal Patto sui diritti economici, sociali e culturali dell'Onu. Si inneggia alla presenza di tutti gli "stakeholders", dunque di tutti gli attori dei processi messi in moto da Internet, ma poi si opera una drastica riduzione di queste presenze a qualche ministro francese (assenti i politici di altri paesi, in particolare gli americani notoriamente assai critici) e ai rappresentanti delle grandi imprese.

Una scelta così clamorosa e spudorata, che ha portato persino alla esclusione dei rappresentanti delle istituzioni che assicurano il funzionamento di Internet (Icann, Isoc), ha provocato una reazione dei pochi rappresentanti della società civile lì presenti, che hanno improvvisato una dura conferenza stampa, dove hanno preso la parola personalità rappresentative e tutt'altro che estremiste, come Lawrence Lessig e Yochai Benkler.

Siamo in presenza di una preoccupante regressione politica e culturale. L'esclusione degli altri attori, del popolo di Internet, ha determinato la cancellazione delle più interessanti elaborazioni e proposte di questi anni su modalità e principi ai quali riferirsi per il funzionamento di Internet.

 Siamo tornati alla contrapposizione frontale tra regolatori, identificati con chi vuole imporre alla rete controlli autoritari, e difensori di una libertà in rete identificata con la libertà d'impresa. è stata ignorata la dimensione "costituzionale", quella che mette al primo posto una serie di principi fondamentali che tutti, legislatori e imprese, devono rispettare. Così stando le cose, sono ben fondate le critiche di chi ha parlato di un "takeover" dei governi su Internet, di una dichiarata volontà politica di mettere le mani sulla rete. E si è svelato pure il significato del richiamo al diritto di accesso da parte delle imprese.

 Quando Eric Schimdt, parlando per Google, ha detto che l'unico compito dei governi deve essere quello di assicurare a tutti l'accesso ad Internet, certamente ha colto un punto essenziale, come dimostrano le molte costituzioni e leggi che in tutto il mondo stanno affrontando questo tema. Ma la sua indicazione si concreta poi in una richiesta volta soprattutto a rendere possibile la fornitura di servizi capaci di generare crescenti risorse pubblicitarie (ultimo Google Wallet), dunque di immergere sempre più profondamente le persone nella logica del consumo, mentre altra cosa è il libero accesso alla conoscenza in rete.

Certo, le imprese fanno il loro mestiere. Ma la loro capacità di produrre innovazione non può tradursi nella legittimazione ad essere gli unici regolatori di Internet. Perché è proprio così, dal momento che dispongono delle informazioni sui loro utenti, che sono i decisori unici e finali di molte controversie su che cosa deve entrare o rimanere in rete, che troppe volte hanno accettato le imposizioni di governi con l'argomento che stare sul mercato significa rispettare le regole nazionali, che esercitano un enorme potere economico.

I pallidi e retorici accenni alla privacy nel comunicato del G8, l'assenza di riferimenti alle posizioni dominanti di molte imprese, rivelano l'intento di una politica che vuole salvaguardare i propri poteri autoritari riconoscendo alle imprese un potere altrettanto autoritario. Inquieta, poi, la mancata analisi del tema della neutralità della rete, essenziale presidio per libertà e eguaglianza.

Ma questo disegno, questa nuova distribuzione del potere planetario non sono una via regia che potrà essere percorsa senza resistenze. Si potrà far leva sulle stesse contraddizioni del comunicato, cercando di rovesciarne le gerarchie e mettendo così al primo posto i riferimenti a libertà e diritti, alla pluralità degli attori.

Alla povertà e all'autoritarismo di quel comunicato si potrà opporre la ricchezza del rapporto dell'Onu sulla libertà di espressione che sarà presentato nei prossimi giorni a Ginevra. Peraltro, non sembra che tutti i governi siano pronti ad identificarsi con quella linea, come già mostrano alcune indirette riserve americane e le interessanti dichiarazioni del ministro degli Esteri tedesco. E soprattutto i soggetti e i progetti cancellati dal G8 con una mossa autoritaria rimangono vitalissimi e con essi, con la forza propria di Internet, bisognerà pure fare i conti.

La grande partita politica di Internet rimane aperta. 


