sabato 10 novembre 2018

LE DONNE HANNO UNA MARCIA IN PIU’?







Sono totalmente d’accordo con questa lettura ( non per niente sono una donna!) Chissà, magari pure gli uomini, anche se non lo ammettono, si rendono conto che le donne hanno una marcia in più; che le donne siano effettivamente capaci di gestire i problemi e i conflitti all’ interno del mondo del lavoro e della famiglia. Questo potrebbe generare uno stato di frustrazione e di perdita di identità.
Samantha Cristoforetti, astronauta

Gli uomini capiscono che anche dal punto di vista del comando, ciò in cui si sono sempre identificati, le donne sono più brave perché comandano in una maniera più morbida, più intelligente, più intuitiva, più empatica e che in effetti hanno una marcia in più.
Bebe Vio atleta

Lo sento spesso dire da uomini che il futuro è delle donne e lo dicono con amarezza; sono consapevoli che le donne, in un futuro lontano (non troppo), prenderanno moltissimo spazio.
Questo dà loro un senso di perdita di identità. Sentono di aver perso il loro campo, il dominio sociale, la capacità di comandare perché poi, anche dal punto di vista dell’emotività, della relazione sentimentale, le donne per un dato biologico, per via della maternità, hanno una capacità di lettura delle emozioni e dei sentimenti oggettivamente superiore.
Quando, per esempio, una donna diventa premier rimangono spiazzati perché devono ammettere che una donna è capace di ricoprire il loro stesso ruolo e magari lo fa meglio.

Ci sono paesi, come la Svezia, che fanno formazione di giornalisti tarata in maniera diversa a seconda che si tratti di donne o di uomini.

Si parte dall’ idea che una donna ha una sensibilità naturale, spontanea per certi temi e che in un uomo, nella stragrande maggioranza dei casi, non c’è…
Sono convinta o perlomeno spero che col tempo spariranno le differenze di responsabilità e di valutazione economica nel mondo del lavoro tra uomo e donna. Intanto, in Islanda, recentemente è stata varata la legge, la piú severa al mondo, che impone a istituzioni pubbliche e private, aziende, banche e a qualsiasi datore di lavoro con piú di 25 dipendenti di assicurare pari retribuzione alle donne a pari qualifica con gli uomini.



E Reykjavík, governata da una Grande coalizione a guida verde il cui premier è una donna, Katrin Jakobsdóttir, fa i primi bilanci. Molto resta da fare nei salti di carriera, dicono gli esperti, troppo pesante resta il predominio maschile in economia, ma il salto retributivo è una conquista e vantaggio innegabile.



               La legge minaccia multe fino a 50mila corone islandesi (pari a circa 450 euro) per ogni caso personale di violazione dell´obbligo di parità retributiva a pari qualifica. Il governo di Katrin Jakobsdóttir ha concepito un´applicazione graduale della norma. Le piú grandi istituzioni e aziende hanno tempo fino al 2020, quelle piú piccole fino al 2025.


Annamaria

mercoledì 7 novembre 2018

LA LETTERA DI UN CANE CHE NON C'E' PIU'


Laika non sono ancora riuscita a sostituirti.

 E' piu' forte di me. Forse ci vorrà ancora un po' di tempo. 18 anni di percorso insieme ...non mi manca un cane, mi manchi tu.

Il ricordo di Viviana

Quando è arrivata Laika ricordo bene mia madre... Era un cucciolo peloso che pesava si e no mezzo chilo, e lei aveva " schifo" , non aveva mai avuto un cane in vita sua e nemmeno era troppo convinta di volerla in casa tra cacca e pipì da pulire., a volerla, fortemente, era mio fratello anche se poi,a dire il vero, come spesso accade, non se ne prese più cura.

Io avevo il fratello di Laika , Milo, volato in cielo dopo un anno e mezzo per avvelenamento... Ferita ancora aperta questa.
Quando la prendeva in braccio, mi correggo, quando gliela mettevamo di forza e prepotenza in braccio non la toccava nemmeno, utilizzava l'asciugamano,si impressionava.
18 anni dopo ....
Quando si invecchia il corpo cambia, quando si invecchia tanto come Laika è anche comprensibile impressionarsi o avere poco stomaco, mentre si muore avvengono dei processi fisiologici naturali, come lo svuotamento dell'intestino, o l'odore insopportabile che il tartaro produce dalla bocca già da giorni prima...
E quella persona che prendeva in braccio un cucciolo con un asciugamano per non toccarla, che poi è passata ai guanti per pulirla... Ieri a mani nude puliva il suo cagnolino da tutto ciò che le stava succedendo per portarla in clinica ancora nella speranza che, nonostante l'età ,con una puntura potesse riprendersi, le metteva in bocca senza schifo alcuno la siringa per farla bere o le gocce per calmarla .
Quella persona ieri l'accarezzava dopo la morte, accarezzava Laika nonostante fosse fredda, nonostante non ci fosse più .


