lunedì 30 maggio 2011

GESTI DI AUTOCONFORTO... e non solo

Tra il serio e il faceto Enzo continua a dispensarci consigli utili anche nel campo della pscologia umana.
Eccone una serie non esaustiva ma abbastanza significativa.



GESTI DI AUTOCONFORTO
GESTI DISTRAENTI
GESTI DI FUGA
GESTI DI PARALISI

Sono gesti di auto conforto quelli che si fanno per consolare e confortare se stessi in momenti di:
- solitudine
- disagio
- e ci sentiamo vulnerabili

In certi momenti “sentiamo” che gli avvenimenti ci sopraffanno, un problema familiare anche non grave, un pensiero negativo che ci assilla: e noi che facciamo? Ci sentiamo in certi momenti, soli e non siamo a nostro agio: ergo, pensiamo di essere sopraffatti da qualcuno o da qualcosa…che può essere anche un semplice rimprovero, un cicchetto, una ramanzina. Sicché “reagiamo” muovendoci ed attuando una vera e propria sequela di movimenti, atteggiamenti o gesti detti appunto di auto conforto.


I GESTI DI AUTOCONFORTO

1- accarezzarsi, abbracciare se stessi o tenere stretto a sé un oggetto morbido (es. un orsacchiotto di pezza).
Si tratta di un comportamento innato; voi non ricordate, ma quando eravate piccolo (o piccola), vi succhiavate il dito; lo fa anche il feto nel ventre materno; lo fanno persino i primati quali gli scimpanzé e i lemuri.

2- mettere le mani nelle tasche, o sotto le cosce: si cerca conforto o nascondere un certo imbarazzo;

3- infilare il pollice nel resto della mano chiusa a pugno.
Spiegazione: vuol dire che qualcuno ci ha detto qualcosa che ci ha messo in ansia, in difficoltà o reso tristi;

4- afferrare una mano con l’altra, stringerla o intrecciare le dita;

5- abbracciare un cuscino o la borsetta oppure stringere l’orlo di una maglia o tirare i lembi di un indumento avvolgendoli attorno al busto come se avessimo freddo;

6- giocherellare con un ninnolo, una pallina di gomma o un oggetto morbido attaccato al portachiavi;

7- annodare i capelli (lunghi) su un dito, si rievoca il contatto con i capelli della mamma in un gesto che molti bambini fanno prima di addormentarsi; “sicché mi sovvien la piccola che rimpiccioliva sotto il mio braccio” da “I Ricordi Viaggianti “ di V. Stucky).



I GESTI DISTRAENTI E DI FUGA

Trovandoci in situazioni d’imbarazzo:

1- aggiustare i nostri accessori quali:
- controlliamo la chiusura della borsetta, che il cinturino dell’orologio sia agganciato, che la sicura del braccialetto sia scattata;

2- afferrare con le dita la cassa dell’orologio e muoverla ripetutamente;

3- appoggiare le mani sui braccioli o sul sedile, rizzare il busto o lo portiamo in avanti e solleviamo i piedi: così si esprime un impulso alla fuga;

4- portare il sedere sul bordo della sedia: esprime fuga o desiderio di andare via;

5- orientare le gambe e/o il bacino in una direzione diversa da quella del tronco: stesso significato del punto 4;

6- avvolgere le gambe attorno a quelle della sedia: esprime senso di disagio e bisogno di scaricare la tensione;

7- cambiare spesso posizione da seduti: esprime forte desiderio di scappare;

8- dalla posizione iniziale /seduti) ci solleviamo di scatto, esitiamo e assumere un’altra posizione tesa;

9- piedi in posizione divergente / piedi che puntano verso una possibile via di fuga, oppure pestare un piede con l’altro, muovendo la punta delle scarpe o curvando le dita del piede, oppure sollevando uno o entrambi i talloni. Molti dei segnali di gambe e piedi esprimono ansia, disagio e forte desiderio di andarsene, di uscire o fuggire.



I GESTI DI PARALISI

1- La reazione di paralisi – stato psicofisico noto a tutti - può avvenire quando
ci si trova in mezzo a una folla e i piedi sembrano incollati al suolo. Un gruppo di psicologi americanio ha scoperto che le persone fortemente ansiose tendono a reagire, in situazioni di pericolo, con l’immobilità.

Alcuni indizi della reazione di paralisi sono:

1- pallore o irrigidimento improvviso;

2- improvviso arresto della gesticolazione;

3- bisogno di appoggiarsi;

4- un brivido freddo;

5- afonia ossia perdita della voce;

6- perdita della motilità ossia incapacità di muoversi;

7- espressione di stupore;

8- non ricordare una cosa ovvia (nome, cognome, via, ecc.)



RICORDATE: più capirete l’interlocutore (e / o l’evento) meglio capirete anche
voi stessi.

Enzo


continua con: “I segnali di piacere”

4 commenti:

  1. Mammma mia quanti gesti, Enzo. Non temi mai che ti facciano dei gestacci, tipo due pugni aperti dinanzi agli occhi?

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  2. E' strabiliante che sia riuscito ad elencare tutti gli atteggiamenti e movimenti che inconsapevolmente si fanno in certe situazioni. Devo dire che molti li ritrovo miei, qualcuno a volte voluto. Quello che però mi piace fare spesso la sera è abbracciare un orsacchiotto di peluche... sarà un brutto segno? ☺ Maria.sa

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  3. Gli orsacchiotti di peluche hanno un'anima!
    ENZO

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  4. Sì, Lorè, è possibile che qualcuno mi possa mostrare i pugni. Ho praticato il Karate per parecchio tempo; io, per prenderle, dovrei trovarmi davanti uno molto più bravo di me. Il mio maestro lussemburghese diceva: "Se sei più bravo del tuo avversario, evita di batterti. Se vieni attaccato, allora ti devi difendere bene, evitando l'eccesso di difesa.
    Ciao, simpatico!
    ENZO

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