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venerdì 1 febbraio 2019
PETIZIONE GIUSTIZIA PER MARCO VANNINI
Margherita Runchina ha lanciato questa petizione e l'ha diretta a Procura della Repubblica di Civitavecchia e a 1 altro/altra
Ho seguito il caso Marco Vannini ed è vergognosa la sentenza emessa contro la famiglia Ciontoli che è responsabile della sua morte. Chiedo in nome del popolo italiano e di tutte le mamme italiane che il caso venga riesaminato e ai colpevoli data la giusta punizione. Il messaggio che arriva ai giovani da questa sentenza è deleterio e lo Stato non può essere complice di un omicidio.
FIRMA QUI
Annamaria
lunedì 5 novembre 2018
TELEMARKETING, DOVE VENGONO PRESI I NOSTRI NUMERI?
Ecco come si comprano 500.000 numeri di telefono al mercato nero
Il “Tirreno”, grazie alla giornalista Ilaria Bonuccelli , ha fatto un’ inchiesta svelando l’acquisto di nominativi dall’ Albania. Numeri di cellulari, codici pod e pdr, indirizzi.
LIVORNO. Li abbiamo cercati, trovati e (quasi) acquistati. I numeri di telefono. I vostri numeri di telefono. E anche gli indirizzi, i codici fiscali. Perfino i codici delle bollette del gas e della luce. Pacchetto completo. Tutti i dati che vengono usati dai call center per le chiamate commerciali moleste. Valgono 0,8 centesimi l’uno al mercato nero. Perché possono essere venduti e rivenduti all’i nfinito.Varrebbero: Il Tirreno si è fermato un attimo prima di pagarli per non alimentare (nemmeno con un centesimo) il traffico indecente dei nostri dati. Però ci siamo fatti mandare i campioni – cellulari e numeri fissi – per testare la merce. E sono numeri buoni.
La compravendita
Dove prendi il mio numero?
In un anno e mezzo di campagna condotta contro il telemarketing aggressivo, per arrivare alla legge che mette un freno alle chiamate commerciali moleste, la domanda più frequente degli abbonati è stata: “Dove vengono presi i nostri numeri?”. Il Tirreno è in grado di dare una risposta. Non l’unica, di sicuro. Ma traccia una rotta sicura del commercio illecito dei dati. E porta dritta in Albania. Lo conferma la trattativa condotta nei primi giorni di marzo 2018...
Numeri in Italia, soldi all’Albania
«Allora il primo pagamento avverrà oggi oppure a iniziare da domani? Comunque mi devi informare 30 minuti prima così mi organizzo per farmi trovare all’ufficio». Il messaggio arriva via whatsapp. L’accordo è per pagare l’elenco dei numeri a blocchi. Il primo vale 600 euro. Il pacchetto completo 2.400. I dati arrivano dall’Albania. Segui i soldi. E via Western Union – il sistema di trasferimento del denaro a distanza – là sono diretti. Il destinatario è Rrael. Il cognome meglio lasciarlo perdere.
Seicentomila utenti
La merce, invece, è importante: 600mila numeri di telefono, fissi e cellulari. Di tre regioni: Toscana, Marche, Umbria. Completi di indirizzo degli utenti, codice fiscale e soprattutto codice cliente. Servono – è questo il succo della trattativa che abbiamo portato avanti – per una campagna di energia. Ci siamo finti una società in cerca di nuovi clienti. E quindi di nuovi numeri da contattare.
Articolo completo QUI
Ad oggi 100 milioni di utenze non si possono difendere dai call center e continuano le chiamate commerciali. Il ministero dello Sviluppo economico ancora non approva il regolamento che attua la legge.
Nel caso dei truffati di Paderno Dugnano, con tutti i nostri dati a disposizione, nemmeno hanno perso tempo a telefonarci…
ARTICOLO QUI
… Annamo bene!