Ecco come ti cambia dentro un cane .
O meglio, come ti cambia dentro l'amore di una cane .
Una volta erano Milo e Laika , ed ero convinta di non riuscire più dopo Milo , invece vedi mamma ... È arrivata Maya ....Riuscirai ad amare ancora , quando ti sentirai pronta ❤️ credimi come quando ti dicevo che avresti tolto quell' asciugamano che usavi per accarezzarla ❤️
Buon viaggio stronzina, che volevi la sedia a tavola abbaiando finché non te la si lasciava libera, il capobranco eri tu.
Viviana

Umano, vedo che stai piangendo perché è arrivato il mio momento. Non piangere, per favore, ti voglio spiegare alcune cose.
Tu sei triste perché me ne sono andato, ma io invece sono felice perché ti ho conosciuto.
Quanti come me ogni giorno muoiono senza aver conosciuto qualcuno di speciale?
Gli animali a volte passano così tanto tempo da soli, senza mai conoscere qualcuno. Conosciamo il freddo, la sete, il pericolo e la fame; dobbiamo preoccuparci di trovare qualcosa da mangiare e pensare a dove proteggerci la notte.
Vediamo volti tutti i giorni che passano senza mai guardarci, e a volte è meglio che non ci vedano.
A volte abbiamo la grande fortuna che tra le tante persone passa un angelo e ci raccoglie; a volte gli angeli vengono in gruppo, a volte ci sono altri angeli lontani che inviano tanti aiuti per noi. E questo cambia tutto. Se necessario ci portano da un altro tipo di angelo che ci cura.
Ci scelgono una parola che pronunciano ogni volta che ci vedono, un nome, penso si chiami così, questo indica che siamo speciali; abbiamo smesso di essere anonimi per essere uno dei tanti, ma anche un po di voi.
Da qui capiamo che quella è una casa!
Riuscite a capire quanto questo è importante per noi? Non dovremo mai più avere paura, freddo, fame o sentire male.
Se solo poteste calcolare quanto ci fa felici!
Non ci interesserà più se piove, se passerà una macchina molto velocemente o se qualcuno ci farà del male; ma soprattutto, non siamo soli, perché nessun animale gradisce la solitudine, cosa si puó chiedere in piú?!
So che ti rattrista la mia partenza, ma devo andare ora.
Promettimi che non biasimerai te stesso, ti ho sentito dire che avresti potuto fare di piú per me, non dirlo hai fatto molto per me! Senza di te non avrei conosciuto niente di tutta la bellezza che porto con me oggi.
Devi sapere che noi animali viviamo il presente: godiamo di ogni piccola cosa di tutti i giorni e dimentichiamo il passato se ci sentiamo amati; le nostre vite cominciano quando conosciamo l’amore, lo stesso amore che tu mi hai donato, il mio angelo senza ali ma con due gambe.

Voglio che tu sappia che, se trovi un animale gravemente ferito e che gli resta poco tempo, farai un grande gesto se gli starai accanto accompagnandolo nel suo passaggio finale, perché come ti ho detto prima a nessuno di noi piqce star solo, ancora meno quando ci rendiamo conto che è arrivato il momento di andare; forse per voi non è così importante avere qualcuno al vostro fianco che vi sostiene e ci aiuta ad andare con serenità.

Ma ora non piangere più, per favore. Io sarò felice, mi ricordo il nome che mi hai dato, il calore della vostra casa che é diventata anche la mia. Io mi ricordo il suono della tua voce quando parlavi con me, e anche se non sempre capivo tutto quello che mi dicevi io lo porterò nel mio cuore, insieme a ogni carezza che mi hai dato.
Tutto quello che hai fatto è stato molto importante per me è io ti ringrazio profondamente, non so come spiegarmi ora, perché non parlo la tua lingua, ma penso e spero che tu abbia visto la gratitudine nei miei occhi.
Prima di andare ti chiedo solo due favori: lavati il viso e comincia a sorridere.
Ricordati che è bello vivere insieme qualsiasi momento, anche questo; ricordati delle cose che ci facevano felici e per cui ridevamo. Rivivi con me tutto il bene che abbiamo condiviso in questo tempo e non dirmi che non adotterai un altro animale perché hai sofferto troppo la mia partenza; senza di te non avrei mai conosciuto le bellezze che ho vissuto, quindi per favore, non farlo.. sono in tanti che, come me, stanno aspettando qualcuno come te.
Dai anche a loro quello che hai dato a me, ne hanno bisogno, come io avevo bisogno di te.
Non conservare l’amore che puoi donare per paura di soffrire.
Segui il mio consiglio, valorizza quello che puoi dare a ognuno di noi, perché tu sei un angelo per noi animali, perché senza persone come te la nostra vita sarebbe ancora più difficile di come già, a volte, è.
Segui il tuo nobile compito, ora saró io il tuo angelo, ti accompagneró nel tuo cammino e ti aiuteró ad aiutare gli altri come me.
Ora vado a parlare con gli altri animali che sono qui con me, vado a raccontargli tutto quello che hai fatto per me e dirò con orgoglio: “Questa è la mia famiglia!”.
Il mio primo compito ora è quello di aiutarti a essere meno triste, quindi stasera quando guarderai il cielo e vedrai una stella lampeggiare sappi che
quella stella saró io che ti avviseró che sto bene e che ti ringrazieró per tutto l’amore che mi hai dato.
Ora vado, non dicendo “addio”, ma “a presto”.
C’è un cielo speciale per persone come voi, lo stesso cielo dove siamo noi e la vita ci ricompenserà facendoci ritrovare.
Io saró li che ti aspetto!

Questa lettera è stata tradotta del portoghese da Margherita Libè
Annamaria

lunedì 5 novembre 2018

TELEMARKETING, DOVE VENGONO PRESI I NOSTRI NUMERI?





Ecco come si comprano 500.000 numeri di telefono al mercato nero

Il “Tirreno”, grazie alla giornalista Ilaria Bonuccelli , ha fatto un’ inchiesta svelando l’acquisto di nominativi dall’ Albania. Numeri di cellulari, codici pod e pdr, indirizzi.