La Repubblica.it

GESTI DI AUTOCONFORTO... e non solo

Tra il serio e il faceto Enzo continua a dispensarci consigli utili anche nel campo della pscologia umana.
Eccone una serie non esaustiva ma abbastanza significativa.



GESTI DI AUTOCONFORTO
GESTI DISTRAENTI
GESTI DI FUGA
GESTI DI PARALISI

Sono gesti di auto conforto quelli che si fanno per consolare e confortare se stessi in momenti di:
- solitudine
- disagio
- e ci sentiamo vulnerabili

In certi momenti “sentiamo” che gli avvenimenti ci sopraffanno, un problema familiare anche non grave, un pensiero negativo che ci assilla: e noi che facciamo? Ci sentiamo in certi momenti, soli e non siamo a nostro agio: ergo, pensiamo di essere sopraffatti da qualcuno o da qualcosa…che può essere anche un semplice rimprovero, un cicchetto, una ramanzina. Sicché “reagiamo” muovendoci ed attuando una vera e propria sequela di movimenti, atteggiamenti o gesti detti appunto di auto conforto.


I GESTI DI AUTOCONFORTO

1- accarezzarsi, abbracciare se stessi o tenere stretto a sé un oggetto morbido (es. un orsacchiotto di pezza).
Si tratta di un comportamento innato; voi non ricordate, ma quando eravate piccolo (o piccola), vi succhiavate il dito; lo fa anche il feto nel ventre materno; lo fanno persino i primati quali gli scimpanzé e i lemuri.

2- mettere le mani nelle tasche, o sotto le cosce: si cerca conforto o nascondere un certo imbarazzo;

3- infilare il pollice nel resto della mano chiusa a pugno.
Spiegazione: vuol dire che qualcuno ci ha detto qualcosa che ci ha messo in ansia, in difficoltà o reso tristi;

4- afferrare una mano con l’altra, stringerla o intrecciare le dita;

5- abbracciare un cuscino o la borsetta oppure stringere l’orlo di una maglia o tirare i lembi di un indumento avvolgendoli attorno al busto come se avessimo freddo;

6- giocherellare con un ninnolo, una pallina di gomma o un oggetto morbido attaccato al portachiavi;

7- annodare i capelli (lunghi) su un dito, si rievoca il contatto con i capelli della mamma in un gesto che molti bambini fanno prima di addormentarsi; “sicché mi sovvien la piccola che rimpiccioliva sotto il mio braccio” da “I Ricordi Viaggianti “ di V. Stucky).



I GESTI DISTRAENTI E DI FUGA

Trovandoci in situazioni d’imbarazzo:

1- aggiustare i nostri accessori quali:
- controlliamo la chiusura della borsetta, che il cinturino dell’orologio sia agganciato, che la sicura del braccialetto sia scattata;

2- afferrare con le dita la cassa dell’orologio e muoverla ripetutamente;

3- appoggiare le mani sui braccioli o sul sedile, rizzare il busto o lo portiamo in avanti e solleviamo i piedi: così si esprime un impulso alla fuga;

4- portare il sedere sul bordo della sedia: esprime fuga o desiderio di andare via;

5- orientare le gambe e/o il bacino in una direzione diversa da quella del tronco: stesso significato del punto 4;

6- avvolgere le gambe attorno a quelle della sedia: esprime senso di disagio e bisogno di scaricare la tensione;

7- cambiare spesso posizione da seduti: esprime forte desiderio di scappare;

8- dalla posizione iniziale /seduti) ci solleviamo di scatto, esitiamo e assumere un’altra posizione tesa;

9- piedi in posizione divergente / piedi che puntano verso una possibile via di fuga, oppure pestare un piede con l’altro, muovendo la punta delle scarpe o curvando le dita del piede, oppure sollevando uno o entrambi i talloni. Molti dei segnali di gambe e piedi esprimono ansia, disagio e forte desiderio di andarsene, di uscire o fuggire.



I GESTI DI PARALISI

1- La reazione di paralisi – stato psicofisico noto a tutti - può avvenire quando
ci si trova in mezzo a una folla e i piedi sembrano incollati al suolo. Un gruppo di psicologi americanio ha scoperto che le persone fortemente ansiose tendono a reagire, in situazioni di pericolo, con l’immobilità.