Pero’ si possono bloccare firmando una petizione
La legge contro le telefonate moleste esiste. L’ha fatta approvare quasi un anno fa Il Tirreno con il sostegno di 122mila lettori e abbonati. Eppure le chiamate commerciali indesiderate sui cellulari e anche a casa continuano. Perché la legge non viene applicata. Il ministero dello Sviluppo economico non ha mai emanato il regolamento che consente a tutte le numerazioni di iscriversi al Registro delle Opposizioni e di bloccare il telemarketing aggressivo. Per questo IL TIRRENO, come racconta la giornalista Ilaria Bonuccelli, rilancia una nuova campagna. E una nuova petizione. Dopo sei mesi di attesa inutile, invita a firmare per far sbloccare il regolamento che può bloccare le chiamate moleste. Bisogna fare in fretta, prima che passi il tentativo di modificare la legge contro il telemarketing aggressivo. Per firmare basta andare sulla piattaforma www.change.org
CLICCA QUI
Annamaria
lunedì 27 agosto 2018
UNA FIRMA PER UN DISABILE
Io firmo perchè è davvero assurdo definire incapace chi ha piene facoltà mentali. Il consenso può essere espresso in molti modi, tutti parimenti degni.
Firma anche tu questa petizione QUI
Anna Maria Carneglia ha lanciato questa petizione e l'ha diretta a Lorenzo Fontana, Ministro per la Famiglia e la Disabilità
Sono una persona disabile, mi chiamo Anna maria ed ho 46 anni. Sono spastica.
Da qualche anno ho avuto un peggioramento al livello delle braccia e non riesco più a firmare. Prima mi aiutava mio padre, che da qualche giorno non c'è più.
Sì, è vero adesso potrebbe aiutarmi qualcun altro, però ora voglio poter aver la possibilità di firmare in modo autonomo. Per me sarebbe una piccola conquista verso la mia libertà. A voi forse potrebbe sembrare una banalità, per me, invece, sarebbe una grande vittoria per il mio futuro.
Io penso che tutti i disabili capaci di intendere e di volere non possono fermarsi davanti ad un acquisto di casa, un lavoro o semplicemente ritirare la propria pensione solo perché non riesce a mettere una firma. E cosa più brutta vedere sulla propria carta d'identità la parola tanto odiosa INCAPACE A FIRMARE.
Io chiedo una legge che autorizzi come firma in tutti i documenti le impronte digitali e che possa aiutare tutte le persone in difficoltà a non sentirsi sempre indietro e abbattere anche questa barriera burocratica.
Annamaria
martedì 17 maggio 2016
AIUTIAMO A NON DISTRUGGERE IL SOGNO DI MOLTI DISABILI! SALVIAMO L'HOTEL LAGO LOSETTA
Matteo è un ragazzo divenuto disabile a seguito di un incidente sul lavoro. L'incontro con le attività di una struttura alberghiera interamente attrezzata per ogni tipo di disabilità - "esempio unico di accessibilità e fruibilità" - gli ha permesso di riscoprire la vita, dopo un lungo periodo di depressione. Questa struttura, adesso, rischia di essere venduta. La storia e l'appello di Matteo:
Sono Matteo Cotardo, un ragazzo disabile a seguito di un incidente sul lavoro il 09/10/2013. La mia Vita da quel giorno è completamente cambiata, ho subito la frattura di una vertebra con fuoriuscita del midollo, costringendomi all'utilizzo della sedia a rotelle.
Dopo la degenza nel centro di riabilitazione terminata nell'aprile 2014, tornando a casa mi sono reso conto delle grandi difficoltà che la nuova “vita” mi metteva difronte, ho dovuto affrontare un lungo periodo di depressione, pensavo di non poterne più uscire.
Fortunatamente nel febbraio 2015 ho dato una svolta alla mia vita, incontrando l'Associazione Freewhite-Sestriere di Gianfranco Martin. A Sestriere è presente una struttura alberghiera interamente accessibile che si chiama Hotel Lago Losetta, ed è intitolato a Melvin Jones il fondatore dei Lions (il progetto è stato realizzato proprio dai Lions).