LIVORNO. Li abbiamo cercati, trovati e (quasi) acquistati. I numeri di telefono. I vostri numeri di telefono. E anche gli indirizzi, i codici fiscali. Perfino i codici delle bollette del gas e della luce. Pacchetto completo. Tutti i dati che vengono usati dai call center per le chiamate commerciali moleste. Valgono 0,8 centesimi l’uno al mercato nero. Perché possono essere venduti e rivenduti all’i nfinito.Varrebbero: Il Tirreno si è fermato un attimo prima di pagarli per non alimentare (nemmeno con un centesimo) il traffico indecente dei nostri dati. Però ci siamo fatti mandare i campioni – cellulari e numeri fissi – per testare la merce. E sono numeri buoni.

La compravendita
Dove prendi il mio numero?

In un anno e mezzo di campagna condotta contro il telemarketing aggressivo, per arrivare alla legge che mette un freno alle chiamate commerciali moleste, la domanda più frequente degli abbonati è stata: “Dove vengono presi i nostri numeri?”. Il Tirreno è in grado di dare una risposta. Non l’unica, di sicuro. Ma traccia una rotta sicura del commercio illecito dei dati. E porta dritta in Albania. Lo conferma la trattativa condotta nei primi giorni di marzo 2018...

Numeri in Italia, soldi all’Albania

«Allora il primo pagamento avverrà oggi oppure a iniziare da domani? Comunque mi devi informare 30 minuti prima così mi organizzo per farmi trovare all’ufficio». Il messaggio arriva via whatsapp. L’accordo è per pagare l’elenco dei numeri a blocchi. Il primo vale 600 euro. Il pacchetto completo 2.400. I dati arrivano dall’Albania. Segui i soldi. E via Western Union – il sistema di trasferimento del denaro a distanza – là sono diretti. Il destinatario è Rrael. Il cognome meglio lasciarlo perdere.

Seicentomila utenti

La merce, invece, è importante: 600mila numeri di telefono, fissi e cellulari. Di tre regioni: Toscana, Marche, Umbria. Completi di indirizzo degli utenti, codice fiscale e soprattutto codice cliente. Servono – è questo il succo della trattativa che abbiamo portato avanti – per una campagna di energia. Ci siamo finti una società in cerca di nuovi clienti. E quindi di nuovi numeri da contattare.
Articolo completo QUI

Ad oggi 100 milioni di utenze non si possono difendere dai call center e continuano le chiamate commerciali. Il ministero dello Sviluppo economico ancora non approva il regolamento che attua la legge.
Nel caso dei truffati di Paderno Dugnano, con tutti i nostri dati a disposizione, nemmeno hanno perso tempo a telefonarci…

ARTICOLO QUI

… Annamo bene!





Pero’ si possono bloccare firmando una petizione
La legge contro le telefonate moleste esiste. L’ha fatta approvare quasi un anno fa Il Tirreno con il sostegno di 122mila lettori e abbonati. Eppure le chiamate commerciali indesiderate sui cellulari e anche a casa continuano. Perché la legge non viene applicata. Il ministero dello Sviluppo economico non ha mai emanato il regolamento che consente a tutte le numerazioni di iscriversi al Registro delle Opposizioni e di bloccare il telemarketing aggressivo. Per questo IL TIRRENO, come racconta la giornalista Ilaria Bonuccelli, rilancia una nuova campagna. E una nuova petizione. Dopo sei mesi di attesa inutile, invita a firmare per far sbloccare il regolamento che può bloccare le chiamate moleste. Bisogna fare in fretta, prima che passi il tentativo di modificare la legge contro il telemarketing aggressivo. Per firmare basta andare sulla piattaforma www.change.org

CLICCA QUI

Annamaria

venerdì 2 novembre 2018

BUONA SERA SIAMO DI MIXER





Scritto e inventato da me. Ogni riferimento a cose, animali o persone è puramente casuale

CIPRIANO




Nota bene: il sorriso -☺- e’ il conduttore di mixer, il sorriso -☻- e’ la vedova della camorra

☺Buona sera! siamo di mixer stiamo intervistando una signora, vedova della camorra, moglie di un defunto camorrista.

☺Signora!

☻Eh! buona sera sigh …sigh …

☺Buona sera signora cosa ci dice di vostro marito?

☻Nu sant’omm era ‘o marito mio, nu sant’omm …tutto casa e famiglia, …casa e famiglia.

☺Signora io ho saputo e leggo che suo marito aveva sei amanti vero?

☻Appunto dicevo usciva da una casa e entrava in una famiglia avete capito, tutto casa e famiglia era ‘o marito mio sigh …sigh …

☺Signora si calmi un attimo per cortesia …ma perché lo hanno ucciso?

☻Eh!!. chi lo sa? Si era tolto pure dal giro, si era tolto mò …

☺Si! da quando?

☻2 giorni …Ieri sera si è tolto e stamattina mi l’hanno acciso sigh …sigh …

☺Signora …Signora lei si deve calmare altrimenti non la posso intervistare …Era una brava persona suo marito?

☻Uhh!! …Aiutava a tanta gente nu sant’omm ‘o marito mio nu sant’omm

☺Mah! …Sfruttava donne sulla strada?

☻Eh!! per carità! sfruttava? che so sti parole! lui le aiutava invece a quelle sulla strada

☺Ah! capisco! le toglieva dalla strada!

☻Noo!! le metteva sulla strada non le toglieva

☺Scusate …le metteva …o le toglieva?

☻Cioè lui la sera le metteva sulla strada e la mattina le toglieva avete capito?

☻Gesù …mio marito gli ha imparato nu mestiere gli ha dato un avvenire a quella gente avete capito?

☺Era un protettore?