Alcuni indizi della reazione di paralisi sono:

1- pallore o irrigidimento improvviso;

2- improvviso arresto della gesticolazione;

3- bisogno di appoggiarsi;

4- un brivido freddo;

5- afonia ossia perdita della voce;

6- perdita della motilità ossia incapacità di muoversi;

7- espressione di stupore;

8- non ricordare una cosa ovvia (nome, cognome, via, ecc.)



RICORDATE: più capirete l’interlocutore (e / o l’evento) meglio capirete anche
voi stessi.

Enzo


continua con: “I segnali di piacere”

le notizie segnalate da CATERINA


Batterio killer, Codacons chiede misure urgenti
"Bloccare import di cetrioli da tutta Europa"


Il Codacons ha chiesto alle autorità sanitaria italiane "misure urgenti" per bloccare le importazioni di cetrioli da tutta l'Europa, a tutela della salute in relazione all'infezione causata dal batterio Escherichia coli  che ha causato almeno 276 infezioni in Germania e casi in molti Paesi Europei.

"Il ministero della Salute e gli altri organi competenti devono bloccare immediatamente le importazioni di cetrioli e cetriolini provenienti da tutta Europa", afferma in una nota il presidente Codacons, Carlo Rienzi. È anche indispensabile, prosegue la nota, "effettuare controlli stringenti su tutta l'ortofrutta diretta in Italia e proveniente dalla Spagna e dall'Olanda. Queste misure - secondo Rienzi - sono necessarie per evitare il diffondersi del pericoloso batterio anche nel nostro Paese". L'associazione invita infine "i cittadini a verificare con attenzione la provenienza degli alimenti, obbligatoria su tutte le etichette di frutta e verdura".

Ancora vittime in Germania
. Secondo alcune informazioni non ancora confermate ufficialmente, in Germania le vittime sarebbero salite a dieci. Il domenicale svizzero 'Der Sonntag' cita oggi due nuovi casi nella Confederazione elvetica, mentre il Centro europeo per la prevenzione e il controllo (Ecdc) ha riferito di altri 25 casi sospetti in Svezia,
sette in Danimarca, tre in Gran Bretagna, due in Austria e uno in Olanda. Intanto, cetrioli spagnoli 'incriminati' sarebbero stati importati anche dalla Repubblica Ceca, ha reso noto la locale autorità per l'agricoltura e l'alimentazione.

Il batterio Ehec provoca diarree o diarree emorragiche, fino a produrre una sindrome emolitica e uremica, potenzialmente letale. "I tedeschi hanno fatto sapere che i cetrioli sono stati distribuiti anche in Ungheria, Austria e Lussemburgo", ha detto il portavoce dell'autorità sanitaria Ceca, Michal Spacil. Intanto le autorità tedesche hanno avvertito oggi che la causa della contaminazione della verdura con il batterio all'origine di almeno dieci decessi in Germania non è stata ancora identificata.


La Repubblica.it

sabato 28 maggio 2011

HO VISTO UN FILM "CIGNO NERO" - di MARIA


Regia : Darren Aronofsky Interpreti : Mila Kunis, Natalie Portman, Winona Ryder, Sebastian Stan, Vincent Cassel, Toby Hemingway , Janet Montgomery, Kristina Canapa, Ksenia Solo Soggetto : Sceneggiatura : Genere : Drammatico - Thriller Produzione : Cross Creek Pictures, Phoenix Pictures, Protozoa Pictures Distribuzione : 20th Century Fox Nazione : U.S.A. 2010 Durata : 103 minuti circa



Nina è una veterana ballerina che vive per la danza nel mondo del balletto newyorchese. Soffocata dall’autorità della madre, Nina cerca nuove soddisfazioni nella carriera, ma dovrà scontrarsi con un ambiente competitivo e con i propri demoni interiori. Il direttore artistico è pronto a nominare un’altra prima ballerina per il Lago dei Cigni. La scelta cadrebbe su Nina, ma anche Lily, l’ultima arrivata, colpisce il direttore. Il Lago dei Cigni richiede una ballerina con la purezza e la grazia del Cigno Bianco, ma anche l’insidiosa sensualità del Cigno Nero: il Cigno Bianco, delicato e innocente, e il Cigno Nero, che emana una malvagità seducente, nel classico Il lago dei cigni, in grado di trasformare una sconosciuta in una star. Nina riesce ad ottenere il ruolo, ma non è sicura di poter incarnare la parte oscura della Regina dei cigni. Mentre raggiunge nuove vette con il suo corpo, gli incubi, le fantasie e le gelosie che nasconde iniziano a farsi strada in maniera profonda, causando uno scontro pericoloso con la provocante nuova arrivata, sua maggiore rivale. Nina in breve tempo si cala fin troppo bene nel ruolo del malvagio e mortale Cigno nero...