La struttura è esempio unico di totale accessibilità e fruibilità per qualsiasi disabilità, tutte le camere, tutti gli spazi comuni, e tutti gli accessi sono fruibili con la carrozzina, non si trovano alberghi con queste caratteristiche, sembra incredibile, ma ad oggi non esistono strutture del genere in tutta Italia. E poi c’è la Freewhite che organizza le attività sportive, estive ed invernali per noi ragazzi con diverse disabilità (motoria, sensoriale e intellettiva). La struttura, Hotel Lago Losetta oltre ad essere sempre molto disponibile e attenta a tutte le esigenze dei suoi ospiti speciali, ha un servizio navetta proprio dedicato, a raggiungere tutte le attività sportive e ludiche che la Frewhite di Gianfranco Martin organizza.
Grazie a questa mia esperienza ho avuto la possibilità di imparare a sciare proprio con la Freewhite e tutti i maestri messi a disposizione, mi è sembrato di rinascere, la mia vita è nuovamente cambiata ma questa volta in meglio. Tanto soddisfatto che ho voluto provare l'esperienza anche nel periodo estivo, ho potuto vivere la montagna con tutte le attività che la Freewhite organizza. Anche questa volta soggiornando nel Hotel Lago Losetta insieme a tantissimi clienti disabili e i loro accompagnatori.
Ho scoperto proprio in questi giorni che la struttura è di proprietà del Comune di Sestriere e che lo stesso intende alienare/vendere la struttura! Sono spaventato all'idea. ORRORE E ANCORA PIU’ ORRORE CHE I LIONS ABBIANO CONCESSO QUESTO.
La mia domanda è: perché una struttura che oggi è sapientemente gestita dalla G.D.G. dis-sport srl, con prassi di accoglienza uniche nel suo genere, viene venduta? Perché non procedere nuovamente a tutelare l’accoglienza a noi disabili con un nuovo Bando di Gestione che possa garantire (come ha fatto il Comune dal 2009) una preservazione di ottima accoglienza e accessibilità (anche nel prezzo)?
Le cose in Italia funzionano così e noi disabili siamo la catena debole di una società che non ci vede o ci vede solo come un problema. Perché non posso pensare di poter vivere le mie vacanze come desidero e ho potuto desiderare da quando l’Hotel Lago Losetta esiste? Esisterà ancora o è la solita situazione in cui un’operazione immobiliare porterà a perdere questo gioiello unico per noi?
Matteo Cotardo
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Piscina |
Questa petizione sarà consegnata a:
Comune di Sestriere.
Change.org
Il comune dovrebbe tutelare e non alienare l'hotel che è un bene di utilità pubblica e sociale.
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Annamaria
domenica 8 maggio 2016
PROTOPORFIRIA . APPROVARE UN FARMACO PER AIUTARLI!
VIVERE SENZA SOLE! Succede ai malati di Protoporfiria. Approvare un farmaco per aiutarli!
Francesca ha una malattia che le impedisce di esporsi alla luce: a contatto con il sole, il suo sangue brucia e le corrode la pelle. Ora un farmaco potrebbe finalmente regalarle una vita (quasi) normale.
Francesca Granata
Italy
Ciao, hai mai pensato di vivere senza sole?... impossibile solo il pensiero vero? ma ora ti svelerò un segreto a te che stai leggendo... ciò è possibile e non è un incubo, ma la nostra condizione dall'infanzia.