☻Un santo protettore era n’altro San Gennar era nu brav’omm ‘o marito mio sigh …sigh …

☺Signora io leggo dal verbale che suo marito ha fatto tre omicidi

☻Eh!! tre omicidi si …ma vui sapite ‘o marito mio a chi ha accis?

☺No! ha chi ha ucciso?

☻Acciso a Pascale che abita dietro l’angolo do quartier

☺Ah! Don Pasquale!

☻Nu pover’omm …nun teneva na casa, nun teneva na famiglia, nun teneva arte, nun teneva parte …nun teneva niente




☻Wee! Chillo ‘o marito mio c’ha fatto nu piacere …ma a gente che ne sà! spiegatelo voi

☺Signora!

☻Eh!!

☺Signora nel febbraio scorso suo marito ha ammazzato un padre di undici figli

☻Undici figli …dottò voi capite? u n d i c i figli

☺Eh! sono tanti

☻Eh! tirali a campare undici figli …ogni paio di scarpe …undici paia

☻Quante volte si affacciava al balcone e diceva “nun c’à faccio chiù” in questa casa non si può vivere qualche giorno si trovo ‘o curaggio m’acciro

☻Wee! chillo ‘o curaggio l’ha trovato mio marito e l’accirett gli ha fatto un favore, e non si e’ preso niente neanche un soldo

☺Signora!

☻Eh! vallo a spiegare alla gente sigh …sigh …

☻Nu sant’omm era mio marito nu sant’omm

☺Signora! ho capito che era un sant’uomo ...ma so che suo marito ha fatto sparire anche qualche persona

☻Eh!! faceva ‘o mago faceva …ha fatto sparire …

☺Si! …non mi dite che non ha fatto sparire qualche persona

☻Eh!! ma quando mai! non sono le persone che spariscono ma le forze dell’ordine non riescono a trovarle avete capito era nu sant’omm ‘o marito mio come vi devo spiegare

☺Ho capito e per il fatto della droga …

☻Eh! come?

☺La polvere signora

☻Ah! si per questa cosa licenziò la cameriera

☺Eh! perché?

☻Ogni volta che venivano i Carabinieri a casa dicevano “signò c’e’ troppa polvere troppa polvere” per questo mio marito licenziò la cameriera

☺Signora e per il reato delle costruzioni abusive …

☻Costruzioni abusive eh!! …Lo Stato per fare una casa ci mette sei anni solo per pratiche burocratiche sei anni! …mio marito in poco tempo fece nu palazzo di tredici piani dottò in quei quartini ci ha messo ottantaquattro famiglie le ha tolte dalla strada gli ha dato na casa spiegatelo alla gente . nu sant’omm era ‘o marito mio nu sant’omm

☺Scusi signora e per il traffico di armi

☻Uhh! Il fatto di quelle quattro pistolelle e quel cannone, dottò! era in occasione della guerra nel golfo, mio marito si accattò un po’ di roba per fare il commercio, poi finì la guerra e gli rimasero tutte le pistole ‘ncoppo ‘o stomaco avete capito

☺Signora ma ha anche qualche precedente per rapina

☻Uhh! precedente per rapina

☺Signora difatti ci sono tante rapine commesse da suo marito

☻Eh! ma quando mai …una sola al Banco di Napoli quà sotto, pigliarono a cassaforte se la portò a casa …dottò per portare solo la cassaforte sedici amici “cumparielli” paga la giornata a questo ...la giornata a quello, lavorarono una giornata intera una nottata pure e che c’era dentro?...due milioni di euro

☺Pochi?

☻Eh! sii poi minacciò ‘o banchiere dicette: “fetente non me lo potevi dire“ …eh! Don Gennà disse ‘o banchiere “voi potevate chiamare lunedì e io vi dicevo che l’incasso maggiore era di venerdì”

☺Signora io purtroppo la devo lasciare

☻Eh!! …eh!!

☺Sono dispiaciuto per la morte di suo marito ci vediamo a presto!

☻Ehh! …eh! aspettate che a giorni io mi debbo risposare

☺Ah si!

☻Si io mi risposo subito! Adesso! con un altro camorrista eh!

☺Va bene

☻Appena l’ammazzano vi mando a chiamare

☺Va bene lei mi può chiamare quando vuole io sto con la Fininvest

☻Uh! si nun accirino comm a facimm a festa ??

☺Va bene arrivederla

Annamaria 

martedì 30 ottobre 2018

IL MIO CONFINE




GIA' LETTI MA SEMPRE GODIBILI


Le ore della notte si mutano
In note di silenzio
Con te il Silenzio si muta in emozioni
con te le emozioni mutano in spasimi
e con te gli spasimi si esibiscono
in frenetiche danze
sicché esse agli ordini
dell’Amore si tramutano prima
in stille di primavera
per conquistare la vetta dello schianto finale
Col calore di un’ estate rovente
ti schianti affranta sul mio petto, esanime
in balia ancora per poco
di vortici acquietati con gli ultimi sussulti


L’ora dei desideri e’ ormai passata:
Al buio
La Solitudine e il Silenzio
Prede di gelosia
Complottano per sedurmi
Come due donne innamorate
Ma io non amo né l’una né l’altra
Perché il mio confine
Giace e sorride nel tuo petto
Perché?
Perché ti amo…
E so anche perché


