Vincenzo
Salemme ☻ IL DIAVOLO CUSTODE ☻
Non è la prima volta che ho assistito ad uno
spettacolo di Salemme, uno dei più scoppiettanti interpreti dello spettacolo
italiano. La
sua creatività è “evasa” dallo schermo cinematografico conquistando il
palcoscenico teatrale, dove da alcuni anni mette in scena testi scritti e diretti
da lui stesso.
L’ultimo impegno si intitola “Il
Diavolo Custode” ed è quello a cui ho
assistito in questi giorni, vi assicuro con gran divertimento, ma anche con
molti spunti di riflessione sulla natura umana.
Secondo
il “diavolo” Salemme, lo spettacolo dovrebbe far venire voglia di parlare di
più con noi stessi, con il diavolo che è in tutti noi, senza averne paura.
Se quel diavolo è in noi, forse è solo un povero diavolo che non può
certo farci del male, ma potrebbe darci una seconda possibilità.
Ci lamentiamo spesso con l’universo intero e con la vita che sono stati
troppo crudeli con noi, che ci hanno tarpato le ali, che ci hanno spezzato i
sogni.
E allora immaginiamo che un giorno il nostro “diavolo custode”salga
sulla terra e venga a dirci : -Vuoi tornare a nascere e ricominciare daccapo?
La vuoi una seconda possibilità? Ma sei sicuro che ne valga la pena? Ce la
farai a fare di meglio? –
Questo
è il tipo di domande che Salemme si è fatto insieme al pubblico, coinvolgendo
gli spettatori, ridendo un po’, senza cattiveria e senza paura, su noi stessi.
Un
cast di interpreti calati nei vari personaggi con convinzione, a cominciare da
Nicola Acunzo, l’aiutante “diavoletto” catanzarese, esilarante per immagine e linguaggio
dialettale praticamente indecifrabile !
Si può vivere onestamente ed essere felici? Il
dubbio che pone Salemme è di quelli davvero intricati, l’eccesso di onestà
porta spesso a vivere male anziché bene. Ne
sa qualcosa Gustavo, il protagonista della commedia; ha un piccolo bar, una
moglie e una figlia diventate due estranee ed un fratello un po’ troppo
impiccione, è travolto dalla crisi e rischia di perdere il bar e la casa,
eppure non riesce ad essere disonesto : secondo la moglie ha “il brutto vizio
di emettere scontrini”. Gustavo è talmente depresso che sta
pensando seriamente a compiere “l’insano gesto”, quand' ecco che nella sua vita
piomba quel “diavolo” di Salemme, con la solita ironia travolgente : lo scopo
del “diavolo custode” è quello di insinuare il dubbio, di far uscire Gustavo
fuori dagli schemi, di metterlo di fronte alla realtà di una moglie diventata
un’estranea, di dargli insomma una seconda chance per vivere diversamente. Coinvolgendo
il pubblico testimone, Salemme confeziona uno spettacolo divertente basato sul
meccanismo della psicanalisi, che l’attore stesso frequenta da 5 anni : ognuno
di noi ha una parte violenta e segreta che stenta ad accettare, che rivela la
fragilità dell’animo umano.
Vincenzo Salemme, dunque, non si limita a distendersi sul lettino dello
strizzacervelli ma ha scritto un testo sull' argomento mettendolo in scena come
una sorta di training autogeno in forma teatrale. La
soluzione sta in noi e non fuori di noi e in ciò risiede l' importanza della
psicoanalisi. Stiamo sempre a combattere contro un fantomatico nemico esterno,
senza capire che il nemico è dentro di noi: conosci te stesso, questo è il
nocciolo del problema!
Non tentiamo però solo di
imparare a conviverci, bisogna sforzarsi di superare il problema, tramutandolo
in un valore aggiunto. L' uomo moderno soffre
prima di tutto di solitudine e di un horror vacui che lo spinge non a
"vivere" il suo tempo, bensì ad "occupare" il tempo : oggigiorno,
campiamo il doppio dei nostri nonni, ma "viviamo" la metà degli anni,
perché non sfruttiamo al meglio le nostre risorse e potenzialità.
E come avviene ormai da quando sono iniziate le
repliche, gli spettatori escono dal teatro divertiti, nonostante i richiami
alla introspezione.
Un
pieno delle gag più effervescenti dell’attore napoletano che fanno scaturire la
risata sana e immediata, una sorta di antidoto per allontanare, almeno
temporaneamente, i pensieri grigi.
E
poi il consueto lungo monologo conclusivo in cui, tolta la maschera del
personaggio, Salemme mantiene solo quella dell’attore in grado, però, di
mandare messaggi profondi: dall’incapacità delle persone di godere del momento
perché continuamente prese dalle ansie e dalla preoccupazioni, alla perdita dei
valori più semplici, ma anche un lungo viaggio tra le differenze che ci sono
tra l’universo femminile e quello maschile, il tutto sempre al confine tra ciò
che è scritto nel copione e la sua meravigliosa arte improvvisativa.
Come assaggio vi propongo un brevissimo video,
girato ad Altomonte (Cosenza), sede di rassegne teatrali di grande prestigio .
. .
Buon
divertimento a tutti da . . . Maria !
Grazie Salemme...e Maria.
RispondiElimina☺ maria.sa
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