Siamo un gruppo di pazienti affetti da Protoporfiria Eritropoietica, una patologia rara, che non ci permette di vivere normalmente perché il nostro sangue è ammalato e brucia al sole corrodendo la pelle dall'interno. Tutto ciò accade in meno di 5 minuti d'esposizione e se anche hai pensato subito alle vacanze, il problema non è questo per noi. Essenzialmente è tutto ciò che tu fai in una giornata di sole. Aprire le ante di casa per far entrare luce, camminare al sole per andare a fare colazione, guidare la macchina per andare al lavoro o portare i bambini a scuola, parcheggiare dove vuoi anche lontano dal luogo dove ti devi recare ecc ecc ecc. Insomma, noi a differenza tua dobbiamo scappare dal sole ogni giorno e la cosa più piacevole al mondo come una bella giornata di sole per noi diventa un incubo quotidiano che ci ha segnato dall'infanzia e ci ha fatto rinunciare a moltissime cose che non starò qui ad elencare.
Esiste un farmaco che molti di noi hanno potuto provare si chiama Afamelanotide e ci permette di camminare al sole, andare a prendere i bambini a scuola e giocare con loro al parco, andare a lavoro e uscire la domenica pomeriggio e non stare chiusi in casa da soli. Il farmaco è nuovo, l'abbiamo sperimentato sulla nostra pelle, l'abbiamo seguito fino all'approvazione del mese scorso da parte dell'Agenzia Italiana Del Farmaco che ha pubblicato l'approvazione sulla Gazzetta Ufficiale Della Repubblica Italiana (anno 157 numero 95).
Purtroppo pensavamo che la questione fosse chiusa e che finalmente avremmo avuto il farmaco a breve... ma non è così. Ieri noi pazienti abbiamo avuto la terribile notizia, il farmaco verrà nuovamente discusso per una questione di budget e di contrattazione dei prezzi rischiando di non avere il farmaco che ci permette di essere quasi normali.
Vogliamo aprire questa petizione per far arrivare un messaggio chiaro all'AIFA che dovrà decidere a breve se approvare definitivamente il farmaco e per far conoscere questa malattia che ci toglie il piacere di guardare il sole in faccia.
Firma anche tu, perchè curarsi è un diritto di tutti!!!
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sabato 30 aprile 2016
CONTRO OGNI TORTURA: L'ITALIA APPROVI LA LEGGE ENTRO IL 2016
Dobbiamo fidarci delle forze dell'ordine ma dobbiamo evitare che le mele marce abusino impunemente del loro potere. Il riconoscimento del reato è una garanzia per tutti i cittadini.
Mi chiamo Ilaria, ho 42 anni e 2 figli. Vivo a Roma e di Roma è tutta la mia famiglia. È qui che sono cresciuta: non da sola, ma insieme a mio fratello Stefano, quello "famoso". Stefano Cucchi, "famoso" perché morto tra sofferenze disumane quando era nelle mani dello Stato e, soprattutto, per mano dello Stato.
Mio malgrado, sono molte le persone che mi conoscono in questo Paese. Sanno come sono fatta. Sanno - perché da sette anni ormai non mi stanco di ripeterlo - che sono in ottima forma fisica e che sono viva. Al contrario di mio fratello, che pesava quanto me ma che vivo non è più.
Nell'ottobre del 2009 non sono stata picchiata. Non mi hanno pestato, non mi hanno rotto a calci la schiena, non ho avuto per questo bisogno di cure mediche. Non mi hanno torturato. Sono viva. Sono viva e combatto con una giustizia che ha dimenticato i diritti umani.
Sono viva e da allora mi batto per non smettere di credere. Ecco perché chiedo che Parlamento e Governo approvino finalmente, ed entro quest'anno, il reato di tortura in Italia. Stiamo chiedendo all’Egitto verità per Giulio Regeni. Dobbiamo farlo. Ma ricordiamoci che lo facciamo dall'alto del fatto di essere l’unico Paese d’Europa a non avere una legge contro le brutalità di Stato. La Corte di Strasburgo ha già condannato l’Italia per gli orrori del G8 di Genova nel 2001. E ci ha imposto l’introduzione nel nostro codice penale del reato di tortura. Che aspettiamo?