ENZO

venerdì 26 ottobre 2018

LE RICORRENZE DI OGNISSANTI E DEI DEFUNTI










Già la cristianità primitiva era solita celebrare feste in onore dei Santi: i primi resoconti scritti risalgono a Tertulliano e a Gregorio di Nizza (223-395 d.C.), ma solo le pagine scritte da Sant’ Ephraem, morto nel 373 d.C., danno una sicura testimonianza della "festa celebrata in onore dei martiri della terra" il giorno 13 maggio.
La festa, dunque, nacque nel nord Europa e giunse a Roma il 13 maggio del 609 d.C., quando Papa Bonifacio IV dedicò il Pantheon di Roma alla Vergine Maria e a tutti i martiri.
Le ragioni dello spostamento della data al primo novembre non sono certe: sembra che fin dall’800 d.c. Alcuino, consigliere di Carlo Magno, decise di stabilire la santissima solennità di tutti i Santi in questa data e di celebrarla con una festa di tre giorni. In questo modo, la Chiesa voleva cristianizzare la festa pagana del Capo d'anno del popolo Celtico, che cadeva ai primi di novembre.
Nel tentativo di far perdere significato ai riti legati alla festa di Samhain, nell'anno 835 Papa Gregorio Magno spostò la festa di Ognissanti, dedicata a tutti i Santi del Paradiso, dal 13 maggio al primo novembre, come avveniva già da tempo in Francia. Lo stesso Papa Gregorio III fece costruire all'interno della Basilica Vaticana la cappella di Ognissanti. In inglese la festa di "Ognissanti" si chiama "All Hallows' Day"; la vigilia del giorno di Ognissanti, cioè il 31 ottobre, si chiama All Hallow' Eve. Queste parole si sono trasformate prima in "Hallows' Even", e da lì ad Halloween il passo è stato breve. Nonostante i tentativi della Chiesa Cristiana di eliminare i riti pagani, Halloween è rimasta una festa legata al mistero, alla magia, al mondo delle streghe e degli spiriti.
 

La stretta associazione con la commemorazione dei defunti, celebrata il giorno successivo, fu istituita solo nel 998 d.C.: si pensava che i morti entrassero in comunicazione coi vivi. Così, l’abate Odilone di Cluny diede disposizioni per celebrare il rito dei defunti a partire dal vespro del primo novembre. Il giorno seguente era invece commemorato con un'Eucarestia offerta al Signore, "pro requie omnium defunctorum", un'usanza che ben presto si diffuse in tutta l'Europa cristiana e che fu ufficialmente istituzionalizzata da Papa Gregorio IV. Fu Papa Sisto IV, nel 1474, che rese obbligatoria la solennità in tutta la Chiesa d'Occidente, per celebrare la comunione tra la Chiesa gloriosa e la Chiesa ancora pellegrinante e sofferente.

Il 1° giugno 1949, la Costituzione italiana inserisce il giorno di Ognissanti tra quelli considerati "festivi, agli effetti della osservanza del completo orario festivo e del divieto di compiere determinati atti giuridici".

Come l’Italia, anche altri paesi europei come l’Austria, il Belgio, la Spagna, la Francia, la Grecia, il Lussemburgo hanno istituito ufficialmente questa celebrazione.



Festa dei Morti: storia, religione e antichi riti

Il giorno dei morti è la festività che la Chiesa cattolica dedica alla commemorazione dei defunti. La festa ha origini antiche, che uniscono paesi lontani per epoche e distanze. La data del festeggiamento, il 2 novembre, non è casuale.
Civiltà antichissime già celebravano la festa degli antenati o dei defunti in un periodo che cadeva proprio tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre. Questa data sembra riferirsi al periodo del grande Diluvio, di cui parla la Genesi. Quello per cui Noè costruì l’arca che, secondo il racconto di Mosè, cadde nel "diciassettesimo giorno del secondo mese", che corrisponderebbe al nostro novembre.

La Festa dei Morti nacque dunque in "onore" di persone che Dio stesso aveva annientato, col fine di esorcizzare la paura di nuovi eventi simili. Da qui in poi, la storia, che è ovviamente sospesa tra religione e leggenda, diventa più chiara.
Il rito della commemorazione dei defunti sopravvive alle epoche e ai culti: dall’antica Roma, alle civiltà celtiche, fino al Messico e alla Cina, è un proliferare di riti, dove il comune denominatore è consolare le anime dei defunti, perché siano propizie per i vivi.
La tradizione celtica fu quella che ebbe maggiore eco. La celebrazione più importante del calendario celtico era  la "notte di Samhain", la notte di tutti i morti e di tutte le anime, che si festeggiava tra il 31 ottobre e il 1° novembre.


All'epoca dei primi cristiani, queste tradizioni erano ancora molto presenti: la Chiesa cattolica faticava a sradicare i culti pagani. Così, nel 835, Papa Gregorio II spostò la festa di "Tutti i Santi" dal 13 maggio al 1° novembre, pensando, in questo modo, di dare un nuovo significato ai culti pagani. Nel 998 Odilo, abate di Cluny, aggiungeva al calendario cristiano il 2 novembre, come data per commemorare i defunti. In memoria dei cari scomparsi, ci si mascherava da santi, da angeli e da diavoli; inoltre, si accendevano falò.


2 novembre: le tradizioni in Italia

Un motivo ricorre nelle tradizioni popolari della festa dei morti: la credenza che in questo giorno i cari scomparsi tornino a farci visita sulla terra. Per questa ragione, i riti di commemorazione hanno assunto in tutta Italia significati e finalità simili: accogliere, confortare, placare le anime degli avi defunti. Se è vero che oggi il culto popolare commemora i defunti attraverso il suffragio e la preghiera, è vero anche che molte delle antiche usanze vivono ancora.
Una suggestiva poesia del Pascoli, La tovaglia, rende in modo tenero e suggestivo la sensazione della presenza dei cari scomparsi in casa:


"Entrano, ansimano muti:
ognuno è tanto mai stanco!
e si fermano seduti
la notte, intorno a quel bianco.