Piace…non piace

Applaudito e fischiato quasi in egual misura a Venezia, poi candidato a 5 Oscar (film, regia, attrice, fotografia, montaggio), Il cigno nero è un concentrato di temi e figure viste in altri film sullo spettacolo; mostra inoltre una carica sessuale tanto esplicita finisce per oscurare e banalizzare i conflitti psicologici della protagonista.

E’un film raffinato non solo per l’ambientazione ballettistica, ma per l’esplorazione dei lati oscuri della natura umana, delle loro influenze, delle conseguenze sul nostro agire, seguendo una strada che parte da premesse da dramma per trasformarsi in un horror psicologico.

Natalie Portman, aderisce prodigiosamente al personaggio sia sul piano fisico che psicologico, la ballerina perfezionista che arriva fino all’autolesionismo e forse alla schizofrenia. Il coreografo francese senza scrupoli che usa tutti i trucchi della manipolazione professionale e sessuale è Vincent Cassel, perfetto come carogna europea. L’ambigua collega-rivale, che la povera Nina vede ovunque, è un po’ il suo “doppio”, un po’ la sua immagine ideale, ovvero ciò che la danzatrice teme e oscuramente spera di diventare: nel linguaggio Jung, la sua ombra.
Definire “Il cigno nero” come un film sul balletto sarebbe fuorviante; la storia racconta, in apparenza, la vita che si svolge dietro le quinte di molte compagnie teatrali e di ballo: rivalità, ambizioni, discussioni, invidie e gelosie. Eppure il regista non è interessato nel seguire queste storie di quotidianità, intende invece scrutare la fragile personalità della protagonista. Conduce lo spettatore in un tortuoso viaggio attraverso visioni che lasciano dubbi sull’effettiva realtà di quanto accade: verità o finzione? Allo scopo, è determinante la presenza degli specchi: se è facile trovarli negli ambienti del ballo, il regista li riproduce ovunque può. Il soggetto del film è, appunto, il doppelgänger (sdoppiamento) , un argomento spesso trattato in letteratura e nel cinema, ma sempre intrigante. Il doppio inteso come “gemello maligno”, la parte oscura, nascosta a noi stessi. Il regista non spiega nulla esplicitamente, non approfondisce molti aspetti (in particolare, il rapporto con la madre e i motivi che spingono la protagonista a grattarsi fino a provocarsi dolorose ferite) lasciando, così, nelle mani dello spettatore, tra dubbi ed incertezze, diverse chiavi di lettura sui comportamenti della protagonista. Nina ha  trascurato i rapporti con l’altro sesso per troppo tempo, perdendo contatto con le emozioni. Sarà la nuova ballerina Lily, a farle scoprire il piacere ed il sesso, uno sconvolgente, ma non fuori luogo sesso lesbico, perché descrive un tappa  della metamorfosi in cigno nero della protagonista.
La colonna sonora de “Il cigno nero” è di alta qualità, ovvio considerando le meravigliose musiche che fanno da sottofondo all’arte del balletto. L’aspetto tecnico più interessante è il trucco realizzato da Judy Chin, di grande impatto visivo, con una cura particolare nel contorno occhi.

La make up designer ha lavorato sull’evolversi del personaggio passando dai colori leggeri, quasi invisibili, iniziali fino all’argento-nero che ne enfatizzano l’aspetto maligno.

Un film così, è ovvio, non si giudica per il suo equilibrio. Si ama o si odia, senza distinguo e senza vergogna.

 

 

Questi sono i film in sala da venerdì 27 maggio 2011.