Nonostante tutto io alla giustizia ci credo ancora. In questi giorni di preparazione alle elezioni amministrative in grandi città come Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli, ho lanciato delle provocazioni. Ho provato a richiamare l'attenzione della politica di qualsiasi colore su qualcosa che da sette anni fa parte della mia vita. Perché da sette anni sono una donna che chiede giustizia per l'abuso di cui è stato vittima suo fratello. E da sette anni sono una cittadina che chiede che la sfera pubblica dia finalmente risposte di civiltà.
Ho sempre creduto e continuo a credere nonostante tutto all'uguaglianza sostanziale di ognuno di noi di fronte alla legge. Vedo la politica litigare con la magistratura, i giudici scontrarsi con i governi ma non vedo, continuo a non vedere la base. E la base può essere solo quella di ripartire dai diritti umani.
Voglio che si riaccendano le luci non solo su questioni che riguardano la memoria di Stefano, ma che hanno a che fare con tutti noi. Penso a Giulio Regeni, Giuseppe Uva, Federico Aldrovandi, Riccardo Magherini. Tutte queste storie, tutte le persone dietro a queste storie ci testimoniano, con la loro morte che è una morte di Stato, che uno Stato di diritto senza diritto è una banda di predoni.
In questo nostro Stato manca un fondamento: quello del reato di tortura. Non è uno Stato di diritto quello che permette che un uomo, Andrea Cirino, venga torturato in carcere. E che permette che per questo orrore disumano non ci sia alcuna condanna, perché il reato di tortura in Italia non c'è.
Per quale motivo l'Associazione nazionale Magistrati che è sempre così giustamente sensibile ai problemi che la legislazione in materia di lotta alla corruzione e alla mafia può creare, mai e dico mai è intervenuta sul tema degli abusi e della violazione dei diritti civili e della mancata approvazione di una legge sulla tortura?
Se non si parte proprio da questo a nulla può portare il confronto tra le istituzioni: sono scontri di potere a danno dei cittadini, che vengono schiacciati, non tutelati.
Ogni tassello rimesso a posto rende più vicina la verità.
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Per Stefano, per Giuseppe, per Marcello, per Giulio, per Riccardo e per tutti gli altri: approviamo il reato di tortura in Italia entro il 2016!
Questa petizione sarà consegnata a:
- Ministro della Giustizia
Andrea Orlando - Presidente del Consiglio
Matteo Renzi - Parlamento
mercoledì 30 marzo 2016
STOP ALLE TRUFFE TELEFONICHE DEI SERVIZI A SOVRAPPREZZO
Non permettiamo di rubare a questi ladri e tuteliamo i minori che per inesperienza possono imbattersi in queste truffe
Sempre più minori utilizzano gli smartphone con SIM intestata a genitori maggiorenni.
È capitato di sottoscrivere abbonamenti a pagamento, semplicemente sfiorando un banner pubblicitario.
Dato che questi servizi sono molto vicini ad una vera e propria truffa, si richiede che per attivarli sia necessaria una accettazione esplicita. Ad esempio, sfiorato il banner, sia poi necessario digitare l’intero numero su cui si chiede l’attivazione del servizio a sovrapprezzo.
Ritengo che molti di noi siamo incorsi in problemi di questo tipo, compresi adulti ed anziani. Non si capisce perché venga lasciato campo libero ai truffatori.
Change.org- Marco Claudio Negroni
LETTERA A
Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi
AGCOM
Sempre più minori utilizzano gli smartphone con SIM intestata a genitori maggiorenni.
È capitato di sottoscrivere abbonamenti a pagamento, semplicemente sfiorando un banner pubblicitario.
Dato che questi servizi sono molto vicini ad una vera e propria truffa, si richiede che per attivarli sia necessaria una accettazione esplicita. Ad esempio, sfiorato il banner, sia poi necessario digitare l’intero numero su cui si chiede l’attivazione del servizio a sovrapprezzo.
Ritengo che molti di noi siamo incorsi in problemi di questo tipo, compresi adulti ed anziani. Non si capisce perché venga lasciato campo libero ai truffatori.
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Change.org- Marco Claudio Negroni
LETTERA A
Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi
AGCOM
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