Stanno li sino a domani
col capo tra le mani,
senza che nulla si senta
sotto la lampada spenta."


In alcune zone della Lombardia, la notte tra l'1 e il 2 novembre si suole ancora mettere in cucina un vaso di acqua fresca perché i morti possano dissetarsi.

In Friuli si lascia un lume acceso, un secchio d’acqua e un po’ di pane.

Nel Veneto, per scongiurare la tristezza, nel giorno dei morti gli amanti offrono alle promesse spose un sacchetto con dentro fave in pasta frolla colorata, i cosiddetti "Ossi da Morti".

In Trentino le campane suonano per molte ore a chiamare le anime che si dice si radunino intorno alle case a spiare alle finestre. Per questo, anche qui, la tavola si lascia apparecchiata e il focolare resta acceso durante la notte.

Anche in Piemonte e in Val D’Aosta le famiglie lasciano la tavola imbandita e si recano a far visita al cimitero. I valdostani credono che dimenticare questa abitudine significhi provocare tra le anime un fragoroso tzarivàri (baccano).

Nelle campagne cremonesi ci si alza presto la mattina e si rassettano subito i letti affinché le anime dei cari possano trovarvi riposo. Si va poi per le case a raccogliere pane e farina con cui si confezionano i tipici dolci detti "ossa dei morti".

In Liguria la tradizione vuole che il giorno dei morti si preparino i "bacilli" (fave secche) e i "balletti" (castagne bollite). Tanti anni fa, alla vigilia del giorno dedicato ai morti i bambini si recavano di casa in casa per ricevere il "ben dei morti" (fave, castagne e fichi secchi), poi dicevano le preghiere e i nonni raccontavano storie e leggende paurose.

In Umbria si producono tipici dolcetti devozionali a forma di fave, detti "Stinchetti dei Morti", che si consumano da antichissimo tempo nella ricorrenza dei defunti quasi a voler mitigare il sentimento di tristezza e sostituire le carezze dei cari che non ci sono più. Sempre in Umbria si svolge ancora oggi la Fiera dei Morti, una sorta di rituale che simboleggia i cicli della vita.

In Abruzzo, oltre all’usanza di lasciare il tavolo da pranzo apparecchiato, si lasciano dei lumini accesi alla finestra, tanti quante sono le anime care, e i bimbi si mandano a dormire con un cartoccio di fave dolci e confetti come simbolo di legame tra le generazioni passate e quelle presenti.

A Roma la tradizione voleva che, il giorno dei morti, si consumasse il pasto accanto alla tomba di un parente per tenergli compagnia. Altra tradizione romana era una suggestiva cerimonia di suffragio per le anime che avevano trovato la morte nel Tevere. Al calar della sera si andava sulle sponde del fiume al lume delle torce e si celebrava il rito. 




In Sicilia il 2 novembre è una festa particolarmente gioiosa per i bambini. Infatti vien fatto loro credere che, se sono stati buoni e hanno pregato per le anime care, i morti torneranno a portar loro dei doni. Quando i fanciulli sono a dormire, i genitori preparano i tradizionali "pupi di zuccaro" (bambole di zucchero), con castagne, cioccolatini e monetine e li nascondono. Al mattino i bimbi iniziano la ricerca, convinti che durante la notte i morti siano usciti dalle tombe per portare i regali.

In Sardegna la mattina del 2 novembre i ragazzi si recano per le piazze e di porta in porta per chiedere delle offerte e ricevono in dono pane fatto in casa, fichi secchi, fave, melagrane, mandorle, uva passa e dolci. La sera della vigilia anche qui si accendono i lumini e si lasciano la tavola apparecchiata e le credenze aperte.


Festa di Ognissanti


I Primi giorni del Mese di Novembre sono davvero speciali. Difatti il mese è aperto da due ricorrenze molto importanti: La Festa di Ognissanti e La Commemorazione dei Defunti. La festa di Ognissanti, nota anche come Tutti i Santi, è una solennità che celebra insieme la gloria e l'onore di tutti i Santi, canonizzati e non. La festa cattolica, il cui nome originario è: Festum Omnium Sanctorum, cade il 1° novembre; è seguita il 2 novembre dalla Commemorazione dei Defunti, ed è una festività di precetto che prevedeva una veglia e un'ottava nel vecchio calendario pre-conciliare.Questa festività ha tradizioni molto antiche, infatti, le commemorazioni dei martiri, comuni a diverse Chiese, cominciarono ad essere celebrate nel IV secolo e le prime tracce di una celebrazione generale si ebbero ad Antiochia, con riferimento alla Domenica successiva alla Pentecoste. Questa usanza viene citata anche nella settantaquattresima omelia di Giovanni Crisostomo (407) ed è preservata fino ad oggi dalla Chiesa Ortodossa d'Oriente, per la quale ricorre la prima domenica dopo la Pentecoste e, in quanto tale, segna la chiusura del ciclo pasquale. Nell’ arco del tempo si decise di spostare la data dello svolgimento della festività al 1º novembre per farla coincidere con il Samhain, l'antica festa celtica del nuovo anno, a seguito di richieste in tal senso provenienti dal mondo monastico irlandese. Inoltre, anche per rafforzare la motivazione di questa decisone, Papa Gregorio scelse il 1° novembre come data dell'anniversario della consacrazione di una cappella a San Pietro alle reliquie "dei santi apostoli e di tutti i santi, martiri e confessori, e di tutti i giusti resi perfetti che riposano in pace in tutto il mondo". Arrivati ai tempi di Carlo Magno, la festività novembrina di Ognissanti era diffusamente celebrata. Finalmente nell'835 il 1° novembre venne decretato una festività di precetto grazie al re franco Luigi il Pio, il cui decreto fu emesso "su richiesta di Papa Gregorio IV e con il consenso di tutti i vescovi".

