“Sogno o son’ desto ?”. La notizia è quella di un decreto della Regione che riconosce Caserta quale città a prevalente economia turistica, e per la quale prevede una eventuale tassa comunale di soggiorno per i turisti che hanno la forza di fermarsi in una struttura alberghiera. Anche non abitando a Caserta, tutti i giorni mi ci reco per lavoro, mi sono detto: vuoi vedere che magari in lontananza si fosse elevata a mia insaputa una qualsivoglia forma metallica, anche lontanamente raffigurante la Torre Eiffel, o una struttura muraria da Colosseo, o una torre pendente di pisana memoria …Niente. E’ pur vero che abbiamo la splendida Reggia, e non lontanissimo l’Anfiteatro Campano, ma ditemi voi cosa facciamo di una bella macchina con il motore fuso e le gomme bucate … Questa eventuale tassa è il colpo finale ad un turismo già in forte calo, investito dalla crisi economica, all’insegna del “mordi e fuggi”, ammesso che si possa fuggire alla svelta, causa la presenza di migliaia di buche nella maggior parte delle strade, degne del miglior poligono per l’artiglieria, e che fungono, se non altro, come rallentamento a detta fuga dovendo principalmente evitare che saltino ruote, assi e semiassi. Da una stima degli organi preposti, una piccola famigliola in sosta turistica a Caserta, pagherebbe una sommetta di circa venti euro in più per un fine settimana, pressappoco quanto a Roma, con le dovute “piccolissime” differenze tra le due città. Il capoluogo “ (ex) Terra di Lavoro”, ruota turisticamente quasi unicamente sulla sua Reggia Vanvitelliana, e non offre strutture alberghiere degne, sopratutto quantitativamente, a reggere competitivamente in presenza della durissima crisi economica in atto; insieme a questo ci collochiamo una città soffocata dal traffico, dove, se ti avventuri con l’auto in talune zone (e non sei del posto), ti ritrovi tuo malgrado in un incredibile videogioco fatto di sensi unici, e alla fine ti ritrovi sempre allo stesso posto con il “game over”. Una città spaccata in due dai numerosi passaggi a livello, che con il continuo transito dei treni dalla vicinissima stazione, creano un totale blocco del traffico già di per sé fortemente congestionato. Aggiungiamo al giochino, la non buona fama che godiamo “fuori le mura” riguardo la criminalità, laddove osservi i turisti in giro guardarsi spesso intorno, vigili e con le mani strette sulle borse. Non è bello dire questo, purtroppo mi piange il cuore, ma è la realtà. Ci sarebbe tantissimo da lavorare, ma certamente tassare ancora il pellegrino che arriva in città a me pare onestamente l’ultima delle buone idee, o meglio la prima delle idiozie. Da parte degli amministratori si obietterà che il ricavo servirà a… Ma se tanto mi da tanto …E questo diventa uno dei primi assaggi del cosiddetto federalismo fiscale, quel che ci aspetta sarà peggio del “Churchilliano” “Sudore, Lacrime e Sangue”. C’era una volta una bella cittadina, con un turismo ed un economia fondati forse in gran parte sulle tantissime caserme allora presenti, ma tranquilla, pulita, paciona, con tanta gente che si recava in visita alla Reggia in maniera educata, seppur festosa. Una buona qualità della vita, poco o per niente turbata da qualsivoglia forma di criminalità. Forse già da allora, con lungimiranza, si doveva pensare a quella parte dei problemi che inevitabilmente poi sarebbero venuti, ma con il “senno del poi” si può fare tutto e niente …Peccato, peccato!. E’ in assoluto vero che la grandissima parte dei problemi attuali sono nostre creature, ovvie conseguenze del nostro operare quotidiano, della nostra educazione, del nostro modo di vivere, dallo scarso senso sociale, dall’individualismo del proprio orticello, delle nostre scelte politiche imposte dal penoso e misero piacerino personale, più che dal bene collettivo. La città è ridotta male soprattutto per colpa nostra. Che San Sebastiano il Santo Patrono ci perdoni …
Cipriano
Appunto, rivolgiamoci sempre ai nostri Santi protettori, Cipriano.
RispondiEliminaPurtroppo San Sebastiano, come tutti i Santi, può essere solo un "intermediario" per richiedere l'assistenza al Supremo... Bisogna rimboccarsi le maniche e agire, con grande caparbieta' e fiducia. Almeno i giovani guidati da sana ambizione dovrebbero finalmente comprendere che affidarsi alle generazioni che li hanno "prodotti" non fa progredire. Le mie sono parole, magari retoriche, ma se non proponiamo nulla di concreto ai Santi, che speranza abbiamo? solo nei miracoli? Maria.sa
RispondiEliminaNon posso che condividere. Ci vogliono: cultura, senso artistico, onesta morale, senso del dovere, soldi...è meglio che mi fermo. Comunque, bravo Cipriano!
RispondiEliminaAh, scusa...dimenticavo di dire che una qualità organolettica dei soldi è che ipnotizzano il possessore e provocano tachicardia al tocco.
Ciao, Cipriano e continua.
ENZO