L'albero come simbolo di vita, e talvolta anche di morte, era diffusa in tutte le culture, anche prima della nascita del cristianesimo.
Da sempre e in tutte le culture: l'albero come simbolo della vita
Il bronzo indiano in alto a sinistra che si chiama "Albero della Vita e della Conoscenza" è del 1400 circa e testimonia il fatto che l'albero come simbolo di vita (e talvolta anche di morte) era diffusa in tutte le culture, anche prima della nascita del cristianesimo. Come in questo bell'oggetto indiano, anche nella cultura cristiana l'albero e il candelabro spesso si mescolano. Portano le luci che illuminano e che si spengono. Il legno della croce di Cristo è anche il legno che fiorisce, che fruttifica come si vede in molte catacombe e battisteri paleocristiani. Il paradiso fu spesso descritto come un giardino ricco di alberi carichi di frutta. A destra un quadro di Pacino di Bonaguida per il convento di Santa Croce a Firenze nella prima metà del Trecento.
1605: la nascita "ufficiale" dell'albero di Natale
La prima notizia sull'uso dell'albero di Natale viene dall'Alsazia: una cronaca di Strasburgo annota nel 1605: "Per Natale i cittadini si portano in casa degli abeti ('Dannenbaumen' nel tedesco dell'epoca), li mettono nelle stanze, li ornano con rose di carta di vari colori, mele, zucchero, oggetti di similoro". Ecco l'albero di Natale, ufficialmente per la prima volta. Un'antecedente dell'albero potrebbe essere l'antico rito pagano di portare in casa, prima del nuovo anno, un ramo beneaugurante. Nel Medioevo si diffonde la tradizione degli "Adam und Eva Spiele" (giochi di Adamo ed Eva) che prevedevano la ricostruzione nelle chiese dello scenario del paradiso in terra, proprio nel 24 di dicembre, vigilia di Natale, con tanto di alberi di frutta, simboli dell'abbondanza e del mistero della vita. Poi, a questi alberi di frutta si preferivano sempre di più gli abeti. L'abete, il "Tannenbaum", ha la caratteristica "magica" di essere sempreverde, che, secondo una favola, ha avuto come dono da Gesù stesso, per avergli offerto rifugio mentre era inseguito dai suoi nemici. Così non stupisce che l'abete, con la sua sagoma triangolare che rispecchiava anche bene la struttura piramidale e gerarchica della società medievale, diventa nel folclore tedesco l'albero cicogna dal quale la levatrice scuote i neonati.
Grazie a Goethe l'albero di Natale trionfa a Weimar
A sinistra vedete un'incisione tedesca del 1796 che raffigura una tipica scena natalizia in una casa della ricca borghesia. Al centro c'è l'albero di Natale, testimonianza del fatto che a quell'epoca era ormai una tradizione consolidata e molto diffusa in Germania, almeno nelle case dei borghesi e degli aristocratici. Johann Wolfgang Goethe, pur non essendo propriamente di fede cattolica o protestante, amava moltissimo questa usanza e grazie a lui l'albero si impose a Weimar che era il centro culturale dell'epoca. Nella sua famosa opera "I dolori del giovane Werther" l'albero di Natale compare per la prima volta anche nella grande letteratura. Anche i romantici che cercavano di valorizzare le tradizioni popolari non potevano non apprezzare questa antica usanza. In quell'epoca nasce anche la famosissima canzone "Oh Tannenbaum, oh Tannenbaum" che fino ad oggi è la canzone natalizia più cantata in tutta la Germania.
Oggi: l'albero è diventato una moda
Assistiamo a una diffusione massiccia e capillare di questa usanza (a sinistra una cartolina Cartolina del 1878 di L. Prang )
Certo che anche la festa di Natale non poteva fuggire al crescente consumismo. Molte tradizioni natalizie sono ormai quasi sparite (p.e. la recitazione di poesie natalizie da parte dei bambini, il cantare insieme le canzoni di natale, il "Wunschzettel", un biglietto che i bambini dovevano inviare a Babbo Natale o Gesù Bambino - a seconda della regione della Germania - elencando i regali desiderati, la preparazione in famiglia dei dolci tipici di Natale, etc.). La domanda principale di Natale spesso non è più: "Come rendiamo felice il nostro prossimo?", ma piuttosto: "Quanto possiamo spendere quest'anno?". Ma l'albero ha resistito, anzi, ha rafforzato la sua posizione, sembra proprio lui il vero simbolo di Natale. Nascono poi nuove usanze come i numerosi mercatini di Natale, che, oltre ad essere tipici, belli e accoglienti, hanno la simpatica caratteristica di essere molto utili agli affari . E l'albero stesso molte volte non è più l'abete, ma un sostituto di plastica, più o meno verosimile (ringraziano i verdi e le guardie forestali che protestavano da sempre - già all'epoca di Goethe - contro le devastazioni nei boschi nel mese di dicembre). Le candele di cera sono diventate delle luci elettriche (ringraziano i vigili del fuoco e le assicurazioni contro l'incendio).
Ma rinunciare all'albero? - Mai!
Ma rinunciare all'albero? - Mai!
Già, mai rinunciare all'albero. Siamo pazzi?
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