Commemorazione dei defunti


La Commemorazione dei defunti (Commemoratio Omnium Fidelium Defunctorum), conosciuta anche come Giorno dei Morti, è una ricorrenza della Chiesa cattolica, preceduta da una Novena, e celebrata il 2 novembre di ogni anno. Nel calendario liturgico segue la festività di Ognissanti, che ricorre infatti l'1 novembre e nel caso in cui il 2 novembre sia domenica, la ricorrenza viene celebrata il 3 novembre. Anche questa festività ha origini molto lontane perché l'usanza di ricordare persone defunte è molto antica, nonostante ciò avveniva in genere nel giorno corrispondente alla loro morte. Difatti questa giornata fu ufficialmente istituita da sant'Odilone di Cluny, che ha stabilito nel 2 novembre, con la riforma cluniacense, il giorno di commemorazione dei morti per i suoi monaci. Successivamente questa festa fu estesa a tutta la Chiesa Cattolica. Oggigiorno è ancora consuetudine, in questa giornata, visitare i cimiteri e portare fiori sulle tombe dei propri cari. Usanze più antiche, ancora sopravvissute soprattutto in SICILIA, prevedono la preparazione dei cosiddetti dolci dei morti, allestiti nei giorni precedenti in una meravigliosa vetrina. Una tradizione Siciliana prevede che, durante la notte della vigilia, i defunti della famiglia lascino dei regali per i bambini insieme alla Frutta Martorana, i Morticini ed ad altri dolci ancora.

La frutta Martorana


La Frutta Martorana è un tipico dolce siciliano famoso nel mondo, vagamente somigliante al marzapane ma più dolce e saporito, a base di farina di mandorle e zucchero e confezionato tradizionalmente in forma di frutta, tradizionalmente preparata nelle celebrazioni della Festa di Tutti i Santi e della Festa dei Morti. La sua realizzazione è molto lunga e particolareggiata, poiché prevede una grande abilità pasticciera ed artistica da parte dei maestri che intendono darle vita, ed è per questo che risulta un vero e proprio capolavoro che solo in pochi riescono a realizzare alla perfezione imitando quasi la natura. Al dolce vengono date numerose sembianze, tutte molto belle e caratteristiche, che riproducono in parte le portate di un pranzo molto ricco. Le forme più tradizionali rievocano l’immagine di diversi frutti come: il fico d’india, il mandarino, la pesca, la mela (sia rossa che gialla), la pera, la prugna, la banana, la nespola e la ciliegia. Naturalmente si realizzano dolci che riproducono anche altre portate, come: le braciolettine (involtini) allo spiedo, il toast, i panini imbottiti, la caciotta, il formaggio pepato…"che acquolina in bocca"!

Come nasce


Secondo una nota tradizione, la frutta di Martorana è nata perché le suore del convento della Martorana, per sostituire i frutti raccolti dal loro giardino ne crearono di nuovi con mandorla e zucchero, per abbellire il convento per la visita del papa dell'epoca.


 La tradizione vuole che nel periodo normanno, in Sicilia, le monache del convento della Martorana per arricchire l’aspetto del loro giardino, ormai spoglio dei fruttti dei loro alberi a causa della raccolta da poco fatta, avessero creato dei frutti, gli agrumi della sicilia, con mandorla e zucchero che poi avrebbero appeso nuovamente agli alberi in onore della visita di un personaggio molto importante: un alto prelato o, addirittura, un re. Da questo avvenimento, forse, deriva anche il nome dell'impasto utilizzato, Pasta Reale, composto da zucchero, mandorle tritate,che nel corso dei secoli è diventato l'odierno marzapane.


I Morticini o dolci dei morti sono dei particolari biscotti realizzati in occasione della Commemorazione dei Defunti. È tradizione in Europa e soprattutto in Italia allestire dolci particolari nei giorni a ridosso del 2 novembre, che spesso ricordano nel nome questa ricorrenza o nella forma e consistenza: questi dolci, infatti hanno la forma di un osso, di un teschio, di un angioletto o del ‘bambinello Gesù’. Ancora oggi in alcuni paesi d'Italia, la notte tra l'1 ed il 2 novembre, si pongono questi dolci su tavole imbandite, in ricordo dei propri defunti. I dolci dei morti contengono ingredienti semplici come farina, uova, zucchero ed aromatizzanti; e sono spesso accompagnati dalla frutta martorana in eleganti confezioni.

Orsara di Puglia SARANNO le telecamere e la troupe di Uno Mattina, giovedì 31 ottobre, a raccontare agli italiani, in diretta, la tradizione del 1° novembre orsarese, quella dei “Fucacoste e Cocce Priatorje” (letteralmente, in italiano: falò e teste del purgatorio). Su Rai Uno, dalle ore 9.30 di giovedì 31 ottobre, andrà in onda il collegamento da Largo San Michele e Piazza Mazzini a Orsara di Puglia.
Ai telespettatori, saranno mostrati tutti gli elementi che fanno di questo straordinario evento qualcosa di ben lontano e di totalmente distinto dall’appuntamento di Halloween.
LA VIGILIA DI FUCACOSTE E COCCE PRIATORIJE. Da giovedì 31 (ore 10-13 e 16.30-18.00), vigilia dell’evento più atteso, saranno attive le guide della Pro Loco per le visite guidate al centro storico e al complesso abbaziale dove potrà essere ammirata la Grotta di San Michele. Giovedì mattina, inoltre, dalle 10.30 alle 13 sarà possibile partecipare al Laboratorio per la lavorazione e trasformazione delle zucche. Il programma del 31 ottobre, aperto dal collegamento in diretta con Uno Mattina, si concluderà in serata, dalle ore 20 alle ore 23, con lo spettacolo musicale itinerante del complesso musicale “I Fratelli di maggio”.