 

UNA UNA NOTTE DA LEONI 2

Una nuova avventura di Phil, Alan, Doug e Stu

Regia di Todd Phillips. Con Bradley Cooper, Ed Helms, Zach Galifianakis, Justin Bartha, Ken Jeong. Genere Commedia - USA, 2011 - Durata 102 minuti circa. In sala già da mercoledì 25 maggio.  Nel seguito della commedia "Una notte da leoni", Phil (Bradley Cooper), Stu (Ed Helms), Alan (Zach Galifianakis) e Doug (Justin Bartha) partono per l'esotica Thailandia per il matrimonio di Stu. Dopo l'indimenticabile addio al celibato di Las Vegas, Stu non vuole correre rischi e ha optato per una sicuro e pacato brunch prima del matrimonio. Tuttavia, le cose non vanno sempre come previsto. Cosa succede a Las Vegas può rimanere a Las Vegas, ma quello che accadrà a Bangkok non possono neppure immaginarlo.

THE HOUSEMAID




Le donne sabotatrici e sabotate di Im Sang-soo

Un film di Im Sang-soo. Con Jeon Do-yeon, Lee Jung-Jae, Youn Yuh-jung, Seo Woo, Park Ji-young.  Genere Thriller - Corea del sud, 2010 - Durata 106 minuti circa.Euny viene ingaggiata come governante e bambinaia nella casa di una ricchissima famiglia, dove la giovane e bella moglie di un uomo d’affari aspetta il frutto della seconda gravidanza, due gemelli. Bambina a sua volta, per lo spirito ingenuo e generoso che la contraddistingue, Euny conquista tutti, dalla piccola Nami, la primogenita, alla collega anziana che ha speso la sua vita a servizio nella villa, al padrone di casa, che presto passa a chiederle ben più di quello che è stata chiamata a fare. Quando la ragazza si ritrova incinta, la padroncina e sua madre non esitano a pianificare il peggio, in nome dei privilegi da conservare, costi quel che costi.

ET IN TERRA PAX




Secco e affilato come un rasoio il ritratto di vite al limite nella periferia di Roma

Un film di Matteo Botrugno, Daniele Coluccini. Con Maurizio Tesei, Ughetta d'Onorascenzo,Michele Botrugno, Fabio Gomiero, Mattia Nissolino.  Genere Drammatico - Italia,2010 - Durata 89 minuti circa.Marco, ex detenuto, torna a spacciare cocaina per conto dei suoi vecchi compari Glauco e Mauro; Faustino, Massimo e Federico trascorrono le loro giornate fra droga e bravate; Sonia, si divide tra gli studi universitari e il lavoro nella bisca di Sergio. Un banale incidente porterà i protagonisti a lasciare dietro di sé una scia di fuoco, sangue e violenza.

BALLA CON NOI (LET'S DANCE)

Un film di Cinzia Bomoll. Con Alice Bellagamba, Andrea Montovoli, Mascia Musy, Sara Santostasi, Guido Branca.  Genere Musicale - Italia, 2011 - Durata 90 minuti circa.Hanno vent'anni, dei sogni da realizzare, degli ostacoli da superare. Hanno l'energia dei sentimenti, l'incoscienza dell'età, le incertezze di chi non sa come sarà il domani. Hanno idee diverse, diverso colore della pelle, ma hanno in comune una grande passione: ballare.

CORPO CELESTE




Ritratto sincero di un'adolescente alle prese con i sacramenti, dentro e fuori la Chiesa

Un film di Alice Rohrwacher. Con Salvatore Cantalupo, Anita Caprioli, Yle Vianello, Renato Carpentieri, Yile Vianello.  Genere Drammatico - Italia, 2011 - Durata 98 minuti circa.Il film è ambientato a Reggio Calabria e a Roghudi, borgo abbandonato dell’Aspromonte. È la storia di una crescita: Marta ha 13 anni, è appena tornata a vivere con sua madre a a Reggio Calabria dalla Svizzera, dove è cresciuta. I suoi avevano lasciato l’Italia in cerca di lavoro, quando Marta era bambina. Ma ora, il lavoro in Svizzera non c’è più e la madre, sola, ha deciso di tornare. A Reggio la protagonista incontra un mondo sconosciuto diviso tra ansia di consumismo “moderno” e resti arcaici. Chiamata a fare la cresima, Marta cerca nella parrocchia le risposte alla sua inquietudine. Troverà un luogo vuoto e soltanto l’incontro finale con un vecchio sacerdote isolato saprà ridare a Marta il senso di ciò che bisogna cercare, senza mai smettere.

Buona visione . . . a tutti da Maria