Legge Mosca n. 252 del 1974
Una truffa
semidimenticata ovvero UNA TOP TRUFFA
di Giorgio Bianco
Quasi mai se ne parla. Pochissimi
sanno che cosa sia, talvolta anche tra le persone più informate. Per quasi
venticinque anni la faccenda sarebbe rimasta sotto silenzio, se il 30 luglio
del 1998 un senatore dell'opposizione, Eugenio Filigrana, allora di Forza
Italia, non avesse presentato una lunga dettagliatissima interrogazione rivolta
agli allora ministri del Lavoro e delle Finanze, Tiziano Treu e Vincenzo Visco.
Si sta parlando della legge 252 del 1974, detta «legge
Mosca», dal nome del suo promotore, Gaetano Mosca, originariamente deputato
milanese del Partito Socialista molto vicino a Ernesto De Martino, poi passato
alla Cgil quando la direzione del Psi decise che avrebbe dovuto prendere il
posto del capo storico della corrente socialista all'interno del sindacato,
Fernando Santi. Quando nella Cgil, come nelle altre due principali
confederazioni sindacali, fu sancita l'incompatibilità tra mandato parlamentare
e incarichi sindacali, Mosca ritornò nel partito, dove ricoprì mansioni
importanti, fino alla vicesegretaria, ma la sua carriera politica si avviò al
tramonto nel 1976, quando, all'hotel Midas di Roma, si svolse la storica riunione
del comitato centrale del Psi che vide l'avvento di Bettino Craxi e l'eclisse
di De Martino.
Il nome di Giovanni Mosca, comunque, rimane legato, piaccia
o no, alla legge grazie alla quale decine di migliaia tra funzionari ex Pci,
portaborse ex Dc e socialisti, e, immancabilmente, sindacalisti Cgil-Cisl e
Uil,hanno potuto beneficiare - spesso abusivamente - di pensioni agevolate, e
di godere dell'incredibile privilegio di riscattarsi a basso costo non solo gli
anni trascorsi nel partito o nel sindacato, ma persino quelli passati sui
banchi di scuola, purché si rientrasse nelle suddette categorie. Nel complesso,
a beneficiare di questa manna sono state 37.503 persone, delle quali il 60%
della Cgil (9.368 unità) o dell'ex Pci (8.081), seguiti a ruota degli ex
padrini o impiegati della Dc (3.952), Psi (1.901), Cisl (3.042) e Uil (1.385).
Rimangono poi altre 9,390 pensioni erogate, sempre grazie alla legge Mosca, ad
appartenenti ad organizzazioni minori, comunque quasi tutte distribuite secondo
la logica del favoritismo, della clientela e della lottizzazione.
È stato calcolato che il danno provocato all'erario da
questo esercito di privilegiati ha superato i 25mila miliardi di lire. Grosso
modo, la somma che il governo di centro-sinistra ha cercato a suo tempo di
racimolare con i tagli sulle pensioni di anzianità previsti dalla finanziaria
'99. Una gigantesca truffa ai danni dello Stato, visto che il numero dei
beneficiari della normativa speciale ha superato di gran lunga quello degli
aventi diritto, come dimostra il fatto che, al momento dell'interrogazione di
Filigrana, molti risultavano ancora in servizio.
Il meccanismo della truffa, peraltro, era semplice. In molti
casi vanivano dichiarati anni, persino decenni, fasulli oppure lavorati in
maniera non continuativa. Tra i soggetti beneficiari della «legge Mosca»,
alcuni risultavano aver fatto gli autisti fin dall'età di 12 anni! Un altro
esempio del modo truffaldino con cui ci si servì del provvedimento fu la
vicenda giudiziaria di un impiegato toscano della Dc, che venne condannato per
truffa e falso ideologico e dovette restituire quasi 325 milioni di lire di
pensione intascati senza averne diritto. Ma il caso più eclatante fu il
processo istruito contro 111 lavoratori fittizi di Pci, Dc, Cisl e Lega Coop,
tutti accusati di aver usufruito della pensione garantita dalla legge Mosca
senza aver mai lavorato, rispettivamente, presso partiti, sindacati e
cooperative. In realtà, la maggior parte di costoro, negli anni riscattati,
erano stati partigiani, soldati, studenti (delle medie inferiori) quando non
addirittura detenuti!
La denuncia si rivelò una bella patata bollente, per una
sinistra che, proprio nel momento in cui si trovava a fare i conti con il
delicato terreno dei tagli alla spesa sociale, rischiava di trovarsi colta in
fallo, senza le carte in regola. «Vaglielo a dire - scriveva Robi Ronza - a
quei poveracci che hanno sempre pagato fiori di contributi all'Inps che la loro
pensione, sia pure d'anzianità (ma c'è chi l'ha presa avendo iniziato a lavorare
a dieci anni per davvero, e non solo figurativamente come hanno fatto risultare
i furbi della legge Mosca) che ora sono proprio loro a dover pagare truffe come
le pensioni per i finti invalidi o quelle di comodo per i vari politicanti
d'Italia».
Le domande di Filigrana, comunque, non ricevettero alcuna
risposta: un silenzio assoluto, tanto che il parlamentare definì esplicitamente
Romano Prodi «insabbiatore dello scandalo». Un silenzio, quello di Prodi, per
un verso anche comprensibile, visto che la truffa coinvolgeva anche molti degli
allora leader sindacali, nonché dei politici della sinistra, i quali, più che
il rosso delle bandiere, avrebbero dovuto mostrare quello della vergogna, a
dover spiegare alla classe operaia che avrebbe dovuto sopportare tagli
previdenziali per compensare gli sprechi e le truffe attuate negli anni
Sessanta per favorire esponenti della Trimurti sindacale, nonché della sinistra
stessa.
La questione ripiombò nel silenzio fino a quando, nel
gennaio del 2001, Marco Palma, consigliere comunale di Roma, tirò nuovamente in
ballo lo scandalo: «Il presidente dell'Inps, Paci, tiri fuori i nomi dei
beneficiari della legge Mosca. Così avvieremo una vera e propria perestrojka
presso l'Inps. Faremo luce sulla spartitopoli e sui moralisti che oggi lanciano
strali sulla previdenza dei lavoratori». Parole che, come nel '98 quelle di
Filigrana, sono rimaste del tutto prive di risposta.
ragionpolitica.it
Enzo
Bella trovata... fra questi signori che parlano bene e razzolano male vi sono tutti i grandi. Cosi ,almeno, loro credevano di essere, dal 1948 in poi. Anche se la legge è stata promulgata dopo molti anni, però si deve sapere che tutti i vecchi e nuovi militanti che hanno o che prestano ancora oggi servizio gratuito ai partiti e anche ai sindacati senza remunerazione possono usufruire di tale legge senza versare una Lira o un Euro in barba a chi la pensione se la guadagna. Questa legge Mosca è da abrogare ma nessuno la vuole eliminare perchè toglierebbero la possibilità ai loro parenti e amici di usufruirne e di prosciugare le casse dell’INPS.
Con la legge Mosca pensioni da 70 milioni di vecchie lire al mese…!!!
L’attuale presidente della Repubblica GIORGIO NAPOLITANO e l’ex presidente del Senato FRANCO MARINI beneficiano di questa legge!!!!
Annamaria...a dopo
Purtroppo la politica continua a farsi con omissioni sciagurate e drammatizzazioni di parte. Questo è, signori, e non ci piace. Forza Enzo.
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