IL GIORNO DEI FALO’ E DELLE ZUCCHE. La giornata più importante, naturalmente, resta quella del 1° novembre, il giorno dei “Fucacoste e cocce priatorije”. 

Il programma di venerdì prevede visite guidate sia al mattino che nel pomeriggio e l’apertura del Laboratorio delle Zucche già dalle ore 10. Il momento più spettacolare è previsto per le ore 19: al rintocco della campana della Chiesa Madre, saranno accesi contemporaneamente tutti i falò preparati in ogni vicolo, piazza, largo e strada di Orsara di Puglia. Sempre alle ore 19, inoltre, è prevista l’apertura degli stand e dei punti vendita enogastronomici. Come ogni anno, si terrà il concorso per la zucca più bella, con l’esposizione delle opere alle ore 20.30. Dalle ore 21, è in programma il via agli spettacoli itineranti che animeranno la notte più lunga e luminosa dell’anno in Capitanata.

SABATO SARA’ ANCORA DIRETTA RAI. Il giorno dopo della grande festa, vale a dire sabato 2 novembre, collegamento in diretta da Orsara di Puglia, alle ore 12, con il magazine televisivo di Rai Tre Puglia e il giornalista Enzo Quarto. Nel pomeriggio, alle ore 17, il Centro Culturale Comunale ospiterà il convegno dal titolo “Fucacoste e cocce priatorije: la riscoperta della tradizione”, per iniziativa della Consulta Giovanile Orsarese.

L’EVENTO PIU’ GRANDE. La notte dei falò che si celebrerà venerdì 1 novembre è il più grande evento della tradizione che si svolge in Capitanata. La notte del primo giorno di novembre è quella che gli orsaresi, da tempo immemore, dedicano con particolare devozione alla ricorrenza di Ognissanti e al culto dei morti. Da lontano, nel momento in cui cominciano a scintillare i falò preparati in ogni angolo del borgo, Orsara sembra prendere fuoco. Le fiamme, la condivisione del cibo e gli spettacoli sono solo alcuni degli elementi che fanno di questo evento uno dei più attesi dell’anno. Per goderne appieno le mille suggestioni l’ideale è arrivare in paese molto prima dell’accensione dei falò. Non si tratta di Halloween, ma di un evento che mette in evidenza l’illuminazione della fede, il ricordo dei defunti, il gusto genuino di stare insieme. La notte dei Fucacoste è quella che va dalla sera del 1°novembre all’alba del giorno seguente. A Orsara non si celebrano né il rito consumistico del “dolcetto o scherzetto” né la notte delle tenebre, ma un evento caratterizzato dalla luce e dalla condivisione di un sentimento di rispetto e devozione per i defunti.



La Spezia - Nell’immaginario collettivo odierno, in particolare in quello giovanile, condizionato da certo consumismo, quella di giovedì prossimo 31 ottobre è la «notte di Halloween». Evento che nulla a che fare con le ben diverse tradizioni popolari italiane, e in genere del mondo cristiano. Sottolineare l’arrivo dell’inverno, il venir meno della luce solare e richiamare il pensiero del contrasto tra vita e morte non ha a che fare con diavoli e streghe, né con favole nordiche, bensì con una riflessione profonda su noi stessi. Non per nulla, il giorno di Ognissanti è da sempre, nell’anno liturgico, uno di quelli che vedono le chiese più affollate. A quel richiamo di autentica spiritualità si ispira l’iniziativa, molto bella, che proprio giovedì sera 31 ottobre si terrà alla Spezia, guidata dal vescovo: una processione alla luce delle fiaccole lungo le strade del centro cittadino.
La processione con le fiaccole, con recita in comune del Rosario e meditazione sui misteri della gloria, intende collegare idealmente la conclusione del mese di ottobre, mese dedicato proprio al Rosario e insieme anche mese missionario (oggi la Chiesa è missionaria anche nelle nostre città), con le due importanti ricorrenze di inizio novembre, quella di Ognissanti e la commemorazione dei fedeli defunti. L’appuntamento per giovedì sera è alle 20.30 presso la chiesa di San Pietro a Mazzetta, da dove i fedeli inizieranno il cammino verso la cattedrale di Cristo Re, dove ci saranno la meditazione conclusiva del vescovo e la benedizione. A questa importante e significativa iniziativa, che è insieme liturgica e pastorale, sono invitati tutti i fedeli della città della Spezia e quanti, anche da località diverse, possano unirsi a loro nella preghiera. Monsignor Luigi Ernesto Palletti presiederà nei giorni seguenti le celebrazioni dei Santi e dei Defunti nelle due città vescovili della Spezia e di Sarzana. Venerdì 1° novembre celebrerà alle 10.30 la Messa pontificale alla Spezia nella cattedrale di Cristo Re ed alle 18 a Sarzana nella basilica concattedrale di Santa Maria Assunta. Sabato, commemorazione dei fedeli defunti, il vescovo celebrerà la Messa alle 10 nella cappella del cimitero urbano dei Boschetti, alla Spezia, presenti le autorità cittadine e le rappresentanze associative. Alle 15, a Sarzana, celebrerà Messa al cimitero urbano nella cappella dei vescovi e dei canonici. 

‘A Livella  -  Totò


                     MARIA